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Tuesday, March 22, 2022

Avvistamento Ufo all’Infernetto negli anni ’90: caso ancora attuale?

 Ufo 

Analizziamo quanto può essere attuale un caso del 1990 riportato a quanto conosciamo oggi 

 

Erano le 20:15 dell’1 febbraio 1990 quando, mentre stava rincasando in località Infernetto, in una zona residenziale fuori Roma, tra Casal Palocco e Castel Fusano, dopo aver riaccompagnato in auto la figlia, una volta aver spento il motore, il primo testimone sentì sopra la testa un fortissimo rumore, come di uno stormo di aerei ad elica in fase di atterraggio. Alzando lo sguardo verso il cielo nero, scorse un oggetto enorme, scuro nella parte inferiore e illuminato in quella superiore da una luce giallo-arancio uniforme che non si diffondeva, ma rimaneva come contenuta nell’oggetto.

Precipitatosi in casa ad avvertire i parenti, si accorse che il rumore forte e persistente faceva vibrare i vetri. Tutti i presenti uscirono con lui: la moglie, due figli ed una signora ‘sensitiva’ amica di famiglia. Osservarono quindi il gigantesco oggetto che si librava ondeggiando con un movimento ‘a foglia morta’ come se stesse galleggiando in aria a circa 150 metri da terra, ricoprendo tutta l’area della villetta. Ad un certo punto l’Ufo compì una evoluzione semicircolare, sempre emettendo un fortissimo rumore, e quindi cambiò assetto. Su consiglio della moglie, l’uomo corse in casa a prendere qualcosa per vedere meglio, ma per qualche motivo che non seppe spiegare (forse per paura) non uscì più da casa.Gli altri rimasti all’aperto continuarono ad osservare, notando luci rosse intermittenti ai lati ed alla sommità della sagoma. Poi l’oggetto, compiendo un’altra manovra semicircolare, forse per allontanarsi, emise una sfera luminosa delle dimensioni apparenti di una palla da tennis, che si allontanò velocemente in direzione del mare e scomparve alla vista. Durante l’avvistamento, le persone percepirono un forte odore di ozono ed i cani della zona abbaiarono furiosamente. Nonostante la scena, coloro che erano rimasti ad osservarla si sentirono pervasi da una sensazione di gioia, al punto che alzarono tutti contemporaneamente una mano per salutare gli eventuali occupanti del velivolo. Quasi in risposta, le luci rosse lampeggiarono all’unisono ritmicamente “come per trasmettere un messaggio”, dopodiché l’oggetto si allontanò ad altissima velocità verso la tenuta presidenziale di Castel Porziano, scomparendo nel buio in pochi attimi.

Alla ricerca di conferme, la signora telefonò al guardiano della tenuta, suo conoscente, che però aveva solamente ascoltato il rumore, pensando fosse un elicottero. In effetti un’ora dopo un elicottero passò sopra la loro casa. Il giorno seguente la donna si recò alla polizia di Acilia per denunciare l’accaduto, non ricevendo molto ascolto, al punto che non le venne fatto firmare alcun verbale. Il caso non arrivò neppure ai giornali, ma venne solo trattato da una emittente televisiva locale. Un approfondimento venne fatto da parte della studiosa Enza Massa, che intervistò la famiglia.

L’avvistamento è interessante, anche se con pochi dati oggettivi in quanto tutto è mediato da testimoni, senza riscontri fotografici o fisici. Il suono ci fa venire in mente gli avvistamenti sardi di queste ultime settimane, con rumori simili a quelli di un elicottero. C’è da dire che in quei giorni si faceva un gran parlare degli avvistamenti di ufo triangolari avvenuti in Belgio, ai quali l’oggetto avvistato sembrava effettivamente somigliare. A parziale conferma dell’eccezionalità della vicenda c’è anche il forte odore di ozono. Andando a controllare le condizioni meteo di quei giorni, troviamo che c’era una situazione persistente di alta pressione, che preoccupava gli esperti. Tre mesi senza pioggia con temperature relativamente alte potrebbero giustificare la formazione di ozono a causa della bassa umidità. La letteratura ufologica riporta anche che in presenza di un oggetto volante molto grande a volte si percepisce questo odore. Anche il fatto dell’abbaiare furioso dei cani della zona è un tratto caratteristico del racconto di vari testimoni in altri casi. Per la verità alcuni elementi non depongono a favore della veridicità del caso. In primo luogo il fatto che l’uomo sia rientrato in casa e non ne sia più uscito, nonostante ci fosse andato per prendere una macchina fotografica o un binocolo.

C’è poi la presenza dell’amica di famiglia, che non sembra avere un ruolo importante nel racconto ma viene definita ‘sensitiva’ , un dettaglio che si sarebbe potuto omettere se non per dare una ulteriore ‘conferma’ del fatto straordinario, quasi fosse una sorta di ‘contatto’ , con tanto di saluti reciproci. Infine, va considerato il battage mediatico in quei mesi sugli avvistamenti belgi, con la forte somiglianza della forma e delle luci a quelle descritte qui nei pressi della Capitale, come se ci si fosse adeguati a caratteristiche venute per così dire “di moda” in quei tempi, non prima e non dopo. Ma a quest’ambiguità di fondo della casistica ufologica, che è stata definita con l’antinomia “ostentività/elusività”, siamo da lungo tempo abituati, e forse è anche una delle ragioni del suo fascino per noi che continuiamo ad occuparcene.

Stefano Innocenti –
CISU – Centro Italiano Studi Ufologici
 

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