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Thursday, September 5, 2019

La caccia agli alieni parte dall’Alaska: qui gli scienziati hanno trovato minuscole forme di vita rimaste incontaminate per 50.000 anni

  • Gli scienziati hanno scoperto rigogliose comunità microbiche in sacche di acqua salmastra a 6 metri sotto la tundra artica.
  •  Alcune di queste sacche liquide, chiamate cryopeg, sono rimaste incontaminate per 50.000 anni
  • Studiando i microbi sopravvissuti in questi ambienti estremi, i ricercatori provano a immaginare il tipo di vita da cercare su pianeti come Marte o sulla luna di Saturno, Titano.Quasi un quarto dell’emisfero settentrionale terrestre resta congelato tutto l’anno.
    Questo terreno costantemente ghiacciato, giustamente chiamato permafrost, consiste di terra, rocce e sabbia tenute insieme dal ghiaccio. A volte, il permafrost racchiude sacche di batteri e virus che hanno centinaia di migliaia di anni.
    Queste condizioni inalterate e le temperature inferiori allo zero rendono le zone di permafrost ideali per studiare le condizioni ghiacciate di zone analoghe su altri pianeti e sulle loro lune. Gli scienziati stanno analizzando quindi i microbi che sono sopravvissuti e che vi prosperano per cercare di intuire il genere di vita extraterrestre che potremmo scoprire in altri luoghi del sistema solare.
    Recentemente, ricercatori della University of Washington hanno adottato un nuovo approccio a questo sforzo, esaminando le sacche sotterranee dove i sedimenti sono mischiati all’acqua salata. Queste sacche sotto la tundra artica sono chiamate cryopeg, e alcune di esse sono rimaste incontaminate per 50.000 anni.
    A quanto pare, alcune ospitano anche prosperi gruppi di batteri microscopici.
    “Studiamo acqua marina davvero molto antica che è rimasta intrappolata nel permafrost fino a un massimo di 50.000 anni, per vedere come si sono evolute le comunità di batteri nel corso del tempo”, ha detto in un comunicato stampa Zachary Cooper, un oceanografo che a preso recentemente parte della ricerca.
    La speranza del team è che le minuscole forme di vita scoperte possano offrire indizi sul tipo di creature che dovremmo cercare su Marte o su altri pianeti.


    Vista aerea del permafrost siberiano. Brocken Inaglory/Wikimedia Commons

    Isolati per 50.000 anni

    Nei cryopeg, l’acqua è così salata che non si congela neanche sotto lo zero.
    Per raggiungere queste sacche sotterranee, Cooper e i suoi colleghi hanno trivellato oltre 6 metri nel permafrost presso Utqiaġvik, in Alaska.
    Hanno presentato un’analisi del DNA dei batteri scoperti nel corso di un convegno di astrobiologia tenutosi lo scorso mese. Per la sorpresa dei ricercatori, le loro analisi hanno rivelato che i batteri isolati prosperano.
    Non dovrebbe essere così.
    “Queste condizioni estreme non sono date solo dalle temperature sotto zero, ma anche dalle concentrazioni saline estremamente elevate“, ha detto in un comunicato stampa Jody Deming, un altro autore dello studio. “140 parti per mille — 14% — è un sacco di sale. Nel cibo in scatola impedirebbe ai microbi di fare qualsiasi cosa“.


    Un sito di ricerca della University of Washington si trova a un miglio da Utqiagvik, Alaska. Zac Cooper/University of Washington

    Il principale microbo scoperto nell’acqua salata è il marinobacter, un tipo comune di batterio marino.
    “Anche se è rimasto sepolto nel permafrost ghiacciato al buio per tantissimo tempo, proviene in origine dall’ambiente marino”, ha detto Deming.
    Ciò dimostra che i marinobacter riescono a sopravvivere anche quando sono trapiantati in sacche iper-salate al di sotto della tundra congelata.
    “Siamo alquanto stupefatti dalla densità di queste comunità di batteri“, ha detto Cooper. “Stiamo scoprendo che esiste una robusta comunità microbica, che si evolve insieme ai virus, in queste antiche salamoie sotterranee”.

    Trivellare in tunnel sotterranei

    I ricercatori non sono certi di come i cryopeg si siano formati sotto gli strati di ghiaccio. Potrebbe trattarsi di antiche lagune costiere rimaste intrappolate nel corso dell’ultima era glaciale quando gli oceani si sono ritirati.
    Per raggiungere questo particolare cryopeg, situato tra i 6 e i 7,5 metri sottoterra, i ricercatori si sono calati con una scala di 3,5 metri nella tundra ghiacciata per poi gattonare attraverso una galleria scavata all’interno del permafrost larga appena quanto una persona e alta non abbastanza da stare in piedi.
    I ricercatori hanno poi trivellato il pavimento della galleria per raggiungere il liquido salino del cryopeg.
    Quando alla fine sono riusciti ad analizzare i campioni prelevati, l’acqua si è rivelata ricca di minuscole forme di vita.

    Lo studio degli ambienti estremi potrebbe aiutare gli scienziati a comprendere meglio Marte e Titano

    Secondo i ricercatori, queste sacche di antica acqua salata potrebbero essere molto simili agli ambienti che si trovano sotto gli oceani e i ghiacci di altri pianeti.
    Anticamente, Marte potrebbe avere ospitato un oceano liquido; in altre lune del nostro sistema solare, poi, è presente acqua allo stato liquido. Tra gli altri mondi oceanici ci sono le lune ghiacciate di Saturno, Titano ed Encelado, e le lune di Giove, Europa e Ganimede.
    Lo studio di come i batteri terrestri prosperano in ambienti liquidi semi-congelati potrebbe fornire informazioni utili alle future missioni spaziali circa il tipo di vita da cercare e il modo in cui individuarla. I ricercatori che hanno svolto questo recente studio ritengono che i tipi di adattamenti che hanno consentito ai marinobacter di sopravvivere in acqua iper-salata e sotto lo zero potrebbero anche interessare i batteri di altri pianeti.

    Questo mosaico a colori nel vicino infrarosso della sonda Cassini della NASA mostra il sole riflettersi sui mari del polo nord di Titano. NASA/JPL-Caltech/Univ. Arizona/Univ. Idaho

    Titano, in particolare, è la candidata principale nella costante ricerca di tracce di vita extraterrestre. Si tratta della luna più grande di Saturno, e la seconda del sistema solare. Gli scienziati descrivono Titano come una “proto-Terra”, per dimensioni, composizione, e massa di acqua liquida sulla sua superficie. È probabile poi che esista anche un immenso oceano di acqua liquida sotto la sua crosta di ghiaccio spessa quasi 100 chilometri.
    La NASA ha recentemente annunciato che la sua prossima missione da un miliardo di dollari nello spazio invierà un elicottero a propulsione nucleare per esplorare Titano. Il veicolo, simile a un drone e soprannominato “Dragonfly” dovrebbe essere lanciato nel 2026. Una volta raggiunta la lontana luna, scansionerà la superficie di Titano in cerca di tracce di vita microbica aliena passata – o presente.

    Aylin Woodward 

    Fonte 

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