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Tuesday, June 8, 2021

Si riparla di ufo e adesso anche l'Onu ci crede ( La Gazzetta del Mezzogiorno )

       L'ONU prepara il mondo al contatto alieno

Dopo il virus gli Ufo? Un ritorno mediatico per riempire il grande vuoto che lascerà la dipartita – si spera – definitiva della pandemia nello sciocchezzaio, come lo definisce Gustave Flaubert in Bouvard e Pécuchet?  

A fornire lo spunto sono stati gli oggetti inspiegabili avvistati da mezzi della marina militare degli Stati Uniti. Hanno fatto seguito articoli nientemeno che su The New York Times. Addirittura, l’ex presidente Obama ha dichiarato in tv di avere a suo tempo ordinato di accertare se il governo nascondesse resti di astronavi aliene e corpi di extraterrestri.
Insomma, gli alieni stanno arrivando? Nell’attesa di una risposta, all’Onu se ne prepara l’eventuale accoglienza. 

                               Il caso Roswell nuovamente alla ribalta - 2

La dottoressa Mazlan Othman, un’astrofisica malese, ha infatti l’incarico di rappresentare l’umanità nel caso di uno sbarco extraterrestre sul pianeta Terra.

Non è una notizia di quelle sparate sulla prima pagina di giornali dai titoli eclatanti, come The National Enquirer. Si tratta, al contrario, dell’annuncio riportato dal serissimo ed accreditato quotidiano britannico Telegraph. Dietro tanto clamore, il ministero degli Affari spaziali che fa capo alle Nazioni unite (Unoosa), frutto di un Trattato sullo spazio risalente al 1967. Nel protocollo, i Paesi aderenti stabilivano di proteggere la Terra dalla contaminazione di specie aliene, con la loro sterilizzazione. Insomma, la Guerra dei Mondi di Herbert George Wells divenuta realtà.
A meno che non la spuntino Peter Ward e Donald Brownlee, che nel controverso volume Rare Earth («Terra rara») sostengono che le combinazioni biochimiche culminate nella vita terrestre siano praticamente impossibili da riprodursi su altri pianeti e che quindi saremmo soli nell’universo.

E dire che sembrava esaurita l’ossessione che negli anni ‘50 popolò di dischi volanti i cieli non solo americani. L’Air force varò il progetto Blue book per indagare sul fenomeno, salvo ostentare smentite o chiarimenti che, per contrasto, gettavano maggiore oscurità sui fatti. Si giunse al delirio collettivo. Che i dischi volanti fossero armi segrete dei russi? O manovrati dai nazisti, agli ordini di un Hitler sopravvissuto in qualche bunker segreto del Sudamerica.
Effettivamente, negli ultimi anni di guerra i tedeschi costruirono dei velivoli ad ala rotante, incroci fra aerei ed elicotteri. In particolare, vi furono le V-7 (V stava per Vergeltungswaffe, ovvero arma di rappresaglia), ideate da Andreas Epp. Si trattava, però, di apparecchi molto approssimativi, frutto dell’isteria terminale di un regime che pur di non perdere la guerra era disposto a evocare i fantasmi di un genio perduto con la fuga dei cervelli non solo ebrei.
coinvolta anche la pugliaGli avvistamenti riguardano anche la Puglia. Dal 1900 al 1990 si registrano 150 casi documentabili. Il primo a conquistare la dignità della pagina stampata si trova su La Gazzetta del Mezzogiorno del 6 ottobre 1946, quasi un anno prima dei flying saucers descritti da Kenneth Arnold del giugno 1947, cui si fa risalire ufficialmente l’origine del fenomeno.

Un velivolo di configurazione oblunga fu segnalato nei cieli di Polignano a Mare. Saltando al 1950, si annoverano 6 episodi, fra cui uno a Ceglie Messapica. Negli anni successivi, la Puglia fu interessata da veri e propri flap, termine che indica grosse ondate di apparizioni Ufo. Alcune località «visitate» dai dischi volanti sono Monte S. Angelo, S. Pietro Vernotico. Va specificato che se all’inizio spicca la predominanza dell’elemento luminoso, in seguito la Puglia conosce anche la presenza di aerostati che sfidano le comuni leggi della fisica con manovre impossibili e perfino incontri ravvicinati.
Sosteneva Margherita Hack: «Riuscire a entrare in contatto con eventuali civiltà aliene è invece un aspetto molto più complesso. Bisogna pensare da un lato alla possibilità di aver sviluppato tecnologie comuni e allo stesso livello di sviluppo».
È celebre il paradosso di Enrico Fermi: «Se l’universo e la nostra galassia pullulano di civiltà sviluppate, dove sono tutte quante?». 

Enzo Verrengia

Fonte 


Commento di Oliviero Mannucci : 

DOMANDA: Paradosso di Fermi: Se l'universo e la nostra galassia pullulano di civiltà sviluppate, dove sono tutte quante. 

RISPOSTA: Sotto i nostri occhi. Ma purtroppo troppi fanno come gli struzzi. Mandano i segnali con i radiotelescopi, che sono poco più di segnali di fumo e non vedono l'elefante che sta sotto i loro occhi.


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