Criirad lancia una petizione e chiede una mobilitazione massiccia contro il progetto Euratom
Nel 1987, all’indomani della catastrofe nucleare di Chernobyl, gli
esperti di Euratom fissarono dei livelli massimi ammissibili di
contaminazione radioattiva (LMA) degli alimenti, ma secondo la
Commission de Recherche et d’Information Indépendantes sur la
radioactivité (Criirad), ora la Commissione europea ha elaborato un
progetto di regolamento che fissa i LMA da applicare agli alimenti in
caso di incidente nucleare. Un progetto è in fase di esame del
Parlamento europeo per un parere e del Consiglio dell’Unione europea per
la decisione.
La Criirad spiega che «Vengono fissati dei limiti per 4 gruppi di
radionuclidi e 5 categorie di alimenti, acqua potabile inclusa. Non è
stata apportata alcuna modifica ai valori stabiliti nel 1987-1989. Se i
livelli di contaminazione misurati negli alimenti non oltrepassano i
LMA, gli alimenti potranno essere liberamente commercializzati
all’interno dell’Ue, o importati da Paesi terzi. Livelli di rischio
inaccettabili Secondo la Commissione europea, il progetto garantirebbe
il rispetto del limite massimo di dose efficace di 1 mSv/anno (che
corrisponde a un livello di rischio già elevato)».
Il noto centro studi francese sottolinea che «Questa affermazione è
completamente falsa. Le verifiche effettuate dalla Criirad evidenziano
delle dosi 10 volte superiori (fino a 100 volte nei casi estremi) e
mostrano che i bambini pagheranno il prezzo più alto. Un accumulo
incredibile di anomalie gravissime e tendenziose La Criirad ha esaminato
attentamente il rapporto scientifico che convalida la scelta dei
Livelli Massimi Ammissibili di contaminazione radioattiva».
L’organizzazione francese fa notare che «Tale documento è stato
elaborato nel 1998 dagli esperti ufficiali della Commissione (esperti
detti Euratom perché nominati in virtù dell’articolo 31 del trattato
Euratom). L’analisi critica ha permesso alla Criirad di evidenziare
tutta una serie di errori, di incoerenze e di irregolarità gravi che
vanno tutti nello stesso senso: minimizzare i rischi (inducendo così a
fissare dei limiti di contaminazione eccessivamente elevati)».
Criirad fa l’esempio di una incoerenza assoluta e invalidante, tra la
premesse per il calcolo dei limiti e il loro campo di applicazione:
«Secondo gli stessi esperti, i Livelli Massimi Assimibili del
regolamento europeo sono stati definiti per l’impatto di un incidente
lontano, accaduto a più di 1000 km dalle frontiere dell’Unione europea.
Forti di questa premessa, gli esperti hanno considerato che la
contaminazione riguarderebbe solo una piccola parte della razione
alimentare dei consumatori europei (10% di alimenti solidi, 1% di acqua
potabile). C’è però un problema: il regolamento si applica per ogni
incidente, compresi quelli che accadrebbero in Europa! Ma in questo caso
le premesse del calcolo non reggono più: la percentuale di alimenti
contaminati sarebbe considerevolmente più elevata, il che impone dei
limiti molto più bassi! Occorre: o ribassare in modo drastico i LMA, o
elaborare un secondo documento applicabile agli incidenti nucleari che
potrebbero colpire gravemente gli Stati membri dell’Ue».
Per Criirad e le associazioni no-nuke francesi «E’ urgente: il 42%
dei 432 reattori nucleari in funzione nel mondo sono collocati in
Europa. Quindi è molto elevata la probabilità che il prossimo incidente
tocchi a noi. Visto il numero e la gravità delle anomalie evidenziate, è
importante che tutte le responsabilità siano stabilite, tanto a livello
degli esperti che della Commissione, tanto a livello dei parlamentari
che degli Stati membri».
Per questo Criirad ha chiesto al Commissario europeo in carica per la
salute pubblica e la sicurezza alimentare, di «comunicare i nominativi
degli esperti Euratom autori della perizia del 1998 e del parere
favorevole del 2012» e sono in preparazione iniziative innanzitutto nei
confronti del Parlamento europeo, che dovrà pronunciarsi sul progetto il
6 luglio 2015.
La Criirad chiama tutti i cittadini europei a «mobilitarsi per
difendere la loro salute e quella dei propri figli» e ci in vita ad
informarci e firmare e diffondere, la petizione
“Proteggiamo la nostra salute in caso di incidente nucleare” che chiede
«una rielaborazione completa, trasparente e democratica della
regolamentazione applicabile in caso di incidente».
Fonte
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