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Thursday, January 10, 2019

Acqua salata e ossigeno, gli ingredienti per la vita su Marte

Nuovi calcoli e simulazioni hanno dimostrato che l'ossigeno molecolare disciolto nell'acqua salmastra che si trova sulla superficie del Pianeta Rosso è sufficiente a supportare la presenza di batteri aerobici o, in alcuni casi, di animali semplici come le spugne

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Brina su Marte


 In varie regioni della superficie di Marte, e più spesso negli strati sotterranei meno profondi, si trova acqua salmastra, come hanno documentato nel 2015 le analisi dei dati della sonda Curiosity della NASA.

Ora una serie di calcoli e simulazioni descritti su “Nature Geoscience” da un gruppo di ricercatori del Jet Propulsion Laboratory del California Institute of Technology di Pasadena, guidati da Vlada Stamenkovic, ha dimostrato che questa acqua salmastra è in grado di contenere una quantità di ossigeno molecolare sufficiente a sostenere la vita di batteri aerobici e, in alcuni casi, di animali semplici come le spugne.

Il risultato è un ulteriore, importante passo avanti per arrivare a chiarire se e come il Pianeta Rosso può ospitare qualche forma di vita, o possa averlo fatto nel suo lungo passato.

Sulla Terra, tutte le forme di vita multicellulare hanno un metabolismo basato sulla respirazione aerobica, che è la più efficiente tra quelle note (le forme di respirazione anaerobica sono riservate a rare specie di batteri e funghi). Per vivere, gli organismi multicellulari hanno bisogno di un’atmosfera ricca di ossigeno, come quella terrestre, in cui questo gas raggiunge una percentuale del 21 per cento circa in volume grazie al processo di fotosintesi clorofilliana dei vegetali.

Su Marte, tuttavia, le condizioni sono molto differenti, anche nell’atmosfera, che ha una pressione di 6,1 millibar, cioè appena 6 millesimi circa di quella terrestre. E le misurazioni condotte da Terra e con i rover che hanno percorso la superficie del Pianeta Rosso indicano che l’ossigeno vi si trova solo in tracce, per effetto della dissociazione dell’anidride carbonica prodotta dalla radiazione solare.


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Pozzanghere su Marte


A causa della sua scarsità, l’ossigeno
marziano ha ricevuto poca attenzione, ma ora le cose sono cambiate per diversi motivi. Il primo è la scoperta di brine sulla superficie di Marte, che occasionalmente può dare vita a flussi di acqua liquida, ricca di sali. Il secondo è che alcuni studi hanno provato che la concentrazione di ossigeno nei liquidi in grado di sostenere forme di vita è inferiore di quella stimata finora.

Stamenkovic e colleghi hanno condotto una serie di simulazioni per calcolare la quantità di ossigeno molecolare che può essere disciolto in salamoie liquide composte di sale e acqua in varie condizioni di pressione e temperatura che si possono trovare sulla superficie di Marte o poco al di sotto di essa.

Hanno così scoperto che le concentrazioni di ossigeno molecolare sono particolarmente elevate nelle regioni polari. Inoltre, alcuni dei depositi di acqua salmastra nel sottosuolo marziano potrebbero contenere abbastanza ossigeno per supportare la vita aerobica. Questi risultati possono anche spiegare in che modo potrebbero essersi formate le rocce ossidate viste dai rover durante l’esplorazione della superficie di Marte.

Fonte


Commento di Oliviero Mannucci: Da quanto tempo dico su questo blog che su Marte c'è vita?! Chi mi segue lo sa bene. Finalmente la Nasa, che tra l'altro sa già come stanno le cose, si comincia a sbottonare.

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