La raccolta di dati provenienti dalla sonda Cassini-Hyugen, suggerisce la presenza di alcune forme di vita su Titano, il più grande satellite naturale di Saturno ed uno dei corpi rocciosi più massicci dell'intero sistema solare. E' l'unico satellite ad avere un'atmosfera molto densa, tanto da rendere problematico un suo studio dettagliato. Grazie alla missione spaziale della sonda, però, è stato possibile studiare l'oggetto da una distanza ravvicinata. Cassini-Hyugen è una missione robotica interplanetaria composta dall'orbiter Cassini della Nasa e dal lander Hyugen dell'Agenzia Spaziale Europea e lanciata il 15 ottobre del 1997: il primo luglio del 2004 il lander Hyugens è atterrato su Titano superando la densità atmosferica. La sonda ha scoperto l'esistenza di organismi che respirano e si cibano di sostanze esistenti sulla superficie di Titano: forme di vita inusuali perché gli oceani e i fiumi del satellite non sono formati da acqua ma da metano. Tale scoperta è stata resa nota dalla rivista “Geophysical Research”. Dalle osservazioni si è potuto notare uno strato piuttosto limitato di acetilene sulla sua superficie, che costituisce, infatti, una sorta di “dispensa” delle forme di vita presenti: organismi chimici che potrebbero trarre i mezzi per respirare dai gas di idrogeno. Le scoperte potrebbero avvalorare in modo significativo la teoria inerente la sussistenza di forme di vita esotiche che basano la propria esistenza sugli idrocarburi. Il metano è abbondante su Titano, stando a quanto rivela Chris McKay, astrobiologo del centro di ricerche “Ames” della Nasa. “Abbiamo ipotizzato il consumo di idrogeno perché è il gas più consumabile da forme di vita su Titano, allo stesso modo in cui consumiamo ossigeno sulla Terra. Se questi segnali si dimostrassero paragonabili a sintomi di vita, sarebbe una scoperta dal valore ancor più significativo perché rappresenterebbe un secondo tipo di forma di vita, indipendente dalla forma di vita basata sull'acqua della Terra”. Inoltre fa troppo freddo su Titano per avere acqua. L' analisi iniziale aveva fatto pensare alla distribuzione dell'idrogeno causata dall'interazione tra metano e raggi ultravioletti nella parte alta dell'atmosfera per essere poi distribuito in maniera uniforme. Darrel Strobel, uno scienziato, ha notato, però, grazie allo spettrometro a infrarossi della sonda, una disparità nella densità di idrogeno tra atmosfera e superficie. Per convertire l'idrogeno in metano sarebbe necessario un catalizzatore dato che il pianeta è troppo freddo. La sonda ha mostrato, inoltre, l'abbondanza di benzene e di un composto chimico, forse organico, ma non ancora ben identificato. |
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