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Saturday, September 21, 2019

Gli Ufo sono sempre stati fra noi. E ci salvano dalla noia

Da ET a Star Trek, una presenza rassicurante

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Telefono...casa, telefono...casa, se poi me lo danno, prendo pure il reddito di cittadinanza!

Roma, 21 settembre 2019 - Davvero, qui c’è da meravigliarsi della meraviglia! Gli Ufo? Ma sono sempre esistiti. Nel nostro immaginario collettivo, intendo. Tra fumetti, libri, dischi e film, la presenza dell’Alieno è un dato di fatto. Una certezza conclamata. Li abbiamo visti, gli extraterrestri, altro che se li abbiamo visti. Tanto che sarebbe persino legittimo preoccuparsi: non si può escludere che un giorno costoro, con tre occhi e quattro orecchie, reclamino il pagamento dei diritti d’autore.
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Un alieno "molto rassicurante" della serie tv UFO, degli anni '70


Li abbiamo sfruttati, gli Ufo, senza ritegno, comportandoci come schiavisti spietati. I nostri nonni già sapevano tutto di Nembo Kid, alias Superman, tramite fumetto. E il mito di Flash Gordon, atterrato sul pianeta Mongo, pare avesse sedotto persino Sua Eccellenza Benito Mussolini, che magari cercava ispirazione nel ferocissimo Imperatore Ming.
Sì, gli alieni dovrebbero trascinarci in tribunale, naturalmente un tribunale interstellare, e chiedere un cospicuo risarcimento danni. Gliene abbiamo fatte di cotte e di crude, abusando del loro cortese silenzio. Qui sulla Terra ha addirittura spopolato, negli anni Ottanta, una serie tv che si chiamava Visitors. La trama era assolutamente irrispettosa dei diritti civili: gli extra terrestri erano presentati come orridi serpentoni, bravissimi a camuffarsi da umani pur di instaurare una dittatura che manco Fidel Castro a Cuba.
E anche quando ha preso piede il buonismo, ne vogliamo parlare? Sì, d’accordo, l’ET di Steven Spielberg era dolcissimo ma io spero si faccia vivo sul serio per querelare il cineasta hollywoodiano, che gli diede una voce insopportabile. Per tacere, sempre a proposito di Spielberg, degli eroi galattici di Incontri ravvicinati del terzo tipo: brava gente, per carità, cui peraltro il film muoveva l’implicita accusa di aver sequestrato, per studiarli, centinaia e centinaia di terrestri. Contestazione risibile: a un alieno basterebbe accendere la televisione, sintonizzarsi su un reality o su un talk show di politica e capirebbe al volo che è meglio ignorarci, a noi bipedi abitanti del pianeta azzurro.

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Sul serio: gli Ufo ce li siamo sempre portati dentro. Cos’era Star Trek, se non la disperata ammissione che fra noi, dico sulla Terra, ci annoiamo terribilmente? E Guerre Stellari, la saga cinematografica di maggior successo nella storia, Luke Skywalker e Darth Vader e il maestro Yoda, le spade laser e il Millennium Falcon, cosa rappresenta, se non la subdola speranza che in una galassia lontana lontana ci siano cattivi più cattivi di quelli che incontriamo quotidianamente nelle nostre vite?

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Un celebre filosofo (vabbè, era solo un cantante da hit parade, ma non sottilizziamo), cioè Alan Sorrenti, compose nel 1977 un inno, Figli delle stelle, che su ritmi da discoteca compendiava in tre minuti i libri memorabili di Asimov, le narrazioni strepitose di scrittori di fantascienza che tutto si potevano permettere e tutto genialmente inventavano, perché tanto gli Ufo se ne stavano nascosti e non difendevano la loro immagine. Basta, è ora di farla finita. Esistono, sono sempre stati fra noi. Si facciano avanti, che abbiamo giusto bisogno di qualcuno in grado di scongiurare l’aumento dell’Iva. E se poi ci spiegano anche il senso della scissione di Renzi, tanto meglio.

Leo Turrini

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