Vendesi auto tipo dune buggy, completamente in metallo, niente parabrezza e tergicristallo, posti 1+1 con sedili scomodi e non imbottiti, peso 200 chili circa, velocità massima 13 chilometri/ora e autonomia circa 100. Prezzo sul centinaio di milioni di dollari.
Ovviamente un annuncio del genere non avrebbe molto successo se si riferisse a un'auto "terrestre", ma trattandosi dei Lunar rover il prezzo è adeguato. Stiamo parlando dei sofisticati mezzi elettrici che le spedizioni Nasa da Apollo 15 a 17 utilizzarono per spostarsi sulla Luna.
Era il 1 agosto esattamente di 40 anni fa, nel 1971, quando il primo di questi entrò in azione, guidato da James Aldrin, l'astronauta che era allunato il 30 luglio precedente assieme al compagno David Scott (gallery Foto 1). Apollo 15 era la quarta missione sul terreno lunare e la grande novità che aiutò molto NASA nel recuperare l'entusiasmo del pubblico, che andava scemando dopo la famosa notte del luglio 1969 in cui il primo uomo scese sul nostro satellite, era proprio la attesa corsa sulla Luna con questo strano mezzo un po' robot e un po' go kart. La tecnologia di quei Lunar Roving Veichle, LRV, era estremamente sofisticata e, per molti versi, più avanzata di quella delle navette che portavano gli astronauti stessi sulla Luna. Leggeri, essenziali, con un'ottima capacità di superare il terreno anche in presenza di buche e sassi, questi mezzi erano ripiegabili su sé stessi, come le biciclette smontabili che mettiamo nel bagagliaio dell'auto. Una volta richiusi ingombravano poco più di un paio di lavatrici e potevano trovare posto nel mezzo di allunaggio. Di fatto sono considerati i "padri" di tutti i veicoli per movimento al suolo venuti dopo, come i rover marziani Pathfinder , Spirit e Opportunity
Non essendoci atmosfera non avevano ovviamente bisogno di alcun riparo dalle intemperie, ma guardando bene le immagini (gallery foto 2) si noteranno dei grandi parafanghi, che nel caso potremmo chiamare "parapolvere". La Luna infatti è ricoperta da uno strato di parecchi centimetri di polvere, sollevata dai vari impatti con meteoriti e ricaduta al suolo. Non essendoci né vento né vegetazione la polvere dove cade resta, e questo è il motivo per cui anche le orme degli astronauti di 40 anni fa, così come le piste fatte dalle ruote dei rover lunari, sono ancora intatte.
La velocità massima , per quanto molto contenuta, avrebbe permesso di fare ben altro che non la ricognizione della zona attorno al punto di allunaggio, come di fatto avvenne, dato che le batterie permettevano un'autonomia maggiore. Ma si volle per prudenza non allontanarsi mai oltre il limite dal quale, in caso di guasto, gli astronauti avrebbero potuto tornare alla base a piedi, anzi saltellando come si fa sulla Luna per la gravità ridotta.
Nonostante questa limitazione il Lunar Roving Veihicle di Apollo 15, 40 anni fa, percorse in tutto ben 27 chilometri, con 3 ore e passa di guida, permettendo ai due astronauti di raccogliere informazioni e campioni altrimenti inaccessibili.
Le immagini della prima corsa di questo strano e spartano mezzo lunare (il video dell'escursione lunare), certo non perfette e forse, viste oggi, anche un po' buffe , danno conto dell'entusiasmo degli astronauti, che pure andavano piano come lumache, che passò immediatamente al pubblico a Terra, vivacizzando l'interesse per l'esplorazione del nostro satellite.
L'avventura dei tre LRV di Apollo 15,16 e 17 fornì le basi per la costruzione di altri veicoli robotici di assoluto successo. Fu osservando e riosservando i filmati lunari che gli ingegneri NASA capirono che la fisica di base su cui erano stati sviluppati gli LRV era ottima e su questi basarono i robot marziani che hanno visitato il Pianeta Rosso negli ultimi 15 anni, muovendosi peraltro a velocità ancora minori. Spirit e Opportunity, giunti su Marte nel 2004, a conferma della bontà del disegno ingegneristico di base, dovevano "durare " pochi mesi e invece rimasero entrambi attivi per ben 7 anni, fino a pochi mesi fa, pur muovendosi a una velocità ancora inferiore: meno idi 100 metri all'ora, quanto una tartaruga in gran forma. (gallery foto 3)
Oggi come oggi non sappiamo bene se l'uomo toccherà ancora il suolo lunare, gli Usa sembrano averlo scartato come obiettivo mentre potrebbe essere un target importante dei cinesi, per affermare la loro definitiva importanza anche in campo spaziale, dove peraltro sono già piazzati molto bene, al terzo posto dove USA e Russia. Marte poi sembra essere una metà tanto desiderata quanto spostata sempre più in avanti nei piani NASA. Siamo ora a non prima del 2030 , come migliore previsione, per vedere un piede umano sporcarsi della terra rossa del Pianeta.
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