Ci cascherà mai sulla testa qualche asteroide assassinio e distrugge tutta o parte dell'umanità? Una paura con cui abbiamo convissuto in questi ultimi anni "grazie" a qualche film e qualche articolo un po' troppo allarmato e allarmante. Di asteroidi ce ne sono, attorno al Sole a varie distanze e con varie orbite, di piccoli, pochi metri, e di enormi, anche 900 chilometri di diametro.
Sono, si pensa, almeno 30 milioni, ma potrebbero essere anche assai di più e il primo, il più grande, Cerere, lo scoprì da Palermo l'astronomo italiano Cesare Piazzi nel 1801. Pullulano insomma nel nostro Sistema solare e oggi, grazie alla possibilità di andare nello spazio, conosciamo bene le loro particolarità, anzi ci siamo anche atterrati per studiarne la composizione.
Ma da domani dovremo aggiungere il fatto che li vediamo anche come possibili miniere di minerali che, prima o dopo, dalla Terra spariranno.
L'idea, visionaria ma pare realistica questa volta, è di James Cameron, il regista reduce dall'esplorazione nella Fossa delle Marianne, e Larry Page e Sergey Brin, i padri di Google. Annunceranno martedì i particolari dell'impresa che dovrà affrontare la Planetary Resources da loro fondata. Miliardari che non sono certo nuovi a imprese considerate pazzesche e che si rivelano poi ottimi affari. Basta ricordare cosa si diceva una decina di anni fa del turismo spaziale, pronto oggi alla commercializzazione, o dell'affidare a privati i lanci di routine di Nasa.
Sfruttare gli asteroidi come miniere di materiali rari, che si stima dal 2050 diventeranno rarissimi, sembra fantascienza e se ne parla da poco, ma come ipotesi ha più di 100 anni. E' infatti contenuta per la prima volta nel libro di Konstantin Tsiolkovskii The Exploration of Cosmic Space by Means of Reaction Motors, pubblicato nel 1903 .
Nel 2010 c'e' stato uno studio preliminare di NASA, che ha concluso come non ci siano particolari problemi che impediscano del tutto di pensare ad una missione che catturi un asteroide e lo renda disponibile per le sue risorse minerarie.
Nel 2011 invece il KISS, Keck Institute for Space Studies, ha sponsorizzato uno studio per andare oltre e capire come si potrebbe fare.
E' stata esaminata la possibilità di prendere al volo un oggetto solido di 7 metri di diametro nello spazio, con una massa di 500.000 chili. Per avere una pietra di paragone le missioni Apollo sulla Luna hanno riportato a terra 382 kg di materiale .
Il rapporto è stato consegnato solo pochi giorni fa e forse questo aspettavano i tre intraprendenti e un po' "matti" investitori.
Nelle conclusioni si legge che questa impresa è un passo inevitabile se si vuole veramente parlare di conquista dello spazio. Esattamente come era stato detto nel 1903, ma ora si sa come si anche quale potrebbe essere la direzione da prendere. Casomai il problema per i nostri intraprendenti è che lo sanno anche i cinesi e si stanno preparando tanto quanto.
Fonte: http://www.ilsole24ore.com
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