Spazio: A Roma la cerimonia di consegna del
premio Aspen 2017: parole importanti da parte del responsabile del
Direttorato della Nasa per l'esplorazione spaziale della Nasa
Colleen Hartman
Sono in arrivo “tempi fantastici per l’esplorazione spaziale“: parola della responsabile del Direttorato della Nasa per l’esplorazione spaziale della Nasa Colleen Hartman, in collegamento del Centro Goddard della Nasa. Lo ha detto nella cerimonia di consegna del premio Aspen 2017 assegnato
stamattina a Roma presso Palazzo Lancellotti e incentrato sulle ultime
grandi scoperte in merito ai buchi neri, ai pianeti esterni al Sistema
Solare e alle onde gravitazionali. “Stiamo scoprendo moltissimi
pianeti al di fuori del Sistema Solare e riusciamo a osservare
l’universo come un luogo incredibilmente violento“, ha detto Hartman
riferendosi a fenomeni come la collisione di stelle di neutroni appena
osservata dai rivelatori di onde gravitazionali e da oltre 70 telescopi.
Proprio le onde gravitazionali sono fra le future scommesse della
ricerca e la Nasa – ha spiegato – sta discutendo con l’Agenzia Spaziale
Europea (Esa) in vista di una possibile partnership nell’osservatorio
spaziale Lisa. “Mi aspetto una grande collaborazione” ha aggiunto.
La
materia oscura, ossia la materia misteriosa e invisibile che
occuperebbe il 25% dell’universo, la sta invece cercando all’esterno
della Stazione Spaziale lo strumento Ams (Alpha Magnetic Spectrometer): “Ams sta contribuendo alla costruzione di un nuovo modello dell’universo“, ha detto durante l’incontro il Premio Nobel Samuel Ting, “papà” dell’esperimento. In progetti cosi’ ambizioni, ha osservato, “nulla è più importante della curiosità intellettuale: questa – ha rilevato – è il primo motore della ricerca“. Pienamente concorde il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Roberto Battiston: “guardando alla storia della scienza, è innegabile che il progresso spinto dalla curiosità porti a un beneficio economico“. Un esempio, ha osservato il presidente del Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr), Massimo Inguscio, è la meccanica quantistica: “Quando è nata era quasi una filosofia, e ha portato al laser con applicazioni industriali enormi“.
Durante l’incontro è intervenuto anche Francesco Tombesi,
protagonista della copertina di Nature prima del premio Aspen per la
ricerca scientifica: l’astrofisico ha raccontato come il suo
straordinario progetto sia nato intorno alla macchinetta del caffè
del dipartimento di astrofisica dell’Università del Maryland. “E’
stato proprio parlando con i miei colleghi durante una pausa delle
nostre ricerche che abbiamo maturato l’idea di mettere a punto il
progetto di ricerca che poi ci ha permesso di vincere questo premio” ha detto Tombesi.
Grazie a questo progetto i ricercatori sono riusciti a scoprire che il
getto di gas che viene generato da un buco nero supermassiccio è in
grado di influenzare, all’interno di una Galassia, i processi di
formazione di nuove stelle. “Abbiamo cioè dimostrato che c’è una
correlazione diretta tra la Galassia e il suo buco nero e questo e’
stato, sotto il profilo della ricerca, molto importante” ha spiegato Tombesi.
Quella del gruppo di ricercatori guidati dal giovane astrofisico
italiano e’ solo una delle tante scoperte che sono state effettuate
grazie alla astronomia a raggi X, che oggi nella sede dell’Aspen
Institute è stata la protagonista di un interessante dibattito
scientifico guidato da Luciano Maiani, Professore Emerito di Fisica Teorica, Università La Sapienza, a cui hanno partecipato Samuel Ting, Premio Nobel, Thomas Dudley Cabot Professor of Physics, Massachusetts Institute of Technology, Colleen Hartman, Director of the Sciences and Exploration Directorate, NASA Goddard Space Flight Center, Roberto Battiston, Presidente, Agenzia Spaziale Italiana, Lucio Stanca, Vice Presidente Aspen Institute Italia.
Tema del dibattito il rapporto tra ricerca e sviluppo e l’importanza della cooperazione internazionale tra gli scienziati. ”Le scoperte scientifiche – ha spiegato Samuel Ting, Premio Nobel – portano
sempre con se’ delle innovazioni e la scienza di base e’ il vero motore
dell’innovazione. Ogni scoperta ha avuto le sue ricadute anche se,
all’inizio nessuno immaginava quali sarebbero state le ricadute di
queste scoperte. Sono sicuro per esempio che tra trenta o quaranta anni
riusciremo a vedere delle applicazioni che derivano da queste ultime
importanti scoperte nel mondo della fisica e cioe’ le onde
gravitazionali e il bosone di Higgs, ma oggi non sono in grado di
prevedere quali esse possano essere”.
“Rafforzare la collaborazione fra
Italia e Stati Uniti e’ uno degli obiettivi, accanto alla
sensibilizzazione sul ruolo importante che la ricerca scientifica e la
tecnologia rivestono nella società, al punto da essere al centro di
cambiamenti sociali ed economici“, ha detto il vicepresidente dell’Istituto Aspen Italia, Lucio Stanca. Nato due anni fa, il premio “ha subito avuto un grande successo – ha aggiunto – ed è già stato pubblicato il bando per la terza edizione, che si chiuderà in gennaio“.
Nell’ottica di produrre una sorta di internazionalizzazione della
leadership è nata anche la rete Aspen Junior, aperta a ricercatori
dell’eta’ compresa fra 25 e 35 anni e della quale ha fatto parte anche Francesco Tombesi. Originario delle Marche, dove e’ nato 35 anni fa a Recanati, Tombesi
è rientrato in Italia, nell’università di Roma Tor Vergata, dopo aver
lavorato nell’università del Maryland e nel Centro Goddard della Nasa. Tombesi è soddisfatto della sua scelta: “sono contento di essere in Italia – ha detto a margine della cerimonia. “All’Italia – ha aggiunto – manca un po’ di fiducia in se stessa” e sarebbe opportuno “attivare meccanismi in grado di riaccendere il motore della ricerca“.
Peppe Caridi
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