E' passato più di un mese dagli ultimi segnali inviati dai due mini-satelliti MarCO (Mars Cube One) lanciati dalla Nasa lo scorso maggio per seguire la missione della sonda Insight su Marte e proseguire poi il viaggio nello spazio interplanetario.
E’ passato più di un mese dagli ultimi segnali inviati dai due mini-satelliti MarCO (Mars Cube One) lanciati dalla Nasa lo scorso maggio per seguire la missione della sonda Insight su Marte e proseguire poi il viaggio nello spazio interplanetario.
Secondo le stime dell’agenzia spaziale statunitense, i due Cubesat grandi quanto una ventiquattrore si troverebbero rispettivamente a 1,6 e 3,2 milioni di chilometri di distanza dal Pianeta Rosso, ma restano ancora da chiarire le cause del loro misterioso silenzio.
Diverse le ipotesi sul tavolo: per cominciare, il Cubesat MarCO-B (ribattezzato Wall-E in onore del film della Pixar) ha un propulsore che perde; non si escludono pero’ problemi di controllo dell’assetto, che potrebbero fare oscillare i due satelliti inficiando la capacità di inviare e ricevere comandi; un altro fattore cruciale potrebbe essere rappresentato dai sensori di luminosità, che consentono ai CubeSats di rimanere puntati verso il Sole e ricaricare le batterie con i pannelli solari.
Sebbene questo prolungato silenzio possa rappresentare la fine dell’avventura per i due pionieri dell’esplorazione spaziale low-cost (realizzati con ‘solo’ 18,5 milioni di dollari dal Jet Propulsion Laboratory della Nasa), gli ingegneri della missione si dicono comunque soddisfatti dei risultati ottenuti e intendono rimettersi in ascolto la prossima estate quando i due CubeSat gemelli riprenderanno a muoversi verso il Sole (anche se nessuno conta troppo sul fatto che le batterie e le altre componenti possano sopravvivere cosi’ a lungo).
“Questa missione voleva spostare più in là il limite della tecnologia miniaturizzata per vedere dove ci avrebbe potuto portare“, commenta Andy Klesh, ingegnere capo della missione al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena. “Abbiamo fatto un primo passo, ma i CubeSat del futuro potrebbero andare ancora oltre”.
Antonella Petris
Fonte
Secondo le stime dell’agenzia spaziale statunitense, i due Cubesat grandi quanto una ventiquattrore si troverebbero rispettivamente a 1,6 e 3,2 milioni di chilometri di distanza dal Pianeta Rosso, ma restano ancora da chiarire le cause del loro misterioso silenzio.
Diverse le ipotesi sul tavolo: per cominciare, il Cubesat MarCO-B (ribattezzato Wall-E in onore del film della Pixar) ha un propulsore che perde; non si escludono pero’ problemi di controllo dell’assetto, che potrebbero fare oscillare i due satelliti inficiando la capacità di inviare e ricevere comandi; un altro fattore cruciale potrebbe essere rappresentato dai sensori di luminosità, che consentono ai CubeSats di rimanere puntati verso il Sole e ricaricare le batterie con i pannelli solari.
Sebbene questo prolungato silenzio possa rappresentare la fine dell’avventura per i due pionieri dell’esplorazione spaziale low-cost (realizzati con ‘solo’ 18,5 milioni di dollari dal Jet Propulsion Laboratory della Nasa), gli ingegneri della missione si dicono comunque soddisfatti dei risultati ottenuti e intendono rimettersi in ascolto la prossima estate quando i due CubeSat gemelli riprenderanno a muoversi verso il Sole (anche se nessuno conta troppo sul fatto che le batterie e le altre componenti possano sopravvivere cosi’ a lungo).
“Questa missione voleva spostare più in là il limite della tecnologia miniaturizzata per vedere dove ci avrebbe potuto portare“, commenta Andy Klesh, ingegnere capo della missione al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena. “Abbiamo fatto un primo passo, ma i CubeSat del futuro potrebbero andare ancora oltre”.
Antonella Petris
Fonte
No comments:
Post a Comment
Note: Only a member of this blog may post a comment.