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Continuiamo a riversare nell’atmosfera gas (soprattutto anidride carbonica) che creano quello che è noto come effetto serra, probabile causa di un progressivo aumento della temperatura sulla Terra. In pratica i gas creano una “coltre” nell’atmosfera che impedisce ai raggi solari penetrati di uscire dopo essersi riflessi sulla superficie del pianeta. L’effetto è considerevole, tanto che le stime indicano un probabile aumento di circa 2°C complessivi durante il XXI secolo. Per cercare di monitorare la pericolosa situazione e comprenderne sempre meglio le cause, in orbita ci sono dieci satelliti in grado di fare rilevazioni e inviare i dati agli esperti del nostro pianeta.
Goce. Lanciato dall’Esa (Agenzia Spaziale Europea) nel 2009 nell’ambito del programma ‘Earth Explorer’, ha collezionato in due anni di attività molti dati, che ora dovranno essere rielaborati per comprendere al meglio l’impatto dei cambiamenti climatici sul livello del mare e i ghiacciai.
Eos Terra. È il più antico della terna tra i satelliti inviati durante il programma ‘Earth Observation’ della Nasa, lanciato nel 1999. Ha raccolto dati in particolare sull’inquinamento dato da monossido di carbonio e pulviscolo.
Eos Aqua. Nel 2002 ha seguito Terra in orbita e svolge un ruolo centrale nel programma della Nasa per gli studi a lungo termine, in quanto raccoglie dati nel tempo che possono essere usati per studiare la dinamica del clima, e quindi analizzare i suoi cambiamenti. È dotato di sensori capaci di rivelare realmente tutti i dati climatici (precipitazioni, temperatura dell’atmosfera, temperatura della superficie del mare) ed è quindi di fondamentale importanza per questi studi.
Eos Aura. Il più giovane della terna, è stato lanciato dalla Nasa nel 2004 e dovrà aiutare gli scienziati a rispondere a tre domande di primaria importanza:
1) Lo strato di ozono si sta riprendendo dopo il buco scoperto nei primi anni ‘80?
2) Quali sono i processi che controllano la qualità dell’aria?
3) Come sta cambiando il clima sulla Terra?
L’8 Ottobre 2010 il satellite ha rilevato livelli estremamente alti di particolato e anidride solforosa (questa da sei a otto volte sopra la norma in Cina e addirittura venti volte sopra negli Stati Uniti).
Trmm. Acronimo di Tropical Rainfall Measuring Mission, il satellite è stato lanciato nel 1997 nell’ambito dell’omonimo progetto della Nasa, che ha lo specifico compito di analizzare le precipitazioni nelle zone tropicali e subtropicali, grazie a diverse apparecchiature montate a bordo, tra le quali spicca l’innovativo ‘Precipitation Radar’, in grado di fornire una mappatura tridimensionale dei temporali, costruito dalla National Space Development Agency (Nasda) giapponese.
Landsat 7. Lanciato nel 1999 dalla Vandenburg Air Force Base, base militare statunitense localizzata in California, ha il compito specifico di fornire foto aggiornate dello spazio, in quanto è in grado di inviare 535 immagini al giorno.
Formosat3/Cosmic. Parte dell’omonimo programma, anche questo satellite è stato lanciato dalla Vandenburg Air Force Base, ma nel 2006. È composto di sei identici micro satelliti, tutti equipaggiati con un ricevitore radio Gps, uno spettrofotometro sensibile ai segnali della ionosfera e un radiofaro in grado di controllare la propagazione dei segnali all’interno della stessa regione.
Cloudsat. Il nome ne rivela la funzione principale: lo studio delle nubi. In particolare il satellite, lanciato nel 2006 dalla Nasa, è dotato di una sofisticatissima apparecchiatura in grado di misurare le potenza con la quale le nubi sono in grado di riflettere le onde emanate dal radar, in funzione della loro distanza da questo. I dati contribuiscono in modo significativo a capire come le nuvole stiano influenzando il clima sulla Terra.
Calipso. Costruito grazie agli sforzi combinati della Nasa e della Cnes (Centro Nazionale degli Studi Spaziali, Francia), è stato lanciato nel 2006 per monitorare le nubi 24 ore al giorno allo scopo di comprendere meglio i sistemi climatici e predirne i loro cambiamenti.
TerraSar-X. Satellite tedesco, è stato lanciato nel 2007 ma operativo da Gennaio 2008. Consente l’acquisizione di immagini radar ad altissima risoluzione grazie alla sua potente antenna in grado di misurare la Sar (Specific Absorbtion Rate), ovvero il quantitativo di radiazioni che effettivamente arrivano al rivelatore. È stato programmato per operare in un arco di tempo di cinque anni.
Roberta De Carolis
Fonte: http://www.nextme.it
di tutti questi satellite ,esiste uno che e luminoso anche di giorno ? ma ben visibile
ReplyDeleteCaro lettore che io sappia no! Però questa sua domanda mi ha messo la pulce nell'orecchio, mi documenterò ulteriormente. Forse.. e dico forse, l'unico oggetto orbitante intorno alla Terra potenzialmente visibile anche di giorno, potrebbe essere la ISS ( la stazione spaziale internazionale) che grazie ai suoi numerosi ed estesi pannelli solari riflette molto la luce del Sole, raggiungendo una luminosità apparente maggiore di Venere. Di notte l'ho esservata diverse volte passare sopra le nostre teste, ma di giorno non ho mai provato, se visibile individuarla nel cielo del giorno non deve essere affatto facile.
DeleteCieli sereni
Oliviero Mannucci