Gli impulsi radio captati sono 15 e avrebbero origine in una galassia che dista 3 miliardi di anni luce dalla Terra
C’è vita
nell’Universo? La maggior parte degli astrofisici risponderebbe con un
deciso sì, anche perché sono troppe le galassie e i sistemi planetari
che ospitano mondi con caratteristiche potenzialmente idonee a sostenere
la vita organica. Riuscire ad individuarne poi un pianeta in cui la
vita si è evoluta a tal punto da esser considerata intelligente è
tutt’altra storia. Un team di ricercatori guidato dall’astrofisico Stephen Hawking
ha tuttavia acceso di nuovo la speranza. Di recente sono stati infatti
captati 15 segnali radio di natura misteriosa, e la cui origine viene
definita quantomeno controversa. I segnali in questione potrebbero esser
stati infatti emessi da una civiltà aliena che dista da noi la bellezza
di 3 miliardi di anni luce: un dettaglio non certo trascurabile, che
potrebbe significare che la stessa civiltà si è ormai estinta.
Segnali da una civiltà alieva forse estinta
Le onde radio, catturate dal Green Bank Telescope della West Virginia all’interno del Breakthrough Listen Project,
finanziato con 100 milioni di dollari dal miliardario russo Yuri
Milner, non sono certo la prova schiacciante dell’esistenza di vita
intelligente, ma possono generare un certo interesse. “Ci sono solo 30
sorgenti di questi segnali nell’Universo - ha detto Vishal Gajjar, del Berkeley Research Centre
- e una sola che si ripete. Dobbiamo studiarla ancora. Ci sono più
teorie che fonti di segnali, più domande che risposte. Più studiamo e
più troviamo cose strane”. I segnali appena captati possano essere
infatti emessi da navicelle spaziali (e quindi civiltà lontane) ma anche
da buchi neri o da stelle di neutroni.
Scienziati "ascoltano" 10 miliardi di frequenze
Comunque sia gli impulsi sembrano provenire da una fonte conosciuta come Frb 121102,
scoperta nel 2012, e che risiede in una galassia nana. Il risultato è
stato possibile non soltanto grazie agli astrofisici del team di
Hawking, ma anche grazie alla collaborazione di ben 9 milioni di
volontari sparsi per il mondo che quotidianamente mettono a disposizione
i propri computer per dare un aiuto al centro di ricerca nell’esaminare
i dati. E’ grazie a loro che i ricercatori riescono a sintonizzarsi su
10 miliardi di frequenze differenti e a tenere “sotto controllo” le 100
galassie più vicine alla Terra.
Extraterrestri pericolosi per la specie umana
Nonostante il grande entusiasmo della
comunità scientifica Stephen Hawking si dice da anni, e oggi ancor di
più, perplesso per quello che potrebbe accadere nel caso in cui la
nostra civiltà venisse a contatto con una razza extraterrestre, magari
più evoluta. “Avrebbero per noi - dichiarò Hawking al Sunday Times
- lo stesso interesse che noi abbiamo per i batteri, e se ci andasse
bene ci tratterebbero come Cristoforo Colombo trattò gli indigeni che
incontrò nel nuovo mondo”.
Nell'Universo altra vita intelligente
Hawking, affetto da sclerosi laterale
amiotrofica, ha comunque deciso di dedicare quanto gli resta da vivere
alla ricerca di forme di vita intelligenti. Soltanto la nostra Via
Lattea contiene dalle 200 alle 400 miliardi di stelle, ed è
statisticamente impossibile che la vita si sia sviluppata esclusivamente
sulla Terra: se si costruisse un modello in scala della nostra
galassia, un modello con un diametro di 130 chilometri, il nostro
Sistema Solare occuperebbe appena 2 millimetri di spazio.
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