I misteri in Sicilia restano misteri, non c’è niente da fare. Da tre anni questo giornale segnala strani incidenti accaduti nella galleria di Tremonzelli alle autorità competenti ed ai suoi lettori, ma non succede nulla, nonostante la buona volontà di singoli addetti ai lavori. Nemmeno la tragedia sfiorata giorni or sono – l’autobus che trasportava gli studenti di Modica andato in fiamme – sembra avere scosso più di tanto alcuno. La direzione dell’Anas ha comunicato che non sono state riscontrate nella galleria criticità di alcun tipo. Verranno, forse, installate centraline di rilevamento, ma sul pregresso, insomma, è tutto a posto. O quasi.
Eppure solo una serie di circostanze favorevoli ha impedito che i venti ragazzi del pullman che ha preso fuoco, non uscissero vivi dalla galleria. Gli incidenti che hanno preceduto l’ultimo caso – ben quindici segnalati in tre anni – sono di minore entità, ma non per questo meno inquietanti, perché incomprensibili. Le testimonianze, tutte attendibili, non lasciano dubbio sulla natura inspiegabile degli incidenti: avarie, black out, incendi.
Per questa ragione la memoria va subito a Caronia, l’altro enigma isolano. In entrambi i casi basterebbero le statistiche – il numero di incidenti – a suscitare apprensione e richiedere un’attenta indagine. A Caronia, in verità, si sono mobilitata varie autorità, civili e militari, senza arrivare ad alcuna conclusione. Per Tremonzelli, invece, nemmeno questo: gli incidenti sono stati snobbati, presi sottogamba, se non addirittura sospettati di costruzioni fantastiche.
Dopo le fiamme al bus di studenti nessuno osa ironizzare o alzare le spalle, ma nessuno assume iniziative utili a scoprire la causa degli incidenti, adottando strumenti, mezzi e risorse adeguate.
Caronia è stata archiviata, Tremonzelli viene “monitorata”. Eppure il “verdetto” conclusivo della Protezione civile su Caronia è tale da lasciare senza fiato: “tecnologie militari evolute anche di origine non terrestre potrebbero esporre in futuro intere popolazioni a conseguenze indesiderate. Gli incidenti di Canneto di Caronia potrebbero essere stati tentativi di ingaggio militare fra forze non convenzionali oppure un test non aggressivo mirato allo studio dei comportamenti e delle azioni in un indeterminato campione territoriale scarsamentre antropizzato”.
Che significa? Un pezzo della Sicilia è stato visitato dagli alieni o è stato usato come cavia per esperimenti bellici? Due ipotesi siffatte possono essere archiviate in attesa di eventi? Tremonzelli presenta alcune analogie con Canneto di Caronia per via degli incidenti ai motori, ma nulla di più. Il legame è costituito soprattutto dall’inspiegabilità dei casi.
La Sicilia dal dopoguerra ad oggi, per la sua posizione geografica, ha accresciuto il suo valore strategico sul fianco Sud-Est, come ci ricordano le basi aeree, navali e terrestri dislocate nell’isola e la presenza, negli anni Ottanta, dei missili Cruise a testata nucleare.
L’Isola non è fuori dal teatro “militare”. Il passato, recente o meno, ci induce a sospettare di tutto, il presente ci induce a nutrire dubbi anche sulla volontà di farci sapere come stanno le cose. Insomma, in linea teorica, potrebbe esserci benissimo chi sa, ma non parla perché non può e non deve.
Le cause di eventi misteriosi, della stessa natura di quelli verificatisi a Canneto e nella galleria di Tremonzelli, restano ignoti perché c’è top secret, e non perché ricerche, rilevazioni, indagini non hanno condotto a nulla. E il silenzio è più importante dell’allarme che i casi suscitano per il fato che non sono spiegabili. Se la Protezione civile italiana ha preferito ipotizzare “tecnologie militari evolute anche di origine non terrestre”, per chiudere il carteggio e allargare le braccia, allora vuol dire che il mistero deve restare tale e non può essere altrimenti. Altrimenti dovremmo stare con gli occhi al cielo in attesa degli alieni. Sperando che il Signore ci aiuti, com’è capitato ai ragazzi di Modica nella galleria di Tremonzelli.


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