Difendere il nostro pianeta dal possibile impatto di un asteroide, potenzialmente un evento assai pericoloso: di questo
discuteranno la prossima settimana a Roma le delegazioni dell’agenzia spaziale statunitense
NASA e di quella europea,
ESA. In realtà le due collaborano già a un progetto comune sul tema,
AIDA (Asteroid Impact Deflection Assessment) e discuteranno quindi proprio degli avanzamenti di quest’ultimo.
Il progetto mira a deviare l’orbita di uno dei due asteroidi Didymos presenti tra la Terra e Marte.
La NASA fornirà il veicolo che andrà a schiantarsi a oltre 23mila chilometri orari sull’asteroide per cambiarne l’orbita, il DART (Double Asteroid Impact Test), mentre
LICIACube, un satellite italiano, studierà il momento dell’impatto. L
‘ESA invece lancerà una sonda Hera nell’ottobre 2024 per studiare l’asteroide bersaglio, il cratere dell’impatto, la massa e altri dati. Hera dovrebbe impiegare due anni per raggiungere l’asteroide.
La coppia di asteroidi è stata scelta dagli scienziati del progetto
in quanto rende semplice il test. L’asteroide più piccolo infatti orbita
abbastanza lentamente e dovrebbe essere quindi facile da colpire,
mentre il cambiamento dell’orbita dovrebbe essere apprezzabile, mentre
tutto ciò al momento non sarebbe possibile con un asteroide solitario in
volo in un’orbita solare.
Ovviamente il test è perfetto per raccogliere dati ma è lontano dal
riprodurre una reale situazione di emergenza. Con un diametro di soli
160 metri infatti l’asteroide Didymos farebbe certamente dei danni ma è
lento e relativamente facile da deviare. In futuro invece un sistema di
difesa dovrebbe essere in grado di deviare asteroidi molto più grandi e
veloci. La collaborazione tra NASA e ESA tuttavia è un passo importante
verso la messa a punto di un sistema di difesa adeguato, che in futuro
potrebbe proteggerci tutti da impatti altrimenti fatali.
Alessandro Crea
Fonte
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