Grotte naturali scavate da flussi di lava: un nuovo studio italiano,
presentato al Congresso europeo di planetologia, ipotizza che quelle
lunari e marziane siano molto più grandi di quelle terrestri, a causa
della minore gravità. Un altro studio italiano indica come realizzare
uno strumento radar per andare a mappare i tunnel di lava sulla Luna,
ipotetico rifugio sicuro per un futuro avamposto umano
Due ricerche presentate al Congresso europeo di scienze planetarie (Epsc 2017) si sono occupate di tunnel di lava (lava tubes),
grotte sotterranee create dall’attività vulcanica. Il primo studio ha
mostrato come queste cavità – particolarmente interessanti come habitat protetti per l’esplorazione spaziale – su Marte e Luna possano raggiungere dimensioni molto più grandi rispetto alla Terra, presumibilmente a causa della minore gravità presente.
Un ulteriore studio indica la strada per costruire uno strumento per la prossima generazione di sonde lunari che, utilizzando un radar, sarà in grado di individuare queste strutture sotto la superficie della Luna.
I tunnel di lava si formano quando flussi di lava di bassa viscosità scorrono abbastanza vicino alla superficie,
sviluppando una crosta dura che si ispessisce fino a creare un tetto
sopra il torrente di lava; oppure quando la lava in risalita dalla
camera magmatica si fa strada nelle fessure esistenti tra strati di
roccia o cavità prodotte da precedenti flussi, lasciando dietro di sé
una vasta rete di gallerie collegate.
Le reti di grotte scavate dalla lava possono raggiungere sulla Terra
fino a 65 chilometri di sviluppo. Sulla Luna e su Marte sono state
osservate file allineate di depressioni, interpretate come pozzi di collasso e lucernari di lava, che provano l’esistenza di cavità laviche anche su quei corpi celesti. Recentemente, la missione Nasa Grail ha fornito dati gravimetrici dettagliati della Luna, scoprendo la presenza di enormi vuoti nel sottosuolo di antichi depositi vulcanici.
Ora, ricercatori dell’Università di Padova e dell’Università di Bologna hanno effettuato il primo confronto sistematico dei tunnel di lava di Terra, Luna e Marte, basandosi su modelli digitali del terreno ad alta risoluzione.
«Il confronto tra gli esempi terrestri, lunari e marziani evidenzia
che, come ci si potrebbe aspettare, la gravità ha un grande effetto
sulle dimensioni dei tubi di lava», spiega Riccardo Pozzobon
dell’Università di Padova, che ha presentato la ricerca. «Sulla Terra
queste grotte possono avere fino a trenta metri di diametro.
Nell’ambiente di bassa gravità di Marte abbiamo la prova di tubi di lava
da 250 metri di larghezza. Sulla Luna, questi tunnel potrebbero essere
larghi più di un chilometro e lunghi molte centinaia di chilometri».
Secondo il ricercatore, questi risultati hanno implicazioni
importanti per l’esplorazione umana della Luna, ma anche per la ricerca
di vita extraterrestre su Marte. I tunnel di lava costituiscono infatti
ambienti schermati dalle radiazioni cosmiche e protetti dal flusso
costante di micro-meteoriti. Inoltre, sono anche sufficientemente grandi
da poter potenzialmente ospitare degli insediamenti umani di dimensioni
significative.
Tuttavia, i sistemi di rilevamento attuali non sono in grado di
effettuare direttamente misurazioni sotto la superficie e quindi non
possono rilevare e caratterizzare i tubi di lava extraterrestri.
A questo scopo, Leonardo Carrer e colleghi dell’Università di Trento hanno presentato uno studio di fattibilità per un sistema radar specificamente progettato per rilevare tunnel di lava sulla Luna
dall’orbita. Il radar scandaglia il sottosuolo lunare con onde
elettromagnetiche a bassa frequenza, rilevando i segnali riflessi.
Questo strumento radar potrebbe determinare con precisione la
composizione fisica, la dimensione e la forma delle grotte lunari,
ottenendo una mappa globale della loro posizione.
«Gli studi che abbiamo sviluppato mostrano che un sistema di
scandaglio a multi-frequenza è la migliore opzione per il rilevamento di
tunnel di lava di dimensioni molto diverse», spiega Carrer. «Le
simulazioni mostrano che i flussi di lava hanno impronte
elettromagnetiche uniche, che possono essere rilevate dall’orbita
indipendentemente dal loro orientamento rispetto alla direzione di
movimento del radar. Di conseguenza, una missione che trasportasse
questo strumento consentirebbe un passo cruciale verso la ricerca di un
habitat sicuro sulla Luna per la colonizzazione umana».
Fonte
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