Statistiche

Monday, October 26, 2020

Festa di Roma: un 'incontro ravvicinato' con Thom Yorke: "Sto componendo e sogno di tornare agli anni Settanta"

  

Il cantante dei Radiohead ha esordito, sul red carpet dell'Auditorium Parco della Musica, parlando delle difficoltà di chi oggi organizza eventi: "È difficile farlo in modo che tutti siano protetti e ne so qualcosa visto che mi sono appena sposato con la mia adorabile moglie", ha detto, indicando l'attrice italiana Dajana Roncione. Poi, nella Sala Sinopoli, ha parlato del suo rapporto con le colonne sonore e la settima arte. Annunciando di essere al lavoro con la sua band

 L'ha scelto Thom Yorke, voce dei Radiohead, che nella Sala Sinopoli dell'Auditorum Parco della Musica è stato protagonista di uno degli eventi più attesi della Festa di Roma, nell'ambito degli Incontri Ravvicinati (una citazione nella citazione, dunque), la sezione in cui registi, attori e grandi personalità del mondo della cultura sono protagonisti di interviste a tutto campo. Yorke, autore della colonna sonora di Suspiria di Luca Guadagnino, di recente infatti ha scelto di cimentarsi anche con il cinema tanto che il brano Suspirium, nominato agli Oscar, ha vinto il Soundtrack Stars Award alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia."Probabilmente la cosa che più mi ha colpito sin da piccolo erano i suoni, le tonalità attraverso cui gli umani scoprono di poter comunicare con gli extraterresti", esordisce Yorke, "all'inizio pensavo che fossero realizzati tutti con il sintetizzatore, invece poi ho scoperto che ci sono degli strumenti appositi, la tuba in particolare, uno strumento da cui, anche se è semplice da usare, si possono trarre sonorità molto particolari. John Williams era molto moderno, non so come abbia lavorato ma era già all'avanguardia, con quella sequenza di suoni che viene ripetuta e modificata: è una cosa che oggi troviamo spesso nella musica ma che allora era completamente inedita. Riguardandolo oggi mi sono reso conto di questa modernità che coincide con la crescente emotività delle scene. Ricordo benissimo la prima volta che vidi il film, perché è stato il secondo della mia vita, il primo era La spia che mi amava (un film della serie di 007 con protagonista Roger Moore, diretto da Lewis Gilbert, 1977, ndr). Avevo otto anni e mi sconvolse completamente, a diversi livelli. Gli alieni, divennero una piccola ossessione. Ancora oggi continuo a disegnarli, mi capita di scarabocchiare queste figure. Ho persino comprato il pessimo libro che all'epoca uscì seguendo la sceneggiatura del film, in particolare c'era una stranissima sequenza - inventata - dove risultava che il sintetizzatore era stato preso in prestito da Stevie Wonder. Da piccolo sognavo di potermi impossessare di quel sintetizzatore...".

Thom Yorke prosegue nel suo 'lavoro' di commentatore. Passa così in rassegna altri selezionati momenti da film entrati nell'immaginario di tutti. Dopo Incontri ravvicinati del terzo tipo ("Se devo essere sincero con voi non sono un grande ammiratore di John Williams in altri film ma forse è dovuto alla mia ignoranza, perché quando un compositore diventa molto famoso viene anche molto copiato e in queste scopiazzature poi si perde il gusto per l'originale", dice) c'è, inevitabilmente, 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick a cui segue Oltre il giardino (Being There), diretto nel 1979 dal dimenticato Hal Ashby ("è spudoratamente 'disco' e 'sexy'", dice).

E, ancora, Taxi Driver di Martin Scorsese, con le musiche composte da Bernard Hermann (premiato con l'Oscar per la colonna sonora di L'oro del demonio, di William Dieterle, nel 1942): "Quando uscì non andai al cinema, francamente non mi ricordo neppure quando lo vidi per la prima volta ma ricordo invece l'ultima in cui l'ho voluto vedere: solo poche settimane fa perché mia figlia, che ha 16 anni, voleva guardare un film. Lei ha scelto Taxi Driver. Forse avrei dovuto dirle di no, ma alla fine ho acconsentito... Una vera rivelazione. Sono rimasto sconcertato perché in questo momento, in studio di registrazione, sto cercando di fare esattamente quello che è stato già fatto negli anni Settanta, con quelle stesse progressioni. Ho alzato il telefono per parlarne con Jonny Greenwood (il multistrumentista e mente musicale dei Radiohead, ndr), per discuterne. È evidente nelle musiche di Taxi Driver l'influenza di Charles Mingus anche se non sappiamo se Hermann si ispirò effettivamente a lui. Quello che mi interessa ora è come fare a riappropriarmi di certe sonorità".Il fatto che Thom Yorke abbia sentito Greenwood significa solo una cosa: che un nuovo disco è in lavorazione. Una notizia che colpirà molto il pubblico dei Radiohead, amatissimi anche in Italia e da molti considerati come la band contemporanea più originale e innovativa, visto che l'ultimo disco di inediti del gruppo di Oxford, A Moon Shaped Pool, risale a oltre quattro anni fa - era il 2016.
Dopo la colonna sonora del remake di Suspiria e l'album Anima, con il quale Yorke ha continuato a portare avanti la carriera solista parallela (iniziata nel 2006 con The Eraser, il primo suo lavoro senza i Radiohead), forse è venuto il momento di riunirsi. Insieme, con il resto del gruppo, oltre a Jonny anche Ed O'Brien, Colin Greenwood e Philip Selway.Inevitabile a questo punto una domanda su come, Yorke, habbia lavorato per comporre musica per un lungometraggio, un'impresa molto diversa rispetto a quella a cui un artista, che ha carta bianca come lui, è abituato. Scrivere per il cinema infatti è, per definizione, un lavoro su commissione che deve tener conto di vari parametri. Si ritorna dunque a Suspiria, il remake del classico dell'horror di Dario Argento che Luca Guadagnino ha portato al cinema - tra critiche ed entusiasmi - nel 2018. "Quando mi proposero di realizzare la colonna sonora ero estremamente teso", ha spiegato Yorke, "facendo finta di nulla, dissi a Jonny che mi avevano chiesto di lavorare alla colonna sonora di un film horror. Mugugni. Poi aggiunsi: è Suspiria. Altri mugugni. Infine Jonny cominciò a darmi consigli, su come avrei potuto lavorare. Mi disse di cominciare a pensare e lavorare alle sonorità e alle melodie prima di vedere il film: 'Perché nel momento in cui lo vedrai non riuscirai a fare niente, ti bloccherai!'. Aveva ragione. Se non avessi avuto diversi mesi a disposizione per prepararmi, lavorando senza sosta e basandomi sulla sceneggiatura, sui personaggi e parlando direttamente con Luca, non ce l'avrei mai fatta. Alla fine in realtà è stato relativamente semplice. Ho messo tutto me stesso in quel lavoro". 

Valeria Rusconi 

Fonte 

No comments:

Post a Comment

Note: Only a member of this blog may post a comment.