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Thursday, October 18, 2018

Astronomia, nella notte tra il 21 e il 22 ottobre il picco delle Orionidi: ecco dove e come osservare lo sciame meteorico generato dalla cometa di Halley

Lo sciame meteorico delle Orionidi raggiungerà il suo picco nella notte tra il 21 e il 22 ottobre: ecco come e dove osservare uno degli sciami meteorici più veloci

Lo sciame meteorico delle Orionidi raggiungerà il suo picco nella notte tra il 21 e il 22 ottobre, ma la luna permetterà solo osservazioni mediocri per questo spettacolo del cielo notturno, con circa 15-20 meteore all’ora. Le meteore che sfrecceranno nel cielo sono alcune delle più veloci tra gli sciami meteorici, poiché la Terra sta colpendo un flusso di particelle quasi frontalmente.
Queste particelle provengono dalla cometa 1P/Halley. Questa famosa cometa passa vicino alla Terra ogni 75-76 anni e mentre segue la sua traiettoria intorno al sole, lascia dietro di sé una scia di frammenti. In alcuni periodi dell’anno, l’orbita della Terra intorno al sole incrocia questi detriti. “Potete vedere frammenti della cometa di Halley durante gli sciami meteorici delle Eta Aquaridi (a maggio, ndr) e delle Orionidi” ad ottobre e novembre, spiega  Bill Cooke, esperto di meteore della NASA.
Le Orionidi devono il loro nome alla direzione dalla quale sembrano irradiarsi, che è vicina alla costellazione di Orione. Ad ottobre, Orione è visibile al meglio intorno alle 2 del mattino tra il 21 e il 22 ottobre. Se doveste perdervi il picco, lo spettacolo è visibile tra 15 e 29 ottobre. A volte la pioggia di meteore raggiunge il massimo di 80 meteore all’ora, altre volte si ferma a 20-30. Cooke ha previsto che nel 2018, il picco sarà all’estremità minore di questa scala, replicando i picchi del 2017 e di anni precedenti.

Come osservare lo spettacolo delle meteore


 
Le meteore delle Orionidi sono visibili da qualunque punto sulla Terra. Se riuscite a trovare la forma di Orione, il punto di origine dello sciame meteorico sarà vicino alla spada di Orione, leggermente a nord della stella Betelgeuse. Ma non guardate dritto in questo punto perché le meteore vicine al punto di origine “hanno code corte e sono più difficili da vedere”, spiega Cooke. Come per molti altri eventi di osservazione del cielo notturno, l’inquinamento luminoso può ostacolare le osservazioni dello sciame meteorico delle Orionidi, anche se quest’anno anche la luna disturberà lo spettacolo. Se possibile, allontanatevi dalle luci della città. Raggiungete il posto che avete scelto intorno all’1:30 di notte per permettere ai vostri occhi di abituarsi all’oscurità per circa 20 minuti. Copritevi bene contro il freddo, sdraiatevi e utilizzate solo i vostri occhi per osservare il cielo. Binocoli e telescopi non miglioreranno le osservazioni poiché sono progettati per osservare oggetti più stazionari nel cielo.
 
Alcune meteore appariranno molto veloci e luminose, sfrecciando fino a 238.000 km/h, solo 6 km/h più lente delle Leonidi, lo sciame più veloce dell’anno, afferma Cooke. È facile pensare che le meteore più luminose rappresentino frammenti che raggiungeranno il suolo, ma Cooke spiega che non è il caso delle Orionidi. Questi minuscoli frammenti di cometa, che possono essere piccoli come granelli di sabbia, sono chiamati meteoroidi. Quando entrano nell’atmosfera terrestre, diventano meteore. L’attrito dell’aria fa riscaldare le meteore, creando una coda di fuoco luminosa, comunemente conosciuta come stella cadente. La maggior parte delle meteore si disintegra prima di raggiungere il suolo. Le poche che riescono a colpire la superficie terrestre ricevono il nome di meteoriti.

Origini della cometa di Halley


cometa halley
La famosa cometa di Halley
Gli astronomi hanno scoperto la cometa di Halley nel 240 a.C., ma nessuno aveva compreso che la stessa cometa stava comparendo molteplici volte. Nel 1705, l’allora professore e astronomo dell’Università di Oxford, Edmund Halley, pubblicò “Synopsis Astronomia Cometicae”, che mostrava le prime prove della ricomparsa della cometa. Studiando le registrazioni storiche di una cometa apparsa nel 1456, 1532, 1607 e 1682, Halley calcolò che si trattava della stessa cometa e previde che sarebbe riapparsa nel 1758. Halley morì prima del ritorno della cometa, che però comparve nei tempi da lui previsti, motivo per il quale fu rinominata in suo onore. Le segnalazioni sulle Orionidi, tuttavia, non sono apparse prima del 1839 quando un americano del Connecticut avvistò lo sciame. La maggior parte delle osservazioni è stata registrata tra il 1861 e il 1865. Il prossimo passaggio ravvicinato della cometa di Halley al sole è previsto intorno al mese di luglio del 2061.

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