TOKYO - L'intero Giappone si è fermato oggi in ricordo delle vittime della tragedia del sisma/tsunami dell'11 marzo scorso e ha osservato, da nord a sud, un intenso minuto di silenzio, interrompendo le oltre 150 manifestazioni contro il nucleare che hanno registrato, secondo i media nipponici, una mobilitazione tra «le più eccezionali» degli ultimi decenni. Alle 14.46 locali (7.46 in Italia), il suono di una sirena ha ricordato il terremoto di magnitudo 9.0 (il primo passo della triplice catastrofe) che ha originato lo tsunami. Le onde alte fino a 40 metri hanno distrutto il nordest del Paese e la centrale nucleare di Fukushima, a sua volta causa della peggiore crisi atomica, tutta da risolvere, dopo quella di Cernobyl. A Tokyo migliaia di persone si sono riunite e rispettato un momento di raccoglimento con evidente commozione, come accaduto nel parco di Shiba: sotto la Tokyo Tower, i partecipanti, quasi 10.000 in base a Gensuikyo ('Concilio giapponese contro le bombe A e H'), tra le associazioni promotrici, hanno poi dato vita a un lungo e ordinato corteo che ha raggiunto la sede della Tepco, il gestore del disastrato impianto di Fukushima. Gruppi di 300-400 persone, rigorosamente scortati dalla polizia e occupando una sola corsia per evitare problemi alla circolazione stradale: uno stile nipponico in piena regola, ma striscioni ('Vogliamo acqua pulità, 'sì a una società senza il nuclearè e addirittura 'vogliamo votare un referendum per decidere sul nuclearè) e slogan (quali 'salviamo i nostri figli e quelli di Fukushimà, 'basta col nuclearè e 'sì all'energia pulità) hanno lanciato un messaggio chiaro al governo. E alla Tepco, accusata di 'dire bugiè e 'di non fare abbastanzà. Intere famiglie, come quella di Kaori e Satoru, poco più che trentenni, impegnati a spingere una carrozzina di una bimba e a reggere un cartello (datsu genpatsu, 'fuori dal nuclearè). «Veniamo - hanno raccontato - dalla città di Fukushima e ci sembrava giusto essere qui per dire basta al nucleare e che ci sono altre fonti sostenibili». Oggi, la prefettura di Fukushima ha annunciato l'avvio di rilevazioni in 745 località allo scopo di verificare la radioattività nell'aria e nel suolo e definire uno schema più sicuro di evacuazione. «La crisi purtroppo non è finita», hanno aggiunto parlando con l'ANSA.
Nella sola capitale, in base ai media locali, le iniziative, articolate in 3 eventi principali, hanno richiamato 40/50mila persone, di cui diverse migliaia nel parco di Yoyogi, a Shibuya, alla 'parata per il cambiamento dell'energià con il sostegno di Greenpeace, e almeno 20.000 al raduno musicale di Shinjuku. A Hiroshima, la città vittima con Nagasaki dell'olocausto atomico, in centinaia hanno gridato 'mai più hibakushà (letteralmente 'sopravvissutò alle radiazioni). Proteste a Matsue, il capoluogo della prefettura di Shimane che ospita una centrale nucleare, e a Niigata, sede dell'impianto Tepco di Kashiwazaki-Kariwa. Manifestazioni nella prefettura di Fukushima: nell'omonimo capoluogo si è tenuto un incontro del network 'Salviamo i bambini dalle radiazionì e numerose persone hanno marciato a Koriyama chiedendo di poter 'ritornare a casà. Il premier Naoto Kan si è recato a Kamaishi, prefettura di Iwate, dove s'è tenuta la commemorazione di 3 vigili del fuoco morti negli sforzi per mettere in salvo la popolazione dopo l' allerta sull'arrivo dello tsunami.
«Ascolto le indicazioni di tutti e spero di poterle accogliere nel secondo extra-budget per poter accelerare al massimo la ricostruzione», ha spiegato in merito alla catastrofe che registra 23.500 vittime e dispersi. Il target di un milione di partecipanti su scala nazionale, ipotizzato dal network creatosi online, non è stato raggiunto, ma la mobilitazione di oggi ha spinto i media ad occuparsene e a sottolineare che s'è trattato di «una delle più grandi mai avute» nel Sol Levante, caratterizzato da una società dove i valori della cooperazione prevalgono sulle contestazioni.
Fonte: http://www.leggo.it
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