Nel novembre del 1965, la costa orientale degli Stati Uniti fu
colpita da un misterioso blackout elettrico. Milioni di persone rimasero
al buio per la maggior parte della notte. Dietro le quinte, in un
impianto militare segreto, la nazione si trovò sull’orlo di un conflitto
nucleare e, in caso ciò non fosse abbastanza emozionante, in tutto il
paese si registrarono rapporti di sorvoli di UFO…
Manhattan (New York City) durante il blackout avvenuto nella notte del 9 novembre 1965
di David E. Wolin
Emergenza a Mount Weather
Il 1° dicembre 1974, un Boeing 727 della TWA si schiantò sul
nebbioso versante di un monte della Virginia, causando la morte di 92
passeggeri. I giornalisti giunti sul luogo del disastro notarono nelle
vicinanze un impianto militare ad alto livello di sicurezza, ed
iniziarono ad indagare sulla sua funzione. Il
Washington Post (2 dicembre) stabilì che la base segreta era nota con il nome di
Mount Weather.
Un portavoce militare, pur ammettendo l’esistenza della base, “declinò
di commentarne le funzioni, nonché di dire quante persone vi lavorassero
o da quanto tempo fosse in attività”.
Nel corso degli anni su Mount Weather cominciarono ad emergere
gradualmente dei dettagli. La base vista dai giornalisti è situata su
434 acri di terra, tuttavia questa è letteralmente solo la punta
dell’iceberg. Sepolta in profondità nel fianco della montagna vi è
un’imponente fortezza nascosta, adibita ad ospitare il presidente ed
altri funzionari governativi di alto livello in caso di guerra nucleare o
di qualche evento catastrofico di ampia portata. Il bunker sotterraneo
contiene la maggior parte degli elementi essenziali per la
sopravvivenza, fra cui acqua, un impianto di trattamento dei liquami e
generatori elettrici; l’insediamento è stato descritto come una città
sotterranea dotata di un lago artificiale, di ospedali, edifici
destinati ad uffici, strade, marciapiedi, studi di produzione
radiofonica e televisiva, imponenti reti di computer e persino di un
forno crematorio. Si dice che in caso di necessità sia in grado di
ospitare varie migliaia di persone, la cui identità è ovviamente Top
Secret.
Il personale militare di Mount Weather aveva la responsabilità di
monitorare una serie di dispositivi sparsi in tutto il Nordamerica,
adibiti ad individuare riscontri di esplosioni nucleari. In caso di
attacco nucleare, i monitor avrebbero trasmesso attraverso una linea
telegrafica un segnale a varie località con personale in servizio.
Il 9 novembre 1965, gli “allarmi bomba” iniziarono a inviare
inquietanti informazioni a Mount Weather. Ventuno stazioni di
monitoraggio nucleare erano andate misteriosamente fuori servizio,
mentre il pannello di controllo lampeggiava di luci gialle. Ancor più
inquietante era il fatto che i sensori situati a Salt Lake City, Utah, e
a Charlotte, North Carolina, lampeggiavano tutti di rosso, ad indicare
che si erano effettivamente verificate delle esplosioni nucleari. In
concomitanza con questi eventi gran parte della costa orientale, inclusa
New York, fu interessata da un blackout elettrico che lasciò 30 milioni
di persone senza elettricità per circa 13 ore.
Il colonnello
J. Leo Bourassa era responsabile di
Mount Weather sin dall’epoca della sua realizzazione, alla fine degli
anni ‘50. Il sito Top Secret rientrava ufficialmente sotto il controllo
dell’Office of Emergency Preparedness, che in seguito sarebbe diventato
la FEMA, ovvero l’ente federale preposto alla protezione civile. La FEMA
è responsabile della gestione dei disastri naturali quali uragani e
terremoti, ed ha avuto anche la responsabilità della gestione della
situazione conseguente agli attacchi dell’11 settembre. A parte il
coordinamento degli interventi governativi per far fronte a questo
genere di eventi, la FEMA è anche incaricata di garantire che il governo
possa mantenere la propria operatività durante una catastrofe.
Dal profondo della fortezza segreta Bourassa, comprensibilmente, si
convinse che il paese fosse oggetto di un attacco nucleare sovietico e
decretò per l’impianto di Mount Weather lo stato di massima allerta;
Bourassa aveva intrapreso le prime procedure di preparazione per il
coinvolgimento degli Stati Uniti in un conflitto nucleare totale.
Fortunatamente gli altri settori dell’apparato militare determinarono
ben presto la reale natura degli allarmi e, a quanto pare, non vi fu
alcuna attivazione dei sistemi d’arma nucleari. La questione si risolse
da sé in breve tempo, tuttavia molti la considerano ancora un rischio
scampato per miracolo.
Se gli allarmi nucleari furono innescati dal blackout, resta comunque il quesito: quale fu la causa del blackout stesso?
Sopra: ritaglio di giornale e una foto scattata a New York City la notte del blackout
Luci al largo della costa orientale
Si ritiene che il blackout sia stato provocato da un’imponente
sovratensione di energia scaturita da una centrale elettrica nei pressi
delle cascate del Niagara. Le varie aziende elettriche sono tutte
collegate in una rete; di conseguenza, quando il primo impianto andò in
sovraccarico, la sovratensione transitoria si trasferì lungo le linee,
disattivando una centrale elettrica dopo l’altra, sino a quando la
maggior parte della costa orientale non rimase senza energia. I
funzionari delle aziende elettriche furono incalzati con insistenza
affinché spiegassero esattamente il motivo del fenomeno.
Lo furono ancor di più in merito alle misteriosi luci e “sfere di
fuoco” che volteggiavano sopra gli impianti. All’epoca i resoconti dei
giornali posero il quesito se ci potesse essere un collegamento fra
l’improvvisa sovratensione ed una serie di avvistamenti nei pressi delle
centrali elettriche prima, durante e dopo il blackout.
Il Niagara River scorre fra il Lago Erie e il Lago Ontario e funge
da confine naturale fra Stati Uniti e Canada. Lungo il proprio percorso
di 35 miglia il possente corso d’acqua ospita le Cascate del Niagara; in
realtà si tratta di un
gruppo di cascate, le due più grandi delle quali sono diventate una delle più popolari attrazioni turistiche del Nordamerica.
Un’ampia porzione delle acque che scorrono a monte delle cascate
viene deviata alle centrali elettriche da entrambi i lati del confine,
le quali a loro volta producono una rilevante quantità di energia
elettrica per la costa orientale. La centrale elettrica Sir Adam Beck,
sulla sponda canadese del fiume, fu ritenuta l’origine della
sovratensione.
In virtù del numero di avvistamenti avvenuti in zona, l’area
circostante le cascate del Niagara divenne nota come cosiddetto “punto
caldo UFO”. Il 22 settembre 1965, poco tempo dopo il blackout, il
Niagara Falls Gazette
pubblicò un rapporto su una dozzina di persone che avevano visto degli
UFO volteggiare sugli impianti del fiume Niagara e nei pressi delle
cascate:
“Gli oggetti, luci brillanti che mutavano colore, si trovavano al di
sotto della coltre di nubi e rimasero a quota alquanto bassa nel corso
di quasi tutto il periodo di osservazione. Gli osservatori hanno
affermato che non si trattava di elicotteri, né di aerei convenzionali. A
un certo punto, verso le ore 20.00, i due oggetti, che in precedenza
erano stati visti tenersi a distanza, si avvicinarono seguendo una rotta
di collisione sino a ‘incontrarsi’, per poi dirigersi assieme verso
Buffalo.”
Il pomeriggio del 9 novembre, in Ohio, due piloti riferirono via
radio di vedere due oggetti risplendenti a forma di disco, inseguiti da
jet militari. Gli UFO acquistarono velocità e volarono via, facendo
mangiare la polvere ai militari. Un’ora più tardi iniziarono gli
avvistamenti delle cascate del Niagara e poco dopo cominciò a mancare
l’energia elettrica. Molti riferirono della presenza di luci brillanti
in cielo ed un pilota che si dirigeva verso il Niagara Falls Airport
riferì di vedere “un bizzarro oggetto” che si librava sulla centrale di
Niagara Falls.
La sovratensione scese lungo la linea verso Syracuse, stato di
New York, ed altrettanto fecero i rapporti di luci nel cielo. Quando
l’energia venne a mancare, a Syracuse centinaia di testimoni riferirono
di vedere una serie di “sfere di fuoco” che stazionavano al di sopra
delle linee elettriche. Le luci fiammeggianti furono viste per diverse
ore e fotografate da un prete locale, William Stillwell, che le ha così
descritte:
“Il centro ruotava vorticosamente su sé stesso. Proveniva dalla
direzione di DeWitt [New York], schizzò via in diagonale e quindi fece
ritorno verso il punto di provenienza.”
Nel giro di alcuni minuti il blackout si estese a New York ed al resto
della costa orientale. Vi furono vari rapporti di luci nel cielo sopra
New York ed un reporter della rivista
Time scattò una foto di
quello che molti ritennero fosse un UFO che si librava sulla città
oscurata. I media si gettarono a capofitto sulla connessione UFO. Vi
furono numerosi servizi sulle misteriose sfere di fuoco e molti
editoriali richiedevano un’indagine governativa. L’
Indianapolis Star fu enfatico:
“La risposta è alquanto ovvia: oggetti volanti non identificati! Si
tratta di un aspetto che l’indagine a tutto campo non dovrebbe
trascurare.”
Anche le principali reti televisive si interessarono della questione. Su
Nightly News
della NBC milioni di spettatori videro tirato in ballo l’argomento
dell’avvistamento di UFO nelle località interessate dal blackout.
Infine venne avanzata una spiegazione ufficiale del blackout. A
quanto pareva una parte secondaria delle attrezzature non aveva
funzionato a dovere e non era riuscita a bloccare l’ingente
sovratensione transitoria. Questa spiegazione sembrò appianare, almeno
in parte, la controversia; quello che tuttavia restava ancora da
spiegare era l’origine del misterioso sovraccarico.
Quando il blackout colpì, il noto attore di Hollywood
Stuart Whitman
era bloccato al dodicesimo piano di un hotel di Manhattan. Dichiarò di
aver visto due UFO luminosi librarsi al di fuori della sua finestra, i
quali gli trasmisero un messaggio:
“Mi hanno detto che i responsabili del blackout erano loro — gli
esseri intelligenti dietro gli UFO. Avevano intrapreso tale iniziativa
per dimostrare al popolo della Terra di essere reali, e capaci di
imprese fenomenali… Mi hanno detto di essere preoccupati dallo sviluppo e
dai continui collaudi di armi nucleari. Per loro il fenomeno da noi
subìto è stata una pacifica ‘dimostrazione di forza’… Hanno detto che il
blackout era soltanto una piccola dimostrazione del potere di cui
dispongono per impedirci di annientare la nostra civiltà e i pianeti
circostanti. Hanno inoltre sottolineato che se andremo troppo in là con i
nostri atteggiamenti bellicosi essi interverranno. Hanno affermato di
essere in grado di bloccare il funzionamento di ogni apparato elettrico e
che potrebbero fermare le nostre ordinarie attività in qualsiasi
momento desiderassero farlo!”
UFO e interruzioni di energia
Alla fine vi fu un’indagine governativa che si occupò di questi
eventi. Nel 1968 la United States Congress Committee on Science and
Astronautics tenne delle udienze ed interpellò il Dr. James McDonald,
della University of Arizona, in merito al collegamento fra UFO ed
interruzioni di energia.
Il professore citò numerosi casi in cui ad avvistamenti UFO erano
seguiti disturbi di tipo elettrico, da interferenze radio e motori di
automobili che si spegnevano sino ad effettivi blackout di energia.
Nell’esame del blackout del 1965, l’eminente astrofisico riferì ai
membri del Congresso:
“Spesso gli UFO vengono avvistati mentre si librano al di sopra delle
centrali elettriche. In concomitanza con tali avvistamenti UFO si
verificano interruzioni di energia, in quantità relativamente ridotta ma
comunque troppo consistente perché si tratti di casi fortuiti… Anche in
occasione del blackout più celebre, quello di New York [9 novembre
1965], vi furono avvistamenti UFO.”
A trentotto anni di distanza, la causa del blackout resta ancora un mistero.
Fonte