Da poche ore la Stazione Spaziale Internazionale, ISS, ha un nuovo astronauta a bordo, che si è appena "risvegliato". Non è arrivato con un'astronave e non è di carne e ossa, come si usa dire, ma di metallo, plastica e silicio. È il Robonaut 2, R2 per gli amici, da febbraio a bordo della Stazione e tenuto disattivato, quasi ibernato verrebbe da dire se fossimo in un film di fantascienza.
E per la verità l'immagine dell'astronauta Mike Fossum che risveglia il Robonaut 2 dal suo lungo, chiamiamolo, sonno sa un po' di film di Frankestein.
Al di là degli aspetti propagandistici, a volte un po' esagerati tanto da sembrare a noi europei quasi folkloristici, NASA punta moltissimo per il futuro dei viaggi spaziali su questo primo test in volo del Robonaut 2, progetto derivato da quello originario per l'utilizzo dei robot nello spazio su cui ha investito molto fin dal 1997. Il nostro nuovo astronauta è infatti il frutto di una lunga collaborazione fra NASA e General Motors e solo lui, come costi vivi, va sui 2.5 milioni di dollari.
Progettato e pensato per essere un vero e proprio aiutante degli astronauti nella ISS per gli anni a venire, almeno una decina, R2 sta eseguendo tutti i test uno dopo l'altro, per il momento i sistemi di alimentazione, elettrica ovviamente, per i sensori ottici, i suoi occhi. A questo proposito appena risvegliato si è affrettato a spedire a terra l'immagine di quanto vedeva dopo il lungo sonno: poco più di un insieme di cavi e strumenti, tutto sul verdino come colore dominante.
R2 da circa 24 ore saluta e informa, molto modaiolo, anche su twitter come @Astrorobonaut . Ovviamente non è lui che scrive o risponde alle domande che arrivano, ma il team di ingegneri che sta nel progetto. Comunque il tutto prende il pubblico USA e la parte pubblicitaria pare essere riuscita bene: NASA ne ha bisogno parecchio ora che l'ala destra del Senato USA vuole ridurre ulteriormente il suo budget e addirittura cancellare importanti progetti già avviati, come il secondo Telescopio Spaziale, JWST.
Comunque da twitter sappiamo che R2 sta bene, la corrente elettrica è al punto giusto e gli è gradita e che è orgoglioso del suo compito di dover restare fino al 2020 sulla Stazione a 400 chilometri di altezza dal suolo a dare una mano ai vari umani che si alterneranno, qualche centinaio.
Ma la questione utilizzo robot è tanto seria nello spazio quanto sulla Terra e le possibilità di applicazione di R2 sono praticamente infinite, se si dimostrerà all'altezza in questo primi mesi: dall'aiutare l'astronauta per una serie di lavori pesanti o ripetitivi, le classiche due braccia in più, all'andare all'avanscoperta in situazioni potenzialmente pericolose per gli uomini, a causa di radiazioni o altro. Un utilizzo massiccio di robot nello spazio farebbe risparmiare un sacco di soldi alle agenzie spaziali, che nei voli con umani devono prevedere costosissime, quanto sacrosante, precauzioni per la sicurezza.
Insomma questo buffo quasi individuo, tutto busto e niente gambe, del peso a terra di circa 150 chili e un po' tarchiato, circa un metro di altezza, potrebbe se non rimpiazzare l'uomo , dare senz'altro una nuova dimensione alla permanenza in orbita degli umani ed alle possibilità di esplorazione spaziale.
Al di là della pubblicità in quel metro sono stipati infatti più di 350 sensori e 38 computer, su una raffinata meccanica basata su alluminio, che gli permette 42 gradi di libertà, ossia possibilità diverse di muovere gli arti. Insomma oltre che a tweettare per convincere il contribuente USA che NASA non spreca i quattrini, può permettersi di fare anche molto altro. Quanto e quanto utile lo vedremo nei prossimi mesi.
Commento di Oliviero Mannucci: Mi ricorda tanto quel robot... come si chiama? Robo...Robo Accopp, a no... Robocop!!!!! Bè speriamo bene per gli astronauti.
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