Scienziati all’opera per arricchire i vegetali di antiossidanti
Le piante che saranno coltivate dagli astronauti sulla Luna e Marte non solo dovranno alimentarli, ma anche “curarli” in qualche modo, aiutandoli a ridurre lo stress prodotto dalla microgravità e l'isolamento. Per farlo saranno coltivate in modo da essere più “ricche” di prebiotici, antiossidanti e sali minerali. A spiegarlo è Alberto Battistelli, dell'Istituto di biologia agroambientale e forestale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), in occasione del workshop sulla ricerca sui sistemi rigenerativi in corso a Roma.
"Per lo spazio andranno scelte piante
adatte di bassa statura e molto produttive nel breve periodo",
continua. Tutto questo lavorando con l'obiettivo di riciclare tutto il
più possibile in un'ottica di sostenibilità. Il progetto Melissa è un
esempio di economia circolare applicata allo spazio: si è riusciti
infatti a produrre ossigeno, acqua e cibo attraverso il riciclaggio di
anidride carbonica e rifiuti umani, urina compresa.
Facilitare l'esplorazione umana del Sistema Solare
"Le tecnologie applicate al progetto - commenta Christophe Lasseur, responsabile del progetto Melissa -
mirano a facilitare l'esplorazione umana del Sistema Solare, ma possono
essere utili anche sulla Terra". Prima di far arrivare l'uomo su Marte,
il prossimo banco di prova importante, secondo Daniela Billi,
astrobiologa dell'università Roma Tor Vergata, "sarà quello dei moduli orbitali lunari. Lì bisognerà vincere la sfida delle radiazioni e l'effetto della microgravità".
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