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Wednesday, June 15, 2011

Fukushima: si misurano le radiazioni anche a Tokyo, in 100 punti

Libro bianco del governo sul post-terremoto glissa su Fukushima


Gruppo di avvocati anti-nucleari chiederà lo stop delle centrali

Il governo metropolitano di Tokyo ha iniziato a misurare i livelli di radiazione in 100 punti «Per fornire informazioni precise a seguito dell'incidente nucleare di Fukushima». La decisione è venuta dopo che in alcuni residenti nelle municipalità della capitale del Giappone sono stati trovati livelli di radiazioni più elevati rispetto a quelli trovati dal governo metropolitano nel suo punto ufficiale di rilevamento sul tetto di un edificio nel quartiere di Shinjuku, nel centro di Tokyo.

Il primo nuovo punto di rilevamento dei livelli di radioattività è stato installato oggi in un parco del quartiere di Toshima e i dati non presentano anomalie rispetto a quelli di Shinjuku. E' invece molto preoccupante la notizia delle presenza di sostanze radioattive nel fango degli impianti di depurazione e di trattamento dei rifiuti di 16 prefetture, che vanno da Hokkaido a Osaka. Il livello di cesio radioattivo è più alto nella città di Fukushima: 447.000 becquerel per chilogrammo, ma dopo arrivano i fanghi di Tokyo (55.000 becquerel) e di Maebashi (42.800 becquerel).

Maebashi ha stabilito addirittura una zona di pericolo radioattivo intorno al suo impianto di trattamento dei rifiuti, dopo che i livelli di radiazione in due siti di stoccaggio dei fanghi inceneriti che hanno superato il livello di sicurezza stabilito dal governo. Il nuovo problema è che il Giappone non ha linee guida per la sicurezza per i fanghi contaminati. Solo a maggio il governo ha stabilito per la sola prefettura di Fukushima misure di emergenza per incenerire e stoccare i fanghi che contengono 100.000 becquerel o più di materiali radioattivi, ora anche le altre prefetture e municipalità chiedono al governo direttive precise su come trattare i fanghi contaminati.

A proposito di contaminazione, cesio sopra i limiti è stato nuovamente trovato nel tè di Shizuoka, a più di 300 chilometri dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Secondo la prefettura sono stati rilevati tra i 580 e i 650 becquerel di cesio radioattivo per chilogrammo nel tè lavorato da 5 fabbriche su 20 della città di Shizuoka, il giapponese è di 500 becquerel. Un vero e proprio disastro economico per la prefettura di Shizuoka, una delle aree leader del Giappone per la produzione di tè.

Un libro bianco sul disastro del terremoto/tsunami, reso noto oggi dal governo giapponese, cita la necessità di riesaminare le misure adottate in caso di emergenza, ma fornisce solo un resoconto cronologico della crisi nucleare di Fukushima Daiichi.

Il documento chiede una migliore preparazione per affrontare una serie di terremoti che sono previsti nei prossimi decenni nel Giappone centrale e sud-occidentale. Delle centinaia di pagine del libro bianco solo 16 riguardano la situazione della centrale nucleare di Fukushima Daiichi, facendo una cronologia dell'incidente e della risposta del governo, ma non c'è nulla sulla valutazione di queste stesse azioni e sulle misure che l'esecutivo giapponese intende prendere nel caso di un altro incidente nucleare.

Il ministero dell'industria, che ha redatto le 16 paginette, si giustifica dicendo che «Fatti nuovi stanno venendo alla luce ogni giorno» e che «Un gruppo governativo condurrà un esame dettagliato, per questo ci siamo astenuti dall'inserire dettagli a questo punto».

La situazione preoccupa sempre più i cittadini giapponesi e sta mobilitando la società civile: un gruppo di avvocati ha annunciato la realizzazione di un gruppo nazionale anti-nucleare che sarà attivo da luglio e che, partendo dal disastro nucleare di Fukushima Daiichi, chiederà la sospensione della costruzione delle centrali nucleari in tutto il Paese.

Già in passato sono state depositate cause contro il governo - che anche ieri ha ribadito comunque di non voler abbandonare l'atomo - per abrogare le approvazioni delle centrali nucleari e i ricorrenti hanno anche vinto alcuni processi, come nel 2006 nel caso dell'impianto nucleare di Shika, nella prefettura di Ishikawa. Ma si tratta solo dei primi gradi del procedimento, di solito, quando le cause arrivano alle Corti superiori giapponesi, le richieste anti-nucleari vengono respinte e le centrali atomiche hanno il via libera.

Per questo il gruppo di 40 avvocati giapponesi hanno deciso di organizzarsi in un gruppo legale anti-nucleare ed hanno annunciato che il 16 luglio chiederanno il blocco di tutte le centrali nucleari del Paese.
Secondo il gruppo dei 40 «Le attuali linee guida statali per la sicurezza delle centrali nucleari sono molto carenti. Le direttive per gli operatori non tengono conto della possibilità di una perdita totale di energia per molte ore». Un'arma in più per gli avvocati anti-nucleari dopo che il terremoto/tsunami dell'11 marzo ha spazzato via le fonti di energia elettrica nella centrale di Fukushima dando il via alla fusione delle barre del combustibile ed al possibile meltdown del nocciolo di uno o più reattori.

Fonte: http://www.greenreport.it

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