Quando l’attendibilità di un testimone non è una garanzia
Il caso di cui parliamo oggi è piuttosto datato, in quanto risale al 2006 ed è stato
ampiamente dibattuto tre anni dopo, tuttavia esso costituisce un esempio molto significativo delle dinamiche e degli aspetti che interessano determinate tipologie di notizie. I fatti. Nel 2009 fu diffusa la notizia ripresa in vari articoli del Corriere della Sera che un pilota civile, il comandante Vincenzo Garofalo, aveva visto e fotografato un’astronave aliena sul cielo della sua villa nei dintorni di Palermo, nel 2006. Le foto mostravano un oggetto di forma conica con un foro alla base e un certo numero di protuberanze sui bordi. Secondo le fonti dell’epoca, l’avvistamento era stato preso sul serio e studiato attentamente anche da enti civili e militari ed era finito nel ristretto gruppetto degli avvistamenti per i quali non è possibile fornire una spiegazione plausibile. Il pezzo forte della notizia era proprio l’attendibilità del testimone: un pilota di linea esperto, che non aveva dubbi sulla genuinità dell’avvistamento e sul fatto che l’oggetto fotografato non aveva alcuna spiegazione “terrestre”. Garofalo partecipò a programmi televisivi diventò subito un vero e proprio “oggetto di culto” per tutte le associazioni che ruotano intorno al tema ufologico. STORIA – La scoperta. Ben presto, però, arrivò la doccia fredda: qualcuno scoprì che l’UFO fotografato da Garofalo presentava notevoli somiglianze con un veicolo alieno che compariva nel cartone animato Chicken Little della Disney e di lì a poco appassionati e studiosi rivelarono che la navicella aliena di Garofalo altro non era se non un banalissimo gadget sorpresa delle famose uova Kinder di cioccolato. Il raffronto tra l’UFO di Garofalo e l’UFO della Kinder non lasciava dubbi: quello fotografato dal pilota era soltanto un banalissimo gadget di plastica per bambini. Il comandante Garofalo e gli ufologi che lo sostenevano cercarono in tutti i modi di difendere la genuinità dell’avvistamento e tentarono di metterlo in relazione con il disegno di un ipotetico UFO avvistato in Cina nel 1946, ma la frittata era fatta e la bufala era stata svelata senza alcuna possibilità di recupero. Non è mai stato veramente chiarito se Garofalo abbia agito in mala fede o piuttosto se sia stato egli stesso vittima di qualche buontempone, ma il punto che qui interessa è un altro. Infatti Garofalo era considerato un testimone attendibile e qualificato, che certamente avrebbe riconosciuto una bufala o uno scherzo, e proprio questa circostanza ha consentito alla notizie e alle fotografie di essere subito “accreditate” dai media e da vari studiosi e commentatori. In realtà, come abbiamo visto, Garofalo si è rivelato testimone molto meno attendibile di tanti altri e ciò evidenzia che la qualità di un testimone non basta, da sola, a garantire la veridicità di un evento. Esiste, quindi, un sistema sicuro o un criterio affidabile per stabilire quando è il caso di credere a un testimone? OCCHI – Un vecchio detto afferma che eventi straordinari richiedono prove straordinarie. La testimonianza è un elemento di prova ma non è una prova straordinaria, anzi è piuttosto ordinaria. Un certo numero di testimonianze concordanti rappresenta già una prova molto più significativa, specialmente quando i vari testimoni non hanno avuto contatti tra loro, ma il fatto che qualcuno abbia visto qualcosa non basta a stabilire la natura del qualcosa. Infatti decine di persone possono scambiare un fenomeno del tutto normale per un intrigante oggetto volante extraterrestre. Il nocciolo della questione è che la presenza di un’astronave aliena sulla Terra è un evento altamente improbabile, così improbabile che potremmo definirlo impossibile. Se si tiene conto dell’immensità dell’Universo, della probabilità di sviluppare una forma di vita intelligente, dei limiti fisici alle velocità raggiungibili da un’astronave, è evidente che è quasi impossibile che una civiltà aliena giunga fino a noi. Non si capisce poi il motivo per cui questa (o queste) civiltà debbano venire a visitarci senza mai svelare ufficialmente la propria presenza, ma lasciandosi avvistare e fotografare dai passanti. Insomma: è estremamente più probabile che il testimone (o i testimoni) sbagli, menta o sia stato vittima di un raggiro, piuttosto che l’avvistamento sia autentico.
Fonte: http://www.giornalettismo.com
Commento di Oliviero Mannucci: Ricordo che il caso fu accreditato come autentico da un certo Roberto Pinotti, allora presidente del Centro Ufologico Nazionale, che mi mostrò la fotografia dell'UFO Kinder, quando ancora era secretata a casa sua per chiedermi un parere. La mia risposta, era presente anche un testimone, fu - E' un falso ! - Pinotti allaora mi disse - No, ma che dici, la foto è stata scattata da un pilota! -
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