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Monday, April 30, 2012

Il Giappone spegne l'ultimo reattore nucleare il 5 maggio


Dopo il disastro nucleare di Fukushima la popolazione giapponese e le autorità hanno deciso di spegnere le 54 centrali atomiche presenti nel paese, ma non il governo parla già della riattivazione di almeno uno di essi

Lunedi 30 Aprile 2012 - Esteri -
L'ultimo reattore nucleare operativo in Giappone, situato a Tomari nell'isola di Hokkaido, spegnerà i motori il prossimo 5 Maggio.
Il paese potrebbe però non rimanere senza energia atomica molto a lungo. L'impianto dell'isola di Hokkaido era infatti l'ultimo rimasto acceso dopo che, in seguito alla catastrofe nucleare di Fukushima dello scorso anno, tutti i restanti 53 impianti giapponesi erano stati disattivati per manutenzione e controlli di sicurezza.
Con l'opinione pubblica fortemente contraria al nucleare infatti nessun impianto nucleare è stato finora riavviato: tuttavia, il primo ministro giapponese Yoshihiko Noda, ha dichiarato recentemente che "decommissionare l'energia nucleare è troppo costoso per il Giappone e causerebbe una rischiosa dipendenza dalle fonti fossili importate". Infatti l'energia utilizzata dal Giappone, prima del disastro di Fukushima, dipendeva per più del 30% dagli impianti nucleari. Il partito di governo giapponese avrebbe anche piani per il riavvio del reattore di Ikata.

Nonostante quanto dichiarato dal primo ministro però i sondaggi tra i residenti danno ancora in netta maggioranza i contrari al riavvio.
E la motivazione di tale opposizione è anche comprensibile: i danni generati dall'incidente di Fukushima l'anno scorso sono stati esagerati, e avranno conseguenze anche nel futuro a venire. Il rischio che la produzione di questa energia porta con sè è troppo elevato di fronte a tutte le possibili calamità naturali o i possibili incidenti che potrebbero accadere negli impianti. Per la maggior parte dei cittadini è come se "il gioco non valesse la candela".
E forse questo dissenso potrebbe essere l'input per un reale investimento in energie pulite e a basso rischio per un paese tecnologicamente all'avanguardia.


Fonte:  http://www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it

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