Statistiche

Monday, February 3, 2014

Nucleare? No, grazie! - Radioattività a Sellafield: è mistero?

La centrale nucleare di Sellafield, nel nord ovest dell'Inghilterra, è stata parzialmente chiusa dopo che sono stati rilevati livelli alti di radioattività. Lo scrive la Bbc sul proprio sito web. La struttura è la più vecchia e più grande d'Europa. Sellafield è stata la prima centrale nucleare al mondo a produrre elettricità, ma è fuori servizio dal 2003: il sito ospita numerose installazioni, di cui alcune in via di smantellamento, e viene utilizzato principalmente come magazzino per il combustibile nucleare esausto e altre scorie

Al personale della centrale nucleare è stato chiesto di rimanere a casa. Nella centrale rimangono comunque i tecnici che stanno lavorando "normalmente" per permettere alla centrale di continuare a funzionare.

La società che gestisce il sito ha fatto sapere che non ci sono rischi per la popolazione e per i lavoratori: “I livelli di radioattività rilevati sono al di sopra del livello di radiazioni che normalmente si verificano ma ben al di sotto del livello che richiederebbe di prendere qualsiasi azione da parte dei dipendenti, dentro o fuori dal sito”, ha dichiarato un portavoce della società, senza fornire ulteriori informazioni.

Non è la prima volta che il polo impiantistico nucleare di Sellafield balza all'onore delle cronache, anzi: il “precedente” è anche uno dei più clamorosi del secolo scorso. Nel 1957, un incendio nel reattore dove si produceva plutonio per scopi militari generò una nube radioattiva imponente. La nube attraversò l’intera Europa, proprio come la nube di Chernobyl, ma stranamente ce ne siamo dimenticati, della nube inglese. Sono stati ufficializzati soltanto 300 morti per cause ricondotte all’incidente (malattie, leucemie, tumori) ma il dato potrebbe essere sottostimato.

Il 30 gennaio scorso, la parte dell’impianto dove si sono registrate le anomalie è stata chiusa per permettere un’indagine accurata e gli esperti sono già sul posto. I responsabili della struttura hanno riferito che solo ai lavoratori “essenziali” è stato chiesto di presentarsi per i turni. La società ha aggiunto che la struttura “sta continuando a funzionare normalmente”. In particolare, gli addetti alla lavanderia, mensa e trasporti stanno lavorando normalmente, mentre alle persone che possono farlo è stato consigliato di lavorare da casa.

Il problema è stato descritto come “una condizione operativa” nella struttura di Sellafield. Tuttavia, è stato creato un perimetro di sicurezza a nord dell'impianto e viene controllato ogni edificio, come ha spiegato lo stesso portavoce. Il ministero dell'Energia ha annunciato di essere in stretto contatto con Sellafield e che non c'è ragione di pensare che l'entità del problema sia maggiore di quanto affermato dalla centrale.

Per carità, sarà anche vero quanto dichiarato dal ministero del Regno Unito, tuttavia ci sarebbe da far notare che in tema di sicurezza nucleare, la trasparenza e la completa informazione sono argomenti cruciali per non ripetere gli errori già commessi da tanti e, in tempi recenti, dalla giapponese Tepco a proposito della centrale di Fukushima.

Dichiarare che ci sono livelli di radioattività al di sopra della norma e non fornire altri dettagli, o peggio ancora creare un perimetro di sicurezza attorno all'impianto e definire il tutto “una condizione operativa”, non è semplicemente fuorviante; è tanto pericoloso quanto criminale nei confronti della popolazione non solo inglese, ma di tutta l'Europa, visto che una nube radioattiva è in grado di propagarsi per migliaia di chilometri.

Nelle ultime ore del 31 gennaio, un secondo comunicato stampa reso noto dall'ente di gestione dell'impianto, ha informato che non è mai avvenuta alcuna fuga radioattiva e che “Gli alti livelli di radioattività rilevati sul sito nucleare britannico di Sellafield non sono dovuti a una fuga proveniente dalla centrale ma alle elevate quantità nell'atmosfera del gas radon, elemento radioattivo naturale”.

In pratica, ci hanno raccontato che una nube di radon, perfettamente naturale ma radioattiva, è andata a posizionarsi, alla stregua della ben più celebre nuvola della casa della famiglia Addams, giusto sopra la centrale nucleare.

"I nostri rilevatori sono estremamente sensibili e rilevano qualsiasi anomalia; eravamo sicuri che la situazione non presentasse alcun rischio per i cittadini o il personale perché i livelli di radiazione rilevati, anche se superiori a quelli normali nell'atmosfera, erano comunque deboli" ha spiegato l'ente.

Nessuno mette in dubbio l'estrema sensibilità della rete di sensori di Sellafield, così come la singolare coincidenza di una nube di radon che va a stazionare esattamente sopra un impianto nucleare è, sì, singolare, ma non impossibile. Tuttavia, sovviene alla mente un lecito dubbio: per caso il picco di radioattività di Sellafield rilevato in questi giorni è destinato ad essere un altro dei tanti misteri?

L'augurio è che, su un tema delicato come quello della sicurezza nucleare, ci si decida una volta per tutte, per scelta politica, ad adottare dei criteri di trasparenza che ancora oggi non si vedono.

Fonte

1957 - Sellafield, l'incidente nucleare secretato per 30 anni che ha fatto centinaia di morti

Il peggior incidente nucleare britannico, l’incendio di Windscale (ora Sellafield) in Cumbria, ha liberato il doppio dei detriti nucleari di quanto precedentemente riferito.
Gli scienziati, studiando i modelli metereologici e la quantità di materiale radioattivo distribuito dopo l’incendio del 1957, hanno affermato che le precedenti valutazioni erano state sottostimate nel loro effetto mortale.
“Abbiamo dovuto raddoppiare le nostre stime rispetto all’ammontare di sostanze rilasciate” ha riferito l’ex ricercatore della UK Atomic Energy Authority John Garland.
Al termine di questa revisione, gli scienziati hanno detto che l’incendio - che ha sparso una nube di cesio, iodio e polonio sopra la Gran Bretagna e il nord Europa – può causare diverse dozzine di casi di cancro in più rispetto a quanto valutato in precedenza.
Inizialmente si pensava che il danno causato dal fuoco sarebbe stato limitato, e che soltanto un numero molto piccolo di casi di tumore avrebbero potuto essere innescati dalle sostanze radioattive rilasciate.
Nel 1990 esperti delle radiazioni, utilizzando nuove metodologie epidemiologiche, avevano calcolato che potevano presentarsi fino a 200 casi di cancro – alla tiroide, al seno, e anche leucemie – a causa delle emissioni prodotte dall’incendio.
Ora i ricercatori sostengono di dover aumentare ancora una volta la loro stima. “Potranno presentarsi diverse dozzine di casi di cancro in più, in aggiunta a quanto affermato in precedenza” ha detto l’epidemiologo Richard Wakeford, dell’Università di Manchester.
Tuttavia Wakeford ha detto che è impossibile determinare se un caso specifico di tumore è da collegarsi direttamente con l’incidente di Windscale, ora chiamata Sellafield. “Possiamo soltanto dire che la sproporzione nei casi di tumore è stata causata dall’incendio”.
L’incendio, avvenuto 50 anni fa, si è scatenato quando le barre di grafite utilizzate per controllare la reazione nucleare nel nucleo del reattore hanno preso fuoco. Il nucleo ardente è stato fuori controllo per due giorni interi. Ad un certo punto gli operai hanno usato delle mazze per colpire le barre di combustibile danneggiate, e altamente radioattive, e farle così uscire dal reattore prima di riuscire finalmente a spegnere il fuoco.
Dopo l’incendio, il governo mise un divieto di sei settimane per il consumo di latte di mucca che avevano i pascoli nel raggio di 200 chilometri da Windscale. Tuttavia, il vento e le correnti atmosferiche hanno portato la contaminazione nucleare fuori da questo confine, arrivando a coprire buona parte dell’Inghilterra e alcune zone del nord Europa.
Il reattore è stato lasciato in uno stato di intensa radioattività e ha lavorato indisturbato – troppo pericoloso da smantellare.
L’anniversario dell’incendio cade proprio mentre la consultazione pubblica per la costruzione di un nuovo reattore nucleare lanciata dal Governo britannico si avvia alla conclusione, e la scorsa settimana il punto è stato ampiamente rimarcato da ambientalisti e attivisti verdi. “Questo anniversario dovrebbe servire come monito per quello che può accadere quando un impianto nucleare va male”, ha detto Jean McSorley, di Greenpeace. “La costruzione degli impianti di Windscale era stata fatta in fretta e così pure i piani governativi per nuovi reattori in questo paese. L’energia nucleare non è la risposta ai cambiamenti climatici.”
Ma questa obiezione è stata rigettata dagli ingegneri nucleari. Hanno detto che l’incidente non ha risvolti sui futuri reattori che potrebbero essere costruiti in Gran Bretagna. L’impianto di Windscale – uno dei due impianti costruiti per generare il plutonio destinato al programma militare britannico – era raffreddato ad aria, non aveva adeguate strutture di contenimento e presentava un sistema di monitoraggio delle condizioni del nucleo decisamente insufficiente.
“Gli attuali reattori sono raffreddati ad acqua, adeguatamente isolati e ben monitorati!, sostiene Paul Howarth, del Dalton Nuclear Institute dell’Università di Manchester.
“Abbiamo una grande esperienza nella gestione di impianti nucleare in Gran Bretagna. Saremmo dei pazzi se utilizzassimo questa come ragione per non costruirne dei nuovi e migliori”.
Questo ultimo punto è stato sostenuto da Wakeford. “L’impianto di Windscale era dotato di equipaggiamenti primitivi. Non dobbiamo dimenticarlo.”

Fonte: The Observer, Robin McKie7 ottobre 2007

No comments:

Post a Comment

Note: Only a member of this blog may post a comment.