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Wednesday, December 19, 2018

Dagli alieni alla materia oscura: un catalogo delle ipotesi su uno dei più grandi enigmi dell’Universo

Uno degli enigmi dell’astrofisica moderna riguarda la natura dei “Fast Radio Bursts”, scoperti nel 2007. Si tratta di improvvise emissioni di energia nella lunghezza delle onde radio che durano solo alcuni millisecondi e che si originano principalmente al di fuori della nostra galassia, la Via Lattea. Si formano in aree dove vi sono campi magnetici  di altissima intensità e una volta prodotte tali emissioni possono attraversare enormi quantità di gas e polveri prima di raggiungere la Terra. Nonostante queste informazioni gli astronomi conoscono ancora molto poco sulle cause che producono i Fast Radio Burst.
Il “lampo di Lorimer” un segnale radio dalla durata inferiore a 5 millisecondi, caratterizzato da un’intensità cento volte superiore rispetto al rumore di fondo e proveniente da una regione del cielo 3° a destra della Piccola Nube di Magellano, registrato nel 2007.
 
 Sulla loro origine infatti, sono state proposte decine di ipotesi, alcune conformi alla fisica standard, altre più esotiche, facendo riferimento anche alla “teoria delle stringhe cosmiche”, che basa il nostro Universo su ipotetiche strutture unidimensionali che si formarono nell’Universo primordiale, o addirittura su ipotesi molto bizzarre: una di queste ad esempio, vuole che tali emissioni siano prodotte da civiltà aliene molto avanzate.
Nel tentativo di scoprire la verità sui Fast Radio Burst gli astronomi hanno creato un catalogo che elenca tutte le ipotesi finora avanzate, insieme ai loro pro e ai loro contro. In tal modo gli scienziati e gli astronomi di tutto il mondo possono avere un quadro completo dei dati e delle scoperte finora ottenute e di quelle che verranno aggiunte nei prossimi mesi e anni. In tal modo si spera che la comunità scientifica, mettendo a confronto le diverse ipotesi, possa giungere ad identificare il modello più accettabile e più consono con i dati in possesso.
Al momento le ipotesi che sono considerate più valide di altre per spiegare il fenomeno sono:
–  la prima vuole che i Fast Radio Burst siano legati alle stelle di neutroni (stelle giunte alla fine della loro vita e che svuotano molto rapidamente su se stessi)  o alle magnetars (oggetti altamente magnetizzati la cui reale origine è ancora un mistero). Questa ipotesi è tra le più plausibili dal momento che i campi magnetici intrinseci ed estremamente potenti delle stelle di neutroni possono soddisfare i requisiti energetici necessari per originare tali emissioni
– La seconda vuole che le emissioni radio siano prodotte dalla fusione di corpi astronomici come buchi neri, stelle di neutroni e nane bianche che nel momento del collasso producono un Fast Radio Burst
– Altri modelli, considerati più esotici, coinvolgono oggetti ipotetici e mai osservati come le stelle di quark (i quark sono particelle subatomiche che costituiscono i neutroni e i protoni), le stelle composte da assioni (gli assioni  sono particelle subatomiche estremamente leggere che al momento risultano solo ipotetiche), oppure la “materia oscura” la cui esistenza è ipotizzata da vari elementi ma che ancora non è stata scoperta.
L’ipotesi che vuole che tali segnali siano una specie di faro installato da civiltà extraterrestri è certamente la più insolita tra quelle proposte ma al momento non può essere esclusa in assoluto. Tra tutte le ipotesi finora avanzate, e sono circa una cinquantina, solo tre sono state eliminate. Ed è proprio questo fatto che ha portato gli astronomi a creare il catalogo. E’ molto difficile infatti, convincere gli scienziati a parlare tra loro di Fast Radio Burst perché  le loro specializzazioni sono molto diverse e si trovano in ogni angolo del pianeta. La piattaforma digitale invece, permetterà un dialogo molto più serrato anche perché ciascuno di loro potrà trovare tutti i dati lasciati da altri colleghi. Se verrà utilizzata al meglio si spera che nell’arco di 4 o 5 anni si possa avere un’idea molto più realistica di uno dei fenomeni più misteriosi del nostro Universo.

Luigi Bignami 

Fonte 
 
 

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