Spazio: ultima frontiera. Credere che si sia soli nell'universo è come credere che la Terra sia piatta. Come disse l'astrofisico Labeque al palazzo dell'UNESCO, durante il congresso mondiale del SETI di Parigi del Settembre 2008, " SOMETHING IS HERE", "Qualcosa è qui", e I TEMPI SONO MATURI per farsene una ragione. La CIA, l'FBI, la NSA, il Pentagono, e non solo, lo hanno confermato!
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Saturday, April 28, 2012
I segreti dell’asteroide Vesta svelati dalla tecnologia italiana
di Angelo Piemontese
Quando si tratta di cosmo, l’Italia dà spesso il meglio: uno strumento italiano per l’esplorazione automatizzata dello spazio ha svelato i segreti dell’asteroide Vesta. Vir, il nome dello strumento, si trova sulla sonda Dawn, lanciata dalla Nasa e dall’Asi, per investigare gli albori del sistema solare (Dawn in inglese significa alba); e in soli nove mesi di osservazioni ha prodotto risultati notevoli.
Vir, ideato e costruito da ricercatori (e da industrie) italiani ha esaminato la la superficie dell’asteroide, trovandovi minerali vulcanici come ferro e magnesio, e rocce provenienti da impatti con altri corpi. Ha poi misurato la variazione di temperatura, da -25 a -100 gradi nelle zone in ombra, indice di assenza di atmosfera. Analizzando invece gli strati più interni, con una mappatura 3D, ha scoperto la sua storia geologica: Vesta, anche se largo appena 500 chilometri, mostra segni di un’evoluzione tipica dei pianeti terrestri, con strati di roccia concentrici e con un’antica e ormai sopita attività vulcanica. È cresciuto in soli 10 milioni di anni , mentre la Terra ne ha impiegati circa 50. «È una sorta di fossile del sistema solare, conserva le tracce di un passato molto più remoto di quanto potremmo mai trovare sulla Terra» dice Maria Cristina De Sanctis dell’Inaf (L’Istituto nazionale di astrofisica) e responsabile del progetto.
La Nasa ha deciso di prolungare la permanenza di Dawn attorno a Vesta per altri 40 giorni. Prossima tappa: l’asteroide Cerere, dove giungerà nel 2015 per studiare il ruolo dell’acqua, di cui conserva tracce assieme a una tenue atmosfera, nella genesi del sistema solare. «Gli asteroidi sono residui del materiale primordiale da cui si sono generati i pianeti. Studiarli è la chiave per capire le fasi iniziali della nascita di un corpo celeste abitabile e quindi della comparsa della vita» conclude De Sanctis.
Fonte: http://blog.panorama.it
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