Potrebbe trattarsi di una navicella aliena con l'obiettivo di scovare forme di vita.
Il primo oggetto di origine interstellare individuato nel sistema solare, Oumuamua, potrebbe non essere un semplice asteroide come supposto finora.
Perlomeno secondo alcuni astronomi dell'Harvard Smithsonian
Center for Astrophysics (CfA), che lo hanno analizzato a lungo: lo
strano "sigaro", lo scorso anno, ha registrato un imprevisto aumento di velocità e un cambiamento della traiettoria durante il suo viaggio.
Stando al loro studio, Oumuamua potrebbe quindi essere una gigantesca vela solare aliena, inviata a cercare segni di vita.
Una teoria che ha parecchio di fantascientifico, ma che si fonda sulla
particolare accelerazione subita dal corpo, forse risultato della
pressione derivante dalle radiazioni solari. La ricerca, intitolata "Could Solar Radiation Pressure Explain 'Oumuamua's Peculiar Acceleration?",
è stata condotta dallo scienziato Shmuel Bialy, da Abraham Loeb,
direttore dell'ITC (Institute for Theory and Computation del CfA), e da
Frank B. Baird Jr., professore di scienze all'Università di Harvard.
Sin da quando Oumuamua è stato scoperto, il 19 ottobre del 2017, si è
dimostrato un oggetto insolito: proviene dalle profondità dello Spazio,
oltre il sistema solare e, dopo essere passato vicino alla "nostra"
nana gialla e a circa 25 milioni di chilometri dalla Terra (una distanza
brevissima), adesso sembrerebbe tornarsene da dove è venuto. Tra l'altro ha una forma alquanto singolare: è spesso appena 40 metri, lungo dieci volte tanto.
Altri ricercatori sostengono che si tratti semplicemente di una cometa;
ma tra tutti i corpi celesti studiati finora, asteroidi inclusi,
nessuno ha le fattezze di Oumuamua. È impossibile dire con certezza di
cosa si tratti, ma stando allo studio degli astrofisici c'è la
possibilità che sia un vero e proprio UFO venuto a studiarci.
Matteo Tontini
Fonte
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