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Friday, July 20, 2012

UN MESSAGGIO AL CICAP: PER RICREARE L'IMMAGINE DELLA SINDONE CI VUOLE L'ENERGIA DI 50 FULMINI

Lo scienziato padovano espone i suoi ultimi esperimenti. I risultati escono ora negli Stati Uniti. Fanti: il lenzuolo impresso da un'enorme energia

http://www.etanali.it/images/sindone.jpg

Per spiegare il segreto della Sindone servirebbero molti fulmini, forse cinquanta. Questo stando alle ricerche che alcuni ingegneri dell'Università di Padova conducono da sette anni per capire come si è formata la misteriosa immagine conservata nel duomo di Torino e venerata come corpo di Cristo dal 1147, quando Luigi VII re di Francia la vide la prima volta nella cappella del palazzo imperiale di Costantinopoli. Le ricerche continuano nonostante i tre esami al Carbonio 14 eseguiti in Arizona, a Oxford e a Zurigo, abbiano datato la Sindone tra il 1260 e il 1390. Non potendo disporre di 50 milioni di Volt - tanti dice l'ingegnere americano Igor Bensen servirebbero per riprodurre su un tessuto di lino (stando al metodo degli ingegneri padovani) un'immagine come quella della Sindone - il professor Giulio Fanti docente di Misure meccaniche e termiche al Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell'Università di Padova, nel laboratorio Alte Tensioni diretto dal professor Giancarlo Pesavento usa un generatore che arriva a 500.000 Volt: metà dell'energia scaricata da un fulmine.

Il professor Fanti, già fondatore del Centro Interdipartimentale Studi e Attività Spaziali "CISAS G. Colombo", membro di gruppi internazionali per missioni spaziali e autore di tre libri sugli studi eseguiti per la Sindone, illustra gli oltre cento esperimenti che ha ideato: "Usiamo un tessuto simil sindonico prodotto dall'azienda torinese Liotex; lino con identico numero di fili e tramatura a spina di pesce della Sindone. Spalmato di olio, lo adagiamo sotto e sopra un manichino in scala 1:2 rivestito di vernice conduttrice a base di rame. Col manichino al centro di un campo elettrico attiviamo tante micro scariche: si determina così una luminescenza che genera sul tessuto macchie simili a quelle presenti sulla Sindone; solo che le nostre si concentrano in porzioni di 15 centimetri di lino in corrispondenza della testa e delle braccia. Per "impressionare" l'intero manichino alto un metro, la potenza andrebbe centuplicata". L'impronta della Sindone, secondo Giulio Fanti, sarebbe l'effetto di una fortissima energia sprigionatasi per brevi istanti, come dimostra quella riprodotta in scala nel laboratorio padovano. "Credo che sia il prodotto dell'"effetto corona", qualcosa di simile alla scarica elettrica che genera ozono, un riscaldamento di circa 10 gradi, una luminescenza e un effetto acustico".

Così come sul sacro lenzuolo, anche su quello usato a Padova, le macchie formatesi non sono superficiali, ma interne al tessuto. Per il docente, nel caso della Sindone la radiazione è stata perpendicolare al corpo. Appaiono più scure solo le fibrille di lino a contatto col corpo per uno spessore di 200 nanometri (una misura infinitesimale), come se l'energia fosse venuta dall'interno di quel corpo: ciò dimostra anche che non si tratta di un falso. In questi giorni lo studio Fanti è stato pubblicato sulla rivista scientifica americana Journal of Imaging Science and Technology: ma è solo il primo atto, dice lo scienziato, dopo tanti anni di ricerche che il mondo accademico internazionale ha trascurato preferendo attestarsi sulle posizioni dei risultati del Carbonio 14. "A proposito della datazione di frammenti della Sindone - conclude - ho condotto uno studio statistico con i professori Fabio Crosilla dell'Università di Udine, Marco Riani dell'Università di Parma e Atkinsons di Londra, dimostrando che i dati ottenuti sui frammenti di Sindone trattati col Carbonio 14 non sono attendibili e in alcuni casi riportano anche errori di trascrizione".

Fonte: http://www.antikitera.net


Cicap, tutti gli errori del comitato sul Paranormale


Seconda puntata della nostra inchiesta sul CICAP, Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale....

Partiamo dal caso più clamoroso, l’affermazione che la Sindone si può riprodurre. Una delle tecniche preferite dai seguaci del comitato è annunciare di essere in grado di replicare una copia perfetta di qualcosa ritenuto “incredibile”. Hanno tentato anche con i cerchi nel grano, e i risultati sono stati ridicoli. Nessun dubbio infatti che i cerchi si possano riprodurre, lo hanno fatto i ciclemakers con risultati notevoli, ma non ci sono riusciti certo gli italianissimi investigatori dell’occulto.

Ma torniamo alla Sindone. In occasione del XI° Congresso del CICAP tenuto ad Abano Terme il 9, 10 e 11 ottobre il dott. Luigi Garlaschelli, chimico dell’Università di Pavia, ha tenuto una relazione dal titolo “La Sindone si può riprodurre: in cui ha presentato la sua ricerca che gli ha consentito di ottenere per la prima volta una riproduzione della Sindone in grandezza naturale (4,40 x 1,10 metri).

Secondo il Cicap infatti nonostante molti ritengano il lenzuolo che avvolse il corpo di Cristo presenti caratteristiche inspiegabili e irriproducibili con mezzi umani, Garlaschelli era riuscito a fare il “miracolo”. L’annuncio ha provocato un eco internazionale, servizi Tv, e via di seguito. Ma com’è andata a finere? Tutto falso.

Naturalmente gli studiosi veri della sindone insorsero. Proprio gli scienziati (quelli veri) di cui il Cicap tante volte prende le difese, etichettarono l’annuncio sulla Sindone un raggiro, stupendosi per le affermazioni prive di rigore scientifico che si erano sentite nel convegno. Le motivazioni che confutavano la realtà che la Sindone potesse essere riprodotta erano cristalline. È infatti possibile riprodurre alcune fattezze macroscopiche della Sindone, ma è assai più difficile riprodurre le caratteristiche microscopiche dell’immagine corporea ivi impressa. Nessuno, nemmeno con lo stato dell’arte delle tecnologie attuali, è stato sinora capace di riprodurre tutte insieme tali caratteristiche estremamente particolari. Anche un articolo a nome di 24 studiosi pubblicato su Internet (www.shroud.com/pdfs/doclist.pdf ) riporta l’impossibilità attuale di riprodurre tutte le fattezze della Reliquia più importante della Cristianità.

A tal proposito un articolo illuminante lo potete leggere qui riportato dal blog Insolitanotizia.

Leggiamone un estratto:

Nessuno al mondo è ad oggi riuscito a replicare l’incredibile tridimensionalità dell’immagine sindonica, nè tantomeno a risovere l’enigma dele fibre insanguinate, sotto alle quali non ci sono tracce dell’immagine, che quindi risultano essere precedenti all’”impressione” della figura del corpo. Insomma chiunque avesse “riprodotto” con qualche stratagemma le membra del suppliziato, lo ha fatto senza intaccare in nessun modo la fisiologicità della sostanza ematica: nè con bruciature, nè con acidi, nè tantomeno con pitture varie. Nella versione fallace di Garlaschelli, il quale sostiene che la pittura è scomparsa anche grazie all’invecchiamento del tempo, ma sostanzialmente “lavata” via con procedimenti chimici, non si capisce com mai il sangue sia rimasto integro nonostante questa pulizia chimica. Senza dilungarci sulle inesattezze e sugli altri particolari tralasciati dal drappo di Garlaschelli, (nonostante da bravo scolaro abbia avuto la brillante idea di copiare il compitino a tal punto, da tralasciare sì importantissime caratteristiche, ma facendo quattro bellissime bruciature per riprodurre realisticamente i danni dell’incendio del XVI secolo) come l’approssimazione del suo tentativo di tridimensionalità, e il silenzio tombale sul modo in cui poter risparmiare il sangue dalla contaminazione dell’immagine, sappiate solo che l’aggettivo più gettonato dagli esperti è stato “infantile”. Ridicolo sarebbe altrettanto corretto, se non fosse che taluni giornali e una manciata di servizi televisivi degli amici del CICAP, abbiano battuto il ferro fino a farlo diventare caldo, tanto che chissà quante menti impreparate e un po’ ignoranti si saranno davvero convinte che quel formidabile scienziato di Garlaschelli, abbia davvero svelato l’arcano della Sindone! Capite l’arguzia e la bassezza di tali buffonate? capite il volume dell’acqua tirata al proprio mulino da questi balbuzienti della scienza, e i vantaggi economici e pubblicitari che ne derivano? Riuscite a comprendere il losco e ingannevole percorso di questi burattinai del sapere, il cui unico senso e scopo è accaparrarsi consenso verso il proprio schieramento?

Ad ogni modo nonostale anche la BBC abbia sbugiardato la tesi del CICAP, lo scopo dell’associazione era raggiunto, i media italiani sempre molto servizievoli avevano lanciato lo scoop che il CICAP aveva scoperto che la Sindone era un Falso Medioevale, senza ritornare sul pezzo dando l’epilogo finale: il CICAP aveva non solo mentito, ma alterato volutamente dei risultati scientifici mistificando la realtà.

Fonte: http://sabrinabirindelli.wordpress.com


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