Off-line 10 reattori nucleari su 23, estate a rischio blackout
La Corea del Sud ha annunciato lo slittamento della costruzione di
due reattori nucleari e il ritardo dell'avvio delle operazioni in altri
due, dopo che i suoi ispettori hanno scoperto che i reattori
utilizzavano componenti i cui certificati di sicurezza erano falsi
Come dice Justin McKeating di Greenpeace International, «Uno
dei fattori che definiscono l'industria nucleare è il suo rifiuto di
imparare le lezioni del passato. Si è costruita una pessima reputazione
per quanto riguarda la reputazione, la trasparenza e la fiducia
dell'opinione pubblica nell'industria, sono state massicciamente
intaccate da scandali e incidenti ripetuti. La Corea del Sud ne è un
ottimo esempio».
Infatti, l'industria nucleare sudcoreana, che
viene presentata come una tra le più sicure del mondo (proprio come
prima di Chernobyl e Fukushima quella sovietica e quella giapponese),
negli ultimi anni ha subito una serie di arresti forzati e guasti
tecnici nelle sue centrali ed è stata colpita da una serie di scandali
per corruzione, minando la fiducia dell'opinione pubblica nell'energia
atomica, proprio mentre, con la scusa dell'abbattimento dei gas serra,
il governo prevede di aumentare la già alta dipendenza del Paese
dall'elettricità atomica.
L'ultimo caso è stato rivelato da una
gola profonda: un informatore anonimo ha portato gli investigatori
della Nuclear safety and security commission a scoprire che in 4
reattori venivano utilizzati dei cavi di controllo che non erano
riusciti a superare un test di sicurezza e che per questo erano stati
dotati di certificati falsi. I cavi di controllo servono ad inviare i
segnali elettronici al sistema di controllo di un reattore in caso di
incidente. Il 28 maggio la Commissione ha fermato le attività in due
reattori da 1.000 megawatt sulla costa sud-orientale della Corea del
Sud per sostituire i cavi taroccati. L'avvio pianificato di altri due
reattori, uno fermo per manutenzione ordinaria e l'altro nuovo in attesa
dell'approvazione operativa, è stato ritardato per la stessa ragione.
Gli
scandali ricorrenti hanno pesantemente danneggiato la reputazione
dell'industria nucleare sudcoreana, che fornisce un terzo dell'energia
elettrica del Paese ed aspira a diventare un esportatore mondiale di
reattori, soprattutto dopo il colpaccio fatto negli Emirati arabi uniti
dove i sudcoreani dovrebbero costruire 4 centrali atomiche. Ma,
nonostante la crescente preoccupazione dell'opinione pubblica, il
governo di Seoul continua imperterrito a portare avanti il suo
aggressivo programma per l'energia nucleare che prevede di costruire
altri 16 reattori entro il 2030.
Nel 2012 la Corea del sud era
stata costretta a chiudere altri 2 reattori dopo che era venuto fuori
che le centrali nucleari da più di 10 anni utilizzavano componenti non
conformi che erano stati forniti con garanzie falsificate. Già allora la
Corea del sud dovette ricorrere a diverse misure di risparmio
energetico per evitare blackout. La Corea del Sud ha 23 reattori, e la
decisione presa in questi giorni comporta la messa off-line temporanea
di 10 reattori per problemi di sicurezza, manutenzione o per altri
motivi, aumentando il rischio di blackout in estate, quando si
registrano i picchi di consumo di energia elettrica.
In seguito
allo scandalo del 2012 vennero arrestati diversi ingegneri nucleari e
fornitori di attrezzature coinvolti, «Quindi, a rigor di logica - dice
McKeating - da allora, dovevano essere stati messi in atto rigorosi
controlli di sicurezza, per evitare che si ripetesse un incidente di
ripetizione. Giusto? Sbagliato. altri due reattori nucleari in Corea del
Sud sono stati fermati il 28 maggio Martedì e l'avvio programmato di
altri due è stato ritardato».
Per l'ambientalista la
falsificazione dei certificati di sicurezza dei cavi «E' terribile e c'è
voluto un informatore anonimo per portarla alla luce. Dopo lo scandalo
dei componenti scadenti dell'anno scorso, il governo e le autorità
nucleari della Corea del Sud avrebbero dovuto fare controlli di
sicurezza più severi. Cosa altro aspetta di essere scoperto? Ma questo, a
quanto pare, è il business as usual dell'industria
nucleare. Assistiamo, di volta in volta, a questi tipi di scandali. Da
60 anni l'energia nucleare ha avuto nelle sue mani i nostri soldi, le
nostre risorse e la nostra sicurezza ed abbiamo avuto poco in cambio, se
non vuote promesse, bugie e scandali. Ecco perché Greenpeace dice che i
progettisti e costruttori e altri attori del settore nucleare, e non
solo gli operatori dei reattori, dovrebbero essere ritenuti responsabili
dei loro errori. Attualmente, i governi hanno un sistema di protezione
che protegge l'industria nucleare dalle responsabilità. Una
responsabilità che molte compagnie semplicemente ignorano».
Fonte
Spazio: ultima frontiera. Credere che si sia soli nell'universo è come credere che la Terra sia piatta. Come disse l'astrofisico Labeque al palazzo dell'UNESCO, durante il congresso mondiale del SETI di Parigi del Settembre 2008, " SOMETHING IS HERE", "Qualcosa è qui", e I TEMPI SONO MATURI per farsene una ragione. La CIA, l'FBI, la NSA, il Pentagono, e non solo, lo hanno confermato!
Statistiche
Friday, May 31, 2013
Luca Parmitano: prima foto dallo spazio dell'astronauta italiano. "Ho appena visto un tramonto"
La missione Volare dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) comincia con le migliori delle premesse: "Ho appena visto un tramonto. Ci vorrebbe un poeta per descriverlo. La parola stupendo non rende l'idea...", scrive Parmitano, astronauta dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) e pilota collaudatore dell'Aeronautica Militare Italiana. Arrivato a bordo della stazione orbitale all'alba del 29 maggio, Parmitano sta utilizzando questi primissimi giorni soprattutto per ambientarsi.
La sua prima foto ha voluto scattarla insieme al collega Chris Cassidy: è salutando Cassidy che, appena arrivato a bordo della Stazione Spaziale, Parmitano ha riso divertito al 'radicale' taglio di capelli del collega. "Ciao dalla ISS", ha scritto accompagnando la foto. "Sto galleggiando senza peso, come dimostra la mia collanina!"
Fonte
Marte: vi scorrevano fiumi, Nasa trova prova definitiva
Su
Marte scorrevano fiumi: la prova definitiva viene dalla scoperta di
alcuni ciottoli levigati del tutto simili a quelli che sulla Terra si
trovano lungo i corsi d'acqua. Li ha fotografati e analizzati il robot
laboratorio Curiosity della Nasa, che dal 6 agosto scorso sta esplorando
il cratere Gale. L'annuncio viene fatto su Science dai geologi guidati
da Rebecca Williams dell'Istituto di scienze planetarie di Tucson, negli
Stati Uniti.
I ciottoli, mescolati con della sabbia a formare dei conglomerati rocciosi, sono stati individuati tra il margine settentrionale del cratere Gale e la base del monte Sharp che si trova al centro del cratere stesso. Secondo le analisi dei geologi, la loro forma e le loro dimensioni sono tipiche dei sassi trasportati dall'acqua per lunghe distanze. I ciottoli sarebbero stati depositati circa 2 miliardi di anni fa da un ruscello che doveva avere una profondità tra i 3 e i 90 centimetri e l'acqua vi aveva una velocità compresa fra 0,2 e 0,75 metri al secondo.
In passato erano già stati trovati indizi che suggerivano la presenza di acqua sul Pianeta Rosso: lo scorso settembre, ad esempio, Curiosity aveva scoperto una roccia scavata dallo scorrere dell'acqua. Questi ciottoli, però, rappresentano una prima assoluta.
"È la prima volta che osserviamo della ghiaia trasportata dall'acqua su Marte", spiega William Dietrich dell'università della California a Berkeley. "Un corso d'acqua duraturo può rappresentare un ambiente abitabile", aggiunge John Grotzinger del California Institute of Technology a Pasadena. "Ora ci muoveremo verso il monte Sharp alla ricerca di tracce organiche, ma questo ci assicura che abbiamo già trovato il nostro primo ambiente potenzialmente abitabile".
Fonte
I ciottoli, mescolati con della sabbia a formare dei conglomerati rocciosi, sono stati individuati tra il margine settentrionale del cratere Gale e la base del monte Sharp che si trova al centro del cratere stesso. Secondo le analisi dei geologi, la loro forma e le loro dimensioni sono tipiche dei sassi trasportati dall'acqua per lunghe distanze. I ciottoli sarebbero stati depositati circa 2 miliardi di anni fa da un ruscello che doveva avere una profondità tra i 3 e i 90 centimetri e l'acqua vi aveva una velocità compresa fra 0,2 e 0,75 metri al secondo.
In passato erano già stati trovati indizi che suggerivano la presenza di acqua sul Pianeta Rosso: lo scorso settembre, ad esempio, Curiosity aveva scoperto una roccia scavata dallo scorrere dell'acqua. Questi ciottoli, però, rappresentano una prima assoluta.
"È la prima volta che osserviamo della ghiaia trasportata dall'acqua su Marte", spiega William Dietrich dell'università della California a Berkeley. "Un corso d'acqua duraturo può rappresentare un ambiente abitabile", aggiunge John Grotzinger del California Institute of Technology a Pasadena. "Ora ci muoveremo verso il monte Sharp alla ricerca di tracce organiche, ma questo ci assicura che abbiamo già trovato il nostro primo ambiente potenzialmente abitabile".
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NASA Finds Dangerously High Radiation Risks on Mars
For decades, science fiction authors and space
experts alike have dreamed of a day when mankind would set foot on the
mysterious red planet known as Mars
Last year, that dream became a lot more realistic with the successful landing of the Curiosity robotic rover on the planet's surface. However, after months of crunching data from the rover's journey, NASA has released new, health-related information that could impact the long-term prospects of ever putting people on Mars.
According to a report just released by the U.S. space agency, the increased radiation experienced during a mission to Mars could ultimately have deleterious effects on the human body. The data was collected using Curiosity's Radiation Assessment Detector (RAD), an instrument specifically designed to measure the same kind of radiation exposure that might be experienced during a manned mission to the planet. The new findings, published in today's edition of the journal Science, show that radiation exposure during the trip could exceed previously established career limits for astronauts in the NASA space program.
"In terms of accumulated dose, it's like getting a whole-body CT scan once every five or six days. Understanding the radiation environment inside a spacecraft carrying humans to Mars or other deep space destinations is critical for planning future crewed missions," Cary Zeitlin, a principal scientist at the Southwest Research Institute (SwRI) and the leader author of the paper, said in a statement.
However, this new information doesn't seem to present enough of a danger to prompt NASA to abandon its plans to eventually put humans on Mars. In fact, the new data appears to have inspired a new approach toward equipping the Orion vehicle—the spacecraft designated to eventually take humans to Mars—with better radiation shielding.
"We learn more about the human body's ability to adapt to space every day aboard the International Space Station. As we build the Orion spacecraft and Space Launch System rocket to carry and shelter us in deep space, we'll continue to make the advances we need in life sciences to reduce risks for our explorers," said NASA's associate administrator for human exploration and operation, William Gerstenmaier.
One person who is not giving up on a mission to Mars is Elon Musk, head of SpaceX and Tesla. He appeared at the D11 conference this week, where he said that a manned mission to Mars, which could still be years away, would take three to six months. "It's difficult but achievable and we should try our hardest to make it happen," he said.
Source
Last year, that dream became a lot more realistic with the successful landing of the Curiosity robotic rover on the planet's surface. However, after months of crunching data from the rover's journey, NASA has released new, health-related information that could impact the long-term prospects of ever putting people on Mars.
According to a report just released by the U.S. space agency, the increased radiation experienced during a mission to Mars could ultimately have deleterious effects on the human body. The data was collected using Curiosity's Radiation Assessment Detector (RAD), an instrument specifically designed to measure the same kind of radiation exposure that might be experienced during a manned mission to the planet. The new findings, published in today's edition of the journal Science, show that radiation exposure during the trip could exceed previously established career limits for astronauts in the NASA space program.
"In terms of accumulated dose, it's like getting a whole-body CT scan once every five or six days. Understanding the radiation environment inside a spacecraft carrying humans to Mars or other deep space destinations is critical for planning future crewed missions," Cary Zeitlin, a principal scientist at the Southwest Research Institute (SwRI) and the leader author of the paper, said in a statement.
However, this new information doesn't seem to present enough of a danger to prompt NASA to abandon its plans to eventually put humans on Mars. In fact, the new data appears to have inspired a new approach toward equipping the Orion vehicle—the spacecraft designated to eventually take humans to Mars—with better radiation shielding.
"We learn more about the human body's ability to adapt to space every day aboard the International Space Station. As we build the Orion spacecraft and Space Launch System rocket to carry and shelter us in deep space, we'll continue to make the advances we need in life sciences to reduce risks for our explorers," said NASA's associate administrator for human exploration and operation, William Gerstenmaier.
One person who is not giving up on a mission to Mars is Elon Musk, head of SpaceX and Tesla. He appeared at the D11 conference this week, where he said that a manned mission to Mars, which could still be years away, would take three to six months. "It's difficult but achievable and we should try our hardest to make it happen," he said.
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Arriva l’asteroide 1998 QE2, con la sua luna
Oggi alle 22,30 la diretta in streaming con il Virtual Telescope
31 maggio 2013Mentre cresce l’attesa per il passaggio ravvicinato dell’asteroide 1998 QE2, l’ oggetto già comincia a sorprendere: le ultime osservazioni radar hanno svelato che è accompagnato da una piccola luna.
Del diametro di 2,7 chilometri l’oggetto raggiungerà il massimo avvicinamento alle 23,00 ora italiana quando si troverà a 5,8 milioni di chilometri dalla Terra. Nessun pericolo di impatto, ma in tutto il mondo astronomi e astrofili sono mobilitati per osservarlo.
Sul canale Scienza e Tecnica è possibile osservare l’asteroide nel momento in cui raggiunge la minima distanza dal nostro p nella diretta streaming con il Virtual Telescope in programma questa sera a partire dalle 22,30.
L’oggetto passerà a circa 15 distanze lunari, ''una distanza quindi di tutta sicurezza, ma questi passaggi ravvicinati sono occasioni ghiotte per astronomi e appassionati per osservare da vicino questi oggetti, altrimenti raggiungibili solo con missioni spaziali'' rileva l'astrofisico Gianluca Masi, curatore scientifico del Planetario di Roma e responsabile del Virtual Telescope.
Durante i passaggi ravvicinati, prosegue l’esperto, questi oggetti sono più brillanti e il segnale più luminoso permette di comprendere meglio alcune caratteristiche dell’oggetto: come rotazione e la presenza di eventuali lune. Come in questo caso, le osservazioni radar recenti dell’asteroide 1998 QE2, eseguite con l’osservatorio radar Goldstone in California, hanno permesso di scoprire, spiega Masi, “che l'oggetto ruota su se stesso in meno di 4 ore ed è doppio, cioè è accompagnato da una piccola luna”.
In realtà, sottolinea Masi, oggetti di questo tipo non sono insoliti, rappresentano circa il 15% della popolazione di asteroidi ma averli 'a portata di mano, anzi di telescopio', per osservarli, come in questi giorni è molto raro. L'ipotesi più accreditata sull'origine di questi piccoli sistemi è, spiega Masi, che queste piccole lune siano una costola degli asteroidi, che si è staccata a causa della veloce rotazione degli oggetti.
Scoperto il 19 agosto 1998 dal programma di monitoraggio degli asteroidi vicini alla Terra del Massachusetts Institute of Technology Mit), l’asteroide, osserva Masi “questa sera ci regala il suo passaggio più ravvicinato dei prossimi 200 anni”.
L'asteroide sarà visibile da tutta Italia ed il consiglio, come sempre in questi casi, è di recarsi lontano dai centri abitati, in zone dove il cielo è privo di inquinamento luminoso. Per osservarlo bisognerà guardare verso Sud in direzione della costellazione della Bilancia. L’ asteroide sarà visibile anche con telescopi di modeste dimensioni, del diametro di 10-15 centimetri, e si può tentare anche di fotografarlo con un modesto teleobiettivo da 135 millimetri.
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Fusione Fredda, test indipendenti: l'Hot Cat funziona e produce più energia delle fonti tradizionali
L'ingegnere italiano è stato spesso al centro delle polemiche e bersaglio di dure critiche, accusato di poca trasparenza nel mostrare i risultati del suo lavoro. Agli scettici l'ingegner Rossi ha sempre risposto che il tempo e i fatti gli avrebbero dato ragione. E quel momento pare essere arrivato, l'attesa è infatti finita: gli ormai celebri test di terze parti indipendenti sull'Hot Cat sono stati pubblicati. Come aveva preannunciato l'ingegner Rossi, i test sono positivi e confermano la bontà del suo lavoro.
In un unico documento di 29 pagine pubblicato il 16 maggio su arxiv.org e intitolato "Indication of anomalous heat Energy production in a reactor device containing hydrogen loaded nickel powder" sono stati condensati i risultati di due test effettuati il primo a dicembre 2012 e il secondo a marzo 2013. I ricercatori che hanno firmato lo studio sono: Hanno Essen (fisico teorico, Royal Institute of Technology, Stoccolma), Evelyn Foschi (fisica esperta di radioprotezione, già Università di Bologna), Torbjörn Hartman (ingegnere senior presso lo Svedberg Laboratory, Uppsala), Bo Höistad (fisico delle particelle, professore all'Università di Uppsala), Giuseppe Levi (fisico nucleare, Università di Bologna e associato dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), Roland Pettersson (già professore di Chimica presso l'Università di Uppsala), Lars Tegnér (professore al Dipartimento di Ingegneria Elettrica, Università di Uppsala). .
Il test di dicembre è durato 96 ore, mentre quello dello scorso marzo 116 e in entrambi i casi è stata rilevata una produzione anomala di calore. Il primo test è stato effettuato su un prototipo denominato E-Cat HT (HT sta per "High Temperature") che è riuscito a produrre circa 160 KWh con un consumo di circa 35 kWh. Il COP (coeffiient of Performance) è stato di 5,6, una densità di potenza di circa 7 · 103 W/kg e una densità di energia termica di circa 6.8 · 105 Wh/kg.
Nel test di marzo, effettuato su un prototipo migliorato denominato E-Cat HT2, sono stati invece prodotti 62 Kwh con un consumo di circa 33 Kwh. Il COP registrato è stato di 2,9, la densità di potenza di circa 5.3 · 105 e la densità di energia termica di circa 6.1 · 107 Wh/kg
La differenza nei risultati tra i due test può essere dovuta alla volontà da parte dell'ing. Rossi di tenere sotto controllo la temperatura per migliorare la stabilità della reazione. In ogni caso entrambi gli esperimenti hanno dimostrato che i reattori messi a disposizione dall'ingegner Rossi sono in grado di produrre un quantitativo di energia superiore rispetto a quello delle fonti tradizionali. Inoltre nelle conclusioni del documento si sottolinea che entrambi gli esperimenti, durati come abbiamo già ricordato ambedue circa 4-5 giorni, sono terminati per l'arresto volontario del reattore e non per l'esaurimento del combustibile.
Gli studiosi specificano inoltre che il risultato del test di marzo deve considerarsi migliore rispetto a quello di dicembre perché i problemi riscontrati nel primo test sono stati risolti e non si sono più ripresentati nel secondo. Nel corso della prossima estate dovrebbero iniziare nuovi test della durata di circa 6 mesi per verificare le performances dell'E-Cat HT2 nel lungo periodo e cercare di svelare l'origine del fenomeno termico finora osservato.
Per avere maggiori dettagli sui test la redazione di IBTimes Italia ha contattato Giuseppe Levi, fisico nuceare presso l'Università di Bologna e uno dei firmatari dello studio. "Da quanto si evince nell'articolo, siamo di fronte a una sorgente di energia non convenzionale"- ha dichiarato il ricercatore.
Il Professor Levi ha lodato la trasparenza con la quale l'ing. Rossi ha permesso a lui e agli altri studiosi di effettuare i test: "Abbiamo potuto operare nella più totale autonomia e libertà. Fin dall'inizio era chiaro che avremmo potuto pubblicare i risultati qualunque fossero stati."
Sulla natura della reazione che permette all'E-Cat di funzionare il Professor Levi ci ha ribadito che non si tratta di una reazione né propriamente chimica né propriamente nucleare: "Esatto. Sicuramente non è di natura chimica. - ha dichiarato Levi- L'assenza di radiazione ci fa dire che se è una fonte nucleare è comunque di natura nuova rispetto a quelle conosciute."
Per quanto concerne invece la produzione di energia i risultati emersi dal test sono impressionanti e il Professor Levi ha sottolineato: "Questi dati sono contenuti nella pubblicazione. Ponendosi nel caso più conservativo si hanno densità di energia dieci volte maggiori a quelle convenzionali. Ma questa è sicuramente una estrema sottovalutazione. Nel testo sono pubblicati valori che sono probabilmente più realistici."
Infine, a nostra precisa domanda, se ritiene che l'E-Cat possa rivoluzionare il monda dell'energia, il professor Levi ha risposto con un lapidario "Si, senza dubbio".
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Nuova scoperta nel sito di Nazca: un labirinto tra le linee dell'altopiano
Uno
studio più dettagliato delle enigmatiche linee di Nazca che percorrono
il desertico altopiano del Perù ha rivelato l'esistenza di un labirinto
di grandi dimensioni realizzato tra i 2100 e i 1300 anni fa.
Completamente nascosto dal paesaggio piatto e informe, il labirinto è stato identificato dopo cinque anni di indagini sul terreno del deserto peruviano, a circa 250 chilometri a sud di Lima.
La scoperta è stata realizzata da Clive Ruggles dell'Università di Leicester e da Nicholas Saunder del Dipartimento di Archeologia e Antropologia dell'Università di Bristol. La loro ricerca è stata pubblicata sul numero di dicembre di Antiquity.
Completamente nascosto dal paesaggio piatto e informe, il labirinto è stato identificato dopo cinque anni di indagini sul terreno del deserto peruviano, a circa 250 chilometri a sud di Lima.
La scoperta è stata realizzata da Clive Ruggles dell'Università di Leicester e da Nicholas Saunder del Dipartimento di Archeologia e Antropologia dell'Università di Bristol. La loro ricerca è stata pubblicata sul numero di dicembre di Antiquity.
“Il percorso che si estende nel labirinto è visibile solo percorrendolo a piedi”, spiega Ruggles. Il labirinto è stato individuato per la prima volta da Ruggles nel 1984, durante una spedizione di studio nel deserto di Nazca.
“Eventi che non potevo impedire mi costrinsero a interrompere bruscamente la spedizione del 1984. Solo 20 anni dopo ho avuto l'opportunità di tornare a Nazca e studiare a fondo la struttura”, continua Ruggles.
Come egli stesso ha spiegato, l'unico modo per venire a conoscenza del labirinto è quello di percorrerlo per i suoi 4,3 chilometri di lunghezza, attraverso un percorso tortuoso e disorientante. Il labirinto, infatti, presenta 15 curve che conduce il “viandante” da e verso una collina per poi trasformarsi in un passaggio a spirale. Per percorrere l'intero sentiero è necessario quasi un'ora di cammino.
Purtroppo, non c'è modo di sapere il significato simbolico della struttura, nè quale fosse il suo utilizzo. “Probabilmente, il labirinto è stato tracciato durante la parte centrale del lungo periodo di 800 anni della civiltà che ha abitato l'altopiano di Nazca, intorno all'anno 500.
A differenza delle famose figura zoomorfe, la sua forma irregolare fa pensare che il labirinto non fosse destinato ad essere individuato dall'alto, ma piuttosto ad essere visto dall'interno. Per essere visto, doveva essere percorso”, scrive Ruggles sul suo sito web.
Oggetto delle più diverse teorie, da antichi calendari a piste di atterraggio per astronavi aliene, le linee sono state interpretate come percorsi sacri e luoghi di pellegrinaggio dove la gente andava a venerare le divinità del cielo.
Secondo le conclusioni di Ruggles e Saunders, le linee trans-desertiche tracciate attraverso paesaggi molto tortuosi avevano uno scopo funzionale, mentre le famose figure animali sembrano aver avuto un fine spirituale e rituale. “Potrebbe essere, a nostro avviso, che la reale importanta di alcuni di questi disegni del deserto risiedesse nella loro creazione, piuttosto che in un qualsiasi utilizzo successivo”, conclude Ruggles.
Conosciuta anche per la loro ossessione per le “teste trofeo” - vantava la più grande collezione di teste umana mummificate della regione andina del Sud America - la civiltà di Nazca fiorì in Perù tra il I secolo a.C. e il V secolo d.C., scivolando nel dimenticatoio con l'ascesa dell'impero Inca.
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Tremonzelli, 1.860 metri di mistero
Negli ultimi vent'anni sono stati una decina gli incidenti "anomali"
all'interno del tunnel lungo la Palermo-Catania. Black out e motori che
si spengono all'improvviso. Tra le ipotesi, possibili campi
elettromagnetici
Ormai è chiamata "la galleria del mistero". Quello di ieri sera è solo l'ultimo di una serie di incidenti "anomali" che da vent'anni avvengono sporadicamente all'interno della galleria Tremonzelli, il tunnel più lungo dell'autostrada Palermo-Catania, al chilometro 70 procedendo in direzione del capoluogo etneo, nella parte più alta del tratto madonita della A19. E se anche il Centro ufologico nazionale (Cun) si è incuriosito per questi strani fenomeni, non è del tutto infondato pensare che qualcosa di strano possa esserci veramente. La dinamica è quasi sempre la stessa: l'automobilista entra normalmente nella galleria, ma all'improvviso avviene il black-out. Le luci e il motore si spengono. Si può solo immaginare il terrore di chi si trova alla guida di un mezzo senza controllo, all'interno di una galleria stretta, magari in curva. Poi, come se niente fosse, le luci si riaccendono e il motore riparte. Il tutto in una manciata di secondi, praticamente un' eternità.
Quanto accaduto la scorsa notte va addirittura oltre, dove un pullman con a bordo una scolaresca, una volta entrato nella galleria ha improvvisamente preso fuoco, con le fiamme che si sarebbero sprigionate dall'interno del vano motore, senza che vi fossero segnali di preavviso. Coincidenza? Forse. Ma i casi "anomali" segnalati negli ultimi vent'anni nella "galleria del mistero" sono più di una decina.
Facendo una breve ricerca, tra le tesi più disparate circa gli strani fenomeni si legge addirittura di fantascientifici "messaggi extraterrestri" o segretissime armi militari che verrebbero assemblate nella zona attigua alla galleria, capaci di mandare in tilt autoveicoli e apparecchiature elettroniche. Ipotesi quantomeno bizzarre. Ma, tra il serio ed il goliardico, tra le tante "teorie" si è andata ipotizzando sempre più spesso la presenza di campi elettromagnetici nell'area della galleria, come quelli registrati qualche anno fa a Canneto di Caronia, in provincia di Messina. Tesi però, fin qui sempre smentita dall'Anas. Qualche tempo fa il giornalista del Giornale di Sicilia Giovanni Villino si è occupato degli strani fenomeni, filmando il viaggio in autostrada da Palermo fino allo svincolo di Tremonzelli, attraversando la "famigerata" galleria alla ricerca di eventuali anomalie elettromagnetiche. Un esperimento con mezzi "rudimentali" e poco scientifici, ma sicuramente interessante. Poco prima delle gallerie infatti, la bussola elettronica del telefono è improvvisamente impazzita. (GUARDA IL VIDEO)
Mettendo da parte Ufo e teorie avveniristiche, quel che è certo è che andrebbe avviato quantomeno un monitoraggio costante nell'area, per scongiurare che in futuro possano verificarsi incidenti con conseguenze ben più pesanti. Anche in base ai non certo elevati standard di sicurezza all'interno delle gallerie di Tremonzelli (e dell'intera Palermo-Catania...), lontane anni luce da quelle all'avanguardia che si trovano lungo la Catania-Siracusa - giusto per non scomodare realtà geograficamente più lontane - dotate di ampie corsie di emergenza, videosorveglianza, sistemi di ventilazione antincendio e tabelloni elettronici di segnalazione in caso di incidenti. Roba che a Tremonzelli, ad oggi, è soltanto pura fantascienza.
Fonte
Ormai è chiamata "la galleria del mistero". Quello di ieri sera è solo l'ultimo di una serie di incidenti "anomali" che da vent'anni avvengono sporadicamente all'interno della galleria Tremonzelli, il tunnel più lungo dell'autostrada Palermo-Catania, al chilometro 70 procedendo in direzione del capoluogo etneo, nella parte più alta del tratto madonita della A19. E se anche il Centro ufologico nazionale (Cun) si è incuriosito per questi strani fenomeni, non è del tutto infondato pensare che qualcosa di strano possa esserci veramente. La dinamica è quasi sempre la stessa: l'automobilista entra normalmente nella galleria, ma all'improvviso avviene il black-out. Le luci e il motore si spengono. Si può solo immaginare il terrore di chi si trova alla guida di un mezzo senza controllo, all'interno di una galleria stretta, magari in curva. Poi, come se niente fosse, le luci si riaccendono e il motore riparte. Il tutto in una manciata di secondi, praticamente un' eternità.
Quanto accaduto la scorsa notte va addirittura oltre, dove un pullman con a bordo una scolaresca, una volta entrato nella galleria ha improvvisamente preso fuoco, con le fiamme che si sarebbero sprigionate dall'interno del vano motore, senza che vi fossero segnali di preavviso. Coincidenza? Forse. Ma i casi "anomali" segnalati negli ultimi vent'anni nella "galleria del mistero" sono più di una decina.
Facendo una breve ricerca, tra le tesi più disparate circa gli strani fenomeni si legge addirittura di fantascientifici "messaggi extraterrestri" o segretissime armi militari che verrebbero assemblate nella zona attigua alla galleria, capaci di mandare in tilt autoveicoli e apparecchiature elettroniche. Ipotesi quantomeno bizzarre. Ma, tra il serio ed il goliardico, tra le tante "teorie" si è andata ipotizzando sempre più spesso la presenza di campi elettromagnetici nell'area della galleria, come quelli registrati qualche anno fa a Canneto di Caronia, in provincia di Messina. Tesi però, fin qui sempre smentita dall'Anas. Qualche tempo fa il giornalista del Giornale di Sicilia Giovanni Villino si è occupato degli strani fenomeni, filmando il viaggio in autostrada da Palermo fino allo svincolo di Tremonzelli, attraversando la "famigerata" galleria alla ricerca di eventuali anomalie elettromagnetiche. Un esperimento con mezzi "rudimentali" e poco scientifici, ma sicuramente interessante. Poco prima delle gallerie infatti, la bussola elettronica del telefono è improvvisamente impazzita. (GUARDA IL VIDEO)
Mettendo da parte Ufo e teorie avveniristiche, quel che è certo è che andrebbe avviato quantomeno un monitoraggio costante nell'area, per scongiurare che in futuro possano verificarsi incidenti con conseguenze ben più pesanti. Anche in base ai non certo elevati standard di sicurezza all'interno delle gallerie di Tremonzelli (e dell'intera Palermo-Catania...), lontane anni luce da quelle all'avanguardia che si trovano lungo la Catania-Siracusa - giusto per non scomodare realtà geograficamente più lontane - dotate di ampie corsie di emergenza, videosorveglianza, sistemi di ventilazione antincendio e tabelloni elettronici di segnalazione in caso di incidenti. Roba che a Tremonzelli, ad oggi, è soltanto pura fantascienza.
Fonte
Tremonzelli come Caronia: daranno la colpa agli alieni?
I
misteri in Sicilia restano misteri, non c’è niente da fare. Da tre anni
questo giornale segnala strani incidenti accaduti nella galleria di Tremonzelli
alle autorità competenti ed ai suoi lettori, ma non succede nulla,
nonostante la buona volontà di singoli addetti ai lavori. Nemmeno la
tragedia sfiorata giorni or sono – l’autobus che trasportava gli
studenti di Modica andato in fiamme – sembra avere scosso più di tanto
alcuno. La direzione dell’Anas ha comunicato che non sono state
riscontrate nella galleria criticità di alcun tipo. Verranno, forse,
installate centraline di rilevamento, ma sul pregresso, insomma, è tutto
a posto. O quasi.
Eppure solo una serie di circostanze favorevoli
ha impedito che i venti ragazzi del pullman che ha preso fuoco, non
uscissero vivi dalla galleria. Gli incidenti che hanno preceduto
l’ultimo caso – ben quindici segnalati in tre anni – sono di minore
entità, ma non per questo meno inquietanti, perché incomprensibili. Le
testimonianze, tutte attendibili, non lasciano dubbio sulla natura
inspiegabile degli incidenti: avarie, black out, incendi.
Per questa ragione la memoria va subito a Caronia, l’altro enigma isolano.
In entrambi i casi basterebbero le statistiche – il numero di incidenti
– a suscitare apprensione e richiedere un’attenta indagine. A Caronia,
in verità, si sono mobilitata varie autorità, civili e militari, senza
arrivare ad alcuna conclusione. Per Tremonzelli, invece, nemmeno questo:
gli incidenti sono stati snobbati, presi sottogamba, se non addirittura
sospettati di costruzioni fantastiche.
Dopo le fiamme al bus di studenti nessuno osa ironizzare o alzare le spalle, ma nessuno assume iniziative utili a scoprire la causa degli incidenti, adottando strumenti, mezzi e risorse adeguate.
Caronia è stata archiviata, Tremonzelli viene “monitorata”.
Eppure il “verdetto” conclusivo della Protezione civile su Caronia è
tale da lasciare senza fiato: “tecnologie militari evolute anche di
origine non terrestre potrebbero esporre in futuro intere popolazioni a
conseguenze indesiderate. Gli incidenti di Canneto di Caronia potrebbero
essere stati tentativi di ingaggio militare fra forze non convenzionali
oppure un test non aggressivo mirato allo studio dei comportamenti e
delle azioni in un indeterminato campione territoriale scarsamentre
antropizzato”.
Che significa? Un pezzo della Sicilia è stato visitato dagli alieni
o è stato usato come cavia per esperimenti bellici? Due ipotesi
siffatte possono essere archiviate in attesa di eventi? Tremonzelli
presenta alcune analogie con Canneto di Caronia per via degli incidenti
ai motori, ma nulla di più. Il legame è costituito soprattutto
dall’inspiegabilità dei casi.
La Sicilia dal dopoguerra ad oggi, per la sua posizione geografica,
ha accresciuto il suo valore strategico sul fianco Sud-Est, come ci
ricordano le basi aeree, navali e terrestri dislocate nell’isola e la
presenza, negli anni Ottanta, dei missili Cruise a testata nucleare.
L’Isola non è fuori dal teatro “militare”.
Il passato, recente o meno, ci induce a sospettare di tutto, il
presente ci induce a nutrire dubbi anche sulla volontà di farci sapere
come stanno le cose. Insomma, in linea teorica, potrebbe esserci
benissimo chi sa, ma non parla perché non può e non deve.
Le cause di eventi misteriosi, della stessa natura di quelli verificatisi a Canneto
e nella galleria di Tremonzelli, restano ignoti perché c’è top secret, e
non perché ricerche, rilevazioni, indagini non hanno condotto a nulla. E
il silenzio è più importante dell’allarme che i casi suscitano per il
fato che non sono spiegabili. Se la Protezione civile italiana ha
preferito ipotizzare “tecnologie militari evolute anche di origine non
terrestre”, per chiudere il carteggio e allargare le braccia, allora
vuol dire che il mistero deve restare tale e non può essere altrimenti.
Altrimenti dovremmo stare con gli occhi al cielo in attesa degli alieni.
Sperando che il Signore ci aiuti, com’è capitato ai ragazzi di Modica
nella galleria di Tremonzelli.
Causa revuelo supuesto OVNI en el Popocatépetl (Video)
México.- Las imágenes fueron captadas a las 20:38 horas de ayer jueves, y en ellas se puede presenciar como una luz se mueve por encima del volcán para posteriormente girar y entrar en su cráter.
El video ha sido difundido por los espacios noticiosos de la cadena Televisa desde ayer y durante la mañana de este viernes.
Cabe señalar que este caso se suma a otros similares que se han registrado también en el ‘Popo’ y de los cuáles no se tienen pruebas científicas concretas que expliquen con certeza que es lo que en realidad se observa en los videos.
Fuente
Documentary to feature claims of back-engineered UFO technology
A new documentary is in the works about the discoveries of
aerospace illustrator, Mark McCandlish. He says information has been
shared with him about an Alien Reproduction Vehicle built by the
military using technology that has been back engineered from alien
technology.
McCandlish says that in 1988 he and a friend were planning on attending an air show at Norton Air Force Base. McCandlish ended up having to cancel due to a last minute illustration needed by Popular Mechanics. However, his friend went and through a well connected acquaintance, was able to gain entrance to a secured area of the base with a special display for politicians and military personnel with high level security clearances.
His friend told him that in this display were three flying saucers floating above the ground. They made no sound. One of them had the side panels removed so that you could see inside. There was also a monitor showing a video of these craft being test-flown. They made “hopping” maneuvers, and then could shoot straight up at incredible speeds. All while making no sound.
The craft were referred to as Alien Reproduction Vehicles (ARVs), and also had the nickname, the “Flux Liner.” McCandlish says he believes these are part of a secret program that has been around for decades.
Using his friend’s description, McCandlish sketched the vehicle. He has since done research on how he believes the technology works. He says they use zero-point energy, a concept originally theorized by Albert Einstein.
The feature length documentary on McCandlish’s research is titled Zero-Point: The Story of Mark McCandlish and the Flux Liner. It is being made by James Allen, a filmmaker, photographer and 3D designer from Savannah, Georgia.
He recently told Savannah Now, “I found it amazing that Mark has never had another project of this scope done about him. His personal story and the topics around it have never been given this sort of attention.”
Allen says the film is nearly complete, but he does need some help with funding to finish it off. He is planning on launching a Kickstarter campaign, but first he is holding a local screening to get viewer feedback. He wants to get input on what changes to make before going into his final edit.
The screening is being sponsored by the Psychotronic Film Society of Savannah, a group that gets together weekly to watch indie movies. The screening of Zero-Point: The Story of Mark McCandlish and the Flux Liner will be at the Sentient Bean Coffeehouse and Vegetarian Restaurant on June 2 at 8 pm. The entry is $7, and Allen will be present to talk about his movie and answer questions.
If you live in the Savannah area, this could be a great chance to get an inside look into McCandlish’s interesting story and help a local filmmaker spruce up his film before he submits it to film festivals.
Source
McCandlish says that in 1988 he and a friend were planning on attending an air show at Norton Air Force Base. McCandlish ended up having to cancel due to a last minute illustration needed by Popular Mechanics. However, his friend went and through a well connected acquaintance, was able to gain entrance to a secured area of the base with a special display for politicians and military personnel with high level security clearances.
His friend told him that in this display were three flying saucers floating above the ground. They made no sound. One of them had the side panels removed so that you could see inside. There was also a monitor showing a video of these craft being test-flown. They made “hopping” maneuvers, and then could shoot straight up at incredible speeds. All while making no sound.
The craft were referred to as Alien Reproduction Vehicles (ARVs), and also had the nickname, the “Flux Liner.” McCandlish says he believes these are part of a secret program that has been around for decades.
Using his friend’s description, McCandlish sketched the vehicle. He has since done research on how he believes the technology works. He says they use zero-point energy, a concept originally theorized by Albert Einstein.
The feature length documentary on McCandlish’s research is titled Zero-Point: The Story of Mark McCandlish and the Flux Liner. It is being made by James Allen, a filmmaker, photographer and 3D designer from Savannah, Georgia.
He recently told Savannah Now, “I found it amazing that Mark has never had another project of this scope done about him. His personal story and the topics around it have never been given this sort of attention.”
Allen says the film is nearly complete, but he does need some help with funding to finish it off. He is planning on launching a Kickstarter campaign, but first he is holding a local screening to get viewer feedback. He wants to get input on what changes to make before going into his final edit.
The screening is being sponsored by the Psychotronic Film Society of Savannah, a group that gets together weekly to watch indie movies. The screening of Zero-Point: The Story of Mark McCandlish and the Flux Liner will be at the Sentient Bean Coffeehouse and Vegetarian Restaurant on June 2 at 8 pm. The entry is $7, and Allen will be present to talk about his movie and answer questions.
If you live in the Savannah area, this could be a great chance to get an inside look into McCandlish’s interesting story and help a local filmmaker spruce up his film before he submits it to film festivals.
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UFO Sighting: Amateur Photographer Sees UFO Over Mountains in Canada
An amateur photographer from Canada claims to have photographed an Unidentified Flying Object (UFO) over the North Shore Mountains in Vancouver, British Columbia.
According to the Vancouver Sun, Anthony Ellis, a resident of the city, only noticed the speck on the slide later, after he downloaded the image to his computer.
"I was quite surprised," he explained, adding that he had not altered the image and the same speck was not visible on other photographs taken at the same time.
Ellis' UFO sighting adds to the number of recent UFO reports; the number is believed to have increased over the past 12 months. According to an annual report from Ufology Research, there has been a 100% increase in the number of UFO sightings in 2012 alone, compared to previous years.
Chris Rutkowski, a civilian science writer and the author of the UFO survey since 1989, explained the increasing numbers of sightings in the recent past by saying there were simply more people watching the skies than before.
"It's something across the board," Rutkowski said, "People in Canada were actually looking up rinto the sky more than in previous years."
For example, in December last year, an American in Vancouver reported seeing a disc-shaped object move out of a cloud formation before changing direction and disappearing. Speaking to the Mutual UFO Network (MUFON), the man said he was watching the sky and admiring the clouds when he first saw the UFO.
"Just beneath the sun there was a cloud out of which a bright, reflective, circular disk-type UFO zipped, changed directions into an upside down U-shaped flight path, and then it disappeared in thin air. The whole thing happened within a matter of an instant. If I had blinked I would have missed it," the unidentified man said, according to a report in Examiner.
UFO sightings continue to draw significant attention and debate, with a photograph, released recently by NASA, one of several in the spotlight. In NASA's image, a disc-shaped object can be seen hovering above the Earth's surface, emitting rainbow-like lights.
Source
UFO Sightings Area 51 Blown Wide Open? Best UFO Footage Of May 2013 Watch Now!
Pubblicato in data 25/mag/2013
Breaking News Area 51 Blown Wide Open! Best UFO Footage Of May 2013! Incredible UFO Video Visit Links!
Volcano UFO Portals Incredible UFOs Caught On Video Watch Now! 2013
http://www.youtube.com/watch?v=tAGrlz...
Area 51 Disclosure Shocking Insight on J-Rod Whistle Blower Speaks Watch Now!
http://www.youtube.com/watch?v=kOj0mx...
Airplane Stalked By UFO? Enhanced Footage Watch Now 2013
http://www.youtube.com/watch?v=NGQIsH...
Fleet of UFO's Flying Over Moore, Oklahoma Tornado Disaster Area 2013
http://www.youtube.com/watch?v=hBC7hd...
UFO Sightings US Marine Captues UFO over Area 51
http://www.youtube.com/watch?v=KeXOQv...
UFO Sightings 3000 Year Old Carvings Proof Of Ancient Alien Abduction? http://www.youtube.com/watch?v=yM1hvf...
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Mermaid or Alien Discovered On Rock Near Water? May 2013, UFO Sighting News
Date of sighting: March 6, 2013
Location of sighting: Greenland Sea
Source
UFODI News: Large Formation Of UFO's Over Guelph Toronto On 29th May 2013
Pubblicato in data 30/mag/2013
A large formation of UFO's pass over
head in Guelph, The objects have a sync trajectory in flight, moving at
a decent speed while all in sync can scrub out the lantern explination.
The poster comments: Strange lights over the sky in Guelph ON on May 29
2013 at 9:21pm Credits to: George Nitals
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Amazing Fleet Of UFO Orbs Over Segezha Russia 27/05/2013
Pubblicato in data 28/mag/2013
Watch this amazing footage of
multiple UFOs, The way the move shows these are not lanterns, You be the
judge, Subscribe for more video's.
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Categoria
Thursday, May 30, 2013
Enel, guaio "nucleare" in Slovacchia bocciato investimento da 800 milioni
Il governo di Bratislavia, proprietario del 34 per cento delle azioni della utility controllata dall'azienda italiana, si oppone a un nuovo investimento per la ristrutturazione delle centrali atomiche. Colpa del ritardo dei lavori e dei dividendi mai distribuiti dalla privatizzazione del 2006
di LUCA PAGNIIl rappresentante del governo guidato dal populista di sinistra Robert Fico, che controlla il rimanente 34 per cento del capitale, ha votato contro un nuovo investimento da 800 milioni per i lavori per il completamento delle due nuove unità della centrale nucleare di Mochovce. Una opposizione in qualche modo annunciata, visto che già nel dicembre scorso, il premier aveva avvertito Enel di non procedere con una nuova richiesta di finanziamenti.
Il fatto è che in sei anni, Slovenke Elektrarne, che pure è una società in utile, non ha mai distribuito cedole agli azionisti. I profitti sono sempre stati utilizzati per la ristrutturazioni delle centrali: sebbene di fabbricazione del gruppo ceco Skoda, la tecnologia è russa. E risale agli anni Cinquanta. Ecco perché dopo averne preso il controllo, Enel ha avviato lavori di ristrutturazione, approfittando dell'occasione per rilanciarsi nella gestione di centrali nucleari, che avrebbe dovuto portare al rilancio della tecnologia anche in Italia. ma il piano varato dall'ad Conti con l'appoggio dell'ultimo governo Berlusconi è naufragato con il referendum dopo i fatti di Fukushima.
L'incidente in Giappone è anche alla base dei guai in Slovacchia. Inizialmente erano stati previsti 2,8 miliardi di investimenti, ma le richieste della Ue della agenzie internazionali di maggiore sicurezza dopo il disastro in Estremo Oriente ha portato a rivedere il progetto. Con un aumento delle spese per la sicurezza degli impianti. Non solo: si sono anche allungati i tempi di consegna delle centrali rimesse a nuovo, slittata all'anno prossimo. Problema simile agli altri impianti inc ostruzione in Europa, in Francia e in Finlandia.
La posizione del governo di Bratislava è chiara: l'esecutivo critica il fatto di non aver mai visto un euro di dividendi e definisce inaccettabile le nuove richieste. Ma non è escluso che la contrarietà sia dovuta anche alle indiscrezioni che vogliono Enel prossima a cedere la sua quota di controllo dell'utility, nell'ambito di piano di dismissioni per la riduzione del debito del gruppo. Tra i possibili acquirenti si fa il nome dei russi di Rosatom, ipotesi non molto gradita a Bratislavia che preferirebbe una società dei cugini della vicina Repubblica Ceca.
Fonte
REAL AMAZING NASA UFO's of 2013 [HD720p] OVNI 飞碟 НЛО ユーフォー
Pubblicato in data 03/gen/2013
~Unslave Humanity Tactical Media: http://whynotnews.eu/?p=2143 ~new: http://danielofdoria.whynotnews.eu ~sub: http://youtube.com/UfoDisclosure2012 ~credits: http://youtube.com/danielofdoriaa
~Unslave Humanity Tactical Media: http://whynotnews.eu/?p=1990
This video is [FAIR USE] under © COPYRIGHT LAW it is: ➀ noncommercial ➁ trans-formative in nature ➂ not competitive with the original work ➃ not effecting its market negatively FAIR USE NOTICE: This video contains copyrighted material the use of which has not always been specifically authorized by the copyright owner. We are making such material available in our efforts to advance understanding issues, etc. We believe this constitutes a 'fair use' of any such copyrighted material as provided for in section 107 of the US Copyright Law. In accordance with Title 17 U.S.C. 107, the material on this site is distributed without profit to those who have expressed a prior interest in receiving the included information for research and educational purposes!
This Is real footage from space. It shows real ufo's flying around and leaving earth.
Download Steps To Knowledge, The Book Of Inner Knowing, FREE: http://www.newmessage.org/pdf/steps-t...
STEPS TO KNOWLEDGE takes you on the journey of discovering Self Knowledge, the mysterious source of your inner power and authority. Following this Knowledge leads you to the essential relationships that you will need to find and to fulfill your purpose in life.
STEPS TO KNOWLEDGE provides the lessons and practices necessary for learning and living The New Message from God. Presented in a self-study format, it contains 365 daily steps that teach you how to see, to know and to act with the certainty and the authority that the Creator has given you. It is the consummate study in Inner Knowing.
STEPS TO KNOWLEDGE is for people who are ready to undertake their greater work in life and who realize that they are here to make a contribution to the world at this critical turning point in our history. This book is here to serve them.
Download FREE: http://www.newmessage.org/pdf/steps-t...
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Original by:- http://www.youtube.com/realdamufos
Re-Edit By Daniel Dunn
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Massive dark UFO near Sun?
Pubblicato in data 28/mag/2013
Video created with NASA's Helioviewer.
What is that? You decide!
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Poligono Sicilia per i Marines Usa di Sigonella
I siciliani sono avvisati: quella del 2013 sarà una stagione estiva all’insegna dei giochi di guerra dei marines di Sigonella.
L’ufficio stampa US Navy della grande stazione aeronavale fa sapere che a partire dalla fine di maggio, “in pieno coordinamento con il Ministero della difesa italiano”, alcuni aerei KC-130J Super Hercules e i convertiplani MV-22B Osprey del Corpo dei Marines saranno impegnati per l’estate in non meglio specificati “voli di addestramento” nei cieli dell’Isola. “In questo periodo, le popolazioni locali potranno aspettarsi un incremento dell’attività operativa di volo della NAS Americana”, aggiunge la nota a firma del vice responsabile per le relazioni pubbliche di Sigonella, Alberto Lunetta.
I velivoli militari appartengono al gruppo volo “U.S. Marine Medium Tiltrotor
Squadron 365 (VMM-365)” dell’Air Station New River (North Caroline), assegnato transitoriamente alla Special-Purpose Marine Air-Ground Task Force (SP MAGTF), l’unità di pronto intervento, combattimento aereo e terrestre, trasferita nei giorni scorsi in Sicilia dalla base spagnola di Moròn. Composta da 500 marines, la task force è stata ribattezzata Unità Bengasi, in riferimento all’attentato avvenuto nella città libica l’11 settembre 2012 quando persero la vita quattro funzionari statunitensi tra cui l’ambasciatore in Libia, Christopher Stevens.
“Gli Stati Uniti hanno spostato un gruppo di Marines e marinai nella Naval Air Station (NAS) di Sigonella per intervenire rapidamente a supporto delle forze di sicurezza che proteggono le ambasciate Usa ubicate in Nord Africa e in Africa Occidentale e per condurre operazioni di evacuazione di non-combattenti (NEO), assistenza umanitaria, soccorso in caso di catastrofe o per il recupero di velivoli o personale”, spiega il Comando di US Navy. “NAS Sigonella continua ad essere impegnata a fornire supporto logistico globale ai comandi americani EUCOM, CENTCOM, AFRICOM ed alle unità della Quinta e Sesta flotta degli Stati Uniti, nonché alle forze della Nato nel Mediterraneo. In linea con questo impegno, e secondo modalità previste dagli accordi bilaterali con il governo italiano, la base continua a supportare la presenza di unità permanenti e temporanee schierate al suo interno”.
La “conformità” agli accordi bilaterali Italia-Usa dei nuovi marines in Sicilia è stata rivendicata dal ministro della difesa Mario Mauro. “Le attività condotte dal personale militare statunitense rientrano nelle misure assunte per garantire sicurezza al personale diplomatico e ai cittadini Usa presenti in Libia”, ha dichiarato Mauro in Parlamento. Peccato però che nei piani Usa il raggio di azione della task force si estenda a buona parte del continente africano. Stridenti contraddizioni pure sul numero dei militari effettivamente giunti a Sigonella. “Solo una parte del team di pronto intervento di circa 550 marines dislocato in Spagna è stato trasferito nella base siciliana”, la generica dichiarazione di Mauro. “Il rafforzamento Usa a Sigonella è stato prima di 75 e poi di 125 persone per un totale di 200”, ha precisato la ministra degli esteri Emma Bonino. “Per motivi di sicurezza operativa non è possibile fornire dettagli riguardanti il numero dei componenti della suddetta unità”, il laconico commento dell’ufficio stampa di US Navy.
Top secret pure il numero dei velivoli da guerra messi a disposizione dei marines di Sigonella. La Special-Purpose Marine Air-Ground Task Force conta normalmente su due mezzi da trasporto KC-130J “Super Hercules” del Marine Aerial Refueler Transport Squadron 252 e sei/otto Bell Boeing “CV-22 Osprey” della 26th Marine Expeditionary Unit di Camp Lejeune (North Carolina). L’“Osprey” (falco pescatore) è tecnicamente un convertiplano, cioè decolla come un elicottero e vola come un normale aereo. In grado di trasportare fino a 24 soldati completamente equipaggiati alla velocità massima di 509 Km all’ora, ilfalco pescatore è armato con mitragliere GAU-19/A da 12,7 mm prodotte da General-Dynamics. Nonostante le sue caratteristiche belliche, il velivolo è al centro di svariate critiche, sia per l’alto costo unitario (120 milioni di dollari contro i 49 preventivati), sia per il pesantissimo inquinamento acustico generato dai motori e sia per l’alto numero d’incidenti mortali che lo hanno visto protagonista (una trentina le vittime tra militari e tecnici).
“Non siamo in grado di poter fornire alcuna informazione sulle aree della Sicilia che verranno interessate dalle esercitazioni dei marines, non dipendendo essi dal Comando navale di Sigonella”, rispondono all’ufficio relazioni pubbliche della base siciliana. Nei mesi scorsi il territorio compreso tra i comuni di Corleone e Contessa Entellina (Palermo) è stato al centro di misteriose esercitazioni militari Usa. Formazioni di elicotteri d’assalto Sikorsky UH-60 “Black Hawk” hanno sorvolato ripetutamente le campagne suscitando timori e proteste tra la popolazione e gli amministratori locali. Dopo i raid e le ricognizioni aeree si è però passati agli aviosbarchi e in più occasioni coltivatori e allevatori sono stati testimoni di vere e proprie azioni di combattimento sul terreno. “Spesso gli americani piazzano a terra anche strumenti elettronici: forse apparati di trasmissione o sistemi di misurazione, che vengono smontati prima di ripartire”, hanno riferito i cronisti locali. “Gli elicotteri da guerra e i marines avvistati nelle campagne di Contessa Entellina e di Corleone stavano svolgendo regolari esercitazioni militari”, ha spiegato il colonnello dell’Aeronautica militare italiana, Achille Cazzaniga. “Li abbiamo autorizzati noi. Ci scusiamo con i cittadini e le autorità locali per gli inconvenienti. In futuro, se dovessero ripetersi altre attività nella zona, ci preoccuperemo di aprire un dialogo con i sindaci delle località interessate”. Bene. Ma chi ha autorizzato stavolta e dove i giochi di guerra estivi dei marines Usa destinati alle future guerre africane?
Antonio Mazzeo
Fonte
L’ufficio stampa US Navy della grande stazione aeronavale fa sapere che a partire dalla fine di maggio, “in pieno coordinamento con il Ministero della difesa italiano”, alcuni aerei KC-130J Super Hercules e i convertiplani MV-22B Osprey del Corpo dei Marines saranno impegnati per l’estate in non meglio specificati “voli di addestramento” nei cieli dell’Isola. “In questo periodo, le popolazioni locali potranno aspettarsi un incremento dell’attività operativa di volo della NAS Americana”, aggiunge la nota a firma del vice responsabile per le relazioni pubbliche di Sigonella, Alberto Lunetta.
I velivoli militari appartengono al gruppo volo “U.S. Marine Medium Tiltrotor
Squadron 365 (VMM-365)” dell’Air Station New River (North Caroline), assegnato transitoriamente alla Special-Purpose Marine Air-Ground Task Force (SP MAGTF), l’unità di pronto intervento, combattimento aereo e terrestre, trasferita nei giorni scorsi in Sicilia dalla base spagnola di Moròn. Composta da 500 marines, la task force è stata ribattezzata Unità Bengasi, in riferimento all’attentato avvenuto nella città libica l’11 settembre 2012 quando persero la vita quattro funzionari statunitensi tra cui l’ambasciatore in Libia, Christopher Stevens.
“Gli Stati Uniti hanno spostato un gruppo di Marines e marinai nella Naval Air Station (NAS) di Sigonella per intervenire rapidamente a supporto delle forze di sicurezza che proteggono le ambasciate Usa ubicate in Nord Africa e in Africa Occidentale e per condurre operazioni di evacuazione di non-combattenti (NEO), assistenza umanitaria, soccorso in caso di catastrofe o per il recupero di velivoli o personale”, spiega il Comando di US Navy. “NAS Sigonella continua ad essere impegnata a fornire supporto logistico globale ai comandi americani EUCOM, CENTCOM, AFRICOM ed alle unità della Quinta e Sesta flotta degli Stati Uniti, nonché alle forze della Nato nel Mediterraneo. In linea con questo impegno, e secondo modalità previste dagli accordi bilaterali con il governo italiano, la base continua a supportare la presenza di unità permanenti e temporanee schierate al suo interno”.
La “conformità” agli accordi bilaterali Italia-Usa dei nuovi marines in Sicilia è stata rivendicata dal ministro della difesa Mario Mauro. “Le attività condotte dal personale militare statunitense rientrano nelle misure assunte per garantire sicurezza al personale diplomatico e ai cittadini Usa presenti in Libia”, ha dichiarato Mauro in Parlamento. Peccato però che nei piani Usa il raggio di azione della task force si estenda a buona parte del continente africano. Stridenti contraddizioni pure sul numero dei militari effettivamente giunti a Sigonella. “Solo una parte del team di pronto intervento di circa 550 marines dislocato in Spagna è stato trasferito nella base siciliana”, la generica dichiarazione di Mauro. “Il rafforzamento Usa a Sigonella è stato prima di 75 e poi di 125 persone per un totale di 200”, ha precisato la ministra degli esteri Emma Bonino. “Per motivi di sicurezza operativa non è possibile fornire dettagli riguardanti il numero dei componenti della suddetta unità”, il laconico commento dell’ufficio stampa di US Navy.
Top secret pure il numero dei velivoli da guerra messi a disposizione dei marines di Sigonella. La Special-Purpose Marine Air-Ground Task Force conta normalmente su due mezzi da trasporto KC-130J “Super Hercules” del Marine Aerial Refueler Transport Squadron 252 e sei/otto Bell Boeing “CV-22 Osprey” della 26th Marine Expeditionary Unit di Camp Lejeune (North Carolina). L’“Osprey” (falco pescatore) è tecnicamente un convertiplano, cioè decolla come un elicottero e vola come un normale aereo. In grado di trasportare fino a 24 soldati completamente equipaggiati alla velocità massima di 509 Km all’ora, ilfalco pescatore è armato con mitragliere GAU-19/A da 12,7 mm prodotte da General-Dynamics. Nonostante le sue caratteristiche belliche, il velivolo è al centro di svariate critiche, sia per l’alto costo unitario (120 milioni di dollari contro i 49 preventivati), sia per il pesantissimo inquinamento acustico generato dai motori e sia per l’alto numero d’incidenti mortali che lo hanno visto protagonista (una trentina le vittime tra militari e tecnici).
“Non siamo in grado di poter fornire alcuna informazione sulle aree della Sicilia che verranno interessate dalle esercitazioni dei marines, non dipendendo essi dal Comando navale di Sigonella”, rispondono all’ufficio relazioni pubbliche della base siciliana. Nei mesi scorsi il territorio compreso tra i comuni di Corleone e Contessa Entellina (Palermo) è stato al centro di misteriose esercitazioni militari Usa. Formazioni di elicotteri d’assalto Sikorsky UH-60 “Black Hawk” hanno sorvolato ripetutamente le campagne suscitando timori e proteste tra la popolazione e gli amministratori locali. Dopo i raid e le ricognizioni aeree si è però passati agli aviosbarchi e in più occasioni coltivatori e allevatori sono stati testimoni di vere e proprie azioni di combattimento sul terreno. “Spesso gli americani piazzano a terra anche strumenti elettronici: forse apparati di trasmissione o sistemi di misurazione, che vengono smontati prima di ripartire”, hanno riferito i cronisti locali. “Gli elicotteri da guerra e i marines avvistati nelle campagne di Contessa Entellina e di Corleone stavano svolgendo regolari esercitazioni militari”, ha spiegato il colonnello dell’Aeronautica militare italiana, Achille Cazzaniga. “Li abbiamo autorizzati noi. Ci scusiamo con i cittadini e le autorità locali per gli inconvenienti. In futuro, se dovessero ripetersi altre attività nella zona, ci preoccuperemo di aprire un dialogo con i sindaci delle località interessate”. Bene. Ma chi ha autorizzato stavolta e dove i giochi di guerra estivi dei marines Usa destinati alle future guerre africane?
Antonio Mazzeo
Fonte
L’albero dà energia, ora anche elettrica
RICERCATORI DEL MIT HANNO ATTIVATO UN CIRCUITO ELETTRICO INSERENDO UN ELETTRODO NELLA PIANTA E UNO NEL TERRENO
Il presidente della SIA: “Di questa fonte si sa ancora pochissimo. Questa scoperta aiuterà”Produrre energia dagli alberi: è ciò che hanno fatto i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT), dimostrando che basta mettere un elettrodo su una pianta e un altro nel terreno per ottenere una scarica di circa 200 millivolt, sufficiente ad attivare un piccolo circuito elettrico. Siamo lontani dalla possibilità di sostituire i pannelli solari con gli alberi, ma l’energia prodotta sarebbe sufficiente per tenere in funzione, ad esempio, piccole apparecchiature antincendio, trasformando boschi e foreste in guardiani di se stessi. “Per quel che ne sappiamo – spiega il professor Babak Parviz, docente di ingegneria elettrica presso l’Università di Washington e coautore dello studio – è la prima volta che si riesce a produrre energia esclusivamente mettendo degli elettrodi negli alberi”. Anche nel dipartimento di Ortoflorofrutticoltura dell’università di Firenze si studia da anni l’elettrofisiologia radicale, ma una possibilità del genere non era stata ancora sperimentata: “Si tratta di una scoperta interessante – spiega il professor Francesco Ferrini, direttore del dipartimento e presidente della Società Italiana di Arboricoltura – generata in realtà da un meccanismo molto semplice. E’ dalla fine degli anni ’60 che si ipotizza di ricavare energia dagli alberi, il libro The secret life of plants di Peter Tompkins e Christopher Bird ha segnato l’inizio di un nuovo modo di concepire il rapporto tra pianta e uomo. Ma purtroppo degli alberi e delle loro infinite risorse si sa ancora pochissimo”.
QUESTO PERCHE’ SPIEGA LO STUDIOSO LA DURATA DELLA VITA MEDIA DI UN ESSERE UMANO E’ INFERIORE A QUELLA DEGLI ALBERI
Una quercia può vivere anche 1000 anni, un leccio o un rovere fino a 500, e i tempi di reazione, a fronte di un qualunque tipo di esperimento, sono quindi molto dilatati. I ricercatori americani sono infatti partiti analizzando la parte degli alberi che si deteriora più velocemente, le foglie: il professor Carlton Himes, altro membro del team che ha realizzato la scoperta, ha trascorso un’intera estate studiando le foglie d’acero, molto comuni in America, e il processo di fotosintesi clorofilliana. Il meccanismo di trasformazione della linfa grezza in linfa elaborata genera una quantità di energia che è possibile intercettare e incanalare, ed è proprio questo che i ricercatori hanno fatto, costruendo un convertitore ad hoc. Gli studiosi hanno anche inserito nel dispositivo un orologio capace di alimentarsi con l’energia prodotta dall’albero e di riattivare il circuito a scadenze prestabilite, in modo da creare un meccanismo che si autoalimenta e non si spegne mai. Proprio come il circuito vitale degli alberi. L’apparecchio nel corso dell’esperimento ha consumato circa 10 nanowatt. “Quello che abbiamo realizzato – conclude Parviz – è molto diverso dai normali generatori di energia vegetali, ad esempio quelli ottenuti dalla patata. Abbiamo sfruttato non una reazione chimica tra sostanze diverse ma l’energia stessa dell’albero”. Una tecnologia tutta naturale che non potrà, per il momento, sostituire le centrali eoliche o quelle a energia solare, ma riuscirà magari a creare un rapporto diverso tra alberi e uomo.
di SARA FICOCELLI
>Fonte<
Redatto da Pjmanc http:/ ilfattaccio.org Link
Ognuno di noi ha il proprio sosia: si trova in un altro universo
Uno,
moltissimi o infiniti? La domanda vagamente pirandelliana si riferisce
al numero degli universi. Persino il linguaggio è inadeguato nel
formulare una questione così vertiginosa.
Universo ha dentro di sé la parola uno e mal sopporta il plurale se si parla di universi veri, astrofisici, cioè esistenti, e non di universi metaforici. L’universo è uno per definizione in quanto dentro di sé tutto comprende. Molti universi, alla fine, nel loro insieme, non dovranno a fil di logica costituire un unico universo?
Eppure l’dea del “multiverso”, cioè della pluralità – forse infinita – di universi sta prendendo piede. Si ripropone così in modo attuale e sotto nuove apparenze un antico problema: l’universo è finito o infinito?
Nel fascicolo del mensile “le Stelle” che andrà in edicola giovedì 30 maggio Tommaso Maccacaro affronta la questione. Nel suo articolo, il past-president dell’Istituto nazionale di astrofisica ricorda che alcune varianti della teoria delle stringhe permettono di stimare in 10 elevato alla 500 il numero degli universi possibili.
Non è l’infinito, ma già così non si scherza. Dieci elevato alla 500 è un numero immensamente più grande di 10 alla 82, e 10 alla 82 è il numero totale delle particelle elementari che costituiscono l’universo così come lo conosciamo dalle osservazioni astronomiche. La stima è del premio Nobel per la fisica Steven Weinberg.
Ma 10 alla 500 è un numero miserabile rispetto a 10 elevato alla 10 elevato alla 16 (dieci alla sedici è un esponente pari a 10 milioni di miliardi), e questa è la stima di Max Tegmark, professore di cosmologia al MIT.
Conosciamo da sempre lo 0,6% di stelle e pianeti; da un secolo il 4% del gas intergalattico; da ottant’anni lo 0,4% dei neutrini; da settant’anni la materia scura; da meno di 15 anni l’energia scura. La ricetta dell’universo che conosciamo è semplice e misteriosa:
Già nell’antichità greca coesistevano le idee di universo chiuso e di universo infinito (aperto). I filosofi della Scuola presocratica di Mileto propendevano per l’infinito: è il caso dell’atomista Democrito. Anassimandro (610- 546 a.C.) faceva dell’”àpeiron”, letteralmente “senza perimetro”, “senza confine”, il principio universale.
Vinse però l’idea dell’universo finito e chiuso, strutturata solidamente da Aristotele e trasposta nella cosmologia di Tolomeo fatta propria della Chiesa cristiana. Terra ferma al centro, Luna, Sole e pianeti a danzarle intorno, il tutto chiuso dentro la sfera cristallina delle stelle fisse: questa è stata la cosmologia dominante per duemila anni.
E vale anche per Copernico e Keplero, che furono eliocentrici, ma sempre chiusi dentro la sfera delle stelle fisse. L’infinito – nello spazio e nel tempo – veniva scacciato dal mondo fisico (e persino matematico) in quanto attributo esclusivo di Dio. Lo imparò a proprie spese Giordano Bruno, mandato al rogo nel 1600 per le sue tesi eretiche, comprendevano anche quelle sull’infinitezza dell’universo e dei mondi.
Tuttavia, come Lucio Russo (Università La Sapienza di Roma) ha dimostrato, anche l’dea perdente – universo infinito – è rimasta viva e vegeta, sia pure sotto traccia.
L’universo infinito, almeno sotto la forma attenuata di indeterminato / illimitato ricompare in modo esplicitò con Nicolò Cusano: è inconoscibile, ma la “dotta ignoranza” permette di intuirlo in quanto “explicatio”, benché inadeguato e imperfetto, di Dio.
Finito e infinito sono indissolubilmente connessi nella “coincidenza degli opposti”. Teologo, cardinale, filosofo e astronomo tedesco, Nicolò Cusano viva dal 1401 al 1464, sulla soglia tra Medioevo e Rinascimento.
Il primo a disegnare l’universo con stelle a perdita di vista anche
oltre il classico cielo delle stelle fisse è l’inglese Thomas Digges nel
1576. Nato nel 1546 e morto nel 1596, Digges fu matematico e astronomo
di idee copernicane. A suo padre Leonard si attribuisce l’invenzione
“ante litteram” del telescopio, sia rifrattore sia riflettore.
In ogni caso le dimensioni dell’universo continuavano a crescere. La distanza Terra-Sole passa da 54 raggi terrestri secondo Anassimandro a 3500 secondo Keplero e a 24.000 secondo Huygens (1629-1695). In un secolo, dalla fine del 1800 alla fine del 1900, siamo passati da un universo stimabile in 100 mila anni luce a un universo di 46 miliardi di anni luce. L’infinità dell’universo e dei mondi abitati nel 1600 costa la vita a Giordano Bruno, messo al rogo a Roma in piazza Campo dei Fiori.
Infinito appare l’universo a Galileo che con il suo cannocchiale scopre innumerevoli stelle nella costellazione di Orione e nella Via Lattea. Indefinito è per Cartesio. Infinito ed eterno è per Newton, e questo per lui, che fu appassionato teologo, è un fatto lacerante perché le prerogative dell’universo sono le stesse di Dio.
Illimitato appare a William Herschel che per primo esplora lo spazio profondo e sospetta che l’universo non coincida con la Via Lattea, cioè con la nostra galassia. Non a caso Kant parla di “universi isola” interpretando certe nebulose come altrettante remote Vie Lattee.
Il dilemma si risolve a Washington nel 1920 con il “grande dibattito” tra Heber Curtis del Lick Observatory, California, sostenitore della pluralità delle galassie, e Harlow Shapley, convinto che l’universo coincidesse con la nostra Via Lattea. Vinse, naturalmente, Curtis, e se ne ebbe la certezza nel corso degli Anni 20 grazie al lavoro di Edwin Hubble, scopritore dell’espansione dell’universo, presupposto sperimentale della teoria del Big Bang.
Il belga padre Georges Lemaitre ne è un pioniere. Da questo momento la Storia entra nella cosmologia e lo strumento fondamentale per analizzarla è la relatività generale di Einstein.
Poiché è la materia che dice allo spazio la forma e le dimensioni che “deve” assumere, si delineano, con Alexandr Fridman, le alternative tra universo chiuso e finito nel tempo, universo piatto, aperto e infinito, universo iperbolico aperto e infinito nello spazio e nel tempo.
I problemi del modello del Big Bang inducono la svolta della teoria inflativa (Alan Guth, 1979) e delle sue varianti. Intanto la presenza della materia scura diventa sempre più evidente e nel 1988, con la scoperta dell’accelerazione nel moto di espansione dell’universo, si impone l’idea di energia oscura, consacrata con il Nobel 2011 a Saul Perlmutter, Brian P. Schmidt e Adam G. Riess.
La teoria delle stringhe elaborata per mettere insieme meccanica quantistica e gravità (relatività generale), evolutasi nelle superstringhe e poi nella M-Theory, ha aperto la strada alla valutazione di 10 alla 500 universi possibili. Marginale ma antichissima e avvincente è l’ipotesi dell’universo infinitamente ciclico sostenuta da Paul Steinhardt e Neil Turok, rispettivamente Università di Princeton e Cambridge.
In un supremo superamento, Max Tegmark fa un atto di fede nel Dio Matematico, sostenendo che deve (non può: deve) esserci un universo corrispondente a ogni struttura matematica, nessuna esclusa.
Avremmo quindi un universo di Euclide e Newton, ma anche universi in cuim lo spazio ha un numero infinito di dimensioni, universi dove esistono due dimensioni di tempo, un universo governato dall’algebra dei quaternioni che non ha né spazio né tempo e così via. Ed è in questo modo che si arriverebbe alla stima di 10 alla 10 alla 16 universi. Che per le mie e credo anche le vostre esigenze sembrano, francamente, troppi.
La conseguenza più sconvolgente di un numero di universi così grande è che in essi si realizzerebbero tutte le possibilità, incluse le più improbabili, come una mia copia identica che scrive un articolo identico a questo e un lettore identico a te che lo sta leggendo.
Tommaso Maccacaro riporta anche la distanza oltre la quale, secondo Tegmark, si troverebbe il primo confine della ripetizione dell’identico. Sarebbe a 10 elevato a 10 alla 118 metri. Per farvi un’idea di quanto sia, vi ricordo che questo universo che oggi per noi è, sperimentalmente, l’unico universo, misura soltanto 10 alla 26 metri. [Piero Bianucci sulla stampa.it]
Source
Universo ha dentro di sé la parola uno e mal sopporta il plurale se si parla di universi veri, astrofisici, cioè esistenti, e non di universi metaforici. L’universo è uno per definizione in quanto dentro di sé tutto comprende. Molti universi, alla fine, nel loro insieme, non dovranno a fil di logica costituire un unico universo?
Eppure l’dea del “multiverso”, cioè della pluralità – forse infinita – di universi sta prendendo piede. Si ripropone così in modo attuale e sotto nuove apparenze un antico problema: l’universo è finito o infinito?
Nel fascicolo del mensile “le Stelle” che andrà in edicola giovedì 30 maggio Tommaso Maccacaro affronta la questione. Nel suo articolo, il past-president dell’Istituto nazionale di astrofisica ricorda che alcune varianti della teoria delle stringhe permettono di stimare in 10 elevato alla 500 il numero degli universi possibili.
Non è l’infinito, ma già così non si scherza. Dieci elevato alla 500 è un numero immensamente più grande di 10 alla 82, e 10 alla 82 è il numero totale delle particelle elementari che costituiscono l’universo così come lo conosciamo dalle osservazioni astronomiche. La stima è del premio Nobel per la fisica Steven Weinberg.
Ma 10 alla 500 è un numero miserabile rispetto a 10 elevato alla 10 elevato alla 16 (dieci alla sedici è un esponente pari a 10 milioni di miliardi), e questa è la stima di Max Tegmark, professore di cosmologia al MIT.
Conosciamo da sempre lo 0,6% di stelle e pianeti; da un secolo il 4% del gas intergalattico; da ottant’anni lo 0,4% dei neutrini; da settant’anni la materia scura; da meno di 15 anni l’energia scura. La ricetta dell’universo che conosciamo è semplice e misteriosa:
-il 4% è costituito da gas intergalatticoSono proprio le scoperte più recenti e le teorie per interpretarle ad aver messo in crisi la parola universo, inducendo a declinarla al plurale. Proviamo a ripercorrere di gran carriera l’intera storia della cosmologia (qui accanto, la radiazione cosmica di fondo nella mappa tracciata dal satellite Wilkinson-MAP).
-lo 0,6% è fatto di stelle e pianeti
-lo 0,4% è rappresentato da neutrini
-il 23% da materia oscura (ma sarebbe meglio dire scura)
-il 72% da energia oscura (ma sarebbe meglio dire scura).
Già nell’antichità greca coesistevano le idee di universo chiuso e di universo infinito (aperto). I filosofi della Scuola presocratica di Mileto propendevano per l’infinito: è il caso dell’atomista Democrito. Anassimandro (610- 546 a.C.) faceva dell’”àpeiron”, letteralmente “senza perimetro”, “senza confine”, il principio universale.
Vinse però l’idea dell’universo finito e chiuso, strutturata solidamente da Aristotele e trasposta nella cosmologia di Tolomeo fatta propria della Chiesa cristiana. Terra ferma al centro, Luna, Sole e pianeti a danzarle intorno, il tutto chiuso dentro la sfera cristallina delle stelle fisse: questa è stata la cosmologia dominante per duemila anni.
E vale anche per Copernico e Keplero, che furono eliocentrici, ma sempre chiusi dentro la sfera delle stelle fisse. L’infinito – nello spazio e nel tempo – veniva scacciato dal mondo fisico (e persino matematico) in quanto attributo esclusivo di Dio. Lo imparò a proprie spese Giordano Bruno, mandato al rogo nel 1600 per le sue tesi eretiche, comprendevano anche quelle sull’infinitezza dell’universo e dei mondi.
Tuttavia, come Lucio Russo (Università La Sapienza di Roma) ha dimostrato, anche l’dea perdente – universo infinito – è rimasta viva e vegeta, sia pure sotto traccia.
L’universo infinito, almeno sotto la forma attenuata di indeterminato / illimitato ricompare in modo esplicitò con Nicolò Cusano: è inconoscibile, ma la “dotta ignoranza” permette di intuirlo in quanto “explicatio”, benché inadeguato e imperfetto, di Dio.
Finito e infinito sono indissolubilmente connessi nella “coincidenza degli opposti”. Teologo, cardinale, filosofo e astronomo tedesco, Nicolò Cusano viva dal 1401 al 1464, sulla soglia tra Medioevo e Rinascimento.
Leggi: Planck osserva per la prima volta altri universi oltre al nostro Deja Vu: una 'sbirciativa' negli universi paralleli? |
In ogni caso le dimensioni dell’universo continuavano a crescere. La distanza Terra-Sole passa da 54 raggi terrestri secondo Anassimandro a 3500 secondo Keplero e a 24.000 secondo Huygens (1629-1695). In un secolo, dalla fine del 1800 alla fine del 1900, siamo passati da un universo stimabile in 100 mila anni luce a un universo di 46 miliardi di anni luce. L’infinità dell’universo e dei mondi abitati nel 1600 costa la vita a Giordano Bruno, messo al rogo a Roma in piazza Campo dei Fiori.
Infinito appare l’universo a Galileo che con il suo cannocchiale scopre innumerevoli stelle nella costellazione di Orione e nella Via Lattea. Indefinito è per Cartesio. Infinito ed eterno è per Newton, e questo per lui, che fu appassionato teologo, è un fatto lacerante perché le prerogative dell’universo sono le stesse di Dio.
Illimitato appare a William Herschel che per primo esplora lo spazio profondo e sospetta che l’universo non coincida con la Via Lattea, cioè con la nostra galassia. Non a caso Kant parla di “universi isola” interpretando certe nebulose come altrettante remote Vie Lattee.
Il dilemma si risolve a Washington nel 1920 con il “grande dibattito” tra Heber Curtis del Lick Observatory, California, sostenitore della pluralità delle galassie, e Harlow Shapley, convinto che l’universo coincidesse con la nostra Via Lattea. Vinse, naturalmente, Curtis, e se ne ebbe la certezza nel corso degli Anni 20 grazie al lavoro di Edwin Hubble, scopritore dell’espansione dell’universo, presupposto sperimentale della teoria del Big Bang.
Il belga padre Georges Lemaitre ne è un pioniere. Da questo momento la Storia entra nella cosmologia e lo strumento fondamentale per analizzarla è la relatività generale di Einstein.
Poiché è la materia che dice allo spazio la forma e le dimensioni che “deve” assumere, si delineano, con Alexandr Fridman, le alternative tra universo chiuso e finito nel tempo, universo piatto, aperto e infinito, universo iperbolico aperto e infinito nello spazio e nel tempo.
I problemi del modello del Big Bang inducono la svolta della teoria inflativa (Alan Guth, 1979) e delle sue varianti. Intanto la presenza della materia scura diventa sempre più evidente e nel 1988, con la scoperta dell’accelerazione nel moto di espansione dell’universo, si impone l’idea di energia oscura, consacrata con il Nobel 2011 a Saul Perlmutter, Brian P. Schmidt e Adam G. Riess.
La teoria delle stringhe elaborata per mettere insieme meccanica quantistica e gravità (relatività generale), evolutasi nelle superstringhe e poi nella M-Theory, ha aperto la strada alla valutazione di 10 alla 500 universi possibili. Marginale ma antichissima e avvincente è l’ipotesi dell’universo infinitamente ciclico sostenuta da Paul Steinhardt e Neil Turok, rispettivamente Università di Princeton e Cambridge.
In un supremo superamento, Max Tegmark fa un atto di fede nel Dio Matematico, sostenendo che deve (non può: deve) esserci un universo corrispondente a ogni struttura matematica, nessuna esclusa.
Avremmo quindi un universo di Euclide e Newton, ma anche universi in cuim lo spazio ha un numero infinito di dimensioni, universi dove esistono due dimensioni di tempo, un universo governato dall’algebra dei quaternioni che non ha né spazio né tempo e così via. Ed è in questo modo che si arriverebbe alla stima di 10 alla 10 alla 16 universi. Che per le mie e credo anche le vostre esigenze sembrano, francamente, troppi.
La conseguenza più sconvolgente di un numero di universi così grande è che in essi si realizzerebbero tutte le possibilità, incluse le più improbabili, come una mia copia identica che scrive un articolo identico a questo e un lettore identico a te che lo sta leggendo.
Tommaso Maccacaro riporta anche la distanza oltre la quale, secondo Tegmark, si troverebbe il primo confine della ripetizione dell’identico. Sarebbe a 10 elevato a 10 alla 118 metri. Per farvi un’idea di quanto sia, vi ricordo che questo universo che oggi per noi è, sperimentalmente, l’unico universo, misura soltanto 10 alla 26 metri. [Piero Bianucci sulla stampa.it]
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Paraná: Fotografiaron un supuesto ovni
La imagen fue lograda el pasado 28 de abril, en la zona sur de la capital entrerriana. Su autora asegura: “Pensé que era un pájaro, pero una amiga me dice que es un ovni”.
Una fotografía tomada el pasado 28 de abril, en el Club de Campo Las Colinas, en la zona sur de la ciudad de Paraná, muestra en la parte superior una figura de forma ovoide, de características similares a la de un Objeto Volador No identificado (Ovni).
La autora de la imagen -que prefirió no dar a conocer su identidad- pensó en un primer momento que se trataba de “un pájaro”, aunque la invadió la duda cuando una amiga le retrucó: “Es un ovni”.
“La amplío y tiene forma de un platillo. Pero cuando yo la saqué yo no vi nada”, dijo a uno todavía sorprendida.
Cabe mencionar que el registro fotográfico fue obtenido entre las 17 y las 18.
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Holmfirth UFO expert Gary Heseltine set to launch magazine
Much like the popular TV series X Files, Gary has been researching unexplained flying objects and extra terrestrial activity for most of his life.
While many people scoff at believers such as him, the former RAF and British Transport Policeman (BTP) believes he has evidence better than most.
Now retired from the force, Gary, who lives in Holmfirth, has emerged as the UK’s top ‘ufologist’.
His expertise has become internationally renowned to the point where he recently gave evidence to a panel of top politicians in Washington DC.
He is now launching a new online magazine and has written a film script about Britain’s most famous UFO case – the Rendlesham Forest incident.
It was during the nights of December 26 and 27 in 1980 that American servicemen stationed at RAF Woodbridge and Bentwaters in Suffolk reported mysterious lights in the nearby forest.
Gary said: “My interest began when I was 15 years old and I saw something with my girlfriend.
“There were bright lights with no distinct shape above us that seemed to spark a load of power failures in the area.
“But it was in the mid-90s when I got really interested when I came across a UFO magazine.
“I got all the books and I kept coming across reports from pilots who had seen things.
“I thought ‘there’s something wrong here’ as the media are all saying we’re lunatics but the pilots’ accounts seemed plausible.
“Then in 1998 I had the idea for the police UFO database, which launched in 2002.
“Some of the stories that have come out are amazing. Of the 425 cases, 70% are multiple police witnesses.
“It’s not just 3am sightings, getting it wrong because they’re tired.
“In one case it’s 24 officers across six counties at the same time.”
For the sceptics out there Gary says: “What convinces me is not that one UFO searcher has got an alien body and he says ‘told you so’, or one’s got a piece of a spaceship.
“As a detective for 24 years I’ve always looked at what would stand up in a court of law.
“Lots of people have been found guilty of murder without a body ever being found.
“I think the case for genuine extra terrestrial is overwhelming if you look at all the evidence.
“Yes 97% of cases can be explained but 3% defy all explanation.”
Gary said many incidents featured physical evidence such as depressions in the ground, high levels of radiation or the soil around a UFO sighting changing its properties and becoming waterproof.
And he said many UFO’s could not be attributed to ‘stealth’ military aircraft as their movements were not physically possible and they were usually silent.
He said: “We’re dealing with something that’s real, it’s not just lights in the sky.”
Gary plans to publish a book UFOs – Through Police Eyes and his online magazine, www.ufotruthmagazine.com, launches on June 25.
Source
UFO Sightings Free Energy Device? "THE MACHINE" Full Disclosure Share With World! 2013
Pubblicato in data 28/mag/2013
Does John Searl Have the answer to
the Global Energy Crisis? John Searl claims he does ...Furthermore,
Searl says he's had it for over 60 years. Regarded by many as 'The
Godfather' of free energy or zero point energy science, Professor John
Searl believes his magnetic generator, the Searl Effect Generator (SEG),
can save our planet from economic and environmental disaster. So, what
if he's telling the truth? For more information Visit John Searl
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