Sempre più spesso la dieta degli astronauti diventa argomento per capire il futuro dell’esplorazione spaziale. La NASA ha spiegato come si mangia a gravità zero.
Vi siete mai chiesti come si mangia nello spazio? La dieta degli astronauti sta diventando un tema sempre più importante per chi si occuperà delle future missioni spaziali: trasportare le scorte per un viaggio su Marte, che verosimilmente potrà durare anche 500 giorni, diventa infatti molto complicato. La NASA ha spiegato molto bene come facciano gli astronauti attualmente a nutrirsi, ma le cose in futuro potrebbero cambiare, anche parecchio.
Com’è la dieta degli astronauti
Cosa mangiano gli astronauti, attualmente, nello spazio? Per
rispondere a questa domanda è necessario sottolineare che esiste un
dipartimento dedicato alla NASA, che si occupa di nutrizione biochimica. Si occupa di studiare ogni aspetto della dieta degli astronauti, valutando ogni singolo nutriente che questi assimilano o necessitano durante la permanenza nello spazio.Questo livello di dettaglio non c’è sempre stato: gli astronauti sono relativamente liberi di consumare il cibo che vogliono nella ISS, ma da qualche tempo segnano tutto ciò che mangiano in una applicazione apposita. Dal sodio alla vitamina A
passando per il livello di fluidi e i carboidrati, gli scienziati a
terra tengono monitorata la dieta degli astronauti in modo che siano sempre al massimo del loro potenziale.
I problemi nutrizionali degli astronauti
Per i viaggi nello spazio più brevi, come le missioni della durata di un paio di settimane, gli scienziati della NASA ammettono di non porre praticamente alcun vincolo. Quando però il tempo di permanenza diventa di mesi, come sulla ISS, allora è più probabile che venga messo a punto un calendario alimentare.
La dieta degli astronauti è ancora più fondamentale nell’ottica dell’esplorazione di Marte, basti pensare alla storia dei viaggi in mare: cercando nuove rotte commerciali si calcola siano morti circa 2 milioni di persone per lo scorbuto, malattia causata da una carenza di vitamina C.
Per questo motivo gli scienziati per le missioni più lunghe
programmano di considerare ogni aspetto della nutrizione degli
astronauti, non semplicemente l’intake calorico, ma anche tutti i macro e micro nutrienti di cui in corpo umano ha bisogno. Ci si aiuta anche con ricerche condotte in Antartide, dove la mancanza di sole, simile a quella che si avrebbe durante un lungo, incide sul nostro metabolismo, per esempio per la vitamina D.
Ai problemi nutrizionali si aggiungono, per gli astronauti, le dinamiche della gravità zero: certi prodotti sono estremamente pericolosi da consumare nello spazio, in particolare quelli che producono troppe briciole. In un ambiente senza gravità infatti piccoli frammenti di cibo diventano una minaccia per la strumentazione di bordo e la salute degli astronauti stessi, che rischierebbero di respirarli o ferirsi gli occhi.
Cosa si mangia nello spazio
Per lo stesso motivo sale e pepe, almeno nella forma che conosciamo, sono severamente vietati,
anche perché il gesto che facciamo comunemente per salare o pepare non
avrebbe alcun effetto nello spazio. Al loro posto vengono utilizzati dei
densi liquidi che aderiscono agli alimenti per capillarità, non costituendo così alcun pericolo per gli astronauti.
Un altro problema a cui i nutrizionisti della NASA devono far fronte è l’impossibilità di avere dei frigoriferi nella stazione spaziale internazionale.
Per questo non è impossibile inviare alimenti che abbiano bisogno di
refrigerazione per essere conservati, ma si opta più spesso per sottovuoto o liofilizzazione.
Insomma, la dieta degli astronauti, così come il semplice mangiare nello spazio, sono tra le sfide più stimolanti che gli scienziati dovranno affrontare nei prossimi anni.
Matteo Buonanno Seves
Fonte
Insomma, la dieta degli astronauti, così come il semplice mangiare nello spazio, sono tra le sfide più stimolanti che gli scienziati dovranno affrontare nei prossimi anni.
Matteo Buonanno Seves
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