500 milioni di anni fa, in una galassia lontana lontana – dal nome veramente poco affascinante di “SDSS J015800.28 + 654253.0” – è stato lanciato un segnale radio misterioso. Quando quell’onda elettromagnetica è partita, nei mari terrestri avevano appena cominciato a sguazzare i primi trilobiti del Periodo Cambriano e ci sarebbero voluti altri 200 milioni di anni perché i primi rettili conquistassero la terraferma.
Dato che questa galassia dal nome impronunciabile si trova proprio a 500 milioni di anni luce di distanza dalla Terra, il segnale è arrivato ora ed è stato captato dai radiotelescopi del Canadian Hydrogen Intensity Mapping Experiment Fast Radio Burst Project (CHIME/FRB). Si tratta di una batteria di radiotelescopi di 2000 m2 di superficie complessiva collocati nel Parco nazionale del Lago Bianco in Canada. Da queste remote colline, al riparo da quasi tutti i disturbi elettromagnetici provocati dall’uomo, i radiotelescopi scandagliano il cielo a caccia di segnali provenienti dal cosmo sulle radiofrequenze fra i 400 e gli 800 MHz.
Il radiosegnale da questa lontana galassia è stato catalogato come un anomalo Lampo Radio Veloce (FRB). Questi potenti segnali radio sono stati scoperti nel 2007 ma non è ancora chiaro cosa li provochi, si sa solo che per crearli sono necessarie fonti di energia enormi, delle dimensioni delle fusioni nucleari che avvengono su stelle molto più grandi del nostro Sole.
Fino ad ora, però, tutti gli FRB scoperti hanno lanciato segnali improvvisi e non prevedibili: alcuni un solo segnale, altri anche più d’uno, ma senza alcuna cadenza particolare.
Ma cos’ha di strano quest’ultimo antico segnale in arrivo dallo spazio profondo? Che è preciso come un orologio svizzero e si ripete esattamente con un periodo di poco più di due settimane.
Per la precisione, dopo 4 giorni esatti di intensa attività, la misteriosa sorgente radio si “spegne” per poco più di 12 giorni per poi ricominciare con cadenza regolare. L’intero ciclo dura esattamente 16,35 giorni ed è stato osservato per oltre 28 volte dal 16 settembre 2018 al 30 ottobre 2019.
L’FRB, catalogata come FRB 180916.J0158 + 65, non solo mostra questa inedita regolarità, ma è anche l’emissione più vicina alla Terra che sia mai stata rilevata da quando sono stati individuati i primi FRB.
Numerosi gruppi di ricerca hanno cercato di dare una spiegazione alle esplosioni di energia che originano questi segnali regolari. Sappiamo dove si trovano, ma non sappiamo ancora cosa siano.
Le possibili spiegazioni possono essere raccolte in due grandi categorie: i modelli che individuano nell’ambiente circostante alla FRB la causa della sua cadenza regolare e i modelli che ipotizzano periodiche accensioni e spegnimenti della sorgente stessa.
Una possibile spiegazione appartenente alla prima categoria, è che l’FRB orbiti attorno a un buco nero. Per questo, potrebbe riuscire a emettere verso di noi solo quando si trova in un determinato settore della sua orbita dove il buco nero non riesce a inghiottire il radiosegnale.
Ma potrebbe trattarsi di un sistema binario in cui ruotano una attorno all’altra una stella gigante e una seconda, molto piccola ma molto densa, classificata come Pulsar: una particolare stella di neutroni.
Luca Longo
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