Lo strumento ChemCam montato sul rover NASA Curiosity, in missione sul
Pianeta Rosso, ha individuato tracce di formazioni rocciose primitive
appartenenti a una potenziale “crosta continentale” marziana, che
presenta punti in comune con formazioni trovate sulla Terra
Prime tracce di quella che potremmo definire una potenziale crosta continentale
marziana: le ha trovate Curiosity presso il cratere Gale. E, sorpresa,
presentano caratteristiche del tutto simili alla crosta continentale
terrestre.
Sul nostro pianeta, con il termine crosta continentale
ci si riferisce a quella parte di crosta terrestre posta al di sotto
delle aree continentali e di alcune aree limitate e poco profonde
coperte da acque. La crosta continentale si differenzia dalla crosta
oceanica e dal mantello sia per proprietà fisiche che per composizione
chimica.
Queste distinzioni potrebbero valere anche per Marte e, se
confermata, la scoperta di una crosta continentale simile a quella del
nostro pianeta potrebbe rivelarsi importantissima dal punto di vista
geologico. E non solo.
Com’è andata è presto detto: lo strumento laser ChemCam, a bordo del rover NASA Curiosity, ha individuato alcune rocce di insolito colore chiaro nella regione del cratere Gale.
I primi risultati hanno mostrato sorprendenti somiglianze con le rocce
granitiche che costituiscono la crosta continentale sulla Terra.
Siamo di fronte alla prima scoperta di una potenziale crosta continentale
su Marte. «Lungo il percorso fatto dal rover abbiamo notato delle
formazioni rocciose che presentavano evidenti cristalli luminosi»,
spiega Roger Wiens del Los Alamos National Laboratory e
fra i responsabili dello strumento ChemCam. «Si tratta di cristalli di
colore chiaro e a bassa densità, abbondanti nelle rocce ignee che
costituiscono le placche continentali terrestri».
Marte è stato visto fino a oggi come un pianeta quasi interamente
basaltico, con rocce scure e dense, simili a quelle che formano la
crosta oceanica terrestre. Anche se non mancano le ipotesi alternative.
I reperti individuati nel cratere Gale contengono frammenti di rocce
ignee risalenti a 4 miliardi di anni fa. Secondo gli scienziati francesi
e statunitensi che si sono occupati di analizzare chimicamente 22 di
questi frammenti, si tratta di rocce ricche di feldspati, con qualche traccia di quarzo, decisamente simili ai graniti che compongono la crosta continentale terrestre.
I risultati dello studio, appena pubblicati su Nature Geoscience,
suggeriscono che il cratere Gale, scavato circa 3,6 miliardi di anni fa
sulla superficie marziana, possa essere una finestra sulla crosta
primitiva del Pianeta Rosso (vedi MediaINAF).
Davide Coero Borga
Fonte
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