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Wednesday, August 28, 2013

Della serie il "nucleare è sicuro" : Giappone, l’errore umano dietro la fuoriuscita di acqua contaminata dalla centrale di Fukushima

Continuano a ermegere notizie e dettagli che dimostrano come i lavori della Tepco nella centrale nucleare di Fukushima siano stati portati avanti in modo grossolano. Il diario da Kyoto della nostra collaboratrice Naoko Okada


di Naoko Okada - 28 agosto 2013

Japan Radioactive Water

«Eravamo costretti a costruire le cisterne in fretta, risparmiando quanto possibile sul costo» racconta al quotidiano Mainchi Shimbun, restando anonimo, il presidente di un’azienda di Fukushima che partecipa all’operazione dello smantellamento della centrale nucleare. A causa della crisi finanziaria che sta affrontando, è stato impossibile per la Tepco ripartire un budget sufficiente per le cisterne, quindi sono state adottate quelle componibili. E così è avvenuta la perdita di 305 tonnellate di acqua contaminata da una cisterna del reattore 4. Così, per l’ennesima volta, per errore umano.
«Considerando la struttura delle cisterne non mi sorprende che stiano perdendo acqua, non sono fatte per un uso a lungo termine. Lo staff della Tepco era consapevole del rischio, che il caldo estivo avrebbe accelerato il deterioramento dei bulloni e delle guarnizioni in gomma», denuncia l’uomo 72enne. La Tepco pensa che la perdita sia iniziata nei primi giorni di luglio, più di un mese prima che lo scoprisse il 19 agosto, lo si capisce dall’aumento della quantità delle radiazioni subito dagli operatori al lavoro vicino alla cisterna avvenuto in quel periodo. L’acqua persa dalla cisterna molto probabilmente fuoriesce in mare, vista l’alta densità delle sostanze radioattive rivelata dall’acqua del canale di drenaggio intorno alla cisterna, canale direttamente collegato al mare. L’acqua contaminata che sta fuoriuscendo in mare dal sottosuolo della centrale sembra rimanere all’interno del porto della centrale, secondo quanto sostiene la Tepco, ma questo canale di drenaggio è collegato direttamente con il mare esterno. Le sostanze radioattive emanate, stavolta, all’esterno dall’impianto di Fukushima sono pari a 24 mila miliardi di becquerel.
Col passare dei giorni emergono dati scioccanti che indicano come i lavori della Tepco siano malfatti e grossolani. Le  ventisei cisterne di acqua contaminata installate nella parte della montagna sono circondate da uno sbarramento di conglomerato, realizzato proprio per impedire la fuoriuscita di acqua contaminata in caso di perdita dalle cisterne. La Tepco avrebbe dovuto aprire le valvole di scarico dello sbarramento solo dopo un’esame di sicurezza sul valore delle sostanze radioattive nell’acqua stagnata intorno alle cisterne, invece ha lasciato tutte le ventiquattro valvole sempre aperte. In più, quando gli ispettori dell’Autorità per il Regolamento Nucleare hanno chiesto alla Tepco di consegnargli la documentazione sul controllo delle cisterne, la Tepco ha risposto di non averla. Ovvero, non hanno mai fatto le perlustrazioni di controllo.
All’interno della centrale il terreno sta sprofondando a causa del grande terremoto del marzo 2011, anche la Tepco lo ha sempre saputo. La perdita nelle cisterne potrebbe anche essere causata dalla distorsione del loro acciaio dovuta allo sprofondamento nel terreno, ma delle mille cisterne presenti nella centrale solo una volta è stata misurata l’inclinazione prima della messa in uso. «Eravamo a corto di manodopera», si giustifica la Tepco, ma non è certo l’atteggiamento che dovrebbe tenere un’azienda che gestisce sostanze pericolose. Mancano di certo manodopera e, d’altra parte i fondi stanziati per la ricostruzione delle zone devastate dal terremoto vengono sprecati. La Tepco ha, inoltre, trovato, nella parte inferiore di altre due cisterne, un alto valore di radiazioni. Significa che anche da quest’ultime sta fuoriuscendo acqua contaminata.
Oggi, il 28 agosto l’Autorità per il Regolamento Nucleare ha classificato questa perdita di acqua contaminata come incidente di “livello 3 – guasto grave”, sugli 8 livelli della scala internazionale degli eventi nucleari (INES), dopo aver avuto conferma dall’AIEA che la scala INES, normalmente applicata agli incidenti accaduti negli impianti senza precedenti problemi sia applicabile anche su di un incidente avvenuto durante lo smantellamento di un altro incidente. Ieri, il 27 agosto il ministro dell’Economia e dell’Industria, Toshimitsu Moteghi ha dichiarato nella conferenza stampa l’intervento diretto del governo nell’operazione per la sistemazione della centrale nucleare di Fukushima Daiichi, giudicando che sia impossibile risolvere il problema affidandolo alla Tepco, come invece ritenuto fino a questo momento.
I mass media giapponesi iniziano a sostenere che i problemi nella centrale di Fukushima siano senza speranza. I danni provocati non sono solo irreparabili, ma dimostrano anche la disperazione della Tepco costretta a inseguire ogni nuovo, inaspettato, problema che si presenta.
Che la Tepco sia a mani vuote in realtà temevamo tutti, visto che in due anni e cinque mesinon è mai arrivata una sola notizia positiva, solo che nessuno, tranne gli attivisti anti-nucleare e i complottisti, ha avuto fino a questo momento il coraggio di ammetterlo.
Mi fa male vedere i tweet dei non giapponesi che accusano il Giappone di continuare a far defluire l’acqua contaminata in mare. Ascolto il mio programma radiofonico italianopreferito come faccio ogni giorno e sento parlare dei benefici delle alghe, e sentire subito dopo precisare che sia meglio non scegliere quelle provenienti dal Giappone. Mi fa male vedere il mio paese, con la sua dolce natura, la sua gente dal cuore tenero, che sa far convivere la cultura millenaria e la tecnologia più avanzata, venire presentato con l’infamia di chi inquina la Terra. Perché hanno ragione.

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