Basandosi su sensibili osservazioni spettroscopiche effettuate con il
telescopio Gemini Nord, gli astronomi hanno trovato le impronte digitali
dell’idrogeno solforato, il velenoso gas che dà alle uova marce il loro
odore caratteristico. Questo risultato, pubblicato su Nature Astronomy,
risolve l’annoso mistero di uno dei nostri vicini giganti gassosi
Dopo decenni di osservazioni e una visita da parte della sonda
Voyager 2, la composizione chimica delle nubi di Urano, rimasta fino ad
ora un mistero, sembrerebbe essere stata finalmente svelata. In
particolare, è stato scoperto uno dei componenti principali delle nuvole
che circondano il pianeta: l’acido solfidrico (chiamato anche idrogeno solforato o, in accordo con la nomenclatura chimica Iupac, solfuro di idrogeno). Patrick Irwin dell’Università di Oxford,
nel Regno Unito, insieme ai suoi collaboratori provenienti da tutto il
mondo, è riuscito a esaminare la luce infrarossa di Urano, catturata dal
telescopio Gemini Nord (otto metri di diametro) installato sul monte Mauna Kea, alle Hawaii. Così facendo, sulla sommità delle nubi di Urano ha trovato l’idrogeno solforato, contraddistinto dal caratteristico odore di uova marce
che la maggior parte delle persone evita. Le prove della presenza di
questo gas, a lungo cercate, sono state pubblicate nella rivista Nature Astronomy.
I dati Gemini, ottenuti con lo spettrometro di campo integrale nel vicino infrarosso (Near-Infrared Integral Field Spectrometer,
Nifs), sono il risultato di un campionamento della luce solare riflessa
da una regione posta poco sopra lo strato di nubi visibili
dell’atmosfera di Urano. «Siamo stati in grado di rilevare le righe
spettrali che stavamo cercando in modo inequivocabile grazie alla
sensibilità di Nifs su Gemini, combinata con le condizioni osservative
ottimali caratteristiche di Mauna Kea», dice Irwin. «Anche se sapevamo
che queste righe sarebbero state al limite del rilevamento, abbiamo
deciso di cercarle nei dati Gemini che avevamo acquisito».
«Questo lavoro è il risultato di un utilizzo straordinariamente
innovativo di uno strumento originariamente progettato per studiare gli
ambienti esplosivi attorno a enormi buchi neri al centro di galassie
lontane», ha affermato Chris Davis della National Science Foundation,
uno dei principali finanziatori del telescopio Gemini. «Utilizzare Nifs
per risolvere un mistero di lunga data nel nostro Sistema Solare
rappresenta una potente estensione del suo utilizzo», aggiunge Davis.
La composizione delle nubi di Urano, ossia se idrogeno solforato o
ammoniaca dominassero i banchi di nuvole, è stata a lungo dibattuta
dagli astronomi di tutto il mondo ma sono sempre mancate le prove
definitive per discriminare le due ipotesi. «Ora, grazie ai dati sulla
riga di assorbimento dell’idrogeno solforato e ai meravigliosi spettri
di Gemini, abbiamo trovato l’impronta digitale che ci ha permesso di
smascherare il colpevole», afferma Irwin.
L’individuazione dell’idrogeno solforato nel banco di nuvole di Urano
(e presumibilmente di Nettuno) contrasta nettamente con i pianeti
giganti gassosi interni, Giove e Saturno, dove non si vede l’idrogeno
solforato sopra le nuvole, ma si osserva invece l’ammoniaca.
La maggior parte delle nuvole superiori di Giove e Saturno sono
costituite da ghiaccio di ammoniaca, ma dal recente studio pubblicato su
Nature sembra che per Urano non sia così. Queste differenze
nella composizione atmosferica dei pianeti del Sistema solare potrebbero
gettano luce sulle domande relative alla formazione e evoluzione dei
pianeti.
A questo proposito, Leigh Fletcher, membro del gruppo di ricerca dell’Università di Leicester
nel Regno Unito, sostiene che le differenze tra i banchi di nuvole dei
giganti gassosi (Giove e Saturno) e i giganti di ghiaccio (Urano e
Nettuno) probabilmente risalgono alla nascita di questi mondi. «Durante
la formazione del Sistema solare», spiega il ricercatore, «l’equilibrio
tra azoto e zolfo (e quindi tra ammoniaca e idrogeno solforato, appena
rilevato su Urano) è stato determinato dalla temperatura e dalla
posizione del pianeta al momento della sua formazione».
Un altro fattore da considerare è la forte evidenza che i pianeti
giganti del Sistema Solare probabilmente migrarono rispetto alla
posizione in cui inizialmente si formarono. Pertanto, la conferma di
queste informazioni sulla composizione chimica è inestimabile per
comprendere i modelli di nascita, evoluzione e perfezionamento della
migrazione planetaria di Urano. Secondo Fletcher, quando un banco di
nubi si forma per condensazione, blocca il gas che forma la nube in un
profondo serbatoio interno, nascosto sotto lo strato che di solito
possiamo vedere con i nostri telescopi. «Solo una piccola quantità
rimane sopra le nuvole come vapore saturo», dice Fletcher. «Ed è per
questo che è così difficile trovare la firma dell’ammoniaca e
dell’idrogeno solforato sopra i banchi di nuvole di Urano. Le notevoli
prestazioni strumentali di Gemini ci hanno finalmente concesso di avere
questa fortuna».
Mentre i risultati stabiliscono un limite inferiore alla quantità di
idrogeno solforato intorno a Urano, è interessante ipotizzare quali
sarebbero gli effetti sugli esseri umani di queste concentrazioni di
gas. «Se uno sfortunato essere umano si ritrovasse a scendere attraverso
le nuvole di Urano, incontrerebbe condizioni molto sgradevoli, oltre al
cattivo odore». Infatti il cattivo odore non sarebbe l’aspetto
peggiore. «L’esposizione alla sua atmosfera a -200 gradi Celsius fatta
per lo più di idrogeno, elio e metano», garantisce Irwin, «costerebbe
caro al visitatore, molto più dell’odore».
Le nuove scoperte indicano che sebbene l’atmosfera non sia congeniale
a noi umani, questo mondo lontano potrebbe essere terreno fertile per
svelare la storia antica del nostro Sistema solare e forse comprendere
le condizioni fisiche presenti su altri grandi mondi ghiacciati che
orbitano attorno a stelle diverse dal nostro Sole.
Fonte
Spazio: ultima frontiera. Credere che si sia soli nell'universo è come credere che la Terra sia piatta. Come disse l'astrofisico Labeque al palazzo dell'UNESCO, durante il congresso mondiale del SETI di Parigi del Settembre 2008, " SOMETHING IS HERE", "Qualcosa è qui", e I TEMPI SONO MATURI per farsene una ragione. La CIA, l'FBI, la NSA, il Pentagono, e non solo, lo hanno confermato!
Statistiche
Thursday, April 26, 2018
INAF - ExoMars: nuova orbita, nuove spettacolari immagini di Marte
Roma, 26 aprile 2018 - Un dettaglio del cratere Korolev, situato
nell’emisfero nord del pianeta Marte, in cui sono ben evidenti depositi
di ghiaccio, è la prima spettacolare immagine realizzata dallo strumento
CaSSIS (Colour and Stereo Surface Imgaging System) a bordo del Trace
Gas Orbiter (TGO) di Exomars, che da alcune settimane orbita a circa
quattrocento chilometri dalla superficie del Pianeta rosso. CaSSIS,
Disegnato e realizzato all’Università di Berna, in Svizzera, è stato
realizzato in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica
(INAF) e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). I componenti di CaSSIS a
responsabilità italiana sono stati costruiti da Leonardo S.p.A.
Divisione avionica.
“La camera funziona molto bene, e lo dimostra questa bellissima immagine a colori del cratere marziano Korolev. Le immagini a colori e ad alta risoluzione sono una delle potenzialità di CaSSIS a cui si aggiunge l’obiettivo di ottenere migliaia di immagini 3D ad alta risoluzione” afferma Gabriele Cremonese dell’Istituto Nazionale di Astrofisica a Padova, CoPI di CaSSIS e responsabile per la generazione e archiviazione delle immagini 3D. “In questa fase di test anche il satellite sta perfezionando il puntamento e l’assetto, e quindi non sono ancora state ottenute le prime coppie stereo, ma è questione di giorni!”
L'immagine di pubblicata oggi mostra una regione di 50 chilometri del cratere da impatto Korolev, intitolato all’ingegnere russo Sergej Korolev che progettò i primi razzi sovietici destinati all’esplorazione spaziale. Il materiale luminoso visibile sui bordi del cratere è ghiaccio. CaSSIS è stato attivato il 20 marzo scorso ed è stato sottoposto a test in preparazione dell'inizio
della sua piena attività, il 28 aprile prossimo. L'immagine è una composizione di tre riprese in diversi colori che sono state scattate quasi simultaneamente da CaSSIS il 15 aprile.
“Le prime immagini ad alta risoluzione inviate da CaSSIS dimostrano l'ottimo funzionamento dello strumento, realizzato in collaborazione con l'ASI” commenta Barbara Negri, responsabile dell’Unità esplorazione e osservazione dell’universo dell’ASI . “In questo modo, i team scientifici italiani coinvolti in CASSIS potranno ottenere dati scientifici di Marte di estremo interesse per la futura esplorazione di questo pianeta”.
Alla pianificazione delle aree di Marte da osservare e all’analisi dei dati prodotti da CaSSIS collaborano in Italia Stefano Debei, del CISAS, Matteo Massironi, del Dipartimento di Geoscienze dell’Universita’ di Padova e Lucia Marinangeli dell’Università di Chieti-Pescara.
Fonte
“La camera funziona molto bene, e lo dimostra questa bellissima immagine a colori del cratere marziano Korolev. Le immagini a colori e ad alta risoluzione sono una delle potenzialità di CaSSIS a cui si aggiunge l’obiettivo di ottenere migliaia di immagini 3D ad alta risoluzione” afferma Gabriele Cremonese dell’Istituto Nazionale di Astrofisica a Padova, CoPI di CaSSIS e responsabile per la generazione e archiviazione delle immagini 3D. “In questa fase di test anche il satellite sta perfezionando il puntamento e l’assetto, e quindi non sono ancora state ottenute le prime coppie stereo, ma è questione di giorni!”
L'immagine di pubblicata oggi mostra una regione di 50 chilometri del cratere da impatto Korolev, intitolato all’ingegnere russo Sergej Korolev che progettò i primi razzi sovietici destinati all’esplorazione spaziale. Il materiale luminoso visibile sui bordi del cratere è ghiaccio. CaSSIS è stato attivato il 20 marzo scorso ed è stato sottoposto a test in preparazione dell'inizio
della sua piena attività, il 28 aprile prossimo. L'immagine è una composizione di tre riprese in diversi colori che sono state scattate quasi simultaneamente da CaSSIS il 15 aprile.
“Le prime immagini ad alta risoluzione inviate da CaSSIS dimostrano l'ottimo funzionamento dello strumento, realizzato in collaborazione con l'ASI” commenta Barbara Negri, responsabile dell’Unità esplorazione e osservazione dell’universo dell’ASI . “In questo modo, i team scientifici italiani coinvolti in CASSIS potranno ottenere dati scientifici di Marte di estremo interesse per la futura esplorazione di questo pianeta”.
Alla pianificazione delle aree di Marte da osservare e all’analisi dei dati prodotti da CaSSIS collaborano in Italia Stefano Debei, del CISAS, Matteo Massironi, del Dipartimento di Geoscienze dell’Universita’ di Padova e Lucia Marinangeli dell’Università di Chieti-Pescara.
Fonte
Tecnologia Nasa per aiutare i bambini autistici, lo studio del salernitano Salvatore Iannuzzi
SALERNO. Buone notizie per i bambini
affetti da autismo. L’hanno ribattezzata la “macchina della verità” ma
in realtà è una sofistica attrezzatura in grado di aiutare i bambini che
soffrono di sindrome autistica.
I risultati di questo dispositivo denominato “neurobiofeedback” sono stati presentati a Salerno dal neuroscienziato Salvatore Iannuzzi, esperto di neuropsicofisiologia, nel corso del convegno “Autismo e Autismi” all’hotel Mediterranea.
“Si tratta di attrezzature sofisticate – ha spiegato Iannuzzi - nate negli anni ottanta per migliorare le performance degli astronauti della Nasa, che oggi grazie al potenziamento dei microprocessori dei pc, sono entrate con successo nella pratica clinica”. Il “neurobiofeedback” funziona a prescindere dall'età e dal disturbo dello spettro autistico ma il target prioritario sono i bambini che soffrono di sindrome autistica in età scolastica.
“Da circa dieci anni – ha spiegato Iannuzzi - uso il neurobiofeedback in soggetti sani per migliorare le performance sportive di tanti atleti. Negli ultimi tempi abbiamo iniziato programmi neurotraning in favore di pazienti affetti da disturbi d’ansia, da disturbo di deficit dell’attenzione ed iperattività e da disturbi dello spettro autistico. E nei bambini con disturbo dello spettro autistico abbiamo osservato, in particolare, un miglioramento delle capacità di attenzione con significativi riverberi sull’ apprendimento”. Insomma un importante passo in avanti. “Il risultato – ha aggiunto Iannuzzi - può essere correlato ad una riduzione di un “eccesso”di ritmi delta,verosimilmente colpevole delle difficoltà di attenzione e della tendenza all’ isolamento di questi bimbi che rappresentano la causa di molti dei sintomi tipicamente associati alla malattia, che costringe a combattere continuamente contro un "rumore di fondo" che invade la mente. La macchina, consente, infatti di aumentare alcuni ritmi cerebrali deficitari e di ridurne altri in eccesso”. “Le onde cerebrali Delta, presenti in tutte le persone – ha chiarito l’esperto - sono associate al sonno e agli occhi chiusi. I soggetti con autismo hanno dei picchi di queste anche durante il giorno, ed è proprio a causa loro che si alienano”.
L’idea di fondo è insomma non troppo diversa dal modo di cancellazione del rumore delle cuffie da lavoro. La macchina consente di allenare il cervello, come in una palestra. “Il paziente esegue esercizi che irrobustiscono alcuni ritmi e ne deprimono altri. Da tanto ne consegue un miglioramento clinico. I bambini, ad esempio, vengono posti di fronte ad uno schermo che mette in “visione” il cartone animato del cuore unicamente quando il piccolo paziente produce pensieri funzionali,vale a dire pensieri che modificano positivamente l’attività elettrica del cervello”. In altri termini il bambino, attraverso un gioco, in maniera inconsapevole e automatico, impara ad autoregolare la propria mente. Il trattamento con il neurobiofeedback è una terapia non invasiva, naturale, “gravata da enormi potenzialità terapeutiche” che, se confermata dagli studi in corso, entrerà sempre di più nell’ armamentario terapeutico anche in Italia dove questa pratica non è ancora molto diffusa. “Non esistono molti laboratori – ha spiegato Iannuzzi - ma tende a diffondersi soprattutto mediante l’impiego di apparecchiature portatili”.
Vincenzo Urbano
Fonte
I risultati di questo dispositivo denominato “neurobiofeedback” sono stati presentati a Salerno dal neuroscienziato Salvatore Iannuzzi, esperto di neuropsicofisiologia, nel corso del convegno “Autismo e Autismi” all’hotel Mediterranea.
Il dottor Iannuzzi |
“Si tratta di attrezzature sofisticate – ha spiegato Iannuzzi - nate negli anni ottanta per migliorare le performance degli astronauti della Nasa, che oggi grazie al potenziamento dei microprocessori dei pc, sono entrate con successo nella pratica clinica”. Il “neurobiofeedback” funziona a prescindere dall'età e dal disturbo dello spettro autistico ma il target prioritario sono i bambini che soffrono di sindrome autistica in età scolastica.
“Da circa dieci anni – ha spiegato Iannuzzi - uso il neurobiofeedback in soggetti sani per migliorare le performance sportive di tanti atleti. Negli ultimi tempi abbiamo iniziato programmi neurotraning in favore di pazienti affetti da disturbi d’ansia, da disturbo di deficit dell’attenzione ed iperattività e da disturbi dello spettro autistico. E nei bambini con disturbo dello spettro autistico abbiamo osservato, in particolare, un miglioramento delle capacità di attenzione con significativi riverberi sull’ apprendimento”. Insomma un importante passo in avanti. “Il risultato – ha aggiunto Iannuzzi - può essere correlato ad una riduzione di un “eccesso”di ritmi delta,verosimilmente colpevole delle difficoltà di attenzione e della tendenza all’ isolamento di questi bimbi che rappresentano la causa di molti dei sintomi tipicamente associati alla malattia, che costringe a combattere continuamente contro un "rumore di fondo" che invade la mente. La macchina, consente, infatti di aumentare alcuni ritmi cerebrali deficitari e di ridurne altri in eccesso”. “Le onde cerebrali Delta, presenti in tutte le persone – ha chiarito l’esperto - sono associate al sonno e agli occhi chiusi. I soggetti con autismo hanno dei picchi di queste anche durante il giorno, ed è proprio a causa loro che si alienano”.
L’idea di fondo è insomma non troppo diversa dal modo di cancellazione del rumore delle cuffie da lavoro. La macchina consente di allenare il cervello, come in una palestra. “Il paziente esegue esercizi che irrobustiscono alcuni ritmi e ne deprimono altri. Da tanto ne consegue un miglioramento clinico. I bambini, ad esempio, vengono posti di fronte ad uno schermo che mette in “visione” il cartone animato del cuore unicamente quando il piccolo paziente produce pensieri funzionali,vale a dire pensieri che modificano positivamente l’attività elettrica del cervello”. In altri termini il bambino, attraverso un gioco, in maniera inconsapevole e automatico, impara ad autoregolare la propria mente. Il trattamento con il neurobiofeedback è una terapia non invasiva, naturale, “gravata da enormi potenzialità terapeutiche” che, se confermata dagli studi in corso, entrerà sempre di più nell’ armamentario terapeutico anche in Italia dove questa pratica non è ancora molto diffusa. “Non esistono molti laboratori – ha spiegato Iannuzzi - ma tende a diffondersi soprattutto mediante l’impiego di apparecchiature portatili”.
Vincenzo Urbano
Fonte
I misteriosi cerchi nel ghiaccio dell'Artico che neanche la Nasa riesce a spiegare
Misteriosi cerchi nel ghiaccio nell'Artico. Ad avvistarli è stata la Nasa durante un volo al di sopra delle regioni polari, per monitorarne lo stato di salute.
Un vero e proprio rompicapo che gli scienziati della Nasa hanno
rivolto anche agli utenti del web, mostrando l'immagine e chiedendo loro
di avanzare ipotesi sulle cause che hanno portato alla formazione di
questi fori nella superficie ghiacciata.
Così scatta questa fotografia dal finestrino del velivolo, mentre sorvolava il Mare di Beaufort orientale, circa 80 km a nord-ovest del delta del fiume Mackenzie, in Canada.
“Non ricordo di aver visto questo genere di cose altrove” rivela Sonntag.Una scoperta del tutto casuale visto che l'obiettivo del volo era quello di osservare il ghiaccio marino. Tuttavia, l'immagine ha suscitato scalpore.
“È sicuramente un'area di ghiaccio sottile, visto che si può vedere il rafting vicino alle buche e visto che il colore indica la presenza di un manto nevoso”, ha detto lo scienziato del progetto IceBridge, Nathan Kurtz. “Non sono sicuro di quale tipo di dinamica possa portare alle caratteristiche a semicerchio che circondano i fori”.In effetti, questi buchi sono difficili da spiegare. Secondo alcune ipotesi potrebbero essere state create da animali come le foche, per creare un'apertura nel ghiaccio attraverso cui affiorare per respirare. Possibilità ritenuta plausibile anche da Chris Polashenski, scienziato che si occupa di ghiaccio marino. Le foche potrebbero avere approfittato del ghiaccio più morbido per farsi spazio. Non è dello stesso avviso Chris Shuman, glaciologo dell'Università del Maryland con sede al Goddard Space Flight Center della Nasa:
“In generale questo accade in acque piuttosto basse, quindi ci sono tutte le possibilità che si tratti solo di 'sorgenti calde' o di acqua sotterranea proveniente dalle montagne dell'entroterra che rendono nota la loro presenza in questa particolare area. L'altra possibilità è che l'acqua più calda dalle correnti di Beaufort o de fiume Mackenzie abbiano trovato la loro strada verso la superficie proprio lì”.Tanto belli quanto misteriosi.
Fonte
Bizarre claims US government has dug up Aurora ‘alien’ buried after crash-landing 120 years ago
Novelist Kerry Haggard says residents of Aurora, Texas, found a pilot
who was 'not an inhabitant of this world' when sifting through the
wreckage.
Kerry, 53, who also runs his own vintage car restoration company, said: "During my extensive three year research in relation to the event, I discovered that in the early morning hours April 17th 1897 a single alien spacecraft lost control over the sky's of Texas.
"It clipped the edge of a fast moving windmill above the small town of Aurora just north of Fort Worth.
"It veered into the path of the town's only water tower and crashed with a terrific explosion which awakened many of the residents.
"Reported in both Dallas and Fort Worth newspapers of the time, the story of the downed Aurora TX "Traveller" was not the first of such occurrences to be sure.
THE US government
secretly exhumed an "alien" who was buried by locals after a UFO crashed
in their town 120 years ago, an amateur historian has claimed.
Novelist Kerry Haggard claims that the locals found the body of the
pilot who was "not an inhabitant of this world" when sifting through the
wreckage.Kerry, 53, who also runs his own vintage car restoration company, said: "During my extensive three year research in relation to the event, I discovered that in the early morning hours April 17th 1897 a single alien spacecraft lost control over the sky's of Texas.
"It clipped the edge of a fast moving windmill above the small town of Aurora just north of Fort Worth.
"It veered into the path of the town's only water tower and crashed with a terrific explosion which awakened many of the residents.
"Reported in both Dallas and Fort Worth newspapers of the time, the story of the downed Aurora TX "Traveller" was not the first of such occurrences to be sure.
I 13 milioni di documenti desecretati della CIA sono disponibili
Dai rapporti sugli avvistamenti Ufo agli esperimenti del progetto Stargate sui poteri psichici, i documenti dell'intelligence americana sono consultabili con un clic
Sono circa 13 milioni le pagine dei documenti confidenziali desecretati dalla Cia e diffusi online per la prima volta. I documenti, suddivisi in quasi 800mila file, includono documenti di Henry Kissinger, segretario di Stato durante le presidenze Nixon e Ford, diverse analisi dell’agenzia di intelligence statunitense e ricerche scientifiche.
I file appartenenti al Cia Records Search Tool (CREST) sono stati pubblicati online dopo una causa legale di due anni promossa contro la Cia da un’organizzazione no-profit che lotta per la libertà d’informazione, chiamata MuckRock.
Tra i documenti più insoliti adesso reperibili online ci sono informazioni sugli avvistamenti di Ufo, una serie di rapporti sui dischi volanti e le ricette per l’inchiostro invisible.
Sono state pubblicate in rete inoltre le carte del cosiddetto progetto Stargate, nome in codice utilizzato per indicare gli studi della Cia sull’esistenza di poteri psichici e la percezione extrasensoriale.
Questi includono i test del 1973 su Uri Geller, la celebrità israeliana che affermava di avere poteri psichici.
Gli appunti mostrano come Geller fosse in grado di replicare parzialmente disegni eseguiti in un’altra stanza con un’accuratezza variabile, ma a volte precisa. Tanto da spingere i ricercatori a scrivere che lui aveva “dimostrato la sua abilità percettiva paranormale in maniera convincente e inequivocabile”.
(Uno dei documenti dello studio sui poteri psichici di Uri Geller, in cui lui replicava parzialmente disegni eseguiti in un’altra stanza dai ricercatori. L’articolo continua sotto la foto)
Molte di queste informazioni erano state rese note nella metà degli anni Novanta, ma era possibile accedervi esclusivamente dai computer degli archivi nazionali in Maryland, e solo in certi giorni ed entro determinati orari.
Dopo aver annunciato la pubblicazione online a novembre 2016, ora la Cia ha reso invece tutti i documenti dell’archivio accessibili con un semplice clic sul suo sito a questo link.
Fonte
Commento di Oliviero Mannucci: la notizia è del Gennaio 2017, ma mi è piaciuto ribadirla. E' utile vedere come se da una parte si nega l'esistenza di certe capacità eppoi c'è chi ci spende milioni di dollari per studiarle. Pensate gente, pensate! A proposito, vi dò una dritta, quando entrerete nel sito CIA, nella casella search digitate URI GELLER e vedete che succede. Aprite i PDF e leggete il loro contenuto, vi garantisco che la cosa è interessante. Provate anche con la parola Telepathy e via dicendo. Buona lettura ( se sapete un po' d'inglese naturalmente).
Ex Ufficiale USAF: "Vidi un UFO sfrecciare a 13.000 Km/h"
Un giovane pilota USAF, George Filer, e ricostruzione di avvistamenti UFO |
Accadde nel
periodo della Guerra Fredda. L'ex maggiore dell'USAF (United States Air
Force) l'ottantaduenne George Filer III, oggi responsabile MUFON del New
Jersey, ha raccontato al quotidiano online 'Asbury Park Press', ripreso
poi da 'Daily Star', l'episodio di quando vide un UFO.
Avvenne al culmine della Guerra Fredda e in quel periodo George Filer III era di stanza in Gran
Bretagna ed era assegnato a una unità di cisterna aerea. Mentre era in
volo su un aereo militare sopra la Scozia, tentò di intercettare un
enorme oggetto apparso sul radar.
"Quando ci
avvicinammo, potemmo vedere delle luci in lontananza - una specie di
nave da crociera che vedresti di notte, con molte luci sopra. Una volta
vicini a circa 8 chilometri da esso - l'oggetto salì nello spazio.
Andavamo a oltre 650 chilometri orari e questo enorme oggetto sfuggì a
10, 20 volte la nostra velocità. Eravamo certi che fosse qualcosa che
non era nostro, diciamo così. ... Per me, sembrava un lungo cilindro.".
George Filer oggi |
George Filer III come ex ufficiale di volo e d'intelligence, che ha
prestato servizio per 20 anni, ha affermato di aver assistito
personalmente a fenomeni piuttosto bizzarri. Inoltre, ha dichiarato di
aver saputo in prima persona che i generali e gli ammiragli a quattro
stelle vengono informati regolarmente sui "veicoli aerei anomali".
Goerge Filer III non sa chi o cosa stia pilotando questi veicoli, ma ha
le sue teorie. Se sono visitatori provenienti da un altro mondo,
potrebbero usare gli oceani del mondo per nascondersi alla
individuazione - che è il motivo per cui ci sono così tanti avvistamenti
vicino all'acqua.
Yellowstone Incident: Bright Sphere Explodes, Strange Dead Body, UFO Descends!
A series of strange events have taken place in Yellowstone on April 21 and 22, 2018 and it looks like the events have been covered up. Source: http://ufosightingshotspot.blogspot.pt Watch Kat Martin2016 videos: https://youtu.be/4vN3p14HsZc https://youtu.be/g5awTYNvvf8 Read here:http://helenastales.weebly.com/blogue... Follow us on facebook: https://www.facebook.com/ufo.maniaII/
Buzz Aldrin, prima riparla dell'UFO dell'Apollo 11 e poi supera il test della macchina della verità
Che cosa sarà mai? Scherzi dell’età ormai avanzata (ha 88 anni) oppure la voglia di togliere i lacci a un segreto probabilmente imposto ma sul quale lui e altri colleghi hanno puntato qua e là i riflettori? La domanda riguarda Buzz Aldrin, che al netto di teorie complottiste e negazioniste tuttora esistenti è stato il secondo umano a passeggiare sulla Luna, preceduto da Neil Armstrong (che a differenza sua ci ha già lasciato). Buzz è uno di quelli che nei ricordi della missione del 1969 con Apollo 11 ha fatto filtrare il concetto di un avvistamento inspiegabile (dunque, per definizione, di carattere ufologico) nel momento in cui capsula e modulo di comando, con il prezioso “bagaglio appresso” del Lem destinato all’allunaggio, lasciava la Terra e si indirizzava al suo satellite naturale. Ho conosciuto Aldrin, l’ho incontrato due volte (la prima ai Giochi olimpici di Pechino, la seconda a Crans Montana all’evento dell’orologiaio sponsor dei reduci del programma Apollo) e l’ho intervistato, chiedendogli appunto lumi su quella vicenda.
La sua risposta – potete andare a ripescare il post dedicato, storia di qualche anno fa – fu in apparenza ambigua ma in realtà illuminante. La domanda fu: “Ha visto qualcosa di strano?”. La risposta: “No, non ho visto qualcosa di strano. Ho solo pensato che fosse strano che quell’oggetto fosse lì”. L’equipaggio di Apollo 11 riteneva – sempre che la racconti giusta – si trattasse di uno stadio del Saturno V che andava ormai alla deriva, ma il centro di controllo di Houston escluse che fosse un pezzo del razzo. I tre astronauti preferirono non andare oltre, per timore che i responsabili della missione si spaventassero e annullassero tutto. Di certo è una frase che, così come è stata pronunciata, lascia molto perplessi e invita a “ricamarci” sopra. La novità di questi giorni è che Aldrin non solo ha riconfermato l’episodio, dando ulteriori dettagli sull’Ufo (“Aveva una forma a elle” ha precisato), ma ha anche superato la prova della macchina della verità. Buzz è stato infatti sottoposto al test con una nuova tecnologia all’Institute of BioAcoustic Biology di Albany, in Ohio. L’istituto in precedenza aveva avuto modo di valutare anche le testimonianze di Al Worden (Apollo 15) e di Edgar Mitchell (Apollo 14), quest’ultimo mancato nel 2016 e convinto assertore dell’esistenza degli extraterrestri tant’è che più volte invitò il Governo a dire la verità sui fatti del caso Roswell. Secondo gli esperti i risultati dimostrano che gli astronauti erano “completamente convinti” della veridicità delle loro affermazioni sugli Ufo e sulla possibilità della vita aliena. L’Institute of BioAcoustic Biology ha condotto un’analisi del tono della voce mentre parlavano dei loro incontri e la credibilità delle frasi pare sia totale. Aldrin in particolare è certissimo dell’avvistamento, “anche se la mente logica non può spiegarlo”. Al Worden nel 2015 si era spinto addirittura oltre: “Durante la missione ho visto gli extraterrestri” ha detto. In realtà non sarebbe stato l’unico, a giudicare dai racconti di Gordon Cooper, di Pete Conrad (entrambi ora morti) e di altri colleghi. Per tacere infine delle tante situazioni diciamo così opache che hanno caratterizzato le missioni lunari del programma Apollo.
Flavio Vanetti
Commento di Oliviero Mannucci: E' un po' di tempo cari lettori di questo blog, che c'è qualche cretino che al soldo della disinformazione più totale, si diverte a stilare black list di siti e blog che fanno veramente informazione come questo e altri, senza probabilmente non aver visionato neanche i contenuti e le fonti. Bè c'è un detto: La mamma degli imbecilli è sempre incinta ( e ultimamente c'è ststa una vera e propria impennata demografica evidentemente). Questa notizia pubblicata su Corriere della Sera io l'avevo già pubblicata i giorni scorsi. Inoltre, cari lettori, come avete potuto vedere, in fondo agli articoli da me selezionati sulla rete, in fondo a sinistra c'è sempre un link che si ricollega al sito da dove ho attinto la notizia. Le mie fonti spesso sono l'ANSA, i vari siti NASA, vari giornali d'astrofisica e tante altre testate specializzate sui vari argomenti, per quanto riguarda i video sugli UFO, spesso sono documentari del National Geographic, di History Channel, Discovery, Open Minds o altre importanti tv o siti di fama internazionale. Probabilmente il cretino o i cretini, per non dire di peggio, che stilano queste black list, spesso facendo copia e incolla e senza controllare le fonti, non si rendono conto della figura di merda che vanno a fare e del discredito che gettano solo su stessi. Mi raccomando diffidate sempre da chi vuole decidere per voi cosa è giusto o cosa è sbagliato leggere o vedere, soprattutto se a farlo sono delle emerite teste di ....., bè ci siamo capiti!!!
Thursday, April 19, 2018
Siria: la Sicilia è già in guerra ( e quindi l'Italia).
La Sicilia si trova al centro di una possibile escalation del conflitto
siriano dai risvolti ancora imprevedibili, l’isola, soprattutto in
queste ore di alta tensione, si trasforma in una vera piattaforma
militare galleggiante a stelle e strisce. Siria, la Sicilia è già in
guerra.
Di fatto la base di Sigonella nella Sicilia Orientale, da dove partono aerei da ricognizione verso la Siria, è territorio americano. Le missioni in atto sono ovviamente segrete, ma l'importanza strategica per gli americani dell'aeroporto di Sigonella e del Muos di Niscemi nel contesto siriano è indubbia.
Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha inviato la lettera al contrammiraglio Arturo Faraone, comandante della Capitaneria di Porto di Napoli, per protestare contro fatti avvenuti nelle scorse settimane, quando un sottomarino nucleare della Marina statunitense è spuntato nel Golfo partenopeo.
Dopo aver preso inizialmente le distanze dall'intervento militare in Siria, il premier uscente Gentiloni ha riferito alle Camere in merito alla crisi siriana che l'Italia non è neutrale, ma è un coerente alleato degli Stati Uniti. Mentre i pareri dei partiti italiani si dividono sulla posizione dell'Italia nel conflitto siriano, un dato è certo: in una possibile escalation internazionale la Sicilia per la sua posizione strategica e per le sue basi americane si troverebbe al centro dello scacchiere. E i siciliani che cosa ne pensano? Sputnik Italia ha raggiunto per un'intervista Ciro Lomonte, segretario del Movimento "Siciliani liberi".
— La base di Sigonella e il Muos sono coinvolti nella guerra contro la Siria. Ciro Lomonte, qual è il suo punto di vista sulla vicenda e che cosa ne pensano i cittadini siciliani?
— Da un punto di vista geopolitico i siciliani sono un po'divisi, di fatto perché non sono liberi, le decisioni di Roma spesso vanno contro la Sicilia stessa. In questo momento ci troviamo in uno scenario internazionale che è profondamente evoluto, prima c'erano i due blocchi. La situazione è cambiata, ma gli Stati Uniti continuano ad usare il mondo a proprio piacimento e nel caso specifico della Sicilia si comportano come se fossero i poliziotti mondiali che hanno il compito di risolvere i conflitti locali. Ai siciliani non va bene, non ha più senso nel 2018.
— Esattamente. Oggi ho firmato un appello di vari italiani per uscire da questo sistema per cui l'Italia ospita basi militari con addirittura delle armi nucleari, che possono essere usate a piacimento dalla NATO e dagli Stati Uniti. Tutto ciò può travolgerci senza motivo in un conflitto nucleare. Il presidente della regione per le vicende che viviamo in questi giorni dovrebbe sedere nel Consiglio dei Ministri italiano e dovrebbe battere i pugni per esprimere il dissenso dei siciliani. Siamo coinvolti senza volerlo in un conflitto internazionale che potrebbe avere conseguenze tragiche. — Gentiloni ha riferito alle Camere che l'Italia non è neutrale nella vicenda siriana, ma è un alleato coerente degli Stati Uniti. A suo avviso non andrebbe rivalutata quest'alleanza spesso in contrasto con gli interessi nazionali?
— È una situazione tragicomica. Gentiloni è l'ennesimo presidente non è eletto dal popolo da quando l'Unione Europea si è imposta di far cadere Berlusconi. L'Unione Europea ci impone di avere dei governi che ci spingano verso un asservimento alla globalizzazione e in particolare ad alcuni interessi americani.
— Secondo lei i politici dedicheranno più attenzione al problema delle basi americane in Sicilia, non solo nel contesto siriano, ma anche dal punto di vista della salute dei siciliani? Qual è il suo auspicio?
— Il mio auspicio è che le basi vengano smantellate. Non è più tollerabile che in Sicilia, ma anche in altre regioni italiane, si corrano questi pericoli. Ho partecipato qualche giorno fa ad un convegno in cui si è parlato di una mappa disegnata 750 anni fa, trovata in un monastero tedesco, la mappa di Ebstorf, che rappresentava il mondo allora conosciuto. All'epoca c'era Federico II, in quella mappa la Sicilia era rappresentata come il cuore del mondo, aveva un ruolo di protagonista dentro l'Europa, l'Africa e l'Asia.
In questo momento la Sicilia( e quindi l'Italia) è diventata lo zerbino delle potenze internazionali. Il mio auspicio non è solo che vengano smantellate le basi, ma che i siciliani, popolo con una grande identità, possano ritornare ad essere protagonisti della propria storia con la loro ospitalità e la loro capacità di dialogare con i popoli di tutto il mondo. Abbiamo bisogno di recuperare la sovranità, non vogliamo essere asserviti agli interessi di multinazionali e agli interessi internazionali.
Tatiana Santi
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Di fatto la base di Sigonella nella Sicilia Orientale, da dove partono aerei da ricognizione verso la Siria, è territorio americano. Le missioni in atto sono ovviamente segrete, ma l'importanza strategica per gli americani dell'aeroporto di Sigonella e del Muos di Niscemi nel contesto siriano è indubbia.
Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha inviato la lettera al contrammiraglio Arturo Faraone, comandante della Capitaneria di Porto di Napoli, per protestare contro fatti avvenuti nelle scorse settimane, quando un sottomarino nucleare della Marina statunitense è spuntato nel Golfo partenopeo.
©
Foto : fornita da Ciro Lomonte
Ciro Lomonte, segretario del Movimento "Siciliani liberi"
Dopo aver preso inizialmente le distanze dall'intervento militare in Siria, il premier uscente Gentiloni ha riferito alle Camere in merito alla crisi siriana che l'Italia non è neutrale, ma è un coerente alleato degli Stati Uniti. Mentre i pareri dei partiti italiani si dividono sulla posizione dell'Italia nel conflitto siriano, un dato è certo: in una possibile escalation internazionale la Sicilia per la sua posizione strategica e per le sue basi americane si troverebbe al centro dello scacchiere. E i siciliani che cosa ne pensano? Sputnik Italia ha raggiunto per un'intervista Ciro Lomonte, segretario del Movimento "Siciliani liberi".
— La base di Sigonella e il Muos sono coinvolti nella guerra contro la Siria. Ciro Lomonte, qual è il suo punto di vista sulla vicenda e che cosa ne pensano i cittadini siciliani?
— Da un punto di vista geopolitico i siciliani sono un po'divisi, di fatto perché non sono liberi, le decisioni di Roma spesso vanno contro la Sicilia stessa. In questo momento ci troviamo in uno scenario internazionale che è profondamente evoluto, prima c'erano i due blocchi. La situazione è cambiata, ma gli Stati Uniti continuano ad usare il mondo a proprio piacimento e nel caso specifico della Sicilia si comportano come se fossero i poliziotti mondiali che hanno il compito di risolvere i conflitti locali. Ai siciliani non va bene, non ha più senso nel 2018.
In Sicilia invece si percepisce la Russia come
un baluardo della sovranità di tante nazioni che altrimenti verrebbero
schiacciate da una visione di globalizzazione che massacra le identità
locali. Inoltre alcune basi americane, come il MUOS ad esempio,
rappresentano un pericolo per la salute dei siciliani.
— La Sicilia viene usata per scopi militari americani, di
fatto è stata trascinata nella guerra siriana, una guerra che non
c'entra niente con i siciliani, giusto?— Esattamente. Oggi ho firmato un appello di vari italiani per uscire da questo sistema per cui l'Italia ospita basi militari con addirittura delle armi nucleari, che possono essere usate a piacimento dalla NATO e dagli Stati Uniti. Tutto ciò può travolgerci senza motivo in un conflitto nucleare. Il presidente della regione per le vicende che viviamo in questi giorni dovrebbe sedere nel Consiglio dei Ministri italiano e dovrebbe battere i pugni per esprimere il dissenso dei siciliani. Siamo coinvolti senza volerlo in un conflitto internazionale che potrebbe avere conseguenze tragiche. — Gentiloni ha riferito alle Camere che l'Italia non è neutrale nella vicenda siriana, ma è un alleato coerente degli Stati Uniti. A suo avviso non andrebbe rivalutata quest'alleanza spesso in contrasto con gli interessi nazionali?
— È una situazione tragicomica. Gentiloni è l'ennesimo presidente non è eletto dal popolo da quando l'Unione Europea si è imposta di far cadere Berlusconi. L'Unione Europea ci impone di avere dei governi che ci spingano verso un asservimento alla globalizzazione e in particolare ad alcuni interessi americani.
Proprio nei confronti della Russia è stata
imposta una serie di sanzioni che hanno penalizzato l'Italia. Noi non
stiamo parlando di presidenti del Consiglio liberi, stiamo parlando di
uomini politici che rappresentano delle volontà estranee all'Italia.
— Secondo lei i politici dedicheranno più attenzione al problema delle basi americane in Sicilia, non solo nel contesto siriano, ma anche dal punto di vista della salute dei siciliani? Qual è il suo auspicio?
— Il mio auspicio è che le basi vengano smantellate. Non è più tollerabile che in Sicilia, ma anche in altre regioni italiane, si corrano questi pericoli. Ho partecipato qualche giorno fa ad un convegno in cui si è parlato di una mappa disegnata 750 anni fa, trovata in un monastero tedesco, la mappa di Ebstorf, che rappresentava il mondo allora conosciuto. All'epoca c'era Federico II, in quella mappa la Sicilia era rappresentata come il cuore del mondo, aveva un ruolo di protagonista dentro l'Europa, l'Africa e l'Asia.
In questo momento la Sicilia( e quindi l'Italia) è diventata lo zerbino delle potenze internazionali. Il mio auspicio non è solo che vengano smantellate le basi, ma che i siciliani, popolo con una grande identità, possano ritornare ad essere protagonisti della propria storia con la loro ospitalità e la loro capacità di dialogare con i popoli di tutto il mondo. Abbiamo bisogno di recuperare la sovranità, non vogliamo essere asserviti agli interessi di multinazionali e agli interessi internazionali.
Tatiana Santi
Fonte
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