Si chiama Uap eXpeditions, e la guida un ex scienziato della NASA che non vuole lasciare gli avvistamenti in mano ai complottisti.
C’è un gruppo di ricerca pronto a decollare per una nuova avventura. O forse, in fondo, quell’avventura è sempre la stessa: individuare le tracce di altre forme di vita sul nostro pianeta. Studiando, in modo più stringente, quelli che in inglese si chiamano “unidentified aerial phenomena” (Uap). Il tutto, a quanto pare, con i soldi di alcuni investitori della Silicon Valley. L’obiettivo è “mettere in campo un gruppo di prim’ordine di professionisti di grande esperienza in grado di testare sul campo nuove tecnologie correlate ai fenomeni aerei non identificati”.
Kevin Day
La Uap eXpeditions è un'organizzazione no-profit registrata a nome di Kevin Day, già sottufficiale capo della Marina degli Stati Uniti e operatore radar le cui singolari esperienze in servizio, fa notare PopularMechanics, non possono non aver influenzato la nuova impresa. Nel 2004 è stato infatti sull’incrociatore missilistico Uss Princeton, dove ha vissuto dall’interno il cosiddetto “Nimitz Ufo Incident”, l’avvistamento di “un oggetto ovale biancastro, delle dimensioni di un aereo commerciale” inseguito da due aerei da combattimento della Marina F/A-18F a cui la Nimitz ha appunto assistito al largo della costa di San Diego, registrandone le dinamiche e diverse altre informazioni. Così, almeno, lo ricordava un pezzo del New York Times pubblicato un paio di anni fa. Day era lì, in servizio al Nimitz Carrier Strike Group, su quella nave stracarica di cannoni navali e missili anti-aria, anti-superficie e anti-sommergibile. E quell’azione aerea deve essergli rimasta in testa a tal punto da lanciarsi finalmente a caccia di UFO.’iniziativa ha i soliti contorni ai limiti della fantascienza. Anzi, ben oltre. Ad esempio Motherboard ha ottenuto un “white paper”, una sorta di documento di intenti della scorsa estate, nel quale il gruppo si chiede se vi siano “flotte di Uap” che migrino dall’isola Santa Catalina, di fronte a Los Angeles, all’isola messicana di Guadalupe, in Baja California, con una certa frequenza e “in che modo i richiami delle balene siano correlati, se non del tutto, a queste apparizioni”. Insomma, fossi negli investitori – fra questi dovrebbero esserci Rizwan Virk del Mit e Deep Prasad, Ceo della società informatica canadese ReactiveQ - non sarei troppo certo della sorte dei miei soldi.Esistono altre organizzazioni simili, ovviamente, come il Center for Ufo Studies e il Mutual Ufo Network, ancora operative. Fra di loro, tuttavia, non c’è qualcuno che possa annoverare nel proprio organico un personaggio della levatura di Kevin Knuth, che è un po’ il pezzo forte della nuova startup ufologica: già scienziato all’Ames Research Center della Nasa, professore associato di fisica all’università di Albany, sarà infatti il massimo esperto delle Uap eXpeditions e ha anche firmato il paper appena citato.
Il gruppo di lavoro, ha spiegato lo stesso scienziato a Motherboard, è ancora alle fasi iniziali ma "l’obiettivo della spedizione è di svelarci alcune verità fondamentali: vogliamo osservare questi oggetti direttamente e registrarli usando diverse mezzi di ripresa". Per questo, nell'indagine dell'estate scorsa, l'esperto ha messo sotto la lente “una manciata di incontri ben documentati, incluso quello del 2004 col Nimitz Carrier Group al largo delle coste californiane”. Nel documento il fisico e i suoi collaboratori analizzano gli schemi di volo di questi avvistamenti per concludere che “le caratteristiche dei voli osservati di questi mezzi corrispondono alle specifiche richieste per viaggi interstellari. Vale a dire che se queste accelerazioni osservate fossero sostenibili nello spazio, allora questi velivoli potrebbero facilmente raggiungere velocità relativistiche nel giro di pochi minuti o ore e coprire le distanze interstellari nel giro di giorni o settimane”.
Knuth sostiene da anni che i governi abbiano fatto di tutto per coprire i contatti già avvenuti fra extra-terrestri ed esseri umani. Ma attenzione, non sembra un complottista come gli altri. Tutto il contrario: "Gli UFO sono off-limits per seri studi scientifici e discussioni razionali e sfortunatamente questo lascia l’argomento nelle mani di pseudoscienziati, molti dei quali parlano di teorie cospirative e speculazioni selvagge”, ha detto tempo fa. Due le fasi del progetto: anzitutto, la squadra lavorerà sulle immagini satellitari dell’area per determinare, sia con osservazioni umane che tramite l'aiuto del machine learning, se questi oggetti anomali possano essere in qualche modo osservati. Il risultato sarà un database degli eventuali avvistamenti. Se, e solo se, le immagini forniranno indizi di strane concentrazioni di velivoli sconosciuti, il team partirà a caccia di UFO dal prossimo novembre: lo farà con un’imbarcazione al largo della California equipaggiata con camere e sensori molto sensibili, in grado di registrare qualsiasi attività aerea non ordinaria. In fondo lo scopo sembra proprio questo: dare dignità scientifica a questo campo d’indagine, evidentemente avvolto da un profondo scetticismo e dalla mancanza di informazioni e dati provati e garantiti: “Il fallimento nello studio di questi fenomeni in chiave scientifica ha prodotto uno stato di ignoranza, che è inaccettabile considerando i problemi di sicurezza per il volo riportati dalla Marina statunitense”, ha aggiunto l’ex esperto della Nasa. Anche se l’accoppiata con Day, convinto dall’avvistamento del 2004 di aver sviluppato particolari abilità cognitive per individuare e tracciare i voli di questi oggetti, non sembra una premessa fra le più confortanti.
Simone Cosimi
Commento di Oliviero Mannucci: Ecco un altro "giornalista" che scrive senza evitare di mettere bocca su cose che non conosce e lo scrive il sottoscritto che sta lavorando ad un progetto simile, ma non privato. Se in ambito "scientifico"chi ha provato a fare ricerche in questo campo ha sempre fallito, è evidente il motivo. L'approccio è stato quello sbagliato. E te lo spiego caro Simone. Lo "scienziato" medio è troppo legato ai dettami di un metodo detto scientifico, che di scientifico di fatto non ha un bel niente perchè basato sulla osservazione dei fenomeni con dei sensi limitati, intelligenza limitata, cultura limitata e non solo quello. Per studiare ufologia, che non è una scienza, ma uno studio multidisciplinare, si richiedono moltissime conoscenze nei più disparati campi, ma soprattutto una mente aperta, molto aperta, che la maggior parte delle persone su questo pianeta non ha, compresi i giornalisti, sempre pronti a buttare fiumi di inchiostro sui casi ufologici più assurdi, e quindi fare pubblicità ai complottisti, e non scrivere mai nulla sui casi seri, dando una mano agli studiosi seri che ci sono in questo campo. Quindi questa società, che poi cosi' nuova non è, perchè ne avevo parlato sul mio blog già parecchio tempo fa, si propone di approcciarsi al fenomeno in maniera completamente nuova, e così dovrebbero fare quelli del SETI ad esempio, che stanno ancora cercando i microbi su Marte o mandando segnali di fumo dai radiotelescopi, e non vedono l'elefante che sta sotto i loro occhi. Tanti saluti!
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