Statistiche

Monday, April 30, 2012

Immagini disastro Chernobyl: per non dimenticare

 ATTENZIONE: SE NE CONSIGLIA LA VISIONE AD UN PUBBLICO ADULTO NON IMPRESSIONABILE




Chi è che vuole ancora le centrali nucleari? Il dott. Veronesi alcune settimane fa, insieme ad altri cento "scienziati" hanno chiesto al premier Monti di invalidare il referendum contro il nucleare  venendo meno quindi al principio democratico del referendum) , dicendo che sia a Chernobyl che a Fukushima le conseguenze degli incidenti accaduti non hanno prodotto morti. Cosa non vera, naturalmente. Ci sono stati migliaia di morti e ce ne continueranno ad essere nel corso degli anni, in quanto le radiazioni liberate in quelle aree rimarrano attive per secoli. Nel frattempo molti bambini e persone adulte colpite dalle radiazioni hanno sviluppato o svilupperanno veri tipi di malformazioni e tumori e sono o saranno costretti a vivere in condizioni disumane.

Oliviero Mannucci

Il Giappone spegne l'ultimo reattore nucleare il 5 maggio


Dopo il disastro nucleare di Fukushima la popolazione giapponese e le autorità hanno deciso di spegnere le 54 centrali atomiche presenti nel paese, ma non il governo parla già della riattivazione di almeno uno di essi

Lunedi 30 Aprile 2012 - Esteri -
L'ultimo reattore nucleare operativo in Giappone, situato a Tomari nell'isola di Hokkaido, spegnerà i motori il prossimo 5 Maggio.
Il paese potrebbe però non rimanere senza energia atomica molto a lungo. L'impianto dell'isola di Hokkaido era infatti l'ultimo rimasto acceso dopo che, in seguito alla catastrofe nucleare di Fukushima dello scorso anno, tutti i restanti 53 impianti giapponesi erano stati disattivati per manutenzione e controlli di sicurezza.
Con l'opinione pubblica fortemente contraria al nucleare infatti nessun impianto nucleare è stato finora riavviato: tuttavia, il primo ministro giapponese Yoshihiko Noda, ha dichiarato recentemente che "decommissionare l'energia nucleare è troppo costoso per il Giappone e causerebbe una rischiosa dipendenza dalle fonti fossili importate". Infatti l'energia utilizzata dal Giappone, prima del disastro di Fukushima, dipendeva per più del 30% dagli impianti nucleari. Il partito di governo giapponese avrebbe anche piani per il riavvio del reattore di Ikata.

Nonostante quanto dichiarato dal primo ministro però i sondaggi tra i residenti danno ancora in netta maggioranza i contrari al riavvio.
E la motivazione di tale opposizione è anche comprensibile: i danni generati dall'incidente di Fukushima l'anno scorso sono stati esagerati, e avranno conseguenze anche nel futuro a venire. Il rischio che la produzione di questa energia porta con sè è troppo elevato di fronte a tutte le possibili calamità naturali o i possibili incidenti che potrebbero accadere negli impianti. Per la maggior parte dei cittadini è come se "il gioco non valesse la candela".
E forse questo dissenso potrebbe essere l'input per un reale investimento in energie pulite e a basso rischio per un paese tecnologicamente all'avanguardia.


Fonte:  http://www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it

Le colonie spaziali della NASA

Le avveniristiche elaborazioni grafiche che l'ente spaziale commissionò negli anni Settanta per illustrare i suoi progetti di città in orbita

Le colonie spaziali della NASA

 

Dopo aver sorvolato i grattacieli di Manhattan, venerdì scorso lo Shuttle Enterprise è atterrato all’aeroporto JFK di New York su un Boeing 747 modificato, segnando una delle ultime appendici del programma spaziale degli Shuttle avviato dalla NASA verso la fine degli anni Sessanta e terminato lo scorso anno con l’ultima missione in orbita dell’Atlantis. L’ente spaziale ora è al lavoro per progettare il suo prossimo sistema di trasporto spaziale, mentre alcune società private stanno sperimentando le loro navicelle per raggiungere lo spazio. La NASA ha molti piani per il proprio futuro, ma le risorse economiche sono limitate e stanno condizionando lo sviluppo dei progetti. È un momento delicato e sembrano lontani i tempi in cui si immaginava di poter costruire enormi basi orbitali per ospitare decine di migliaia di esseri umani.
Negli anni Settanta, mentre i tecnici e gli ingegneri si davano da fare per studiare un sistema di trasporto riutilizzabile come lo Shuttle, i progettisti del NASA Ames, il principale centro di ricerca dell’ente spaziale, commissionarono la realizzazione di diverse elaborazioni grafiche per illustrare le loro idee su una futura colonizzazione dello spazio. Ipotizzarono che la soluzione migliore fosse la costruzione di basi orbitali e non planetarie o su satelliti naturali come la Luna. Le basi in orbita intorno alla Terra, in grado di ospitare fino a diecimila persone, avrebbero consentito rifornimenti più rapidi, una grande produzione di energia grazie ai pannelli solari e si sarebbero rivelate più pratiche ed economiche da costruire.
I progettisti che si occuparono del progetto per il NASA Ames immaginarono negli anni Settanta che una prima colonia orbitale sarebbe stata costruita entro 25 – 50 anni. Realizzata la prima unità, sarebbe stato poi più semplice costruire le basi orbitali successive. A oggi l’unica struttura che consente di vivere per lungo tempo in orbita è la Stazione Spaziale Internazionale, dove vivono e lavorano astronauti delle principali agenzie spaziali di tutto il mondo. L’aspetto della Stazione è tuttavia molto diverso da quello delle immaginifiche rappresentazioni grafiche commissionate dalla NASA negli anni Settanta.

Fonte:  http://www.ilpost.it


Commento di Oliviero Mannucci: I TEMPI SONO MATURI per la creazione di un agenzia spaziale internazionale, composta dai paesi più tecnologicamente avanzati della Terra. Solo così l'uomo in futuro potrà colonizzare il nostro sistema solare e raggiungere le stelle più vicine.

 

 

 

Le correnti calde minacciano il polo Sud

Le piattaforme ghiacciate galleggianti vengono sciolte da «sotto» senza che in superficie ce ne sia evidenza 

 MILANO - Le correnti calde intorno all'Antartide stanno ponendo una seria minaccia ai ghiacci del polo Sud. Una ricerca condotta dal Servizio antartico britannico (Bas) e pubblicata sulla rivista scientifica Nature il 26 aprile ha stabilito che sono proprio le correnti calde (nel video Nasa si nota la loro circolazione, mentre a colori è evidenziato lo spessore del ghiaccio delle piattaforme: il rosso indica lo spessore superiore a 550 metri, il blu meno di 200 metri) ad aver determinato la perdita di massa dei ghiacciai polari.

NUOVE TECNICHE - Sono state impiegate nuove tecniche per differenziare le due principali cause imputate per lo scioglimento dei ghiacci: le correnti oceaniche che agiscono da sotto le piattaforme ghiacciate galleggianti, e l'aria più calda che opera in superficie. Il risultato è che sono le prime a provocare la maggiore perdita di massa. Il risultato servirà a fornire previsioni più accurate sul futuro aumento del livello marino globale.
MISURAZIONI LASER - Gli studiosi si sono serviti di 4,5 milioni di misurazioni laser eseguite dagli strumenti a bordo del satellite Icesat della Nasa per mappare con precisione lo spessore delle piattaforme ghiacciate galleggianti ancorate al continente antartico. Delle 54 piattaforme controllate, venti sono sciolte dalle acque più calde, la maggior parte delle quali nell'Antartide occidentale. «In molti casi non si può spiegare la diminuzione delle piattaforme ghiacciate solo con lo scioglimento superficiale», ha commentato Hamish Pritchard, a capo della ricerca compiuta dal Bas. «Doveva per forza essere dovuta a qualcosa che accadeva sotto la superficie, e questo studio lo ha ora confermato. È proprio questo scioglimento che ha fatto aumentare la velocità di discesa verso le coste dei ghiacciai della calotta antartica interna».
TAPPO - Il risultato indica che le piattaforme galleggianti fungono da «tappo» alla discesa e allo scioglimento in mare dei ghiacciai interni. Ma anche che non è necessario vedere il ghiaccio fondersi «da sopra» con l'innalzamento delle temperature dell'aria, perché l'azione principale viene svolta da «sotto» dalle correnti marine più calde senza che in superficie ce ne sia evidenza.
RISCALDAMENTO GLOBALE - Secondo gli scienziati l'arrivo delle correnti più calde sotto le piattaforme ghiacciate galleggianti è dovuto al cambiamento che è stato osservato della direzione dei venti intorno all'Antartide. Cambiamento dei venti che, in ultima analisi, è dovuto al riscaldamento climatico globale. Al quale l'Antartide sta rispondendo in maniera più rapida e drammatica rispetto ad altre parti del pianeta (polo Nord escluso).

Paolo Virtuani

Fonte:  http://www.corriere.it

Un’eruzione di polvere da una stella morente

Scoperta dal telescopio spaziale Wise della Nasa

La stella morente è il puntino arancione in alto a sinistra (fonte:  NASA/JPL-Caltech) 

 Un’eruzione di polvere da una stella che sta morendo è stata scoperta dal telescopio spaziale Wise (Wide-field Infrared Survey Explorer) della Nasa. Le immagini mostrano una vecchia stella in preda ad un’eruzione di fuoco e permettono di gettare lo sguardo sul raro processo grazie al quale stelle come il Sole, giunte alla fine della loro vita, seminano nell'universo mattoni da cui nasceranno altre stelle e pianeti. La scoperta, pubblicata sull’Astrophysical Journal Letters, si deve alla ricerca coordinata da Poshak Gandhi, dell’Agenzia Spaziale Giapponese Jaxa.
La stella, catalogata come WISE J180956.27-330500.2, è stata scoperta analizzando una mappa a infrarossi del cielo messa a punto con i dati raccolti dal telescopio Wise nel 2010. Questa stella si distingue da altri oggetti celesti perché brilla intensamente di luce infrarossa. Secondo i ricercatori l’astro è esploso di recente ed ha scagliato nello spazio grandi quantità di polveri fresche equivalenti alla massa del pianeta Terra. La luce della stella sta riscaldando le polveri e le fa brillare agli infrarossi. '’Osservare fenomeni come questo mentre sono in  corso è molto raro'', osserva uno degli autori, Issei Yamamura, anch’egli della Jaxa. "Queste eruzioni di polveri – prosegue - probabilmente si verificano solo una volta ogni 10.000 anni nella vita di vecchie stelle e si pensa durino meno di poche centinaia di anni ogni volta. E' un batter d'occhio in termini cosmologici''.
Questa stella che sta invecchiando è in una fase della sua vita chiamata di ''gigante rossa''. Lo stesso destino che attende il Sole fra circa 5 miliardi di anni. In questa fase le stelle iniziano a finire il carburante, si raffreddano e si espandono. Così la stella scoperta da Wise si gonfia si disfa degli strati di gas scagliandoli nello spazio dove si raffreddano e congelano in piccole particelle di polveri. Questo, spiegano gli esperti, è uno dei principali modi in cui la polvere viene riciclata nell’universo: prodotta dalle stelle più vecchie, diventa il materiale dal quale nascono altre stelle. ''E ' uno sguardo intrigante nel programma di riciclaggio cosmico'', rileva Bill Danchi, del programma Wise della Nasa. ''Stelle evolute come questa - aggiunge - contribuiscono per circa il 50 per cento delle particelle che compongono gli esseri umani''.

Fonte: ansa.it

Notizia confermata: Decine di miliardi di potenziali pianeti in grado di contenere acqua allo stato liquido



Credit: Karen Wehrstein
Secondo un recente studio, decine di miliardi di pianeti intorno alle nane rosse sono probabilmente in grado di contenere acqua allo stato liquido, aumentando drasticamente la possibilità di trovare segni di vita da qualche parte oltre alla Terra. Le nane rosse sono stelle più deboli, più ‘fresche’ e meno massicce del Sole. Gli astronomi pensano che queste stelle, che in genere vivono anche più a lungo di stelle di classe G come il Sole, rappresentano circa l’80 per cento delle stelle nella nostra galassia, la Via Lattea. Le nane rosse generalmente non sono state considerate come possibili candidati per ospitare pianeti abitabili, dal momento che sono piccole e deboli, e la zona abitabile che le circonda – la regione in cui le acque di superficie di un pianeta orbitante possono rimanere allo stato liquido – è relativamente vicina. “La zona abitabile sarebbe molto, molto piccola. Di conseguenza, le probabilità che un pianeta si possa trovare alla giusta distanza è probabilmente troppo remota“, ha detto Seth Shostak, astronomo al Search for Extraterrestrial Intelligence Institute a Mountain View, in California. Ma lo studio, sulla base dei dati forniti dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) grazie allo spettrografo HARPS in Cile, ha utilizzato un campione di 102 nane rosse per stimare che il 41 per cento delle stelle deboli potrebbero nascondere pianeti nella loro zona abitabile. Una delle più grandi preoccupazioni per i pianeti che circondano le nane rosse sono le radiazioni emesse. La zona abitabile attorno ad una nana rossa è in genere più vicina di quanto non lo sia Mercurio dal nostro Sole, così se ci fosse un pianeta, riceverebbe forti flussi di particelle in caso di tempeste stellari. Tuttavia, in presenza di un campo magnetico, il pianeta potrebbe avere una certa protezione. Un altro problema con i pianeti strettamente legati alla loro stella è un fenomeno noto come chiusura di marea, in cui una parte del mondo è continuamente rivolto verso il Sole e la ricezione di quasi tutto il calore avverrebbe sempre e soltanto verso un emisfero. Un problema però risolvibile nel caso in cui un pianeta presenti un’atmosfera, e quindi vento, che penserebbe ad espandere il calore verso tutto il globo. Anche con questi problemi, esisterebbero decine di miliardi di pianeti potenzialmente abitabili. Pensare quindi di essere soli nell’Universo diventa sempre meno credibile.

Fonte:  http://www.meteoweb.eu

Avvistato UFO triangolare sopra la città di Roma


Roma: avvistamento UFO triangolare

Un oggetto luminoso di forma triangolare, molto luminoso  di colore rosso è stato avvistato volare nel cielo soprastante l'osservatorio astronomiico di Monte Mario. Le foto sono state scattate il 26 Aprile circa alle 22.00. L'oggetto si muoveva lentamente, il testimone, che in quel momento osservava la scena da casa sua, ha quindi avuto tempo di prendere la macchina fotografica e fare alcune riprese fotografiche dell'UFO. L'oggetto è poi schizzato via a grande velocità.

UFO over London - Filmed from Airplane - April 26, 2012



Pubblicato in data 27/apr/2012 da
Three fast flying UFOs have been filmed by passenger from an airplane, just 10 minutes before passing the London Sky (England, United Kingdom) from northwest on his way to Frankfurt, Germany on April 26, 2012. UFO Sighting near London, UK.

Crop circles 2012 - Yarnbury Castle, Winterbourne Stoke, Wiltshire, UK 28 April



28 Aprile 2012 - Un testimone riprende con telecamera all'infrarosso l'evoluzione di alcuni Ufo sopra la città di Roma.

15 Famous Alien Abductees

TruTV.com:
Alien abductions can be alienating for the victim, which is why many people don't like to talk about it.
Here are 15 famous cases.

http://www.huffingtonpost.com/2012/04/30/15-famous-alien-abductees_n_1464335.html


Betty And Barney Hill
The Barney and Betty Hill story helped kick off longtime fascination with alien abduction. Under regression hypnosis, a common technique for uncovering the truth of abductions, researchers probed into a period of so-called "missing time" that followed the Hills having sighted a UFO in September 1961. After being kidnapped and taken onto a disc-shaped craft, Betty Hill says she was shown a "star map" with trade routes marked that included our own sun. Some UFO experts believe this shows the alien

Another Triangle UFO Spotted Over Tennessee (Video)



A new UFO sighting was filmed in the night skies over an unidentified city in Tennessee showing the now familiar triangle shape. This time, it seems there may be an explanation for this strange object. What is it?
The video, with no commentary on the audio track except for the sound of crickets, shows a triangular, brightly lit unidentified flying object hovering in the sky. For most of the video white lights can be seen on each corner of the silent craft. In the middle there is one flashing amber light.


That light appears to be navigational, something one would expect to find on aircraft flying through the night. If this is a traditional airplane, or more likely a helicopter, it still seems unusual.
It hovers in one place, seemingly noiselessly. And at one point near the end of the clip, one of the white lights on its edge goes dark.
The video maker, solarshot1, identifies the area only as Eastern Tennessee. That is an area with a long history of secret government programs, including the testing of new aviation principles of aerodynamics and experimental aircraft.
Could these triangle UFO sightings be explained by a new type of aircraft not yet revealed to the general public? It certainly would explain a lot.

Source: http://news.gather.com


Primo maggio: scalate il Musinè e avvistate Ufo





Se Torino è la città dell’esoterismo e dell’occulto (con Lione e Praga chiude il cosiddetto triangolo della magia bianca), la sua provincia non è da meno. Anche sul fronte a noi caro, quello dell’ufologia. Andate allora a fare una visita al Monte Musinè (significa asinello, nel dialetto piemontese), all’imbocco della Val di Susa, nella zona di Rivoli, dei Laghi di Avigliana e della Sagra di San Michele (dove sono stati girati alcuni esterni de “Il nome della rosa”). E andateci in particolare il primo maggio, perché pare che sia il giorno  nel quale certi episodi aumentano di frequenza. Avvistamenti inclusi: tra i miti del luogo, infatti, c’è anche la tesi che da quelle parti funziona una base segreta per dischi volanti. Ma attenzione, c’è/ci sarebbe perfino di più su questo rilievo particolare e un po’ sinistro su cui nulla attecchisce e  nulla riesce a crescere, tranne cespugli rinsecchiti. L’interesse per il Musinè, ad esempio, nasce dalle leggende, tra le quali quella secondo cui Erode,  feroce re di Giudea, sarebbe stato condannato a espiare i suoi crimini sorvolando la montagna rinchiuso in un carro di fuoco. Non solo: in base alle tesi di alcuni storici, la famosa croce fiammeggiante con la scritta “In hoc signo vinces” sarebbe apparsa da queste parti all’imperatore Costantino, convincendolo a seguire il Cristianesimo. Di sicuro, comunque, ci sono dei fatti reali: non sono rare, per dire, le notti in cui bagliori improvvisi si accendono sopra le pendici. Si tratta a volte di incendi, a volte di lampi e c’è chi pensa ai fuochi fatui e ai fulmini globulari. Si parla poi di una grotta incantata, di lupi mannari, d’immagini spettrali che svaniscono nel fumo, di urla di anime dannate (risalirebbero e discenderebbero perennemente le pendici: ecco la loro condanna), di suoni, di musiche strane, di “sabba” sfrenati, di un immenso tesoro sepolto e mai riportato alla luce. Facile, allora, approdare agli Ufo. E tra le tante segnalazioni giunte negli anni (non dimentichiamoci, tra l’altro, che il capoluogo di regione, Torino appunto, fu al centro di un famoso caso quando un velivolo dell’Alitalia riportò la presenza di un Ovni sopra l’aeroporto di Caselle), cito quella dell’8 marzo 1996: un oggetto luminoso veniva osservato per oltre un quarto d’ora da due escursionisti mentre scendevano dal Musinè. Secondo il racconto dei due testimoni, l’oggetto aveva una forma simile ad un cilindro dai riflessi giallo-verdi, con le estremità arrotondate. Pareva poi sostenersi, oscillando leggermente, su un cuscino di luce bianco-gialla. L’oggetto presentava due grosse calotte trasparenti attraverso le quali si intravedevano muoversi sagome apparentemente umanoidi. Da quanto riportato in seguito dai testimoni, c’è chi ha concluso che si è verificato anche un caso di abduction. Non vi basta? Torniamo allora tra leggenda e realtà. Secondo tradizioni ancora vive, un drago d’oro sarebbe stato posto a guardia della grotta incantata del Musinè, pronto a difendere non solo i suoi tesori ma anche il mago che la abitava. Pare che un giovane chiamato Gualtiero, infischiandosene degli inviti alla prudenza dei compaesani, sia penetrato nell’antro dello stregone. Quest’ultimo, vistosi scoperto, avrebbe abbandonato a bordo di un ‘carro di fuoco’ il suo rifugio, facendovi di tanto in tanto ritorno con lo stesso veicolo/velivolo per dedicarsi a qualche incantesimo. Gli abitanti delle località vicine identificano quest’astronave ante litteram con i globi di fuoco che sorvolerebbero la vallata per posarsi poi sul monte.  Ma gli agganci “spaziali” non sono finiti qui: oltre a rappresentazioni solari, in una roccia è incisa un’intera mappa celeste, incluse le enigmatiche Pleiadi che ricorrono nei segreti di tante remote civiltà. E dalle Pleiadi – tutti gli ufologi lo sanno – proverrebbero i Grigi, la razza aliena più cattiva.

Fonte:  http://misterobufo.corriere.it/

Commento di Oliviero Mannucci: La zona, molto probabilmente ospita una base aliena sotterranea del tipo stabile . Se fate una piccola indagine sul web scoprirete che è così. E' per questo che in quella zona sono segnalati tanti avvistamenti, è come abitare vicino ad un aeroporto e vedere tanti aerei ogni giorno che vanno e che vengono.

Pakistan Boeing 737 : incidente UFO ?

Pakistan Boeing 737 : incident...

A quanto pare, l'incidente aereo di un Boeing 737 venerdi scorso in Pakistan sarebbe legato ad un oggetto non identificato avvistato dal pilota qualche minuto prima della tragedia. Secondo fonti non ufficiali i controllori del traffico aereo hanno ricevuto una segnalazione da parte del pilota del Boeing 737 Air Bhoja alcuni minuti prima dello schianto dell'aereo in avvicinamento all'aeroporto di Islamabad , in cui il pilota affermava che uno strano oggetto non identificato di forma triangolare era nelle vicinanze dell'aeroplano.

 I Funzionari pakistani hanno inizialmente attribuito l'incidente su una combinazione di pessime condizioni metereologiche, un errore del pilota e attrezzature usurate. Testimoni oculari hanno dichiarato che il jet era già consumato dal fuoco mentre si avvicinava all'aeroporto, era troppo basso e viaggiare troppo veloce. Quindi cosa è successo prima che l'aereo precipitasse? Errore umano? O effettivamente c'era qualcosa nei pressi dell'aereo che ha interferito con il volo? 


 
Fonte:  http://www.zazoom.it

Sunday, April 29, 2012

ENRICO VINCENZI NUOVO LETTORE REGISTRATO DE "I TEMPI SONO MATURI"

[Enrico+6+.JPG] Enrico Vincenzi giornalista e ricercatore

Ciao Enrico, grazie di esserti registrato. Se non mi sbaglio sei un mio vicino di blog e sei l'autore de   I   NAUFRAGHI  DELLE  STELLE nel quale  scrivi anche tu di ufologia, esobiologia, astronautica e tutto quello che riguarda lo spazio. Per me è un onore averti fra i miei lettori, grazie ancora!

Oliviero Mannucci



Il sottoscritto in visita alla  base dell'Air Forcea Cape Canaveral circa un mese fa

Fukushima: cresce l'allarme nucleare.

Rischi non soloper il Giappone. Pressioni per un piano internazionale urgente.
Di Fukushima da noi non si parla più. Eppure, a più di un anno di distanza, l’incidente nucleare è lontano dall’essere risolto. E all’estero i media cominciano a mettere a fuoco i pericoli per il Giappone, forse per il mondo intero. Rischi non legati alla fusione dei noccioli, che pure va avanti in 3 dei 6 reattori del sito.

A destare allarme sono le migliaia di barre di combustibile spento ma altamente radioattivo – tutte insieme sviluppano 85 volte più radioattività di Chernobil - contenute nelle piscine, in particolare nei reattori 3 e 4, i più disastrati da terremoto e tsunami: nel caso di un nuovo terremoto di magnitudo 7,  ritenuto molto probabile, il collasso delle piscine o anche solo il loro vacillare, provocherebbe un disastro inimmaginabile.

Privato dell’acqua di raffreddamento, il combustibile in brevissimo tempo si surriscalderebbe a livelli pazzeschi, e il fuoco si propagherebbe a tutte le 11.421 barre stoccate nel sito di Fukushima Dai-Ichi. Causando una catastrofe di tali proporzioni da mettere a rischio non solo Tokio, che dovrebbe essere evacuata,  non solo il Giappone, ma da coinvolgere – si arriva a dire – l’intero emisfero nord del pianeta. Un disastro tale da far apparire Chernobyl una piccola cosa. Con una contaminazione da Cesio-137 destinata a durare nel tempo.

Così  Robert Alvarez, senior scholar dell’Institute for Political Studies, già consigliere della Segreteria del Dipartimento per l’Energia degli Stati Uniti e assistente per la sicurezza nazionale e l’ambiente, collaboratore di svariate testate. Il suo post sull’Huffington Post-Usa del 22 aprile fa seguito a diversi altri post del Washington’s Blog che a Fukushima ha dedicato molta attenzione fin dall’inizio (qui e qui), e  ad altri media e blog (indymedia.uk, eurodialogue.org  e enenews che traduce dal giapponese, qui e qui) . 
 
Fonte:  http://www.lastampa.it
     
              

Ritrovati frammenti della meteora esplosa nei cieli del Nevada e della California



Peter Jenniskens con alcuni frammenti del bolide
Credit Franck Marchis' Cosmic Diaryblog

I cacciatori di meteoriti sono riusciti a localizzare i frammenti della meteora visibile nei cieli diurni durante il weekend scorso in California. Uno dei cacciatori è Peter Jenniskens, un esperto di meteore e meteoriti, noto per il recupero dei frammenti dell’asteroide 2008 TC3 che cadde in Sudan nel 2008. L’astronomo Franck Marchis ha scritto nel suo blog, Diario Cosmico, che Jenniskens ha ricostruito la dimensione della meteora in California, valutandola molto simile a 2008 TC3, e così ha dedotto che i frammenti avrebbero dovuto raggiungere la superficie, proprio come fecero nel 2008. Jenniskens ha cominciato l’esplorazione e ha trovato quattro grammi di frammenti di meteora in un parcheggio a Lotus, in California. Diversi scienziati si sono infatti incontrati all’Ames Research Center della NASA, per discutere ed esaminare una mappa radar che ha dimostrato che decine di frammenti compresi tra 100 Kg e 1 Kg, potrebbero aver raggiunto il suolo. Jenniskens ha riferito che “il frammento ritrovato apparteneva alle condriti carbonacee di tipo CM, un raro tipo di meteorite primitivo ricco di composti organici“. “Con l’aiuto del pubblico, questo potrebbe portare a una migliore comprensione di questi oggetti affascinanti“, ha affermato Greg Schmidt, vice direttore del Lunar Science Institute della NASA.  Foto e video avrebbe aiutato gli scienziati ad analizzare meglio la traiettoria del meteorite e conoscere la sua orbita nello spazio. Queste informazioni saranno in grado di aiutare gli scienziati ad individuare i luoghi raggiunti dai frammenti rocciosi.

Fonte:  http://www.meteoweb.eu

Oltre 70 asteroidi impattarono la Terra miliardi di anni fa

Asteroide

Un team internazionale di scienziati della Nasa ha mostrato che gli asteroidi giganti, simili o più grandi di quello che si crede abbia estinto i dinosauri, hanno colpito la Terra miliardi di anni fa con una frequenza molto maggiore di quanto che si pensasse finora.
Gli asteroidi che hanno colpito la Terra uccidendo i dinosauri avrebbero dovuto avere  almeno un diametro di 10 chilometri. Studiando le antiche rocce dell’Australia e utilizzando i modelli computerizzati, i ricercatori hanno calcolato che quasi 70 asteroidi della stessa dimensione o più grandi hanno impattato la Terra tra 1.8 e 3.8 miliardi anni fa. Durante lo stesso periodo, circa quattro oggetti con dimensioni simili hanno impattato la Luna.
“Questo lavoro ci dimostra che combinando modelli computerizzati sofisticati con le evidenze fisiche arrivate dal passato, si può aprire una finestra importante sulla storia della Terra.” dichiara Yvonne Pendleton, direttore dell’Istituto della Scienza Lunare al Centro della Ricerca di Ames della Nasa a Moffett Field, California.
Le prove per questi impatti sul Pianeta arrivano da sottili strati delle rocce che contengono resti quasi sferici e  goccioline delle dimensioni di granelli, chiamate  “piccole sfere” (spherules). Questi globuli si trovavano prima negli enormi pennacchi creati dai mega-impatti sulla Terra. Poi le goccioline sono tornate sulla Terra, creando strati sedimentari sottili, ma molto estesi conosciuti come “letti globulari”.
“I letti parlano di un intenso periodo di bombordamenti sulla Terra” ha detto William Bottle, ricercatore principale del team dello studio sugli impatti del Southwest Research Institute (SwRI) a Boulder, Colorado. “la loro fonte è stata un mistero per anni.”
I risultati ottenuti supportano la teoria secondo la quale i pianeti Giove, Saturno, Urano e Nettuno si sono formati in orbite differenti circa 4.5 miliardi di anni fa e poi sono migrati nelle loro attuali orbite circa 4 miliardi di anni fa grazie alle interazioni tra le forze gravitazionali nel giovane sistema solare. Questo evento ha innescato un bombordamento di comete e di asteroidi nell’intero sistema solare, chiamato “intenso bombardamento tardivo”. In questo studio, il team ha creato un modello dell’antica fascia asteroidale principale, seguendo le tracce di quello che sarebbe potuto succedere  quando le orbite dei pianeti giganti sono cambiate. Gli scienziati hanno scoperto che la porzione più interna della fascia era stata squilibrata e quindi poteva distribuire numerosi  grandi impatti sulla Terra e sulla Luna su lunghi periodi.
Secondo la ricerca, almeno 12 mega- impatti hanno prodotto i letti sferici  durante il periodo Archeano tra 2.5 e 3.7 miliardi anni fa, il tempo della formazione della vita sul nostro Pianeta.
La frequenza degli impatti indicata dai modelli computerizzati è in corrispondenza con i numeri e l’età dei letti sferici ritrovati nei siti paleontologici studiati. Questi risultati mostrano anche la possibilità che gli ultimi impatti dell’intenso bombardamento tardivo sulla Terra abbiano creato il cratere Vrederfort in Sudafrica e il cratere Sudbury in Canada, infatti tutti e due si sono formati circa 2 miliardi anni fa.

Scritto da Hoda Arabshahi  per http://gaianews.it

David Adair Le astronavi aliene? Sono organismi viventi

Per vedere il video cliccka sul link sottostante: 

from @disclosetv


David Adair  ha lavorato presso il sito S3 di Groom Lake( Area 51) come consulente tecnologico  ed è uno dei pochi testimoni che durante una intervista video, ha confermato i suoi incontri con una astronave aliena e di averne visionato la struttura del motore. 


Giovanissimo ragazzo prodigio fu messo al servizio del generale Curtis Lemay dell’Air Force nel 1971 a Groom Lake, Nevada (Area- 51). Viene la pelle d'oca ascoltando la sua testimonianza  circa l’avanzata tecnologia aliena e segreti  custoditi  gelosamente dai  militari statunitensi.  Adair  spiega come all’età di 17 anni costruì un sistema propulsivo elettro-magnetico al plasma, un incredibile motore di contenimento di fusione a razzo e come per queste venne invitato successivamente da pezzi grossi della Air Force per lanciarlo da White Sands. 
Questo lo trasformò in un pezzo importante del puzzle all’interno del team di scienziati che opera presso il sito S3 dell’ Area 51 nel Nevada, dove  lui stesso vide un motore che era anni luce avanti rispetto a qualsiasi  altra cosa esistesse sulla Terra. David dichiara che le astronavi extraterrestri sono molto avanzate tecnologicamente e si comportano come BIO Macchine, reagendo in tempo reale ai pensieri e alle emozioni dei suoi piloti. Queste astronavi oltre a reagire alle emozioni e ai pensieri, sono veri e propri apparati viventi e riescono a captare ogni minima emozione.

David Adair

“Sono un ex rapito dagli alieni e sono stato preso a bordo di una nave ET. Loro stessi mi hanno spiegato, che la nave ulla quale ci trovavamo, era un organismo vivente che possiede un vero e proprio ciclo di vita. Questo tipo di navi spaziali sono realizzate all'unico scopo di effettuare viaggi interestellari. Ci sono moltissimi modelli e tipologie, oltre al fatto che essendo bio-macchine possono cambiare le loro forma o diventare invisibili.
I nativi americani hanno una conoscenza approfondita di queste navi e hanno dato loro un nome: le manisolas.
Adair ha deciso di rivelare la sorprendente verità che ha tenuto nascosta per oltre 25 anni in un video documentario,  inoltre ha rivelato di aver avuto degli incontri con il fisico premio Nobel Stephen Hawkings.

Manisolas, le Bio macchine che creano interfaccia con altre dimensioni

Queste Manisolas sono dunque astronavi biologiche. Queste navi hanno la facoltà di manifestarsi  attraverso la griglia morfogenetica della Terra in tutto il suo splendore estetico. Rammento che il nostro pianeta è una specie di cellula vivente. Secondo il libro Landig, Le Manisola o manisolas, sono stati interpretati in vari modi dalle diverse culture. Questo ha anche a che fare con le forme pensiero proiettate. Se si studia il terzo e il quarto aspetto dimensionale della geometria sacra, si può vedere che questi sono come mandala, appunto denominati Manisolas cabalistici della creazione. Sarebbero la rappresentazione dei VORTEX o Vortici di Energia Eterica, energia Onnicreante e onnipresente, insomma la famosa energia VRIL che i nazisti cercavano come fonte inesauribile di energia al posto dei combustibili fossili..



Le Manisolas, sono dunque “bio-macchine” e in primo luogo astronavi che si possono interfacciare tra le dimensioni, creando Tunnel Spaziali (Worm-hole). Una volta creato il tunnel ecco che la bio-macchina si interfaccia con le quattro o tre dimensioni e con con la forza della vita stessa, la forza dell’Amore. Le Manisolas hanno anche a che fare con quelle forze che cercano di imprimere le loro forme di pensiero nella coscienza della Terra e dei suoi esseri collettivi. La gestione di questa procedura “imprinting” diventa molto più potente di qualsiasi altra cosa sulla Terra per quegli esseri che la possono controllare …



Scie chimiche, la National Health Federation: "Sono dannose"

 
Chi di "noi" internauti non ha mai sentito parlare del fenomeno delle "scie chimiche"? Pochi o nessuno, al di là che ognuno di noi lettori ci si creda o meno le voci che corrono nel web fra sostenitori della loro esistenza e non sono davvero moltissime e spesso e volentieri si può correre il rischio di perdersi nei meandri della rete  cercando di sbrogliare la matassa fra voci, dicerie e fatti riscontrabili. 
Il 18 Aprile 2012  però accade un fatto di fondamentale importanza, è uscito un articolo ufficiale ed è la prima volta che, attraverso il Dottore e Professore Russel L.Blaylock, un ente ufficiale si pronuncia sulle attività chimiche e sulla Geoingegneria.
Lui appartiene alla National Health Federation ed è uno stimato ricercatore e biologo nel campo delle neuroscienze. Nel suo articolo Blaylock scrive cito testualmente: "Io prego che i piloti che stanno spargendo queste sostanze pericolose comprendano appieno che stanno distruggendo la vita e la salute anche delle loro famiglie. Questo vale anche per i nostri funzionari e politici. Una volta in cui piante, suolo e le falde saranno fortemente contaminati, non ci sarà alcun modo per invertire il danno che è stato causato. Provvedimenti devono essere presi ora per evitare un imminente disastro alla salute, di enormi proporzioni, che potrà accadere, se queste attività non saranno fermate immediatamente. Altrimenti vedremo un aumento esplosivo, dai tassi senza precedenti, delle malattie neurodegenerative che si conclamano negli adulti e negli anziani, così come dei disturbi nello sviluppo neurologico nei nostri bambini. Stiamo già assistendo ad un drammatico aumento di disturbi neurologici e sta accadendo ai giovani come mai in passato. "
Nel suo articolo il Professore parla specificatamente delle particelle dei composti di alluminio di dimensioni nanometriche, affermando come sia dimostrato scientificamente che tali particelle siano infinitamente più reattive e che inducano ad intense infiammazioni in uno svariato numero di tessuti. Il professore prosegue affermando quanto queste nanoparticelle di alluminio stiano aumentando le malattie neurodegenerative del cervello, tra cui cita demenza di Alzheimer, il morbo di Parkinson e la malattia di Lou Gehrig (S.L.A.) e di come queste malattie sia scientificamente correlate all'esposizione all'alluminio ambientale.
"… Vari studi hanno dimostrato che queste particelle passano lungo le reti neuronali olfattive, che collegano direttamente la zona del cervello…"

Fonte: http://www.net1news.org

Su Europa, satellite di Giove, c’è una civiltà. Parola di astrofisico

Questa intervista, fatta all’astrofisico russo Boris Rodionov, apparve sul quotidiano “La Stampa” il giorno 30 gennaio 1998. I quesiti furono posti da Giulietto Chiesa. Chissà perchè non se ne parla più. Buona lettura.

[Boris Rodionov (1856-1943)]“Quando ho mostrato quelle foto agli ingegneri che costruiscono i nostri oleodotti e gasdotti, la reazione e’ stata unanime: ma sono sistemi di oleodotti sotto una coltre di ghiaccio. Non avevo detto loro da dove venivano quelle foto. Pensarono che fossero foto da un satellite della Siberia, con risoluzione di nove chilometri“. Boris Rodionov, professore di micro e cosmofisica dell’Istituto Mifi (Ingegneria Fisica dell’Universita’ di Mosca), racconta la sua ” scoperta” con aria divertita. Le foto sono quelle della sonda americana Galileo, che sta ancora girando attorno a Giove, fotografando ad ogni passaggio le lune del gigante del nostro sistema solare: Io, Europa, Ganimede, Callisto. E quelle che
hanno attirato l’attenzione di Rodionov, e non solo la sua, mostrano la superficie di Europa. “Strane, troppo strane per non far pensare – dice il professore -. Basta esaminarle con attenzione per escludere subito che si tratti di fessure naturali, di incrinature di tipo geologico“. Rodionov confuta in questo modo la tesi di molti planetologi, che interpretano quei segni come fratture causate dalle forze di marea esercitate da Giove: da queste fratture, secondo la tesi che Rodionov nega, uscirebbe acqua allo stato liquido, che poi si rapprenderebbe rapidamente. Quali altre ipotesi rimangono in piedi? “Due soltanto – replica Rodionov – una tecnogenetica, l’altra biogenetica. La seconda mi sembra fantastica, perche’ condurrebbe alla conclusione che quell’intricata rete di tubi e’ il sistema circolatorio di un essere vivente. La prima e’ da verificare, ovviamente, ma sta in piedi: quelle straordinarie vie di comunicazione (uso termini approssimativi per farmi capire) sono il prodotto di una civilta’. Per giunta di una civilta’ molto piu’ evoluta della nostra“. Europa e’ una delle lune di Giove. Il suo diametro e’ all’incirca di 3000 chilometri, poco piu’ piccola della nostra Luna, dunque. Non ha quasi atmosfera.

La sua superficie e’ coperta da una lastra di ghiaccio che dovrebbe essere spessa fino a parecchie centinaia di metri. E qui cominciano le stranezze notate dal professore russo. La prima e’ che le altre tre lune di Giove sono crivellate di crateri, come lo e’ la nostra Luna, e anzi molto di piu’ perche’ l’enormita’ di Giove e’ tale da attrarre un sacco di spazzatura planetaria, centinaia di volte di piu’ della Luna e della Terra messe assieme. Europa invece presenta solo (nella parte coperta dalle foto di Galileo) tre crateri grandi e nove piccoli. Non c’e’ spiegazione per questa differenza. Guardando meglio si vede che il ghiaccio di Europa non e’ dappertutto maculato dagli urti di milioni di meteoriti che, indubbiamente, colpiscono la superficie del satellite come quella delle altre lune di Giove. Vi sono zone dove il ghiaccio appare liscio e lucente. Come se venissero svolti in continuazione “lavori di riparazione”. La fittissima rete di condotte che emerge dalle foto, sebbene ricoperta dai ghiacci, e’ talmente regolare, con interconnessioni parallele del tutto geometriche, da escludere il caso. Si tratta – dice Rodionov – di tubi, o canali della lunghezza di centinaia di chilometri, di profili diversi e diametri che possono arrivare a 200 metri, a piu’ piani. Che non si tagliano l’uno con l’altro ma si scavalcano. Sono tunnel, autostrade, abitazioni, impianti industriali? “Non lo sappiamo, ma ripeto – dice Rodionov con calma olimpica – che chiunque analizzi quelle foto concludera’ che sono prodotti artificiali“. Solo una civilta’ molto antica ed evoluta, molto piu’ della nostra, puo’ permettersi di vivere in quelle condizioni. Le uniche possibili, del resto, perche’ solo sotto uno spesso riparo di ghiaccio si puo’ evitare il bombardamento dei meteoriti e quello non meno esiziale della potente radioattivita’ che promana da Giove. Ma quelle “riparazioni” lascerebbero pensare che quella civilta’ e’ ancora in vita, non si e’ estinta.

E’ cosi’? Rodionov non esita a rispondere affermativamente. Sono io che esito a porre la domanda successiva: ma allora come mai non hanno mai tentato di uscire all’esterno? In fondo, penso, noi appena abbiamo avuto i mezzi tecnici siamo andati fuori, nello spazio, dove le condizioni non permettono la vita. E noi stiamo da sempre interrogandoci sulla vita fuori dalla Terra. Boris Rodionov interrompe la disquisizione: “Le foto dimostrano che loro escono fuori, come lei dice. Quelle riparazioni sono fatte con acqua calda, che esiste in abbondanza nelle viscere del satellite. In secondo luogo, per quanto riguarda la loro curiosita’…forse ci conoscono gia’ abbastanza...”. Rodionov non ha l’aria di scherzare, crede negli Ufo, evidentemente, ma non e’ questo il punto. Qui a Mosca, nel suo istituto, sulla sua ipotesi nessuno ride o scherza. Nei prossimi giorni un seminario speciale sara’ dedicato alla sua analisi. Rodionov ha inviato tre cartelline di spiegazione anche a Edward Stone, direttore del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena e ha ricevuto una risposta interlocutoria: la Nasa sta anch’essa analizzando le foto e trova ” interessante” l’ipotesi dello scienziato russo. Si puo’ andare oltre, sulla base dei dati esistenti? Rodionov ha un piano. Cercare di stabilire un contatto laser. Sono gia’ stati elaborati diversi linguaggi nell’eventualita’ di un contatto. Siamo dentro il sistema solare e, quindi, in condizioni molto vantaggiose. “Ma – aggiunge il professore russo – il contatto potrebbe comunque non esserci. Ricordi le formiche. Allora ci puo’ servire moltissimo Galileo. Che ha ancora due anni di vita. Ci saranno altre foto, in altri momenti, da altre angolazioni. Potremo ottenere le carte in rilievo e confrontare le eventuali variazioni alla superficie delle zone lucide. Cioe’ se vi sono stati nel frattempo altri risanamenti delle ferite meteoriche. Insomma con opportune correzioni del programma scientifico di Galileo potremmo ricavare un’immensa quantita’ di informazioni. Per ora abbiamo foto di circa la meta’ di Europa. Potremo avere un quadro piu’ preciso di gran parte della sua superficie. Ma, in attesa di tutto cio’, quello che gia’ vediamo e’ sufficiente a concludere che lassu’ c’e’ una vita intelligente“.

Fonte: http://www.altrogiornale.org

Saturday, April 28, 2012

E' sicuro vivere vicino alle centrali nucleari?

Chernobyl e il cancro non vanno più di moda?


2012 04 23 16 44 48 Chernobyl e il cancro non vanno più di moda?

 «Il nostro compito è mantenere la situazione sotto controllo», ha detto Julia Marusich del Chernobyl International Department . «Purtroppo il problema di Chernobyl non sarà risolto dalla nostra generazione». Ecco tanto per precisare e parlare chiaro…Detto questo, per chi non ricorda, rammento che il 26 aprile 1986 accadde “il disastro di Černobyl’ (in ucraino: Чорнобильська катастрофа, Čornobyl’s'ka katastrofa, in russo: Чернобыльская авария, Černobyl’skaja avarija), il più grave incidente nella storia dell’energia nucleare. Insieme all’incidente avvenuto nella centrale di Fukushima Dai-ichi nel marzo 2011 è stato classificato con il livello 7 (il massimo) della scala INES dell’IAEA.”



Nel 26° anniversario del più grave disastro nucleare della storia, centinaia tra i tecnici “eroi” sopravvissuti alla tragedia di Cernobyl e reduci della guerra combattuta dall’Urss in Afghanistan (1979-1989) hanno protestato per le vie di Kiev contro i tagli allo stato sociale e la riduzione delle loro pensioni. Il governo ucraino ha diminuito le pensioni di alcune categorie, tra cui i liquidatori di Cernobyl, per ridurre il deficit e sbloccare un prestito Fmi da 15 miliardi di dollari.
Ho letto di una  folle idea del premier Ucraino, riaprire la zona di esclusione di Chernobyl: Solo sei giorni fa uno dei tre reattori della centrale nucleare Ucraina a Ioujnoukrainsk era stato fermato per un guasto all’apparato elettrico. Si tratta di una centrale “tipo Chernobyl” costruita negli anni ’80, in piena epoca sovietica, eppure il nuovo allarme non è bastato al governo di Kiev per ripensare la sua politica nucleare. Anzi, oggi il primo ministro Ucraino Mikola Azarov, ha detto all’agenzia Itar-Tass che intende «Decontaminare e riaprire la zona di esclusione di Cernobyl», dove 26 anni fa avvenne il più grave incidente nucleare della storia. Un’area ancora fortemente contaminata, dove i contatori geiger impazziscono e le mutazioni nella fauna e nella flora sono la normalità. Nell’area, che in questi ultimi tempi ha attirato un macabro turismo della catastrofe nucleare e che potrebbe aumentare in occasione degli europei di calcio in Ucraina e Polonia, secondo Azarov «Ci sono tutti i presupposti per riportare la vita, in quei territori deserti, nelle città e nei villaggi. Questo significherebbe posti di lavoro, entrate aggiuntive per le nostre casse e per il nostro Paese». Un Paese dove a causa di quella contaminazione si continua a morire di cancro. Azarov durante una visita al centro di medicina radioattiva di Kiev, dove ha nuovamente promesso mezzi moderni per curare le malattie da radiazione, ha anche fatto capire che il nucleare è necessario a causa dell’alto prezzo del gas russo: «Stiamo sovra-pagando la Russia per il gas, oltre le nostre spese sanitarie annuali. Avremmo potuto aumentare le spese sanitarie di 2 o 3 volte se non fosse stato per questo fardello».Poi il premier ucraino ha ammesso candidamente che «I livelli di radiazioni sono ora più alti del normale in 31 delle 2.500 aree popolate del zona di Chernobyl», figuriamoci nella zona “rossa ” di esclusione intorno alla centrale nucleare, dove teoricamente nessuno dovrebbe vivere e dove è praticamente impossibile sostare più di qualche ora, come sanno i tecnici ed i lavoratori che partecipano alla “ri-copertura” del sarcofago crepato di Chernobyl. Fortunatamente in Ucraina ci sono anche progetti come “Remember” che tengono vivo il ricordo della catastrofe, aiutano le vittime e forniscono cifre diverse da quelle ufficiali sulle malattie che colpiscono adulti e bambini.”
Più avanti  riporto quasi del tutto integralmente Wikipedia, la storia è molto lunga…e non ho idea di quanti secoli ci vorranno per far cessare la devastazione operata sulla Terra. Ma ho da da dire prima alcune cose…Lo scorso anno, su internet imperversavano di questi tempi immagini orrende di bambini ammalati, video per la  memoria…ve li risparmio: dovevamo votare  per i referendum. Sono stata un’ attivista convinta : No al nucleare! SI al referendum! Attivi e non Radioattivi











C’è poco e niente oggi su questo disastro se non agenzie di stampa come questa:  ” Fino a 9,9 milioni di persone vivono in zone contaminate a seguito della catastrofe nucleare di Chernobyl, secondo i risultati di uno studio di Green Cross resi noti in occasione del 26.o anniversario del disastro. In Bielorussia, il dato varia da 1,6 a 3,7 milioni di persone, in Russia da 1,8 a 2,7 milioni e in Ucraina da 1,1 a 3,5 milioni di persone, afferma Green Cross, associazione fondata da Mikhail Gorbaciov per promuovere progetti di lotta al degrado ambientale e le sue conseguenze.” 
Ho ricordato a mia figlia che lei era una bimbetta di meno di due anni e suo fratello ne aveva cinque. Eravamo in campagna dal nonno paterno, una casa semplice ma contornata da una natura quasi selvaggia.Appresi della notizia e li ho dovuti riportare a Roma, chiudendoli a casa. Arrivava la nube e con lei  spariva il latte fresco e la frutta e verdura, ma neanche il miele di quell’ anno si sarebbe potuto comprare, era meglio cibarsi di patate e pasta e olio dell’ anno precedente…e surgelati e ancora altre centinaia di precauzioni da incubo, per evitare il CANCRO. Io ho avuto una famiglia che è stata devastata dal cancro. Sembra che non sia mai sufficente. Il silenzio  è dignitoso o bensì è omertà?

Doriana Goracci

Fonte:  http://www.reset-italia.net

Su Marte tre vulcani fratelli

Generati da un unico getto di materia incandescente

 Sarebbero tutti fratelli, i tre vulcani marziani Ascraeus, Pavonis e Arsia che si trovano allineati nella regione di Tharsis a fianco del gigantesco vulcano monte Olimpo. A generarli sarebbe stato un unico pennacchio di materiale incandescente che, risalendo dal mantello, muovendosi, avrebbe creato in sequenza le tre alture, fatte di una lava che col tempo sarebbe diventata sempre più densa.
A ricostruire la storia dei più grandi vulcani marziani è una ricerca pubblicata sul Journal of Geophysical Research.e basata sui dati della sonda dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) Mars Express, che da cinque anni sta misurando la gravità del pianeta rosso. Le misure sono state fatte mentre la sonda si trovava tra 275 e 330 chilometri di altitudine sopra la regione montuosa di Tharsis, attiva dal punto di vista vulcanologico fino a 100-250 milioni di anni fa. Nel passaggio su quest'area, la sonda ha risentito della gravità esercitata dalla grande massa dei vulcani, che ha provocato delle piccole oscillazioni prontamente misurate e impiegate per ricostruire la densità del sottosuolo marziano.
L'elevata densità rilevata in corrispondenza della regione montuosa dimostrerebbe la natura basaltica della sua composizione, in linea con quella dei meteoriti marziani che sono caduti sulla Terra. I nuovi dati dimostrano inoltre che la densità della lava è cambiata durante il periodo di formazione dei tre vulcani di Tharsis. All'inizio c'era una lava più 'leggera' (detta andesitica) che può teoricamente formarsi anche in presenza di acqua; in seguito è stata invece coperta da lava basaltica più pesante. ''Combinando questi dati con l'altezza dei monti, possiamo dire che Arsia è il piu' anziano, seguito da Pavonis e Ascraeus'', spiega il coordinatore dello studio Mikael Beuthe, dell'Osservatorio Reale del Belgio.
Secondo l'esperto, questa transizione potrebbe essere spiegata dalla variazione del calore nel sottosuolo dovuto a un pennacchio di materiale caldo proveniente dal mantello che, muovendosi lentamente, avrebbe generato in sequenza i tre rilievi. Le rilevazioni di Mars Express dimostrano infine che nella regione di Tharsis la densità dello strato più esterno della crosta marziana (la litosfera) è variabile. In particolare, i tre vulcani minori appoggerebbero su una base più densa rispetto al loro vicino, il monte Olimpo, che con i suoi 21 chilometri, è il vulcano più alto del Sistema Solare.

Fonte: ansa.it

I segreti dell’asteroide Vesta svelati dalla tecnologia italiana

La sonda Dawn (Foto Nasa)
La sonda Dawn (Foto Nasa)
di Angelo Piemontese
Quando si tratta di cosmo, l’Italia dà spesso il meglio: uno strumento italiano per l’esplorazione automatizzata dello spazio ha svelato i segreti dell’asteroide Vesta. Vir, il nome dello strumento, si trova sulla sonda Dawn, lanciata dalla Nasa e dall’Asi, per investigare gli albori del sistema solare (Dawn in inglese significa alba); e in soli nove mesi di osservazioni ha prodotto risultati notevoli.
Vir, ideato e costruito da ricercatori (e da industrie) italiani ha esaminato la la superficie dell’asteroide, trovandovi minerali vulcanici come ferro e magnesio, e rocce provenienti da impatti con altri corpi. Ha poi misurato la variazione di temperatura, da -25 a -100 gradi nelle zone in ombra, indice di assenza di atmosfera. Analizzando invece gli strati più interni, con una mappatura 3D, ha scoperto la sua storia geologica: Vesta, anche se largo appena 500 chilometri, mostra segni di un’evoluzione tipica dei pianeti terrestri, con strati di roccia concentrici e con un’antica e ormai sopita attività vulcanica. È cresciuto in soli 10 milioni di anni , mentre la Terra ne ha impiegati circa 50. «È una sorta di fossile del sistema solare, conserva le tracce di un passato molto più remoto di quanto potremmo mai trovare sulla Terra» dice Maria Cristina De Sanctis dell’Inaf (L’Istituto nazionale di astrofisica) e responsabile del progetto.
La Nasa ha deciso di prolungare la permanenza di Dawn attorno a Vesta per altri 40 giorni. Prossima tappa: l’asteroide Cerere, dove giungerà nel 2015 per studiare il ruolo dell’acqua, di cui conserva tracce assieme a una tenue atmosfera, nella genesi del sistema solare. «Gli asteroidi sono residui del materiale primordiale da cui si sono generati i pianeti. Studiarli è la chiave per capire le fasi iniziali della nascita di un corpo celeste abitabile e quindi della comparsa della vita» conclude De Sanctis.

Fonte: http://blog.panorama.it

Alla NASA la Kinect viene usata per migliorare l'esperienza 3D

Gli studenti alla NASA hanno scoperto che le gare di ballo e le partite di bowling non sono le uniche cose che si possono fare con la tecnologia della kinect.

Invece di collegare la Kinect alla Xbox, questi studenti del DEVELOP, il programma di training e sviluppo della NASA, hanno collegato la barra per il controllo dei movimenti della Microsoft al loro ambiente di sviluppo 3-D per visualizzare i dati dei satelliti orbitanti atorno al nostro pianeta.

L'ambiente virtuale, noto come HIVE (highly-portable immersive virtual environment), è posizionato all'interno di un sistema di 3 schermi bianchi, angolati di 120 gradi l'uno con l'altro. Per vivere l'esperienza del 3D, l'utente deve comunque vestire un paio di occhiali 3D mentre si muovono all'internio del sistema di schermi.

"Questi sono occhiali con una tecnologia molto più avanzata di quella usata per gli occhiali del cinema" ha spiegato Jasmine Walker, il supervisore del progetto HIVE al centro Langley Research di Hampton in Virginia "Si aprono e chiudono ad una frequenza di 120 herz ed hanno anche degli infrarossi per rendere l'effetto 3D più realistico".

"La nostra idea era quella di rendere l'HIVE una interfaccia più user-friendly. Quindi abbiamo pensato, e se invece di usare mouse e tastiera trovassimo un modo per usare il corpo?" ha aggiunto la Walker "Ora, mentre si usa HIVE, per cambiare una visualizzazione basta un gesto della mano e un comando vocale."

L'unico tipo di input che non è stato ancora possibile introdurre, è il riconoscimento facciale e il tracciamento delle dita. Ad ogni modo, con l'ausilio della Kinect l'esperienza dell'HIVe ha sicuramente fatto un deciso balzo in avanti verso una realtà fino ad ora sconosciuta.

"Un po tutti quelli che lavorano e hanno lavorato nel mio team amano i video game e tutti noi volevamo sviluppare il coinvolgimento e il realismo del 3D. Abbiamo visto molti altri gruppi che hanno integrato la Wii nei loro ambienti 3D. Se la Kinect può fare tutto quello che la Wii fa, ma senza nessun controller, abbiamo pensato che anche noi avremmo potuto fare altrettanto."

Fonte:  http://www.pc-facile.com

Stati Uniti: migliaia di droni stanno per invadere le città

Il drone Shadow Hawk (Credits: Vanguard)

 Nei prossimi dieci anni i militari statunitensi aumenteranno la flotta di velivoli teleguidati portandola dagli attuali 445 a 645, la CIA ha chiesto alla Casa Bianca di estendere le operazioni effettuate in Yemen e in altri Paesi con questi velivoli per uccidere esponenti del terrorismo islamico ma la vera rivoluzione nell’impiego degli Unmanned Aerial System (UAS) sarà probabilmente sulle nostre teste. La polizia statunitense impiega già in molte città piccoli velivoli teleguidati. Nulla a che vedere con i grandi Predator, Reaper o Global Hawk utilizzati dai militari.
Si tratta infatti di apparecchi simili ad elicotteri come lo Shadow Hawk in uso alle forze di polizia di molte città e diverse contee che li impiegano per la sorveglianza. Con costi di gestione molto contenuti cosiddetti “droni” sono in grado di sorvegliare il traffico rilevando, grazie alle potenti ottiche imbarcate, la targa di eventuali trasgressori del codice della strada. Sono utili a inseguire banditi in fuga evitando di esporre alle armi da fuoco gli agenti, per sorvegliare aeree interessate ad eventi o disordini e per effettuare ricerche di persone scomparse. La polizia di North Little Rock, in Arkansas, li vuole usare per tenere d’occhio il quartiere degli spacciatori di droga.



Un velivolo come quello della Vanguard citato qui sopra costa poco più di 200 mila euro e può imbarcare armi per affrontare in combattimento i fuorilegge. Come ha sottolineato un’ìnchiesta del Wall Street Journal solo negli Stati Uniti ci sono una cinquantina di compagnie che producono 150 tipi di UAS e si valuta che il solo mercato della sicurezza interna acquisirà nei prossimi 4 anni velivoli teleguidati per 6 miliardi di dollari. La Federal Aviation Administration ha recentemente concesso la licenza di impiegare i velivoli teleguidati a 56 istituzioni tra le quali la Nasa , il Department of Homeland Security, il ministero della Giustizia, quello dell’Agricoltura e dell’Energia, molti  corpi di polizia e università.
La versatilità di queste macchine le rende impiegabili in compiti molto diversificati. Imbarcando gli opportuni sensori, gli UAS sono utili per le ricerche scientifiche mentre la capacità di effettuare foto e video e trasmetterli in tempo reale li rende indispensabili per controllare frontiere, spazi marittimi e, in caso di calamità naturali, specie in condizioni di grave rischio per gli esseri umani come nel caso di incidenti nucleari con elevata radioattività.
L’UAS italiano Falco prodotto da Galileo Avionica è stato concepito per l’impiego militare e civile ed è oggi in servizio con le forze armate pakistane che lo impiegano, disarmato, per sorvegliare aree remote in mano ai ribelli e i confini afghano e indiano.




Il previsto massiccio impiego di queste macchine per la sicurezza interna statunitense rischia però di trasformarsi in un sistema di controllo della popolazione, una sorta di occhio elettronico volante del Grande Fratello . I droni aumenteranno le possibilità di controllare i cittadini i quali, soprattutto nei grandi centri urbani, vengono filmati già oggi da un ampio numero di telecamere piazzate lungo le strade, davanti ad uffici ed edifici pubblici e privati.
Al Congresso degli Stati Uniti deputati repubblicani e democratici hanno avviato un’indagine per rilevare il rischio di violazione della privacy.

Scritto da: 
Gianandrea Gaiani ha seguito sul campo tutte le missioni militari italiane. Dirige Analisi Difesa, collabora con i quotidiani Il Sole 24 Ore, Il Foglio e Libero ed è opinionista di Radio Capital. Ha scritto Iraq Afghanistan: guerre di pace italiane

Fonte:  http://blog.panorama.it

Ultimi cerchi grano: Paesi Bassi e Argentina



Pubblicato in data 27/apr/2012 da
Description link: http://www.ecropcircles.com/2012/04/latest-2012-crop-circles-bosschenhoofd.html

2012 crop circles reports from Bosschenhoofd, Holland - Tuesday, 24th April 2012







Pubblicato in data 27/apr/2012 da
Read more about this crop circle: http://www.ecropcircles.com/2012/04/new-crop-circles-2012-las-perdices.html

Latest 2012 crop circles from Las Perdices, The Partridge in Argentina found this Wednesday on 25th April

Ufo:Dozens of orbs over France 17/04/2012!



Pubblicato in data 25/apr/2012 da
This video was recorded by yt user Plirff in Nice/ France!
Ufo means unidentified objects!
Many people capture these white orbs, which move in an intelligent way!
Watch it fullscreen!
At first i show you the original,the source which is about 2min long and full of strange stuff!
Decide yourself!Thank you for watching!

Categoria:

Hack, se gli alieni ci chiamassero non li sentiremmo

Le tecnologie attuali non permettono di ascoltare Et

Se Et ci avesse chiamati solo 50 anni fa non lo avremmo sentito. Che la vita extraterrestre esista, l'astrofisica Margherita Hack ne è certa, ma sulla probabilità di averne un segno o addirittura un dialogo lo scetticismo è grande. Pianeti alieni e possibilità di vita nell'universo è il tema di un incontro organizzato a Roma, dall'Accademia dei Lincei.
“Non ci si può stupire di non essere ancora entrati in contatto con forme di vita extraterrestri: sarebbe strano il contrario!”, ha detto l'astrofisica.

Le probabilità che esistano altre forme di vita nell'universo sono molto elevate e le più recenti osservazioni hanno dimostrato l'esistenza di un grandissimo numero di pianeti, anche adatti alla vita. Secondo Hack, ''pensare di essere i soli non è affatto ragionevole. Riuscire a entrarci in contatto con eventuali civiltà aliene è invece un aspetto molto più complesso. Bisogna pensare da un lato alla possibilità di aver sviluppato tecnologie comuni e allo stesso livello di sviluppo, dall'altro all'indovinare il momento giusto per essere contattati: solo 50 anni fa un segnale elettromagnetico non lo avremmo potuto sentire''.

La ricerca di forme di vita all'interno del Sistema Solare non ha dato finora risposte positive, nonostante il dibattito si sia parzialmente riaperto grazie al recentissimo studio da parte dell'Universita' di Siena sui dati raccolti negli anni '70 dalle sonde Viking sul pianeta rosso. ''Marte continua a rimanere l'unico pianeta conosciuto in grado di poter ospitare forse forme di vita, ma - ha osservato - anche la più grande luna di Saturno, Titano, presenta alcune delle caratteristiche necessarie alla vita. Forse un giorno - ha concluso - riusciremo a inviare una sondo per fare studi per la ricerca di vita anche su questo satellite di Saturno''.

Fonte: ansa.it

PER INCONTRARE E.T LA SCIENZA DEVE FARE UN PASSO INDIETRO

di Oliviero Mannucci

Le cose che dice la prof.ssa Hack oggi io le dicevo nel 1994, e chi mi conosce da tempo lo sa. Il fatto che con i radiotelescopi non si sia riuscito a ricevere un messaggio alieno, non significa che gli alieni non esistano, ma semplicemente che stiamo sbagliendo a cercarli utilizzando le vecchie e lente onde radio tradizionali. La prof.ssa Hack, dopo tanti anni passati a negare l'esistenza degli alieni, finalmente, ha cominciato a capire i termini della faccenda, meglio tardi che mai. Con le onde radio il genere umano potrebbe entrare in comunicazione solo con esseri che possiedono la nostra stessa arretrata tecnologia. Gli altri no. Quelli meno progrediti di noi, non conoscono ancora la radio, quelli più progrediti invece userebbero le onde radio come noi lo conosciamo solo per comunicazioni a breve raggio, per comunicazioni più lunghe sicuramente utilizzano un sistema radio più progredito del nostro e vi spiego il perchè. Immaginate di appartenere ad una civiltà tecnologica così avanzata da poter viaggiare nello spazio senza curarsi delle apparenti grandi distanze che separano le stelle e le galassie. Immaginate di aver sviluppato la famosa tecnologia detta del viaggio " a curvatura" dello spazio, che non è fantascienza, ma una branca della fisica Eisteniana che è stata confermata come possibile. Per quanto possa essere avanzata tecnologicamente, anche una nave stellare di una civiltà più avanzata della nostra, sarà soggetta a guasti, visto i rigori che deve affrontare nei lunghi viaggi spaziali. Quindi necessiterà di poter comunicare con il proprio pianeta natale o con altre navi spaziali della propria flotta, anche  per un eventuale richiesta di soccorso, che se fatta con le onde radio tradizionali sarebbe uguale a non averla inviata, soprattutto se fatta a distanza di vari anni luce dal proprio pianeta natio. Quindi se non abbiamo ancora ascoltato segnali alieni, sulle frequenze da noi utilizzate e con gli apparati disponibili attualmente, non significa che gli alieni non esistano. Significa solamente che non abbiamo la giusta tecnologia per riceverli. E allora, visto la grande mole di avvistamenti UFO che ogni giorno affollano i nostri cieli, non sarebbe il caso che la "|scienza" possa mettere da parte il suo orgoglio e cominci a lavorare su di essi, visto che è l'unico materiale a nostra disposizione?! Qualcuno ci ha già pensato, il dott. Labeque, astrofisico dell'università di Orsay, durante il congresso mondiale del SETI svoltosi a Parigi nel 2008, presso il palazzo dell'UNESCO , parlando di alieni e avvistamenti UFO disse " SOMETHING IS HERE", qualcosa è qui. Se qualcosa è qui, perchè non capirlo una volta per tutte!


 

Ufo in Russia : Invasione?



Tra i giorni 9 e 11 Aprile 2012, ai cittadini di S.Pietroburgo sarà sembrato di essere invasi dagli alieni. Numerosi sono stati i testimoni, infatti, che hanno riferito di aver avvistato formazioni di strane luci volare sopra la città, sia in periferia che in zone più centrali. Molti sono riusciti a fare anche delle fotografie e qualcuno è riuscito a fare delle riprese video. L'avvistamento più eclatante, racconta la rivista russa "LifeNews" sembra essere  quello relativo ad una una sfera di luce che volava  proprio sopra l'aeroporto di Pulkovo di S.Pietroburgo, che ha causato non pochi problemi al traffico aereo locale.Sia i piloti sia il personale a terra erano infatti molto preoccupati per la presenza di tale oggetto volante non identificato, in quanto stazionando proprio sopra l'aeroporto rappresentava un potenziale pericolo sia in fase di decollo , sia in fase di atterraggio dei velivoli. Il giornale "The Moscow Times" ha pubblicato numerose interviste fatte ai testimoni dell'avvistamento.

Oliviero Mannucci

Friday, April 27, 2012

Dagli squali ai meteoriti ai tagliaerba, ecco la mappa mondiale dei rischi mortali

Roma - (Adnkronos) - Compilata dalla Bbc la 'mappa dei luoghi mortali' del Pianeta. Se negli Stati Uniti, pur con l'enorme quantità di armi da fuoco in circolazione è più facile morire investiti da un tagliaerba, nello Swaziland ci sono le più alte probabilità al mondo di morire colpiti da un fulmine.
 
Roma, 26 apr. (Adnkronos) - Ci sono più probabilità di morire investiti da un guidatore ubriaco in Sudafrica che in qualsiasi altro Paese del mondo. Così come l'Australia è il Paese nel quale ci sono più probabilità di finire mangiato dagli squali, o l'Iraq di finire vittime di un attacco terroristico. La 'mappa dei luoghi mortali' del Pianeta, compilata dalla Bbc incrociando le statistiche fornite da un ampio ventaglio di fonti, conferma una certezza: prima o poi, ognuno di noi dovrà andarsene. Ma riserva anche qualche sorpresa, soprattutto sul modo con il quale 'uscire di scena'.


Ad esempio, gli Stati Uniti, pur con l'enorme quantità di armi da fuoco in circolazione e il cui possesso da parte dei privati cittadini è garantito costituzionalmente, è in realtà il Paese del mondo nel quale, anziché per colpa di una pallottola, è più facile morire investiti da un tagliaerba. E' infatti il piccolo Honduras a detenere il primato mondiale delle morti per omicidio.

Mentre l'Afghanistan, nonostante le continue violenze e gli scontri quotidiani tra le forze della Coalizione internazionale e gli insorti, è il Paese nel quale si muore più frequentemente per droga. Del resto, è anche la superpotenza mondiale della produzione di oppio. La Repubblica ceca è invece quello in cui si muore di più al mondo cadendo da una scala, l'Ungheria, quello in cui le cadute mortali sono quelle dal letto.

Ma attenzione, tutti questi dati non significano che recandosi, magari in vacanza, in uno di questi Paesi, ci sono più probabilità di morire per uno dei motivi sopraelencati che restandosene a casa propria. Come indicano da anni le statistiche, infatti, in gran parte del Pianeta le principali cause di morte sono i tumori, gli attacchi cardiaci e gli incidenti stradali (la più alta incidenza si ha rispettivamente in Danimarca, Ucraina e Namibia). La mappa compilata dalla Bbc indica in realtà i Paesi del mondo con la più alta proporzione di morti, per milione di abitanti, in relazione a una specifica causa.

Ecco allora che il Salvador detiene il triste primato delle morti dovute alla puntura di un'ape, l'India per quelle causate dal morso di un serpente, la Repubblica Dominicana per i morsi di un ragno, la Lituania quello per i suicidi maschili, la Corea del Sud per i suicidi femminili, la Russia, forse quale retaggio delle sordide trame del Kgb di un tempo, quello delle morti per avvelenamento. Sul fronte delle malattie, le isole Fiji sono 'in testa' per le morti per asma, le Mauritius per il diabete, la Moldova per quelle causate dalla cirrosi epatica, la Sierra Leone per la malaria, lo Zimbabwe per l'Aids.

Tra le morti 'strane', due segnalazioni: se vi trovate nello Swaziland o in Antartide, scrutate sempre con attenzione il cielo. Nel primo caso, ci sono le più alte probabilità al mondo di morire colpiti da un fulmine; nel secondo, addirittura di venire schiacciati da un meteorite. Infine, tra tante morti, forse statisticamente bizzarre, ma non per questo meno inquietanti, il Paese più rassicurante è il Giappone. Nonostante i terremoti e gli tsunami, per non parlare del recente disastro nucleare di Fukushima, è il Paese con la più alta incidenza di 'banalissime' morti per vecchiaia. 

Fonte:  http://www.adnkronos.com

Commento di Oliviero Mannucci: Nella Repubblica Italiana invece le cause di morte sono da ricondurre al governo Monti, alla classe politica, alla malasanità ( molti muoiono nei Pronto Soccorso aspettando ore, è come andare al Fast Food per mangiare il giorno dopo) e si muore anche di troppe tasse (vedi Equitalia ).

 

Boeing fa prototipi per NASA

Non solo SpaceX nel futuro NASA. Il volo spaziale commerciale sembra sempre più un mercato fatto di concorrenza. Entro 4 anni sarà pronta anche una capsula del noto costruttore di aeroplani

 Roma - In attesa di assistere al lancio d'inaugurazione di SpaceX Dragon, anche Boeing fa mostra di voler partecipare alla corsa alle stelle del nuovo trasporto spaziale con cargo commerciali voluto e incentivato da NASA: la società di aviotrasporto e l'agenzia spaziale hanno già stretto una partnership, e Boeing già mostra in sezione quella che dovrebbe essere la sua capsula attesa al varo entro pochi anni.

La partnership tra le due organizzazioni prevede (oltre alla pecunia) la condivisione dei criteri di sicurezza per il trasporto umano nello spazio, il training degli astronauti e il controllo di missione gestiti presso il Johnson Space Center in Houston e (sul lungo periodo) un accordo di più ampio respiro per la fornitura di voli "end-to-end" alla NASA.

Il primo frutto dell'accordo NASA-Boeing è CST-100, la capsula di trasporto di cui Boeing ha mostrato una sezione nel corso del 28esimo National Space Symposium per dare un'idea di come gli astronauti alloggeranno nel vascello durante il viaggio.
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CST-100 potrà alloggiare fino a 7 astronauti, misurerà 4 metri e mezzo in altezza nel suo punto più ampio e potrà essere utilizzata/riutilizzata per 10 diversi voli. Anno previsto per l'entrata in servizio del vascello a bordo di un razzo Atlas 5: 2015-2016.

Alfonso Maruccia

Fonte:  http://punto-informatico.it