Non è uno sciame pericoloso e non c'è nessun allarme: "è solo una coincidenza, una serie di scoperte annunciate in queste ore", spiega l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope. Per l'esperto questi passaggi sono frequenti solo che oggi siamo più abili ad osservarli.
"I passaggi di questi oggetti sono molto più frequenti di quanto si possa immaginare e il fatto che oggi siano avvistati molto più frequentemente anche rispetto a soli 2 o 3 anni fa dipende dalla maggiore abilità di osservarli", aggiunge Masi.
Non c'é nessun legame, quindi con il meteorite caduto in febbraio sulla Russia, così come con l'asteroide DA 14 che ha 'sfiorato' la Terra nello stesso periodo, o ancora con i meteoriti che hanno bombardato la Luna nel marzo scorso.
Il primo passaggio ravvicinato è stato, il 17 maggio, quello dell'asteroide 2013 KA, scoperto appena il giorno prima: un piccolo oggetto dal diametro di circa 10 metri, passato a 800.000 chilometri dalla Terra.
Il 21 maggio è stata la volta di 2013 KT1, del diametro di circa 20 metri, che alle 16,30 ha raggiunto la distanza minima della Terra, passando a 1,3 milioni di chilometri. "Nessun pericolo in vista perché la distanza, che supera di poco quella che separa la Terra dalla Luna, è di tutta sicurezza", rileva Masi.
La particolarità, aggiunge, è che questo corpo celeste fa parte di una sorta di staffetta cosmica che il 22 maggio vedrà il passaggio ravvicinato di altri due asteroidi, un po' più piccoli e più distanti rispetto a quello di oggi.
[Un asteroide di quasi 3 chilometri di diametro si avvicina alla Terra]
Il primo si chiama 2013 KB, ha un diametro compreso fra 15 e 18 metri e alle 8,05 del 22 maggio passerà all'incirca alla stessa distanza di 2013 KT1.
Il secondo, 2013 KS1, ha un diametro di circa 15 metri e alle 13,30 dello stesso giorno passerà a circa 2 milioni di chilometri dalla Terra.
Il 31 maggio sarà la volta di 1998 QE2, dal diametro di 2,1 chilometri, che alle 23,00 passerà a 15 distanze lunari, ossia a circa 5,8 milioni di chilometri dalla Terra. "Non sarà alto sull'orizzonte, ma sarà molto brillante", prosegue Masi. Per questo, aggiunge, "sarà osservabile anche dall'Italia e con piccoli telescopi.
Perché tanti passaggi ravvicinati in così poco tempo? "Non c'é alcun motivo per allarmarsi: è soltanto una coincidenza - spiega l'astrofisico - dovuta ai migliori strumenti oggi a disposizione degli astronomi". [ansa.it]
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