Il concetto di mobilità aerea urbana prevede l’ausilio di più aeromobili anche droni, che operano in sicurezza all’interno di una metropoli.
La definizione e la finalità di UAM, stando a quanto si legge nella nota rilasciata dalla agenzia spaziale americana, è quello di realizzare un sistema sicuro ed efficace per il trasporto aereo di passeggeri e merci all’interno di un’area urbana. Ivi compresa l’effettuazione consegne di pacchetti e di altri servizi urbani, realizzati da droni o aerei senza pilota a bordo UAS o un mix velivoli autonomi, ma supervisionati remotamente
Sono molte le aziende, di grandi e piccole dimensioni che si stanno muovendo e hanno inizianto a sviluppare le infrastrutture per rendere UAM una realtà molto prima di quanto pensi.
La NASA non avrà un ruolo principale nel fornire gli input di progettazione per questi velivoli, ma potrà fornire una leadership tecnica in aree che richiedono alla comunità UAM di lavorare insieme: settori quali sicurezza e integrazione operativa.
Per esempio, l’agenzia e suoi partner industriali potranno condurre test di volo comuni per generare dati che creeranno un’analisi per supportare la creazione di standard industriali, regole e procedure da sottoporre all’egida della Federal Aviation Administration (FAA).
Il focus della ricerca UTM sarà quello di identificare le tecnologie e le procedure che consentiranno a questi piccoli droni di volare in modo sicuro a quote più basse dello spazio aereo, attualmente non di competenza dalla autorithy aeronautica statunitense.
Nel corso degli ultimi anni, la NASA ha creato partnership efficaci con l’industria, l’università e l’Amministrazione federale dell’aviazione (FAA) per individuare e cercare soluzioni alle sfide uniche per l’accoglienza di aerei pilotati in remoto.
Stefano Orsi
fonte e foto NASA
Tratto da...
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