Sotto controllo 60 mila km di reti complessive grazie a 120 mila sensori in 3.200 impianti in sette province
La centrale di distribuzione fluidi Hera a Forlì
Il Grande occhio di ogni tubatura
Sotto controllo 60 mila km di reti complessive grazie a 120 mila sensori in 3.200 impianti in sette province
FORLÌ - Quando si entra, l’impressione è di trovarsi nel centro di controllo Nasa a Houston. Tendi l’orecchio per sentire se da qualche altoparlante viene diffuso il celebre conto alla rovescia: «nine… eight… seven…». Poi invece riconosci intorno a te la morbida cadenza romagnola e ti rassicuri: niente Houston e niente Nasa. «Qui Forlì, centrale di controllo distribuzione fluidi di Hera». Ok, siamo tornati sulla Terra. Forse. La sala centrale di controllo distribuzione fluidi di Hera a Forlì (P. V.)
NUMERI – Allora diamo i numeri: 60 mila chilometri di rete totale (acqua, gas, fognature) da tenere sotto controllo, 3.200 impianti di tutti i tipi da monitorare costantemente, 120 mila sensori distribuiti in 187 Comuni in sei province più una parte della settima, 2 milioni di utenze, 1.500 chiamate al giorno di segnalazione guasti o disfunzione, decine di sostanze chimiche da verificare in modo continuo. Il tutto, ovviamente, 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno. Ecco perché la centrale di controllo sembra quella della Nasa.
INVESTIMENTI - «Abbiamo investito 5 milioni di euro in questa centrale», spiega a Corriere.it l’ingegner Franco Sami, direttore del ciclo idrico e distribuzione gas di Hera, la multiutility che nelle province di Bologna, Modena, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e parte di Pesaro-Urbino cura la distribuzione di gas, acqua, elettricità, teleriscaldamento e gestione dei rifiuti in sette termovalorizzatori e in discarica. Con 6.500 dipendenti, 5 miliardi di euro di fatturato e capitale misto pubblico-privato: il 40% è quotato in Borsa, il resto è dei soci, di cui il Comune di Bologna detiene il 15%. «Nella centrale di Forlì, con il telecontrollo e il call center tecnico che hanno raggiunto la piena operatività a fine aprile, vengono inoltre investiti 600 mila euro all’anno in continui aggiornamenti tecnici», aggiunge Sami.
SALA CONTROLLO – Le 60 persone che lavorano a turni per coprire le 8.760 ore/anno di monitoraggio continuo nella sala di controllo, oltre al loro computer con il quale verificano l’andamento delle operazioni, hanno di fronte a loro un enorme pannello disposto ad arco di cerchio lungo 16 metri e alto 3, composto da decine di schermi giganti nei quali vengono evidenziati in tempo reale tutti i parametri delle reti di distribuzione delle sette province elencate, i tempi di risposta e il numero delle chiamate al call center, trasmesse le immagini delle telecamere fisse sui depuratori, più una serie di altri dati come la temperatura e le precipitazioni su tutto il territorio interessato. Insomma, sembra di trovarsi all’interno della sala comando del Norad nelle Montagne Rocciose dove si controllerebbe l’andamento di un’eventuale guerra atomica come nel film Wargames. Solo che a Forlì, al posto di monitorare la traiettoria dei missili balistici intercontinentali, i satelliti, i radar, i bombardieri atomici e i sottomarini nucleari dislocati nei sette mari, si monitora il buon funzionamento delle reti idriche, delle fognature e del gas. Quello che vent’anni fa era fantascienza da film applicata in campo militare, oggi è realtà in ambito civile, con ricadute positive nella vita di tutti i giorni di tutti noi.
RISPOSTE - «A Modena e a Rimini ci sono sale controllo simili, dedicate rispettivamente alla rete di distribuzione elettrica e al ciclo dei rifiuti, ma molto più piccole di quella di Forlì», spiega Sami. «Qui, inoltre, per evitare problemi di qualsiasi tipo – come black out, alluvioni o un cavo tranciato – abbiamo sistemi di sicurezza pluriridondanti. Perché la zona da tenere sotto controllo è molto vasta, soggetta a vari problemi come la sismicità dell’Appennino forlivese, la franosità dell’area collinare, aree soggette ad alluvioni sulla costa, stagionalità esasperata, come nella Riviera adriatica, dove in estate arrivano 2 milioni di turisti in più. E dobbiamo dare una risposta flessibile a tutti i problemi su tutte le reti, da quella idrica a quella elettrica a quella del gas, allertando le nostre squadre di rapido intervento dislocate sul territorio nel più breve tempo possibile», prosegue l’ingegnere.
LABORATORI – Tra i fiori all’occhiello della centrale di telecontrollo di Forlì, ci sono indubbiamente i laboratori di analisi e di ricerca. Necessari per monitorare costantemente in modo particolare la rete fognaria e avvertire subito di eventuali sversamenti illegali che potrebbero danneggiare i depuratori. E soprattutto per controllare il contenuto e la qualità dei rifiuti in entrata nei termovalorizzatori e quelli in uscita – fumo e ceneri – ed evitare quindi che vengano oltrepassati i limiti di legge, per esempio per quanto riguarda le emissioni di diossina. «Il limite legale per la diossina è espresso in nanogrammi, ossia un miliardesimo di grammo per metro cubo di aria normalizzata», spiega la dottoressa Beatrice Montanari, direttrice dei laboratori. «I nostri strumenti, che potenzieremo a breve, già sono in grado di riscontrare quantità espresse in femtogrammi, ossia 10 alla meno 15ma grammi, un valore un milione di volte inferiore ai limiti». Ok Houston, ricevuto. Ritorniamo sulla Terra, atterraggio previsto dalle parti di Forlì.
Paolo VirtuaniFonte: http://www.corriere.it
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