Nelio Nascimento nella casa gonfiabile della Mission 5 (foto: Spacesuitlab.blogspot.it) |
SONO entrati ieri e vi resteranno dentro per 15 giorni, vivendo come se fossero su Marte: i tre membri della missione, finanziata dalla Nasa e l'università del Nord Dakota, dovranno testare il modulo abitativo gonfiabile disegnato dall'argentino Pablo De Leon, professore del dipartimento di studi spaziali dello stesso ateneo, per le future missioni umane sul Pianeta rosso e la Luna.
L'equipaggio e i tecnici della Mission 5 (foto: Spacesuitlab.blogspot.it) |
Impegnati in questo compito saranno Nelio Nascimento, ingegnere biomedico, e Prabhu Victor, studente di studi spaziali dell'università del Nord Dakota, e Michael Castro, volontario dalla Florida e ufficiale medico della missione. I tre usciranno dalla loro 'casa marziana' - molto simile a quella che si vede nella pellicola 'The Martian' - solo indossando la tuta spaziale necessaria per vivere nell'ambiente marziano e avranno il compito di realizzare diversi esperimenti medici per la Nasa."Tra questi bisognerà testare un nuovo apparecchio portatile wireless per fare gli elettroencefalogrammi - precisa De Leon - che può essere indossato sotto la tuta spaziale e dare in tempo reale i dati sull'attività cerebrale dell'astronauta. Un sistema che potrà avere molte applicazioni anche al di fuori dell'ambito spaziale". In questo caso la macchina verrà indossata mentre gli astronauti cammineranno all'esterno del modulo abitativo con indosso le tute spaziali, per vedere come cambiano le onde cerebrali con lo stress di dover fare attività impegnative fisicamente con la tuta. I tre membri della missione saranno impegnati anche in test psicologici e per mangiare avranno a disposizione una serra di piante, in modo da rendere più vari i loro menù.
"Le tute spaziali che useranno sono diverse da quelle impiegate dagli astronauti sulla Stazione spaziale, perché queste sono pensate per lavorare sulla superficie dei pianeti". Il prototipo di habitat marziano che verrà ora testato non è detto che sarà quello che si userà poi durante la missione, conclude De Leon, "perché ancora mancano diversi anni e potranno essere fatte modifiche a questo prototipo".
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