La situazione di
emergenza con i reattori nucleari giapponesi di “Fukushima” rimane
grave. Quello che sta accadendo intorno alla stazione, la maggior parte
degli esperti lo definiscono ancora una “crisi”. Tuttavia, questa può
trasformarsi in un disastro, se non si fermerà la continua fuoriuscita
di acqua radioattiva dalla stazione. Ora, il livello di radiazioni
presso l'impianto e i suoi dintorni sta battendo tutti i record, ed è
così elevato, che potrebbe uccidere una persona in poche ore
Il contenuto di sostanze
radioattive nei campioni di acqua che sono stati raccolti il 17 gennaio
nel pozzo di manutenzione, che si trova sul territorio della seconda
centrale “Fukushima- 1” ha superato i 24 milioni di becquerel per litro
di liquido, quando la norma sarebbe di 150 becquerel. Per fermare le
ripetute perdite dalla stazione di emergenza, i giapponesi stanno
progettando di congelare il terreno intorno ai quattro reattori
danneggiati. La lunghezza della striscia di ghiaccio sarà di quasi un
kilometro e mezzo. Nel terreno contaminato verrà inserito il tubo
verticale con il refrigerante.
Si tratta di una
tecnologia molto costosa, che non è mai stata utilizzata prima a tal
punto, ha spiegato a “La Voce della Russia” il caporedattore di “Pro
atom”, Oleg Dvojnikov:
Con il congelamento del
terreno, naturalmente, è tecnicamente possibile risolvere questo
problema. Ma richiede un'istallazione azotica, di fatto, dell'intero
impianto, perché possa funzionare continuamente. Non è bene che i
giapponesi non autorizzino nessun esperto straniero d avvicinarsi.
Infatti, sono giunti suggerimenti non solo dalla Russia, ma molti altri
paesi hanno offerto il loro aiuto.
Comunque, non è
possibile neutralizzare completamente i rischi con il congelamento del
terreno, ha spiegato poi. Il problema principale sta nell’organizzazione
dei lavori. Se questi non venissero risolti a livello della società di
gestione, ma del governo del Giappone, e con l'aiuto di esperti e
specialisti internazionali, sarebbe possibile risolvere rapidamente il
problema e, soprattutto, in maniera più economica, ha affermato Oleg
Dvojnikov: "I giapponesi terranno duro fino all'ultimo, poi, quando la
situazione si aggraverà, costituendo un pericolo per tutta l'umanità,
cominceranno a inventare progetti complessi. Si sarebbe potuta
organizzare da tempo - ha concluso Dvojnikov - la costruzione di
moderni impianti di depurazione, richiamando per questo l’organizzazione
internazionale, che sono molto meno costosi e più efficienti".
Nel frattempo, gli
esperti sono seriamente preoccupati che il pozzetto di manutenzione, da
cui sono stati estratti i campioni “scottanti”, si trovi a soli 40 metri
dalla costa. In questo modo è possibile l’infiltrazione di acqua
radioattiva nell'Oceano Pacifico. Quasi la metà dei pesci che vivono in
prossimità di “Fukushima”, contengono metalli pericolosi.
Ma non è tutto.
Recentemente tracce di composti chimici legati alla centrale nucleare
accidentata sono state rilevate in balene e pesci a un migliaio di
chilometri dalla stazione, ha dichiarato il capo dei lavori per o
smaltimento dell'incidente di Chernobyl, dottore di scienze tecniche,
Igor’ Ostretsov: "Non bisogna dimenticare che le emissioni da
“Fukushima” sono costanti dall'inizio di questa tragedia. Avviene un
raffreddamento dei reattori, e l’acqua raffreddata non ha dove andare,
così il Giappone è costretto a scaricare tutto in mare. Questa
situazione è destinata a peggiorare, e qualunque sia stata la mancanza
nel controllo, alla fine siamo giunti al fatto che e risorse ittiche
naturali saranno contaminate".
In Giappone fingono che
sia tutto sotto controllo. Sostengono anche che i problemi dello
stabilimento non impediranno le Olimpiadi di Tokyo del 2020. In tutto
ciò i giapponesi stanno dimenticandosi della previsione degli esperti:
per eliminare le conseguenze dell'incidente nel suo complesso e lo
smantellamento dei reattori serviranno almeno quarant’anni. Cosa
potrebbe accadere durante questo periodo, come si dice, Dio solo lo sa.
Dunque, senza un programma internazionale per salvare “Fukushima”, il
paese del Sol Levante è improbabile che possa farcela.
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