I due Voyager si trovano attualmente in una zona chiamata elioguaina (heliosheath in inglese), che fa da cuscinetto tra il sistema solare e lo spazio interstellare. Il Voyager 1 è a circa 116 unità astronomiche di distanza dal Sole (116 volte la distanza tra la Terra e il Sole), mentre il Voyager 2 si trova a circa 95 u.a. di distanza.
I dati che le due sonde continuano a inviare verso Terra stanno disegnando uno scenario ben differente da quello che gli scienziati si attendevano. Non esiste ancora un’interpretazione definitiva, ma pare che, in quella zona di confine che è l’elioguaina, le linee del campo magnetico del Sole, fortemente attorcigliate a causa della rotazione solare, arrivino al punto di rottura, formando una sorta di “schiuma” magnetica, costituita da gigantesche bolle delle dimensioni, grosso modo, di un’unità astronomica.
Ciò che ha sorpreso gli scienziati impegnati a studiare il nuovo fenomeno è che non vi era nessun sentore dell’esistenza di una simile, frammentata struttura magnetica ai confini del Sistema solare, prima che le due lontane sonde Voyager vi si imbattessero. È probabile che le bolle svolgano una funzione protettiva nei confronti dei pianeti all’interno dell’eliosfera, riuscendo a deviare e intrappolare quantità significative di raggi cosmici. Tuttavia, sono necessari più dati e studi più approfonditi, per valutare quale sia la reale capacità di filtro delle bolle che compongono questa strana schiuma magnetica.
Le due immagini seguenti esemplificano graficamente la differenza tra l’idea che si aveva della struttura esterna del Sistema solare prima di questa scoperta e l’idea che si sta sviluppando adesso, con la zona di confine dell’eliosfera riempita da una miriade di bolle magnetiche.
La vecchia visione del campo magnetico solare. Credit: NASA
La nuova visione del campo magnetico solare, con una schiuma di bolle al confine con lo spazio interstellare. Credit: NASA
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