Spazio: ultima frontiera. Credere che si sia soli nell'universo è come credere che la Terra sia piatta. Come disse l'astrofisico Labeque al palazzo dell'UNESCO, durante il congresso mondiale del SETI di Parigi del Settembre 2008, " SOMETHING IS HERE", "Qualcosa è qui", e I TEMPI SONO MATURI per farsene una ragione. La CIA, l'FBI, la NSA, il Pentagono, e non solo, lo hanno confermato!
Il commento del nostro astronauta: "Sono onorato che abbiano scelto me per questo ruolo"
Nel 2019
Luca Parmitano, astronauta dell'Esa e tenente colonnello
dell'aeronautica militare, diventerà il primo comandante italiano della
Stazione spaziale internazionale. Parmitano sarà al comando nel corso
della sua seconda missione di lunga durata a bordo dell'Iss.
"Sono onorato che abbiano scelto me per questo ruolo -
ha commentato l'astronauta - e allo stesso tempo affronto con umilta'
questo compito". Luca Parmitano è stato il primo degli astronauti Esa
selezionati nel 2009 a volare sulla Stazione Spaziale nel 2013 ed è
rimasto in orbita per 166 giorni. Nella missione "Volare" che gli ha
affidato l'Asi (Agenzia spaziale italiana) ha raccolto dati per molti
esperimenti, alcuni dei quali in corso ancora oggi ed è stato anche il
primo italiano ad effettuare due attività extraveicolari (passeggiate
spaziali), la seconda delle quali interrotta anzitempo per un grave
problema alla sua tuta.
"Essere il comandante delle persone più preparate e
abili sul pianeta e fuori da esso - ha continuato Parmitano - può essere
'scoraggiante', ma mi vedo come un facilitatore; il mio obiettivo sarà
quello di mettere tutti nella condizione di lavorare al meglio delle
proprie capacità. In definitiva, però, sarò il responsabile della
sicurezza dell'equipaggio e della stazione e lavorerò per il successo
generale della missione. Ho lavorato con grandi comandanti e colleghi
che mi hanno insegnato tanto, farò del mio meglio per seguire l'esempio
di chi mi ha preceduto".
L'astronauta italiano si sta preparando per il suo
secondo viaggio nello Spazio eseguendo simulazioni e allenandosi con i
nuovi esperimenti a cui prenderà parte. Ora si sta allenando in Russia
sulla nuova navetta spaziale Soyuz che nel 2019 lo porterà in orbita
insieme all'astronauta della Nasa, Andrew Morgan e al cosmonauta della
Roscosmos, Alexander Skvortsov. L'equipaggio farà parte delle
Expeditions 60/61 e Luca Parmitano subentrerà al comando della Stazione
nella seconda parte della missione.
Plutone, l’ex nono pianeta del Sistema Solare, torna a far parlare di sé per uno studio sulla sua formazione
Continua a riservare sorprese e guadagnarsi gli onori della cronaca, come se volesse prendersi una rivincita sul declassamento a pianeta nano decretato dall’Unione Astronomica Internazionale nel 2006: Plutone, l’ex nono pianeta del Sistema Solare, torna a far parlare di sé per uno studio sulla sua formazione condotto da un team del Southwest Research Institute di San Antonio (Texas). La ricerca è stata illustrata nell’articolo“Primordial N2 provides a cosmochemical explanation for the existence of Sputnik Planitia, Pluto” e pubblicata recentemente sulla rivista di scienze planetarie Icarus.
Gli scienziati – riporta Global Science – hanno elaborato un modello riguardante la formazione di Plutone, basandosi sui dati raccolti da due storiche missioni di esplorazione planetaria: New Horizons della NASA e Rosetta dell’ESA. La simulazione è stata definita ‘modello cosmo-chimico della cometa gigante’ e si fonda in particolare sull’abbondante presenza di azoto nella Sputnik Planitia, un ampio ghiacciaio – situato sulla superficie del pianeta nano – che forma la zona sinistra della Tombaugh Regio. Nel costruire il modello, gli studiosi hanno riscontrato una particolare coerenza tra l’ammontare dell’azoto nel ghiacciaio e quello che si sarebbe accumulato, se Plutone si fosse formato dalla fusione di un miliardo di comete o altri oggetti della Fascia di Kuiper con una composizione simile a quella di 67P, la cometa esplorata da Rosetta.
Il gruppo di lavoro ha cercato anche di capire quale sia stato, in passato, il comportamento dell’azoto del
pianeta nano: ad esempio, se questo elemento volatile possa essere
fuoriuscito dall’atmosfera ed essersi diffuso nello spazio. Per avere un
quadro chimico più completo, inoltre, i ricercatori hanno dovuto
armonizzare i dati relativi alle proporzioni di monossido di carbonio (ora scarsamente presente su Plutone) e quelle dell’azoto. Gli autori dell’articolo ritengono che la composizione chimica dell’antico Plutone sia stata influenzata dagli oggetti cometari che lo avevano formato e poi sia stata successivamente modificata dall’acqua allo
stato liquido, presente forse in un oceano sub-superficiale. Lo studio,
secondo il team, è infine una dimostrazione di come si possano
costruire nuovi scenari di ricerca utilizzando in maniera innovativa i dati raccolti da missioni di successo.
Siamo
soli nell’universo? La celebre equazione di Drake e gli ultimi dati
della missione Kepler, col sistema planetario di Trappist-1
È altamente probabile che ci siano altre forme di vita nell’universo,
ma queste includono anche batteri e simili. Se parliamo di una società
evoluta simile alla nostra, la questione è decisamente problematica: ad
esempio, la vita su Europa,
satellite di Giove, è un’ipotesi altamente supportata, ma probabilmente
si tratterebbe di vermi. C’è una semplice, anche se lunga formula, che
cerca di trovare una soluzione alla questione dell’esistenza di altre
forme di vita intelligente e vale la pena darci un’occhiata. È stata
enunciata nel 1961 dall’astronomo e astrofisico statunitense Frank Drake e quindi si chiama equazione di Drake.
Essa tenta di stimare il numero di civiltà extraterrestri presenti
nella nostra galassia con le quali potremmo comunicare. Eccola:
N = N* × fp × ne × fl × fi × fc × LDove:N = numero di civiltà extraterrestri con cui possiamo comunicare presenti nella nostra Galassia;N* = numero di stelle nella nostra Galassia;fp = frazione di stelle che possiedono pianeti;ne = numero medio di pianeti in un sistema planetario che possa ospitare la vita;fl = frazione di pianeti su cui la vita si è sviluppata;fi = frazione di pianeti sui quali si è sviluppata la vita intelligente;fc = frazione di civiltà extraterrestri capaci di comunicare;
L = stima di età delle civiltà extraterrestri (devono avere un’età simile alla nostra o un po’ più vecchie).
Tutti i termini di questa moltiplicazione
sono le condizioni che devono verificarsi contemporaneamente per avere
un certo numero di civiltà extraterrestri con cui noi possiamo
comunicare. Ci sono due modi per interpretare i termini di questa
equazione. Il tutto dipende da quanto siamo ottimisti: nel peggiore dei casi il numero di civiltà extraterrestri con cui possiamo comunicare è 2×10-5, nel migliore 107.
È evidente, quindi, che ora come ora non abbiamo abbastanza
informazioni per utilizzare l’equazione di Drake. Abbiamo, però, dati
osservativi affidabili che ci danno le prime certezze.
Secondo gli ultimi dati della missione Kepler, abbiamo 21 pianeti candidati a ospitare la vita, cioè pianeti che si trovano nella cosiddetta zona abitabile.
Per zona abitabile s’intende una regione nei cui pressi la temperatura
media è tra il punto di congelamento e di ebollizione dell’acqua. La
grandezza di tale zona dipende, ovviamente, dal tipo di stella: le stellefredde hanno una zona abitabile molto ristretta, mentre le stellecalde
hanno una zona abitabile più vasta. Le stelle che possono ospitare
pianeti abitati sono, infatti, quelle che vivono più a lungo e che per
un lungo periodo di tempo sono in una fase stabile della loro
evoluzione: esse sono oggetti estremamente dinamici. La zona abitabile
si allarga e si restringe con l’evolversi della stella: si sospetta, ad
esempio, che possa esserci stata qualche forma di vita su Marte.
I nostri strumenti diventano
sempre più evoluti, ogni anno facciamo passi sempre più grandi e siamo
sempre più vicini a trovare la risposta al “siamo soli?”. La scoperta
del sistema planetario di Trappist 1,
con la sua ampia zona abitabile, è una grande conquista: l’astrofisica
può farcela. Tuttavia, possiamo affermare con voce sicura: no, per ora e
per moltissimo tempo, tendente, forse, a infinito, non potremo
raggiungere fisicamente un altro sistema planetario. Possiamo
comunicare? Forse. Possiamo andarci? Quasi certamente no. Bisogna fare i
conti il nostro più grande limite: 2,9979 × 108 m/s, la velocità della luce.
Qui, dalla nostra comoda astronave
naturale, non vediamo così tanto, ma possiamo mandare sonde a indagare
per noi: qui pensiamo, qui costruiamo, qui ipotizziamo e,
straordinariamente, spesso ci prendiamo. Vi lascio con un paio di
domande su cui amo riflettere:
Quante società, prima della nostra, si sono succedute? Quanta storia
c’è nell’universo? È qui che l’astronomia diventa archeologia cosmica,
ricerca del prima, ricostruzione dei fatti, stesura del più grande
racconto mai scritto. L’astronomia ha i mezzi per spingersi più indietro
di qualsiasi altra disciplina, può andare spedita in retromarcia.
E se la vita altrove
fosse radicalmente diversa da come la vediamo noi? Per quanto ne
sappiamo, la vita si è sviluppata così perché le condizioni erano
queste, ma è questa la migliore delle vite possibili? È questa l’unica vita possibile?
Commento di Oliviero Mannucci: Se gli scienziati vorranno entrare in contatto con altre civiltà di esseri viventi intelligenti, dovranno fare un notevole salto di qualità nell'aprire la loro mente, perchè, come ho già detto altre volte, il cervello è come un paracadute, funziona solo quando si apre.
The paper recounts a course of bizarre events that
occurred near the USS Nimitz while it was sailing off the Baja Peninsula
in November 2004.
Even though
the 2004 encounter between an unidentified flying object nicknamed the
'Tic Tac' and U.S. Navy Hornets made headline news last Winter via its
associated with a secretive Pentagon program to investigate UFO
encounters, and possibly much more, the story had been talked about in detail among military aviation circles for years.
But now we have an official report that came out of the aforementioned
Advanced Aviation Threat Identification Program (AATIP) that makes a
number of conclusions based on its findings. Above all else, it offers
far more granular detail about the now historic incident than what had
previously been released.
The document comes to us via
George Knapp's intrepid I-Team, which is part of Las Vegas CBS
affiliate Channel 8's Newsroom. You can and should read it in its entirety by clicking here. Knapp's team explains how they obtained the document in their article, stating:
"Earlier
this year, we made a whirlwind trip to Washington for a debriefing
arranged by former Senator Harry Reid. While in D.C., the I-Team
obtained copies of unclassified documents related to the UFO encounters,
including the Tic Tac. The analysis was compiled in 2009 with input
from multiple agencies. It confirms the Nimitz group had several
interactions with AAV's, Anomalous Aerial Vehicles."
The
13-page report isn't dated and lacks a cover sheet, but it provides a
rich recounting of the encounter, with a clear accounting of the assets
and sensors involved, and how the Navy handled the incident
administratively in its aftermath. The supercarrier USS Nimitz, the Ticonderoga class cruiser USS Princeton,
E-2C Hawkeye airborne early warning and control aircraft, and F/A-18C
Hornets and F/A-18F Super Hornets were all involved with the incident.
Other ships that were also part of the Nimitz Carrier Strike Group were
also likely involved but to a lesser degree.
But maybe what's most important is that it really wasn't just
an incident, the report states that the objects were detected over six
days, from November 10 to the November 16th, 2004. Intermittent radar
detection of a number of objects near the strike group as it plowed the
waters off of the Baja Peninsula showed fantastic agility. They dropped
from 60,000 feet down to just above the water in a number of seconds and
hovered there before zooming off "high velocities and turn rates."
Yet
even with an arsenal of the most powerful air defense sensors and
combat systems in the world, the objects were impossible to continuously
track. The report does note that if the USS Princeton, which
acts as the nerve center for the carrier strike group's air warfare
mission, was in ballistic missile tracking mode it may have been able to
better track the objects as the filters that throw out clutter not
indicative of an air-breathing threat would not be active.
Visual Contact
Over
nearly a week, three separate events related to the mystery targets
occurred, but on November 14th the phenomenon went from electronic to
highly tangible. It started out around 10:00AM local time with the Princeton, callsign
POISON, asking an E-2C orbiting high overhead to use its powerful
AN/APS-145 radar to look-down and attempt to paint a target in a
particular piece of sky that the ship was tracking.
At first, it
looked like just a wave on the E-2 crew's scopes, but it turned out to
be a very faint target with no velocity indication. The Princeton
asked to take control of a pair of F/A-18F Super Hornets belonging to
VFA-41, callsign FASTEAGLE 01, the E-2 was directing as part of a
training mission. Controllers on the ship wanted to vector them to the
ghost-like target in an attempt to get a better handle on what these
strange radar returns were. The jets were only armed with captive
training missiles.
What the pilots saw as they came within about a
mile of the target was a white, featureless object—no wings, engines,
control surfaces, or surface features—that measured roughly 45 feet long
and looked like a flying Tic Tac. Commander David "Sex" Fravor, the
commanding officer of VFA-41 and the pilot in the lead Super Hornet that
day, noted that the outer shell of the craft looked like a
"whiteboard." The object was low over the water which was frothing
underneath. According to Fravor, it looked almost like the water was
"boiling" below the object, which was moving above the water "like a
Harrier." It then started moving at about 500 knots at 500 to 1,000 feet
over the ocean.
The
Super Hornet's own AN/APG-73 radar couldn't detect the object even at
close range. The pilots relied on a Link16 target track—presumably from
the USS Princeton—to help them arrive at the target. They even tried making a 'helmet lock'—using their Joint Helmet Mounted Cueing System (JHMCS)
to slew the jet's sensors onto the target—but it didn't work. The
aircraft did not have a targeting pod mounted on it at the time of the
event.
Fravor's then tried to intercept the Tic Tac by diving down
toward it but "it appeared to recognize" him and took evasive action.
Eventually, it pulled into the vertical and shot away at supersonic
speed. The pilots asked the Princeton if they had the object
still on their radar, and they replied "picture clean" meaning no
unknown radar contacts appearing on their scopes. Then moments later
they chimed back in stating "you're not going to believe this, it's back
at your CAP!" The object hadn't just shot away at blistering speed, it
actually returned to where the Super Hornets were on station performing a
practice combat air patrol before the incident began.
When the
pilots returned to the ship they were questioned about their jets and
their operability—they were brand new with less than 100 hours on them
and worked perfectly according to the pilots. They were also asked if
they had experienced any physiological issues during the flight, which
they hadn't.
Word
of the incident got around the carrier fast and personnel in CVIC (the
aircraft carrier's intelligence center) donned tin-foil caps to greet
the pilots as they showed up to debrief their UFO encounter and didn't
take it seriously at first. The Super Hornet crews were not asked to
sign any unique paperwork or non-disclosure agreements. The report also
noted that the crews were constantly ridiculed over the weeks that
followed.
Fravor has since gone on the record regarding the incident and describes his memory of it:
During the same period of
time, another jet, this time an F/A-18C from the VMFA-232, was on a
check flight from the ship after undergoing maintenance when controllers
asked the pilot if the unarmed fighter had any weapons onboard—not a
normal question while doing training off the western seaboard—and
vectored the aircraft to an unknown target.
The previously
mentioned pair of VFA-41 Super Hornets that actually saw the object were
also heading toward the target to investigate at this time. Upon
arriving in the target area, the Marine Hornet pilot didn't see the
white craft, but he did spot a big disturbance on the ocean's surface
roughly 150 to 300 feet in diameter. The pilot noted that seas around
this foaming area were calm.
As
the pilot left the scene he could see that the disturbance was
dissipating. Upon debriefing with intelligence personnel, he was asked
if he ever saw the "supersonic Tik Tak." He reported that he didn't. But
the strange water phenomenon happened near where the Super Hornets were
chasing the object and had just witnessed the "boiling" sea underneath
it before it darted off.
VFA-41 Super Hornets v. Tic Tac Round Two
Another
Super Hornet flight from VFA-41 launched after FASTEAGLE01 landed. By
then it was roughly 3 PM. The crews exchanged information in the
paraloft where they suit-up and suit-down before and after missions with
the hopes that the second flight would also spot the object on their
training mission. Once airborne and setup on station, the tracks of
identified craft began to appear via the Super Hornet's Link16 data-link
terminal at roughly 30-40 miles south of their position. They could get
only intermittent and faint radar returns while searching for the
object with their own radar. The report describes the crew's attempts to
track the target in technical detail:
Eventually,
the crew was able to spot the target on with their ATFLIR targeting
pod. After landing, the Super Hornet crew noted they could not confirm
that this was the exact same thing the FASTEAGLE01 had seen as they
never obtained a visual on it. The FLIR video captured that day has
since become its own cultural phenomenon.
Overall, the report really paints a picture of how this was a larger
event that impacted more people in some way than what most realize. It
included three separate flights of aircraft, all of which observed the
phenomenon in different ways.
What came after the aerial
encounters is also of significant importance. When Commander Fravor, the
lead Super Hornet pilot from the primary intercept, debriefed with the
Carrier Air Wing's lead intelligence officer, they didn't know what to
do with the information. If the pilot wasn't a Commander, squadron CO,
and generally highly regarded it likely would have been given even less
weight according to the report.
Encounter With Mystery Aircraft Over Oregon:
Eventually, the account and the FLIR video were sent to the captain of 3rd Fleet Intelligence, where it supposedly
met a dead-end. The Captain in charge there thought it needed no
further investigation because happened during training at home and he
thought it "was part of a counter-drug operation based on the area of
operations." The reluctance to look deeper into the incident, at least
officially, seemed to be true within the upper echelons of the Carrier
Strike Group itself. But the report also makes an interesting note of
just how incredible this encounter actually was, and how quickly any
known investigation into it died:
Another interesting aspect of this paper is that it mentions the USS Louisville (SSN-724), a Los Angeles class nuclear fast attack submarine that was also operating alongside the Nimitz.
It makes note that the submarine didn't detect any unusual acoustic
information or other anomalies during this whole event, even considering
the churning water the craft seemed to cause.
The
report makes the conclusion that the objects likely never went below
the water's surface due to the submarine's lack of awareness that the
event was even occurring. If it did submerge, it meant this object
represented a "highly advanced capability" that could evade the
submarine's ultra-sensitive sonar and hydrophones.
And that's not the only conclusion the report comes to, there are six in all:
The
'Anomalous Aerial Vehicle' was of unknown origin and represented
technology not currently in the possession of the U.S. or any other
nation.
It featured broadband RF stealth making the use of radar against it largely ineffective.
The
craft manifested extreme performance but did not have lifting
structures or control surfaces required for traditional flight.
It
showed that it has some kind of advanced propulsion capability making
it able to go instantly from hovering to very high speed and to make
very abrupt course changes.
It was able to 'cloak' itself, becoming invisible visually to the naked eye.
Possibly capable of operating undersea without being detected by the most advanced sub-surface sensors.
Luis Elizondo, a former military intelligence officer that ran the AATIP program in association with contractor Bigelow Aerospace,
told the I-Team that this is one of many other documented encounters
that are just as impressive, but because of their classification, he
can't share details about those incidents.
It's also worth
mentioning that a somewhat similar, albeit less compelling incident has
been disclosed. It occurred in the Atlantic 11 years later, with Hornet
pilots once again being the on-scene investigators. You can read about this incident here and see the video that was published along with it below:
What's more compelling is that this report is a far less in-depth and
detailed white paper than its highly classified companion, which we
aren't likely ever to be able to see.
Regardless if you think the
AATIP program was totally legit or some type of elaborate misinformation
mechanism dreamed up in the darkest corners of the defense-industrial
complex, during that week in November of 2004, something totally strange
did indeed occur. And it didn't just happen in a blink of an
eye, it happened over days, with the object in question being examined
by a multitude of the U.S. Navy's front-line sensors as well as by the
human eye of one of the best-trained and reliable observers one can
imagine.
UFO sightings are a dime a dozen these days and they have been for a
while, but back in December, the New York Times released the results of
an investigation into the US military’s monitoring of UFO claims and
came up with something totally wild. It was a video released by the
Pentagon that shows US Navy pilots tracking the movements of a totally unexplainable aircraft.
Now, a local news team from Las Vegas has obtained a military report
that offers even more details on the sighting and the story is somehow
becoming even more bizarre than it already was. The report explains
in great details how a US Navy aircraft carrier played a strange game
of hide and seek with multiple Anomalous Aerial Vehicles (AAVs) that
demonstrated flight characteristics that should be downright impossible
to pull off.
The sightings began on Nov. 10, 2004, and lasted for several days.
The objects would appear on the carrier’s radar systems for short
periods, seeming to hover still, and then fly off at high speeds.
Confused by exactly what was going on, the crew decided to
investigate. When the object appeared again a few days later, a pair of
F/A-18Fs was directed to check out the strange signals. The result is
the now-famous video showing the “Tic Tac”-shaped UFO cruising along at incredibly high speeds and making rapid changes in altitude.
In the new report, the object is described as “solid white, smooth,
with no edges” and being “uniformly colored with no nacelles, pylons, or
wings.” The report says the object was estimated to be about 46 feet
long. By comparison, the F/A-18 fighters that were trailing it measure
around 56 feet long, meaning that whatever it was that the Navy spotted
could feasibly hold one or more human-size individuals.
The pilot said they never felt as though the object was a threat, but
the report notes that the AAV seemed to react to the presence of the
jets, “demonstrating an advanced acceleration, aerodynamic and
propulsion capability.”
Throughout the several days of seeing the object come and go, the
Navy says it may have demonstrated the ability to “cloak” and disappear
to the human eye. Its rapid descent from 60,000 feet to just 50 feet
before disappearing also made officials consider the possibility that it
was capable of operating underwater, effortlessly moving from the air
to the sea at will.
It’s all pretty freaky.
With that incredibly strange UFO report and jaw-dropping video from the US Navy
still fresh in everyone’s minds, news out of China that a UFO was found
crashed in a forest in the Fujian province might get your pulse to
quicken a bit.
Unfortunately — or fortunately, depending on your point
of view — the large chunk of twisted metal found sitting silently
amongst the foliage has a much more mundane explanation.First discovered by a pair of Chinese power plant workers traveling
to their job, the object did indeed come from space, but it was made
right here on Earth. The large metal cone was actually the nosecone fairing from a recent Chinese rocket launch, according to the country’s space agency.
The country sent its Long March 4C rocket skyward
on May 20th to deliver a communication satellite into orbit. The
launch, which was conducted at the Xichang Satellite Launch Centre in
the Sichuan province, went just fine, but apparently space agency
officials lost track of where the rocket’s nosecone was going to land.
The spot where it crashed down is largely woodland, but it’s not
terribly far from some populated villages. In fact, the officials
investigating the UFO-turned-space-junk recruited some villagers to help
carry and store the fairing for “safekeeping.” Authorities eventually
transported the nosecone back to the launch center by people who are
actually paid to handle that sort of thing.
The launch of the relay satellite was part of China’s newfound
ambitions for exploring the Moon. The country plans to launch and land a
probe and rover on the dark side of the Moon, which would be a first
for humanity. The date of that launch is still up in the air, but the
current timeline sees the country completing its goals by the end of
2018. Let’s hope no more space junk falls on any Chinese villages in the
process.
Lucas Budel, 19, said he spotted the mysterious aircraft near his home in High Wycombe, Buckinghamshire
The area is home to the RAF base which used to investigate UFO sightings and which now houses Headquarters Air Command
Footage appears to show a white mass making unusual movements in the sky, leaving wispy trails behind it as it goes
In the video, a white mass can be seen making unusual movements in the sky, leaving wispy trails behind it as it goes.
Mr
Budel said: 'I was just sitting in my room at my computer when I saw an
extremely bright light out my window falling from the sky.
'I
initially thought it was a meteor falling, which is already quite
unusual to see, until its motion stopped for a few seconds and went back
up.
'I was so in awe that I didn't have time to record it. It then disappeared.'
But
when the supposed UFO reappeared, Lucas was ready. 'I went back to my
desk and got my phone so when I saw it again I used that to record it,'
he said.
The best way to describe it was like an electrical cloud moving in alternating directions continuously.
'At one point it looked as if red sparks or electricity was flying out of it.
'At
another point it seemed like whatever it was lost its power and started
falling to the ground before the 'engines' started back up.'
Lucas
claims he also witnessed the UFO split in two, becoming two separate
bodies of light. 'I'm positive that it was some strange phenomena,' he
said.
'Be it ball lightning, military testing or something extraterrestrial. It looked like a vaporising electrical cloud.
'Someone also said it could be an RC plane but from what I saw it didn't seem like that at all.
'I've never seen anything else like this, specifically in my area.'
ROMA – “Un oggetto nero, opaco con una
forma spigolosa romboidale, che volava su una linea precisa orizzontale
roteando su se stesso”. Un testimone descrive così il presunto Ufo avvistato a Capannori nell’aprile 2017
“Veniva da Lucca si dirigeva verso Montecatini con una velocità sostenuta” specifica l’uomo agli ufologi di A.R.I.A.
(associazione ricerca italiana aliena). “Non emetteva rumore e non ha
cambiato traiettoria sempre alla stessa altezza fino a sparire alla
vista, ricordo che era un pomeriggio dell’otto aprile 2017 tra le 16/17.
Purtroppo la ripresa è breve in quanto mi trovavo in giardino e mi sono
accorto della presenza soltanto quando ho alzato lo sguardo in cielo e
così ho cercato di riprenderlo con il mio huawei p8”, conclude.
Il testimone si trovava nel suo giardino il pomeriggio
dell’avvistamento. A poco più di un anno di distanza da quel giorno ha
deciso di contattare il team di A.R.I.A. per un ulteriore controllo ed
esame sull’oggetto volante da lui ripreso.
L’ufologo e fondatore dell’associazione, Angelo Maggioni, sottolinea che si tratta di un filmato non manipolato.
Quello ripreso in quei 13 secondi “rappresenta un oggetto solido con un
movimento intelligente, il contrasto ne permette di stabilire una sua
certa densità. Nei primi riscontri incrociati si è potuto escludere alcuni oggetti convenzionali come aerei di linea, militari (conosciuti), lanterne, droni e volatili“. “Secondo la dichiarazione del testimone l’oggetto risultava essere
romboidale, ruotava su se stesso mentre avanzava con una velocità
sostenuta ma regolare, nel video – si legge ancora sul sito di A.R.I.A. –
Al momento dell’indagine e del sopralluogo della zona si può osservare
il punto dell’avvistamento che vede interessata la zona di Capannori,
già teatro di significativi avvistamenti tra il 2016/2017 e che conferma
una presenza particolare di oggetti non meglio identificati. E’ bene
però rammentare che, come afferma lo stesso ex M.llo dell’A.M. che la
zona è anche interessata da basi militari di Pisa e esercitazioni e
dunque non si può escludere che possa trattarsi di un oggetto
sperimentale. Ma su una cosa il team è certo: al momento non si è potuto risalire all’identificazione dell’oggetto, che rimane a tutti gli effetti misterioso e straordinario“.
Un argomento che divide il mondo a metà: da una parte chi
crede che esistano e dall’altra chi invece non ci crede nemmeno un po’.
Nota del blogger: video diffuso dal Pentagono dove il pilota parla esplicitamente di oggetto volante che fa manovre impossibili per qualsiasi aereo terrestre. Il Pentagono, ha finalmente ammesso nei mesi scorsi, di aver spesso vari milioni di dollari nello studio degli UFO per ragioni di sicurezza nazionale. Il termine UFO infatti è stato coniato dai militari anni or sono, e significa Oggetti Volanti non Identificati. Se l'hanno coniato appositamente la ragione è chiara quasi a tutti oramai. Tranne a chi si ostina di non voler accettare una realtà ineluttabilmente e statisticamente inconfutabile. Nell'universo esistono altre civiltà che abitano altri pianeti e viaggiano tra le stelle!
Un mistero che ancora non è stato risolto e che chissà se si risolverà mai.
Numerosi sono gli avvistamenti di ufo, molto sono state ritenute
bufale mentre altre sono rimaste li senza una spiegazione e senza il
coraggio di dire se era davvero un vero ufo o no.
Partiamo con il dire che con il termine ufo s’ intende un oggetto
volante non identificato. In Italia ci sono stati alcuni avvistamenti di
ufo che ancora oggi nel 2018 non hanno spiegazione e che hanno lasciato
un ombra di mistero ancora più grande.
Marzo 1945. Una notte l’ equipaggio di un bimotore
Boston del 55° squadrone vide 6 palle di fuoco in fila nel cielo. Le
palle diedero anche delle interferenze agli strumenti del veicolo.
Novembre 1864. La contessa Montespertoli vide nel
cielo un globo bianco grandissimo, più della luna. Poi all’ improvviso
usci un altro globo più piccolo arancione e anche quello grande prese lo
stesso colore per poi scomparire all’ improvviso.
24 aprile 1950. Un operaio afferma di aver visto
uno strano veicolo circolare e vide tre individui che stavano come
cercando si sistemare una rottura. Offri il suo aiuto ma i tre individui
si parlarono in maniera strana lo colpirono con una luce e poi
sparirono. Al mattino c’ era quanto orme circolari sulla terra.
2 luglio 2008. Un pilota di aliante si trovo in
cielo con un oggetto bianco che seguiva la sua rotta. Faceva cambi di
posizione in maniera velocissima e dopo un po’ scomparve all’
improvviso. Aosta affermò che non vi erano altri veicoli in cielo oltre a
lui e il GPS registro tutto l’ accaduto ma ancora non si riesce a dare
una spiegazione al fatto.
Fiorentina – Pistoiese del 1954: Sospesa quando 10.000 persone avvistarono gli UFO
Era il 27 ottobre 1954, una classica domenica di inizio autunno, quel
giorno si giocava Fiorentina – Pistoiese, una partita del campionato
riserva, una competizione che oggi non esiste più. Un match che avrebbe
dovuto essere senza storia, ma che invece rimase impresso nella mente
dei tanti tifosi e di molta gente in tutto il mondo per un fatto
assolutamente particolare.
Durante il secondo tempo, precisamente alle 14:20, il pubblico
comincia a rumoreggiare non per la partita, ma per qualcosa che si vede
nel cielo. L’arbitro alza gli occhi al cielo e vede quello che i 10.000
tifosi del Franchi stavano osservando da qualche decina di secondi: 20
oggetti volanti non identificabili che passano sullo stadio. La certezza
sul numero degli oggetti volanti a distanza di anni non è più assoluta.
L’arbitro sospese la partita e tutti rimase ad osservare questi strani
oggetti dalle forme più disparate che “navigavano” sopra le teste di
spettatori e giocatori.
Dopo pochi secondi, da questi oggetti cominciò a cadere una specie di
neve, una serie di filamenti che sembravano bambagia ma che, al
contatto con le mani, evaporava svanendo nel nulla.
Alfredo Jacopozzi, studente di ingegneria, riuscì a raccogliere un
piccolo campione e a portarlo all’istituto per le analisi
dell’università di chimica di Firenze, dove il professor Canneri esegui
una spettrografia decodificando le sostanze chimiche del composto: Boro,
Silicio, Calcio e Magnesio. Il professore descrive la sostanza come “a
struttura fibrosa, di notevole resistenza meccanica alla trazione e alla
torsione. Al riscaldamento imbruniva lasciando un residuo fusibile e
trasparente”. ( Nota di Oliviero Mannucci: Perchè si omette che il professor Canneri descrive la composizione chimica sopra descritta come una probabile tipo di vetro) Tutta la Firenze e le zone limitrofe quel giorno vennero
coperte da questi strani “capelli d’angelo”.
Molti giornali anche esteri, diedero ampio risalto alla notizia. Il
quotidiano fiorentino La Nazione con il giornalista appassionato di
misteri Giorgio Batini si interessarono molto, è sua l’intervista
rilasciata quasi 60 anni dopo al programma Voyager.
La BBC ha realizzato uno speciale per ricordare l’evento, in cui i
protagonisti di quel giorno, giocatori e spettatori, hanno rilasciato
una serie di interviste. Ardico Magnini: “Ricordo tutto, dalla A alla Z.
Fu qualcosa che sembrava un uovo che si muoveva lentamente, piano piano.
Ogni persona che era allo stadio era in osservazione e vedeva degli
scintillii che cadevano dal cielo, come glitter argentati. Rimanemmo
tutti stupiti perché non avevamo mai visto niente di simile prima”. Romolo Tuci: “In quegli anni tutti parlavano alieni,
tutti parlavano degli UFO e noi ne abbiamo avuto l’esperienza, li
abbiamo visti, direttamente, per davvero.” Gigi Boni, un fan della Fiorentina, racconta
diversamente la cosa: “Si muovevano molto velocemente e a un tratto
smisero, durò in tutto un paio di minuti. Li descriverei come fossero
dei sigari cubani. Penso che fossero extra-terrestri, e non c’è altra
spiegazione che possa dare”.
L’arbitro registrò che il gioco fu sospeso a causa di spettatori che guardavano qualcosa nel cielo.
Commento di Oliviero Mannucci: Se volete farvi delle grasse risate cercate in rete la "spiegazione" a dir poco rocambolesca del CICAP, che sostiene, arrampicandosi sugli specchi, che gli UFO in questione visti da migliaia di persone come oggetti metallici a forma di sigaro cubano, non sarebbero altro che dei riflessi provocati da un materiale lanciato da aerei militari per ingannare i radar nemici ( ma la guerra a quel tempo non era già finita da un bel po'? Quali aerei nemici andavano ingannati?) e la famosa bambagia silicea, avvistata quel giorno e comune a decine di altri avvistamenti UFO avvenuti in tutto il mondo, sempre per il CICAP, non sarebbe altro che matasse di ragnatele prodotte da ragni volanti. Peccato che il professor Canneri, che ebbe modo di a analizzare tale materiale lo descrisse così: “a
struttura fibrosa, di notevole resistenza meccanica alla trazione e alla
torsione. Al riscaldamento imbruniva lasciando un residuo fusibile e
trasparente”. " Un vetro borosilicato" meglio conosciuto come Pyrex o Bk7 e con altre denominazioni, utilizzato in campo ottico, farmaceutico( apparecchiature chimiche)e in alcuni componenti delle centrali nucleari, cosa ha a che fare con le matasse di ragnatele prodotte da sedicenti ragni volanti solo il CICAP lo sa. Un CICAP cari lettori, che si dovrebbe solo vergognare di mentire spudoratamente per addormentare il cervello della gente. Voi pensate solo ad una cosa, quante stronzate ha messo insieme per cercare di spiegare un avvistamento ufologico autentico visto da migliaia di persone.
1) Cosa ci facevano aerei militari a buttare sopra allo stadio una sostanza che ingannasse i radar nemici? Che guerra stavano combattendo e contro chi? C'è da sghignazzare solo a pensarci.
2) Quante volte nella vostra vita avete visto matasse di ragnatele cadere dal cielo prodotte da ragni volanti? Guarda caso, oltre agli aerei impegnati in una battaglia non si sa con chi, ragni volanti arrivarono sopra lo stadio a buttare matasse di ragnatele sopra a mezza Toscana.
3) Il composto analizzato dal prof. Canneri non corrisponde minimamente con gli elementi chimici presenti in alcun tipo di ragnatela esistente al mondo.
Risultato: IL CICAP E' UN ASSOCIAZIONI DI DEMENTI! E CHI GLI CREDE E' NE PIU' NE MENO COME LORO. LE " SPIEGAZIONI" DEL CICAP SONO STATE PIU' VOLTE SMENTITE DALLO STESSO MONDO SCIENTIFICO AL QUALE LORO DICONO DI APPARTENERE. LA BUFALA PIÙ GROSSA CHE DISSERO E' CHE LA SACRA SINDONE NON HA OSPITATO IL CORPO DI GESU', FACENDO UNA FIGURA DI MERDA MONDIALE, QUANDO VENNERO SMENTITI IN MANIERA SPETTACOLARE DA UN TEAM DI STUDIOSI.
Il documento segreto di Einstein e Oppenheimer e la questione aliena
Nel giugno del 1947,
Albert Einstein e J. Robert Oppenheimer avevano scritto un documento di
sei pagine intitolato "Relazioni con gli abitanti di corpi celesti"
(Rapporti con gli abitanti di corpi celesti -traduz.). Il documento
riferisce che la presenza di veicoli spaziali non identificati era stata
accettata dai militari.
Questo documento
affronta alcune tematiche come ad esempio la 'loro' provenienza e su
come dovremmo comportarci qualora dovessimo scoprire un loro
insediamento sulla Terra e come il genere Umano dovrebbe interagire con
loro. Infine,nel documento si discute circa la presenza di 'astronavi
celesti' nella nostra atmosfera a seguito dei risultati ottenuti dagli
esperimenti militari per gli armamenti e dai test di fissione e fusione
nucleare.
Einstein e Oppenheimer
incoraggiano a considerare la nostra situazione attuale e il potenziale
di sicurezza per il futuro che dipendera' solo dalle nostre azioni. Come
possiamo evitare questo pericoloso destino al quale andiamo incontro?
Di seguito è riportato un estratto dal documento:
"Il rapporto con gli
alieni in fondo non costituirebbe un nuovo problema dal punto di vista
del diritto internazionale, ma offrira' la possibilità di confrontarsi
con esseri intelligenti che non appartengono alla razza umana
costringendoci a discutere di alcune problematiche le cui soluzioni
sarebbero difficili da concepire. In
linea di principio, non vi è alcuna difficoltà ad accettare la
possibilità di raggiungere un accordo con loro, e stabilire ogni sorta
di relazioni. Se questi esseri intelligenti posseggono una cultura e una
organizzazione politica più o meno perfetta, avrebbero il diritto
assoluto di essere riconosciuti come un popolo sovrano e indipendente.
Un'altra possibilità
potrebbe essere che una specie di Homo sapiens avrebbe potuto stabilirsi
su un altro corpo celeste nel nostro sistema solare creando cosi' una
nazione indipendente, e che si sarebbe evoluto culturalmente in modo
diverso ed autonomo rispetto alla nostra civilta'. Le condizioni di vita
su questi corpi celesti, come la luna o Marte, dovrebbero essere tali
da consentire una vita stabile e in qualche modo divera dal nostro punto
di vista economico.
Molto si è speculato
sulla possibilità dell'esistenza di vita al di fuori della nostra
atmosfera ed oltre. Supponiamo che possa esistere la steatite lunare
(una roccia metamorfica somigliante alla giada anche se con un aspetto
maggiormente polveroso) la quale conterrebbe fino al 13 per cento di
acqua.
Attraverso l'uso di un
particolare tipo di energia e di macchinari impiantati sulla luna e con
il supporto di una stazione spaziale si potrebbe rompere e polverizzare
la steatite lunare per poi portarla all'eliminazione dell'acqua di
cristallizzazione. Questa
potrebbe essere raccolta e poi decomposta in idrogeno e ossigeno
utilizzando della corrente elettrica o un tipo di radiazione ottenuta
dall'ossigeno e dal sole e che potrebbe essere utilizzata per la
respirazione mentre l'idrogeno potrebbe essere usato come combustibile.
Ora veniamo al problema nel determinare su che cosa fare se gli abitanti
dei corpi celesti, o entità biologiche extraterrestri (EBE) desiderano
stabilirsi sulla Terra.
Se sono politicamente
organizzati e possiedono una certa cultura simile alla nostra,
potrebbero essere riconosciuti come un popolo indipendente.
Se essi non considerano
la nostra cultura politicamente organizzata a livello globale, non
avrebbero alcun motivo per colonizzare la Terra. Naturalmente, questa
colonizzazione non potrebbe essere condotta in modo classico.
Dovrebbe essere
progettata una più alta forma di colonizzazione che dovrebbe essere una
sorta di tutela, possibilmente attraverso un'approvazione implicita
delle Nazioni Unite. L'ONU avrebbe il diritto legale di consentire tale tutela su di noi in questo modo? Non
possiamo escludere la possibilità che una razza di popoli
extraterrestri tecnologicamente ed economicamente più avanzati possano
prendersi il diritto di occupare un altro corpo celeste".
La divisione di zone celesti e la loro ripartizione tra gli altri stati celesti.
Un ente morale?
"La soluzione più
plausibile sembra essere quella di un accordo che preveda l'assorbimento
pacifico di una razza celeste, in modo che la nostra cultura sarebbe
rimasta intatta, con la garanzia che la loro presenza non sarebbe stata
rivelata. Questo accordo sarebbe solo un caso di internazionalizzazione
delle persone celesti, e la creazione di uno strumento di trattato
internazionale.
La presenza di 'astronavi' nella nostra atmosfera sono il risultato diretto dei nostri test di armi atomiche?
La presenza di veicoli
spaziali non identificati nella nostra atmosfera (e in orbita intorno al
nostro pianeta) è accettata dalle nostre forze militari. Alcuni
strateghi militari prevedono l'uso di veicoli spaziali muniti di armi
nucleari da utilizzare solo come arma definitiva. L'attacco non sarebbe
venuto da più direzioni né da un determinato paese, ma dal cielo, con
l'impossibilità pratica di identificare l'autore dell'offensiva. Quando
i satelliti artificiali e missili vengono collocati nello spazio,
dobbiamo considerare la potenziale minaccia che un veicolo spaziale non
identificato può avere. Dovremmo prendere in considerazione il fatto che
la errata identificazione di questi veicoli spaziali da un missile
intercontinentale in fase di rientro potrebbe portare ad una guerra
nucleare accidentale".
Oliviero Mannucci: Insomma ora avete capito la serietà della questione UFO! Altro che quei "QUARKuaraqua" del CICAP.
Vuoi diventare astronauta? Ecco l’app di addestramento della Nasa
Chi non ha sognato almeno una volta nella vita di diventare astronauta? Da oggi è (quasi) possibile grazie all’app di addestramento della Nasa. Si tratta di Space Nation Navigator, un servizio mobile che ha come obiettivo quello di preparare chiunque lo desideri a volare verso lo spazio.
L’applicazione è stata creata da Space Nation, una startup finlandese che messo a disposizione il software in contemporanea con il programma Space Nation Astronaut. E se pensate che si tratti di un gioco vi sbagliate di grosso. La società infatti ha sviluppato l’app con l’aiuto della Nasa, creando un addestramento che in futuro potrà essere utilizzato per la formazione degli astronauti.
I vari livelli del programma sono stati creati dai veri addestratori dell’Agenzia Spaziale.
Ma non è finita qui: ogni anno tramite l’app verrà scelto un candidato
che potrà ambire a volare nello spazio, rendendo per la prima volta a
portata di tutti il sogno di volare fra stelle e pianeti, ammirando la Terra dall’alto.
Non a caso Space Nation Navigator è stata lanciata il 12 aprile, la data dell’anniversario del primo volo spaziale avvenuto nel 1961 e del lancio del primo Space Shuttle nel 1981. Entrando l’app si può accedere a tre sezioni: Base, Missions e Profile. Nel primo si trova curiosità, informazioni e lezioni da leggere oppure da ascoltare in podcast.
Tutte le informazioni sono state elaborate grazie alla documentazione fornita dalla Nasa, con tanti consigli pratici per affrontare la missione nello spazio. In Missions
invece vengono raccolti quiz, giochi e strumenti didattici che vanno
dal livello principiante al livello avanzato. Si tratta di minigiochi
tutt’altro che semplici che vanno dalla riparazione di una navetta alla
preparazione di un pasto.
Ogni volta che si supera un livello si guadagnano dei punti,
con la possibilità di vincere dei premi, fra cui un viaggio in Islanda
in cui vivere un’esperienza molto simile a quella nello spazio.
Commento di Oliviero Mannucci: Oppure fate come me. Andate al Kennedy Space Center e prenotate l'ATX Program, l'addestramento d'astronauta per i visitatori. Vi assicuro che vi divertirete parecchio, a parte il mal di stomaco.
La Terra passa dal primato alla retrocessione, al 5° posto, nella classifica dei mondi più ricchi d'acqua del Sistema Solare
La Terra è passata da un primato incontrastato alla retrocessione, al 5° posto, nella classifica dei mondi più ricchi d’acqua del Sistema Solare: sul primo gradino del podio troviamo Ganimede, il satellite naturale più grande di Giove, che fa registrare la più alta percentuale d’acqua in rapporto al suo volume, il 69% contro lo 0,12% del nostro pianeta.
La classifica, elaborata da Steve Vance,
ricercatore al JPL NASA, è stata pubblicata online su Business Insider e
Science Alert, e rappresenta un indicatore per la pianificazione delle
future missioni spaziali, come ad esempio Europa Clipper della NASA e
Jupiter Icy Moons Explorer dell’ESA.
Di seguito, dopo Ganimede, troviamo il satellite naturale più grande di Saturno, Titano, e successivamente Callisto ed Europa, satelliti di Giove.
E' previsto per il 2020 il lancio del 'fattorino spaziale' Dream Chaser,
che nella sua prima missione trasporterà un carico sulla Stazione
spaziale internazionale (Iss) per conto della Nasa.
Grazie alle sue ali
pieghevoli e alla decelerazione gentile, potrà atterrare su piste di tutto il mondo per riportare sulla Terra gli esperimenti scientifici più delicati e consegnarli 'a domicilio', in prossimità dei laboratori di ricerca interessati. In futuro potrà operare anche come 'stazione di servizio' dei satelliti e come piattaforma per ricerche scientifiche,
come spiegano i tecnici della Sierra Nevada Corporation (Snc) a NI
Week, il grande evento di National Instruments che ogni anno riunisce
migliaia di ingegneri ed esperti da tutto il mondo ad Austin, in Texas."Dream Chaser è un veicolo spaziale riutilizzabile
progettato per compiere missioni in orbita bassa", spiega Stefan Kienle,
capo ingegnere dei test alla Snc. "Ad esempio possiamo portare un
carico dalla Stazione spaziale sulla Terra più velocemente e con una
minore accelerazione di gravità rispetto alle altre opzioni standard".
Il veicolo è dotato di ali pieghevoli, che consentono l'inserimento all'interno di qualsiasi lanciatore, ed è progettato per trasportare carichi (pressurizzati e non) fino a 5.500 chili di peso,
compresi cibo, acqua, rifornimenti ed esperimenti. I carichi più
fragili possono contare su un atterraggio gentile con un'accelerazione
inferiore a 1,5 G. Inoltre Dream Chaser può essere riadattato al trasporto di un equipaggio umano di sette persone, come faceva lo Space Shuttle.
"Si tratta di un progetto complesso - precisa Kienle - per questo è
importante avere piattaforme di test molto flessibili, come quelle di
National Instruments. In laboratorio prendiamo singoli componenti,
proviamo la loro funzionalità nelle condizioni tipiche dello spazio, poi
li integriamo e testiamo ulteriormente. Infine assembliamo l'intero
veicolo, che va incontro ad un'intensa campagna di test. In questo
processo è fondamentale effettuare misure accurate e sincronizzate".
According to a ranking member of the U.S. House Science Subcommittee
on Space, the recent revelation the Pentagon investigated UFOs piqued
his interest. He says he suggested to the head of the subcommittee and
the chairman of the U.S. House Committee on Science, Space, and
Technology that hearings be held on the matter. A fellow politician and
an advisor to the White House on space agree that it is a subject that
should be taken seriously.
The comments were made during an event held by Politico launching their weekly space news briefs. Politico
Defense Editor Bryan Bender moderated panel discussions with his fellow
Politico reporter Jaqueline Klimas. Bender was familiar with the UFO
topic and the Pentagon study because he had authored an article that was posted within hours of The New York Times posting their story breaking the recent big UFO news.
Reps.
Ami Bera (D-Calif.), Randy Hultgren (R-Ill.) and Mary Lynne Dittmar,
president and CEO, Coalition for Deep Space Exploration, speak during
the POLITICO Space Launch Event. (Image credit: Politico)
The UFO question came up in a panel with Ami Bera (Democrat, California), ranking member of the U.S. House Subcommittee on Space, Randy Hultgren (Republican, Illinois), a member of the House Committee on Science, Space, and Technology, and Mary Lynne Dittmar, CEO of the Coalition for Deep Space Exploration. Dittmar is also an advisor for the president’s space council, a group that advises the White House on space policy.
Bender asked the group if given the recent UFO news whether the topic should be taken more seriously or if it is just “sci-fi stuff.”
Bera answered first stating that he thought the topic was credible, so much so that he spoke with the head of the space subcommittee and the head the of the overall committee on science, space, and technology suggesting a hearing the matter.
Hultgren and Dittmar agreed unidentified aircraft should be something that is taken seriously and investigated.
You can read more about their comments in my story on Den of Geek here.
Il 16 settembre 1994, alla scuola elementare Ariel in Zimbabwe,
decine di bambini hanno assistito all’atterraggio di un disco volante
nel cortile della scuola durante l'intervallo, notando anche due strani
esseri mentre uscivano dalla navicella.
Di tutti i racconti sugli avvistamenti Ufo, quello avvenuto in una
scuola in Zimbabwe è ricco di particolari così vividi che un regista
americano ne sta addirittura girando un film. Due settimane fa, il 17
settembre, è caduto il ventunesimo anniversario di quest'avvenimento, che ha destato grande attenzione in tutto il mondo prima di svanire da sotto i riflettori. Ariel Phenomenon, film diretto da Randall Nickerson,
racconta l'avvistamento di una navicella aliena da parte di alcuni
bambini della scuola elementare Ariel, nello Zimbabwe nordorientale. Il
film comprende anche le interviste agli allora piccoli testimoni, che ne
erano stati profondamente segnati e che lo ricordano ancora nei minimi
particolari, così come alcuni filmati girati subito dopo l'incontro nel
1994, che mostrano i bambini mentre discutono di quanto hanno visto con
lo psichiatra di Harvard John E. Mack.
Secondo Mack, che aveva parlato a lungo con i testimoni, il racconto
dell'avvenimento era autentico. I bambini avevano descritto un velivolo a forma di disco mentre atterrava vicino alla scuola, poi due strani esseri
si erano avvicinati agli scolari. Anche Tim Leach, capo dell’ufficio
per lo Zimbabwe della Bbc, aveva intervistato i bambini subito dopo il
fatto.
IL REGISTA RANDALL NICKERSON NEI DINTORNI DELLA SCUOLA ELEMENTARE DOVE AVVENNE L'ATTERRAGIO UFO
Il regista Nickerson, dopo aver intervistato Leach prima della sua
morte, aveva dichiarato che l’evento gli aveva fornito una nuova
prospettiva sulla vita, l’universo e ogni cosa. «Non me lo sarei perso
per niente al mondo», aveva esclamato.
Il dottor Mack (1929-2004) nella sua carriera aveva dovuto
affrontare molte critiche, dal momento che nel suo lavoro si era
imbattuto in molte persone che sostenevano di aver visto degli alieni.
Mack riteneva che questi incontri andassero oltre la semplice esperienza
fisica e questa sua idea non veniva del tutto accettata. Nel sito del
John E. Mack Institute si legge appunto che «l’interesse di Mack per gli
aspetti trasformazionali di queste esperienze straordinarie e la sua
proposta secondo cui l’esperienza potrebbe essere più trascendentale che
fisica, e nondimeno reale, è stata ampiamente riporta dai media come
semplice conferma degli incontri con gli alieni».
IL DOTTOR JOHN MACK PARLA CON UNA DELLE PICCOLE TESTIMONI DEL CONTATTO ALIENO
NELLA ARIEL SCHOOL DI RUWA, ZIMBABWE.
Un importante caso di critica era avvenuto nel 1994 quando Daniel C.
Tosteson, preside di facoltà dell'Harvard Medical School, aveva
effettuato una revisione paritaria e confidenziale del lavoro di Mack
sull'avvistamento in Zimbabwe.
Nel momento in cui il suo lavoro era giunto all'attenzione del pubblico,
aveva suscitato delle controversie. Ma dopo quattordici mesi
d'inchiesta, Harvard aveva poi rilasciato una dichiarazione, assicurando
che Mack «rimane un membro rispettabile della facoltà di medicina di
Harvard». Il preside di facoltà aveva poi riaffermato «la libertà
accademica di Mack di studiare ciò che voleva e di esprimere le sue
opinioni senza impedimenti». Ma non senza una postilla. Tosteson ha
aggiunto un'indicazione, esortando «il dottor Mack, nel suo entusiasmo
nello studiare questo gruppo di individui [persone che credono di essere
stati rapiti dagli alieni, ndr], a stare attento a non violare in alcun
modo gli elevati standard per la condotta della pratica clinica e
l’investigazione clinica, che sono stati il marchio di questa facoltà».
Nel 2014 un altro giornalista aveva approfondito l’episodio avvenuto
nella scuola in Zimbabwe, citando alcuni scienziati: Sean Christie,
reporter del Mail and Guardian, aveva riportato che «gli
astronomi dell’intera regione hanno affermato che ‘lo spettacolo
pirotecnico’, visibile fino in Zambia e Botswana [al tempo del presunto
incontro alieno alla scuola Ariel], è stata una pioggia di meteore».
Anche un'esperta locale di Ufo, Cynthia Hind, aveva riferito di aver
registrato decine di racconti su una palla di fuoco, simile a una
capsula affiancata da due capsule più piccole.
UNO DEGLI INCREDIBILI DISEGNI FATTI DA UNO DEI PICCOLI TESTIMONI
Una volta Christie ha intervistato una delle scolare, che aveva deciso
di rimanere anonima, raccogliendo un racconto alquanto strano e
inquietante. La bambina aveva raccontato che l’evento era accaduto
mentre gli studenti erano nel cortile durante l'intervallo. Il fatto
strano è che quando avevano raccontato agli insegnanti quello che
avevano visto, questi ultimi avevano detto loro di non parlarne e di non
prendere in considerazione il fatto. «Ma il giorno successivo la scuola
ha ricevuto numerose chiamate dei genitori, che volevano sapere perché i
loro figli fossero spaventati. È così anche gli insegnanti hanno
iniziato a dare di matto», aveva detto la bambina.
Randall sta ancora cercando finanziamenti per concludere la produzione di Ariel Phenomenon.
Alla squadra si è unito anche Christopher Seward, tecnico del montaggio
che ha vinto diversi premi e che ha lavorato nei film di Michael Moore,
come Fahrenheit 9/11, Sicko e Fat, Sick and Nearly Dead.