[Corriere] Fu uno dei più grandi leader del Novecento, venerava Shakespeare, amava i sigari e la buona tavola, coniò qualche nuovo termine come «summit» nella moderna accezione, vinse un Nobel per la letteratura, studiava… la vita extraterrestre.
Per la vastità della sua conoscenza e la varietà dei suoi interessi, Winston Churchill continua a sorprendere.
Dagli archivi del National Churchill Museum di Fulton, Missouri, spunta uno scritto inedito del grande primo ministro britannico, datato 1939.
Ufo, galassie, pianeti: undici pagine di ragionamenti sulla vita nello spazio che anticipano l’impostazione delle ricerche contemporanee.
La scoperta negli Usa e l’analisi di Mario Livio
Il testo, mai pubblicato, era stato ceduto al museo americano negli anni Ottanta. Dopo essere stato contattato dall’istituto per esaminarlo, è stato l’astrofisico e divulgatore scientifico israeliano Mario Livio a rivelarne l’esistenza, commentandolo in un articolo sulla rivista Nature.Livio trova incredibilmente innovativo l’andamento del pensiero di Churchill: «Pensa come un astrofisico di oggi. E in un’epoca in cui i politici rifiutano la scienza, è commovente ricordare un leader che si è impegnato così profondamente per questa disciplina».
Una passione influenzata anche dal dibattito scientifico — e fantascientifico — dell’epoca. Solo un anno prima della stesura dell’articolo, nel 1938, negli Stati Uniti la Cbs aveva trasmesso lo sceneggiato radiofonico di Orson Welles «La guerra dei mondi».
Tratto dall’omonimo romanzo di Herbert George Wells, raccontava uno sbarco di extraterrestri in territorio americano. A sentirlo per radio sembrò vero. E fu il panico.
Churchill parte dalla domanda fondamentale: c’è vita là fuori? «Il sole è semplicemente una stella come milioni di altre nell’universo. Perché non potrebbero esistere altri sistemi planetari?».
Quindi passa in rassegna le condizioni principali perché si sviluppi «la capacità di riprodursi e moltiplicarsi», arrivando a teorizzare la necessità dell’acqua allo stato liquido. Fino a individuare in Marte e Venere gli unici pianeti del sistema solare capaci di ospitare la vita.
Zone abitabili, lontane dalla Terra dove in quel 1939 si addensavano le nubi del secondo conflitto mondiale. Troppo profonda era la sua conoscenza del genere umano e della Storia, perché lo statista Churchill non sentisse il bisogno di immaginare «zone franche» dalla follia della guerra, in un altrove interstellare.
Non sono poi così convinto, scriveva, «che noi rappresentiamo il culmine dello sviluppo nel vasto orizzonte del tempo e dello spazio».
Un UFO durante le Seconda Guerra mondiale
Ma Winston Churchill avrebbe anche insabbiato alcuni avvistamenti ufo avvenuti durante il secondo conflitto mondiale.Secondo la testimonianza del nipote di una sua guardia del corpo, il primo ministro britannico vietò di diffondere la notizia dell’avvistamento di un Ufo da parte di un bombardiere della Raf (Royal Air Force), che rientrava da un’azione militare contro la Germania.
La circostanza è stata rivelata poco tempo fa, in seguito alla pubblicazione online di file finora secretati dai National Archives, in cui è contenuta la documentazione su decine di incontri con oggetti volanti non identificati.
La ragione per cui il segreto dell’avvistamento durante la seconda guerra mondiale è stato gelosamente custodito negli archivi per tutto questo tempo è sorprendente: Chruchill aveva timore di creare un’ondata di isteria collettiva, gettando nel panico la nazione in guerra.
Nel 1999, il nipote di un militare della Raf, guardia del corpo di Churchill, scrive una serie di lettere al ministero della Difesa per ottenere chiarimenti su un misterioso incidente di cui il nonno era stato testimone: al rientro da una missione sul continente europeo occupato dalle truppe naziste, il bombardiere britannico su cui si trovava l’aviatore sarebbe stato affiancato da un Ufo sopra la Cumbria, regione a nord ovest dell’Inghilterra.
Membri dell’equipaggio avrebbero pure scattato alcune foto di un oggetto volante di natura metallica che si era “librato in volo senza far rumore”. Lo strano episodio avrebbe impressionato il testimone, che ne ha parlato alla figlia (la madre della fonte della testimonianza) quando lei aveva 9 anni e, in seguito, alla moglie.
Il nipote dell’aviatore è un fisico di Leicester esperto di astronomia. Non crede che l’equipaggio della Raf sia venuto a contatto con gli extraterrestri. Nelle lettere mandate al ministero ipotizza infatti che lo strano oggetto sia in realtà un aeromobile impiegato in qualche esercitazione militare segreta.
Forse una potenza straniera non identificata stava testando una nuova tecnologia bellica. Ma Winston Churchill non la pensava così. Dopo aver ascoltato un esperto militare, che aveva escluso si trattasse di un missile, Churchill ordinò che il segreto sull’episodio si mantenesse almeno per 50 anni.
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