I cinesi hanno la mania di fare le cose in grande e probabilmente questo fa parte del loro patrimonio genetico: oltre duemila anni fa hanno innalzato la Grande Muraglia, nel ‘97 hanno terminato la costruzione del CITIC Plaza - l’edificio in cemento armato più alto del mondo - e cinque anni fa hanno completato la Diga delle Tre Gole - quella dell’acclamato film “Still Life”, per intenderci -. Negli ultimi anni, poi, si sono seriamente appassionati allo spazio, tant’è che hanno avviato un programma spaziale di tutto rispetto, che dovrebbe portarli sulla Luna in breve tempo. L’incontro di queste due passioni smodate ha portato alla nascita del FAST, un radiotelescopio a dir poco gigantesco.
Il suo nome dice tutto, o quasi, perché si tratta di un acronimo che sta per “Five-hundred-meter Aperture Spherical radio Telescope” (ovvero: radiotelescopio con apertura sferica di 500 metri) ed il suo diametro finale di mezzo chilometro lo farà diventare il più grande dispositivo astronomico del nostro pianeta. Fino ad oggi, il record era saldamente nelle mani dell’Osservatorio di Arecibo, in Porto Rico, costruito dagli americani nel 1963 ed immortalato un’infinità di volte nei film di fantascienza; a differenza di questo, però, il FAST avrà l’intera superficie cablata e deformabile, in modo tale da essere 10 volte più rapido e poter rilevare trasmissioni distanti più di mille anni luce. L’impiego di un simile portento consentirà di approfondire la conoscenza della nostra galassia, nonché di individuare nuove pulsar ed eventualmente raccogliere prove dell’esistenza di forme di vita extraterrestri. I lavori per la sua realizzazione sono già iniziati nel sud della Cina, all’interno di una vasta depressione naturale nella regione del Guizhou e per portare a termine il progetto entro il 2016 occorreranno circa cento milioni di dollari, mica brustoline.
Il bello è che questo è solo l’inizio: in realtà, il radiotelescopio servirà come banco di prova per un progetto ancor più ambizioso, denominato SKA, che, grazie alla collaborazione - soprattutto economica - di Australia e Sud Africa, porterà alla costruzione di un super osservatorio. E dopo? Beh, considerato che l’andamento demografico gioca sicuramente a loro favore, è lecito aspettarsi che a quel punto i cinesi potranno dominare la Terra, o quantomeno la Luna.
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