Spazio: ultima frontiera. Credere che si sia soli nell'universo è come credere che la Terra sia piatta. Come disse l'astrofisico Labeque al palazzo dell'UNESCO, durante il congresso mondiale del SETI di Parigi del Settembre 2008, " SOMETHING IS HERE", "Qualcosa è qui", e I TEMPI SONO MATURI per farsene una ragione. La CIA, l'FBI, la NSA, il Pentagono, e non solo, lo hanno confermato!
Statistiche
Thursday, August 1, 2019
Starship: la nave delle stelle
Il nuovo veicolo spaziale
di Elon Musk promette di rivoluzionare nuovamente il mondo
dell’esplorazione spaziale, quali sono le sue capacità? a che punto è il
suo sviluppo? E soprattutto, davvero riuscirà a portarci su Marte?
In una nuvola densa di fumo, nella base di Boca
Chica in Texas, si può scorgere una piccola cupola metallica fare
brevemente capolino. Si tratta della cima dello Starhopper che la notte
fra il 25 e il 26 luglio ha compiuto il suo piccolo balzo inaugurale. Il
primo di una lunga serie di test, con difficoltà e altezza
incrementale, che porteranno il prototipo, che sembra uno scaldabagno
(tozzo e sgraziato), a trasformarsi nella più aggraziata e aerodinamica
Starship. L’astronave di nuova concezione della SpaceX che secondo Elon
Musk nei prossimi decenni ci porterà sulla Luna, su Marte e anche oltre. La nave stellare. La Starship, ufficialmente
annunciata nel 2017, ha visto nella sua breve vita un costante
cambiamento delle sue forme e specifiche. Si tratta, infatti, di un
progetto in continua evoluzione in cui man mano gli ingegneri hanno
perfezionato il design applicando diverse modifiche. Ecco quindi che da
una conformazione con quattro motori Raptor adatti al vuoto dello spazio
e due motori per il volo in atmosfera si è passati ad un setup con tre
motori per il volo spaziale e altrettanti per quello in atmosfera.
Ancora, la forma della fusoliera, il numero di gambe d’appoggio e
addirittura il materiale di costruzione sono cambiati parecchio prima
dell’inizio della costruzione dei due prototipi.
Fibra di carbonio? Meglio acciaio inossidabile. Praticamente
tutti i veicoli aerospaziali oggi vengono costruiti usando la fibra di
carbonio: un materiale leggero e resistente. Musk, però, ha voluto
percorrere una via differente: la fusoliera, infatti, sarà composta da
acciaio inossidabile 301. Un materiale sì resistente e facile da
lavorare, oltre che molto più economico, ma molto più pesante della
fibra di carbonio. Il motivo della scelta sarebbe nelle capacità
termiche della lega che sarebbe in grado di resistere più facilmente
alle alte temperature del rientro atmosferico. E visto che l’idea di
base dietro il nuovo veicolo spaziale sarà la completa riusabilità, la
possibilità di non dover sostituire lo scudo termico dopo ogni volo
garantirà alla Starship una maggiore rapidità nell’effettuare voli in
successione (oltre ad abbattere i costi).
Aerei usa e getta. Immaginate quanto possa costare
il biglietto di un aereo se dopo ogni volo l’aereo andasse distrutto:
una scelta economicamente insostenibile. Eppure nel mondo
dell’esplorazione spaziale si fa da sempre così (esclusa la parentesi
dello Space Shuttle), ad ogni lancio corrisponde un razzo che una volta
finito il suo compito precipita in mare (in uno zona specifica lontano
da traffici marini – o nel caso della Cina,
in zone presumibilmente poco abitate) o viene abbandonato nello spazio.
Idea rivoluzionaria di Musk è stata quella di rendere i razzi
riutilizzabili, capaci quindi di atterrare in verticale e di poter
volare nuovamente. Cosa che, con i suoi Falcon 9 e Falcon Heavy, ha già
dimostrato di poter fare più e più volte di fila. Adesso però la
questione si fa grossa, letteralmente. La Starship avrà un’altezza di 55
metri, un diametro di 9 metri e una massa al decollo di oltre 1000
tonnellate.
Una volta completata la Starship avrà delle caratteristiche da
capogiro: una capacità di carico di 150 tonnellate (contro le 63 del
Falcon Heavy, il razzo più potente esistente oggi e le 140 del Saturn V,
il razzo più potente mai costruito) e la possibilità di trasportare
equipaggi composti da 100 persone. Un enorme passo in avanti rispetto ai
tre astronauti che viaggiano inscatolati come sardine nelle Soyuz che
utilizziamo oggi per mandarli in orbita.
I primi voli. Elon Musk è un inguaribile ottimista e
un grande ritardatario: secondo le sue dichiarazioni il primo volo
ufficiale (ma senza equipaggio) della Starship avrà luogo entro il 2021 e
entro il 2023 dovrà essere completato anche la seconda parte che
compone il razzo più potente di sempre, il BFR, Big Falcon Rocket, noto
in passato come Big Fu**ing Rocket. La Starship infatti è solo metà del
veicolo che dovrebbe portare l’uomo nello spazio in massa. Una parte
squisitamente propulsiva chiamata Super Heavy Booster, un gigantesco
razzo riutilizzabile, darà alla Starship la spinta necessaria per andare
oltre l’orbita terrestre e raggiungere la Luna, Marte e, forse, altri
pianeti e lune del sistema solare.
Quando i due saranno completati avrà
luogo il primo lancio commerciale con equipaggio che è già stato
organizzato e presentato al pubblico: si tratta di un viaggio che
porterà il magnate e filantropo giapponese Yusaku Maezawa, assieme a un
gruppo di 6-8 artisti di vario genere selezionati da Maezawa stesso (che
coprirà tutte le spese di viaggio), in orbita attorno alla Luna in un
viaggio di sei giorni. La missione, un fritto misto di viaggio turistico
spaziale, opera d’arte collettiva e enorme operazione di marketing,
dovrebbe avvenire nel 2023 e mira a portare, tramite gli occhi e le
opere degli artisti, tutta l’umanità ad apprezzare la bellezza fuori
dalla nostra atmosfera, forse riportando ancora di più nell’interesse
pubblico l’esplorazione spaziale.
Verso l’infinito e oltre. Con il BFR, quindi
Starship e Super Heavy, in completa operatività, l’umanità avrà accesso
ad un veicolo capace di rivaleggiare con astronavi uscite dai migliori
film di fantascienza. La Starship potrebbe portare nuovamente l’uomo
sulla Luna, in un periodo, gli anni 20 di questo secolo, che vedrà lo
spazio cis-lunare molto trafficato.
Dopo la Luna, l’obiettivo da raggiungere, da sempre dichiarato da Musk,
sarà Marte: l’enorme capacità di carico di merci e persone, oltre alla
riutilizzabilità del sistema, potrebbe realmente permettere la creazione
di basi sul Pianeta Rosso, sempre che si riescano a risolvere le
innumerevoli sfide che esulano dal viaggio in sé, come il proteggere gli astronauti
dai raggi cosmici che bombardano costantemente Marte, o riuscire ad
estrarre acqua dalla sua debole atmosfera o da giacimenti sotterranei.
Nel frattempo, la SpaceX conta di utilizzare la Starship anche come
veicolo per la Terra. Potrà essere in grado, infatti, di volare da un
capo all’altro del mondo in pochi minuti, un potenziale che potrebbe
rendere obsoleto l’uso degli aerei ma che deve ancora dimostrare la
propria fattibilità. Intanto, i risultati ottenuti finora e le
aspettative che la Starship sta riuscendo a creare nel pubblico stanno
portando alla nascita di rinnovato interesse verso lo spazio, le sue
sfide e le sue opportunità.
Commento di Oliviero Mannucci : qualche anno fa ebbi la malaugurata idea di iscrivermi sul forum astrofili.org , e in alcuni post parlai del futuro dei viaggi spaziali, dicendo che se la NASA non ci avrebbe pensato direttamente, si sarebbe servita di compagnie private. Ebbene, venni deriso dai "saccenti" astrofili della minchia, "scientisti" ad oltranza e ignoranti come le capre. Bene, ora dico a quegli astrofili, guaradatevi questo video e andatevela a prendere in quel posto, COGLIONI! Imparate a informarvi prima di parlare!!!!
No comments:
Post a Comment
Note: Only a member of this blog may post a comment.
No comments:
Post a Comment
Note: Only a member of this blog may post a comment.