Si stima che le possibilità di una simile scoperta siano di una su 10 milioni, se non addirittura una su 100 milioni
Grazie alle fortunate immagini di un astronomo amatoriale argentino, gli scienziati hanno ottenuto la prima osservazione dello scoppio iniziale di luce generato dall’esplosione di una stella massiccia.
Víctor Buso, questo il suo nome, ha catturato le immagini di una
galassia lontana prima e dopo il “risveglio shock” della supernova,
quando un’onda di pressione supersonica dal nucleo esplosivo della
stella colpisce e riscalda il gas sulla superficie della stella stessa
fino ad una temperatura altissima, facendogli emettere luce ed
illuminandolo rapidamente.
Finora nessuno era stato in grado di catturare questa “prima luce ottica”
da una normale supernova (una non associata ad un’esplosione di raggi
gamma o X), poiché le stelle esplodono apparentemente in maniera casuale
nel cielo e la luce emanata è momentanea. I nuovi dati forniscono
importanti indicazioni sulla struttura fisica della stella proprio prima
della sua fine catastrofica e sulla natura dell’esplosione stessa.
Buso stava provando una nuova fotocamera sul suo telescopio da 40 cm, scattando una serie di foto a breve esposizione della galassia a spirale NGC 613,
che si trova a circa 80 milioni di anni luce dalla Terra e collocata
all’interno della costellazione meridionale dello Scultore. Esaminando
le immagini, ha individuato un punto debole di luce che si illuminava
velocemente, vicino all’estremità di un braccio a spirale, che non era
visibile nella prima serie di immagini.
L’astronoma Melina Bersten e i suoi
colleghi dell’Instituto de Astrofísica de La Plata in Argentina sono
venuti subito a conoscenza della scoperta e hanno realizzato che Buso
aveva catturato un evento raro, cioè parte della prima ora
dopo che la luce emerge da una stella massiccia in esplosione. Bersten
stima che le possibilità di una simile scoperta sono di una su 10
milioni, se non addirittura una su 100 milioni!
Bersten ha immediatamente contattato un
gruppo internazionale di astronomi per aiutare a condurre ulteriori e
frequenti osservazioni dell’esplosione SN 2016gkg per i
due mesi successivi, svelando di più sulla tipologia di stella esplosa e
sulla natura dell’esplosione. L’esplosione è stata una supernova di tipo IIb,
ossia l’esplosione di una stella massiccia che aveva precedentemente
perso la maggior parte del suo involucro di idrogeno. Combinando i dati
con i modelli teorici, il team ha stimato che la massa iniziale della
stella era circa 20 volte quella del sole, sebbene
abbia perso la maggior parte della sua massa, probabilmente una stella
compagna, riducendosi a circa 5 volte la massa del sole prima
dell’esplosione.
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