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Thursday, January 4, 2018

Dentro il programma segreto del Pentagono per identificare gli Ufo

Ufficialmente la Difesa americana ha smesso nel 2012 di studiare possibili minacce aliene. Ma alcuni 007 non hanno mai interrotto le ricerche, convintissimi che gli extraterrestri abbiano già visitato la Terra

 

 "Quello che un tempo era considerato fantascienza ora è un fatto scientifico": è il 2009 e quella scritta nero su bianco è la conclusione contenuta in una relazione del Pentagono riservata solo agli ambienti interni. Al quinto piano dell'Anello C, all'interno del palazzo più blindato al mondo, da due anni un team super-selezionato sta lavorando a un programma segretissimo sull'esistenza degli U.F.O. dietro segnalazioni dei piloti dell'aeronautica militare su oggetti volanti non identificati e fenomeni inspiegabili avvistati. Ne viene fuori che gli "Stati Uniti non sono in grado di difendersi da alcune delle tecnologie scoperte", si legge nella nota. Sono questi i risultati ottenuti dall'"Advanced Aerospace Threat Identification Program", il "Programma avanzato per l'identificazione delle minacce aerospaziali" scoperto dal New York Times solo qualche settimana fa.

 Un programma ufficialmente chiuso ma ancora attivo
Per il suo piano segretissimo, il Pentagono ha stanziato 22 milioni di dollari all'anno (circa 19 milioni di euro). Una goccia in un oceano se paragonato ai 600 miliardi di dollari totali messi sul tavolo dal Dipartimento della Difesa. E così avrebbe dovuto essere, al punto che nessuno, al di fuori del Pentagono, è mai venuto a conoscenza del programma fino ad ora, quando un portavoce ha confermato la sua esistenza aggiungendo che è stato chiuso nel 2012. Stando, però, a quanto riporta il quotidiano di New York, che cita fonti accreditate, le indagini su questi avvistamenti continuano e che ad essere finiti sono solo i finanziamenti. Intanto fonti della Marina Usa hanno assicurato che nel 2004 a 100 miglia dalla costa sono stati registrati "oggetti volanti che apparivano all'improvviso a 80.000 piedi di altezza, si tuffavano in direzione dell'oceano e poi si fermavano d'un tratto all'altezza di 20.000 piedi. Quindi, come erano apparsi, sparivano".Un programma ufficialmente chiuso ma ancora attivo
Per il suo piano segretissimo, il Pentagono ha stanziato 22 milioni di dollari all'anno (circa 19 milioni di euro). Una goccia in un oceano se paragonato ai 600 miliardi di dollari totali messi sul tavolo dal Dipartimento della Difesa. E così avrebbe dovuto essere, al punto che nessuno, al di fuori del Pentagono, è mai venuto a conoscenza del programma fino ad ora, quando un portavoce ha confermato la sua esistenza aggiungendo che è stato chiuso nel 2012. Stando, però, a quanto riporta il quotidiano di New York, che cita fonti accreditate, le indagini su questi avvistamenti continuano e che ad essere finiti sono solo i finanziamenti. Intanto fonti della Marina Usa hanno assicurato che nel 2004 a 100 miglia dalla costa sono stati registrati "oggetti volanti che apparivano all'improvviso a 80.000 piedi di altezza, si tuffavano in direzione dell'oceano e poi si fermavano d'un tratto all'altezza di 20.000 piedi. Quindi, come erano apparsi, sparivano".

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Non è la prima volta che le forze armate americane si interessano agli oggetti volanti non identificati: lo avevano già fatto nel 1952 con il "Project Blue Book", quando studiarono fino al 1969 oltre 12mila avvistamenti, di cui un centinaio rimasero inspiegabili. Ma quaranta anni dopo, la Difesa americana torna a interessarsi dei possibili nemici dello spazio, e lo fa mettendo sul piatto una buona dose di finanziamenti.

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 Questa volta a volerlo fortemente è soprattutto il senatore democratico del Nevada, Harry Reid, da sempre interessato ai fenomeni spaziali. Ma a dare l'ok ci sono anche altri due senatori e membri di una sottocommissione che si occupa del budget della Difesa: il Repubblicano dell'Alaska Ted Stevens, morto nel 2010, e il Democratico delle Hawaii Daniel K. Inouye, morto nel 2012.

"Sono assolutamente certo dell'esistenza degli alieni"

I tre senatori decidono che il programma deve rimanere essere segreto; tra le ragioni, il fatto di non volere un dibattito in Senato sul suo finanziamento, cosa che non succede per i fondi destinati ad attività coperte da segretezza. A capo del progetto segretissimo c'è, invece, un ufficiale dell'intelligence militare americana, Luis Elizondo. Gran parte dei finanziamenti sono destinati alla società del magnate Robert Bigelow, vecchio amico di Reid e attuale collaboratore della Nasa. Lui che solo a maggio scorso ha detto al canale CBS di essere "assolutamente certo dell'esistenza degli alieni" così come del fatto che gli U.F.O. hanno visitato la Terra. 


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Robert Bigelow e il logo della sua azienda che collabora anche con la NASA


Sotto la guida di Bigelow, la sua compagnia - la Bigelow Aerospace - modifica il quartier generale di Las Vegas per lo stoccaggio di leghe metalliche e di altri metalli raccolti nel corso di fenomeni aereo non identificati. 
Il team che lavora al programma raccoglie registrazioni audio e video di prove di 'incursioni' di U.F.O. Ma sente addosso lo scetticismo della comunità": "I nostri scienziati temono di essere ostracizzati e i nostri media hanno paura di essere stigmatizzati. La Cina e la Russia sono molto più aperte degli Stati Uniti. Così come i Paesi più piccoli come il Cile, il Belgio, la Francia, l'Inghilterra e alcune nazioni sudamericane. Sono molto produttivi", sosterra' in seguito Bigelow. Nel 2009, Reid arriva a una conclusione: i risultati ottenuti sono talmente straordinari da meritare un più alto livello di sicurezza. E lo fa in una lettera indirizzata a William Lynn III, vice segretario della Difesa, che però gli nega la richiesta. Tre anni dopo, stando a fonti della Difesa citate dal New York Times, il programma viene chiuso definitivamente.


 Risultati immagini per Luis Elizondo ufo

Ma in un'intervista recente Luis Elizondo specifica che solo i finanziamenti sono stati sospesi e che lui ha continuato a indagare sul fenomeno. Fino allo scorso ottobre, quando ha deciso di dimettersi perché convinto che la sua attività fosse stata sottoposta a un eccesso di segretezza e che non fosse finanziata adeguatamente. "Perché non impieghiamo più tempo ed energie su queste questioni?", ha scritto in una lettera indirizzata al Segretario della Difesa James Mattis. Nella sua lettera di dimissioni ha espresso la sua frustrazione sui limiti imposti al programma, il quale - ha sottolineato a Mattis - rimane di fondamentale importanza per il bene delle forze armate e dell'intera nazione".


Sonia Montrella 

Fonte 

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